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Cronaca

CASO MARLETTA: L’APPELLO AL MINISTRO DELLA SALUTE E ALL'ASSESSORE LUCIA BORSELLINO

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Arriva l’appello alle istituzioni di Irene Sampognaro, moglie dell’architetto Giuseppe Marletta in coma da cinque anni in seguito all’estrazione di 2 ferule metalliche dalla gengiva per un errore sanitario certificato da una commissione. Fu abbandonato subito dopo l’intervento senza monitoraggio

 

di Cinzia Marchegiani

Catania – A distanza di 5 anni dal tragico evento sanitario che ha colpito l’architetto Giuseppe Marletta, riducendolo in stato vegetativo dopo un banalissimo intervento di estrazione di 2 ferule metalliche dalla mascella presso l’ospedale Garibaldi di Catania, torna ad esprimere la sua indignazione la moglie, Irene Sampognaro, dopo che è avvenuto un altro caso di coma con le stesse analogie del marito e lo fa tramite il nostro giornale.

IL DRAMMA E LA BEFFA GIUDIZIARIA
Vite cambiate, distrutte. Quelle dei figli Edoardo e Eleonora e della moglie Iene, che hanno visto il proprio papà e il proprio compagno di una vita diventare un vegetale per un semplice intervento chirurgico avvenuto nel lontano giugno 2010 che doveva risolvere un problema di sinusite. Da allora Giuseppe è in coma vegetativo per un errore sanitario, che non doveva accadere, ma che ha fatto emergere come alcune procedure sanitarie siano pericolose e senza presa di responsabilità. Il 4 giugno 2015 ci sarà la prima udienza davanti alla Corte d’Appello penale perché gli imputati e l’ospedale hanno impugnato la sentenza di condanna di primo grado ritenendola ingiusta e lesiva dei propri diritti.

APPELLO DI IRENE SAMPOGNARO
Lasciamo nella sua interezza la missiva che Irene rivolge alle istituzioni sanitarie e politiche affinché sia fatta giustizia e ci sia una presa di responsabilità ancora latente nonostante sia chiaro che il danno che ha subito suo marito per un banale operazione è stato certificato e catalogato come un errore sanitario.

Ecco la missiva:

L’ospedale Garibaldi nuovo di Catania, si ostina ancora a non assumersi le proprie responsabilità, nonostante ci sia una sentenza del Tribunale penale di Catania che abbia accertato che quando mio marito ha avuto l’arresto respiratorio a seguito di un ritorno di coda dell’anestesia, era solo. Non c’era nessun sanitario che gli potesse prestare soccorso.
La commissione parlamentare sugli errori sanitari presieduta dall’on. Leoluca Orlando ha da subito definito quello di mio marito uno dei più eclatanti casi di malasanità degli ultimi anni.
Eppure l’ospedale Garibaldi si è limitato a pagare solo la provvisionale di 80 mila euro per parte civile e non ha alcuna intenzione di pagare il risarcimento danni.
Tengo a dire che non esiste nessun risarcimento al mondo che possa compensare le sofferenze patite sin’ora da mio marito, da me e dai nostri 2 bimbi. La tragedia che si è consumata presso l’ospedale del Garibaldi nuovo l’1 giugno di 5 anni fa è un danno irreparabile. Tuttavia esigo che per l’ospedale Garibaldi e tutti i responsabili coinvolti in questa vicenda non ci siano sconti di pena e che paghino tutto ciò che devono in base alla legge, sino all’ultimo centesimo. Non ho alcuna intenzione di rinunciare ai diritti miei e della mia famiglia già ampiamente calpestati nel corso di questi ultimi anni.
E’ giusto che abbia la possibilità di offrire una qualità di vita migliore ai miei figli, ma anche a mio marito Giuseppe; infatti sono tutt’ora disposta a portarlo sino all’altro capo del mondo affinché possa ricevere quell’assistenza e quelle cure che sin’ora non ha mai ricevuto e che questo paese non è in grado di offrirgli.
Il 4 giugno ci sarà la prima udienza davanti alla Corte d’Appello penale perché gli imputati e l’ospedale hanno impugnato la sentenza di condanna di primo grado ritenendola ingiusta e lesiva dei propri diritti.
In realtà ciò che stupisce della sentenza di primo grado è che, a fronte del danno immenso che è stato arrecato a mio marito, gli imputati se la sono cavata con soli 6 mesi di reclusione con condizionale.
Io mi auguro che questa vicenda giudiziaria possa concludersi al più presto con la conferma che quello di mio marito è un macroscopico caso di malasanità e che i sanitari e l’ospedale paghino quanto prima per la loro negligenza.
Rivolgo un appello alle istituzioni ed in particolare al Ministro alla salute Lorenzin e all’assessore Lucia Borsellino affinché inviino ispettori presso l’ospedale Garibaldi nuovo di Catania e facciano chiarezza sui casi di coma che si sono registrati negli ultimi anni. Sono infatti a conoscenza di un nuovo caso di coma avvenuto presso il Garibaldi che presenta delle analogie con quello di mio marito. Purtroppo appena un paio di mesi fa una giovane madre di famiglia è entrata in coma a seguito di un arresto cardio-respiratorio, sembra anche in questo caso per un effetto collaterale dell’anestesia; ad accorgersene sono stati i parenti perché pare che nemmeno questa volta fossero presenti i sanitari.
Questi casi non devono accadere, così come non dovevano accadere i casi di mio marito e di Smeraldina Camiolo, perché potevano essere benissimo evitati; sarebbe bastata un po’ più di attenzione da parte dei sanitari del Garibaldi nuovo di Catania.
E’ inoltre evidente una responsabilità degli stessi vertici dell’ospedale; infatti se costituisce una prassi abbandonare i pazienti a se stessi dopo un intervento, allora sussiste quantomeno una culpa in eligendo e/o in vigilando, cioè sono state selezionate persone inadeguate per ruoli così delicati e questo è piuttosto inquietante.
Auspico quindi che le istituzioni si facciano carico di verificare i metodi di selezione e il modus operandi dei sanitari all’interno dell’A.O. Garibaldi nuovo di Catania”.

 

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Costume e Società

Roma, una targa in ricordo di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del Roseto

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C’è l’anima dei Castelli Romani nel roseto della città di Roma.
Mary Gayley nata a Birdsboro in Pennsylvania in uno dei viaggi in giro per il mondo incontra e si innamora del conte Giulio Senni di cui divenne moglie nel 1913.
Siamo ai primi del novecento: l’Art Nouveau la fa da padrone, Mascagni e le sue opere sono la colonna sonora e nel mondo letterario Hermann Hesse smuove coscienze e cuori.
La prima guerra mondiale smorza un po’ il sogno di questo inizio secolo ma Mary, ormai la contessa Senni, insieme al marito va a vivere a Grottaferrata, nel cuore dei Castelli Romani.
Nasce qui, nel giardino della sua villa, la passione per il giardinaggio: rose ed iris, in particolare.
La sua biografia ci racconta di un suo viaggio a Parigi e della vista al roseto del Parco di Bagatelle.
Al suo ritorno decide che anche Roma, città di cui è innamorata, debba avere il suo roseto.
Nel 1924 regala al Comune di Roma una prima collezione di rose provenienti dal suo giardino di Grottaferrata ma a causa della poca attenzione dell’allora Commissario Regio le rose vengono piantumate al Pincio: una dimostrazione di scarsa sensibilità che sminuisce il carattere sperimentale dell’iniziativa.
Mary Senni arriva al punto di chiedere la restituzione delle stesse rose talmente è delusa dal fatto.
Proprio a sottolineare la grandezza e l’intuizione di questa donna formidabile va ricordato che Armand Millet, botanico francese, diede il nome “Mary Senni” ad un iris “charmant et femminin” – incantevole e femminile.

l’iris Mary Senni

Dopo la guerra nacque il famoso Roseto di Roma.
Venerdì 17 maggio alle ore 15,00 nel Roseto di Roma Capitale vi sarà una cerimonia di posa della targa in memoria di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del roseto ed ideatrice del Premio Roma per le nuove varietà di rose.
Un riconoscimento importante figlio di una sensibilità accresciuta verso l’universo femminile da sempre foriero non solo di idee ma che realizza, da sempre, sogni.

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Castelli Romani

Frascati, al via la settimana Calasanziana al santuario della Regina delle scuole pie

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Un cartellone ricco di eventi religiosi e culturali

Si parte il 18 maggio alle 19,00 con la rappresentazione sacra La Leggenda di Ognuno messa in scena dal gruppo teatrale amatoriale Amici delle Scuole Pie. A seguire il Triduo di preparazione alla Festa avrà inizio martedì 20 maggio, alle ore 17,00, con la recita del Santo Rosario al quale seguirà la Santa Messa presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie in piazza delle Scuole Pie a Frascati.
Mercoledì 22 maggio dopo la Santa Messa ci sarà l’ inaugurazione del Portale artistico opera dello scultore tuscolano Roberto Scardella, già autore della Statua bronzea collocata sul campanile del Santuario.

La statua bronzea di Roberto Scardella posta sul campanile del Santuario

Un’ opera in ferro a maglia poligonale con inserti di terracotta realizzata dalla ditta Fiorella Caroni Ceramiche su matrice originale dello scultore che sarà collocato all’ingresso.
L’ importante è significativo evento artistico sarà accompagnato da un incontro moderato dal noto giornalista Rai Luciano Ghelfi cui prenderanno parte Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Padre Sergio Sereni Preposto provinciale d’ Italia dell’ Ordine dei Padri Scolopi e l’architetto Maria Grazia D’Amelio, docente dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Giovedì 23 maggio alle 17,30 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, vescovo di Frascati. Al termine la tradizionale processione con il quadro La Regina delle Scuole Pie, miracolosa immagine donata da San Giuseppe Calasanzio alla Casa di Frascati nel 1617
Le celebrazioni calasanziane si concluderanno domenica 28 maggio con il concerto del coro gospel One voice previsto alle ore 19,00 nella piazza e diretto dal maestro Simone Negri.

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Castelli Romani

Colonna, elezioni: Fabio Pochesci presenta la sua squadra

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Con un avvio dedicato alla Festa della Mamma ed alla Giornata Internazionale dell’Infermiere un emozionatissimo Fabio Pochesci, nei Giardini Belvedere a Colonna, presenta la squadra di Uniti X Colonna con la quale proverà a diventare il nuovo sindaco della Città.
“Abbracciamo il futuro” è lo slogan che unisce questa gruppo compatto e solare che inizia la kermesse donando alle mamme presenti un fiore per ringraziarle.
La tensione è palpabile, tante le persone in piazza ad ascoltare questo gruppo di ragazze e ragazzi che sperano di poter scrivere una pagina nuova per la città di Colonna.

“Da domani metteremo le scarpe da ginnastica” dice ancora più sorridente Fabio Pochesci che poi, da bravo capitano, presenta uno ad uno i componenti della sua squadra.

Fabio Pochesci con Iughetta Cobucci

“Questo per me è un battesimo … e pensate che sono pure la più longeva del gruppo” dice scherzando Iughetta Cobucci ma che poi con chiarezza esclama “le idee non hanno colore né bandiere, vi chiediamo un voto di fiducia, una delega di fiducia”.
Poi è il turno di Luca Flamini “de chi so’ fijo?” dice scherzando; perché lui a Colonna ci è arrivato per amore e della città si è innamorato.

“Avete la possibilità di scrivere, con il vostro voto, una nuova pagina per Colonna” queste le parole di Alessandro Gelpi, consigliere uscente, che abbraccia fraternamente Fabio Pochesci; tra i due esiste una amicizia consolidata da anni e afferma “è questo uno dei valori aggiunti del nostro gruppo”.

Fabio Pochesci con Alessandro Gelpi

Serena Mazzocco si impegna con estrema decisione a far si che il Cimitero torni ad essere luogo accessibile a tutti “non è possibile che molti dei nostri anziani non possano recarsi dai propri cari defunti”.
Poi è il momento di Danilo Colagrossi, per tutti Archimede, che orgogliosamente ed emozionato come non mai afferma “sono il C900 della squadra, sono nato a Colonna e ci vivo da sempre”.
“Colonna deve diventare un hotspot, il punto di partenza, per chi vuole visitare Roma … abbiamo un obiettivo da realizzare tutti insieme: abbracciare il futuro con Fabio” queste le parole di Annarita Vitale, anche Lei “adottata” dal calore e dall’amore dei colonnesi.

Fabio Pochesci con Emiliano Bultrini

Sale in “cattedra” il prof: Emiliano Bultrini: “La politica è fare per la comunità, per i cittadini” e poi aggiunge tra gli applausi “belle le serrande affrescate ma sarebbero ancora più belle se aperte” impegnandosi a rilanciare il commercio che sta morendo nella città. E chiude con un frase davvero importante “la cultura non è un vezzo, è uno strumento che può e deve produrre ricchezza”. Gli applausi concludono il suo intervento.
Una emozionata Lia Calabrò, da sempre a Colonna, invita a dare fiducia alla squadra e, nel concludere, “è ora di respirare aria pulita”.
Ed è il momento della più piccola della squadra ma quella con la maggiore grinta: Flavia Cappellini.

Fabio Pochesci con Flavia Cappellini

“Poi ve spiego a chi so fija” dice scherzando perché orgogliosamente dice “sono la settima generazione di colonnesi”. E chiude il suo intervento dicendo “Quanto è importante la vita sociale? A Colonna è scomparsa e le strade stanno diventando terreno fertile per la malavita” e tra gli applausi aggiunge “noi giovani siamo troppe volte sottovalutati, dateci una mano a raggiungere l’obiettivo di riportare in alto la nostra Città”.
Il consigliere comunale uscente, Cristian Romagnoli, lo “sportivo del gruppo” invita ad una profonda riflessione: “è ora di coinvolgere in modo attivo e chiaro tutte le associazioni presenti a Colonna rendendole partecipi di ogni progetto” perché “ogni singola persona ha una abilità, una competenza e può di sicuro essere valore aggiunto”.

Fabio Pochesci con Cristian Romagnoli

Un combattivo Francesco Vescovi con estrema chiarezza afferma “siamo pronti a dare a Colonna una alternativa concreta ed un nuovo slancio … si respira un’aria diversa e la sensazione è forte”. Chiude tra gli applausi “noi non abbiamo nulla da perdere, possiamo insieme, stavolta, far vincere davvero la nostra città”.
“Il cambiamento a volte può fare paura ma noi siamo pronti ad ascoltare, a metterci a disposizione della città senza alcuna paura” queste le parole di Daniele Nardi che tra gli applausi lancia il grido “Se non ora, quando?”

E poi è il turno di Fabio Pochesci poche parole ma lo sguardo dritto e fiero da vero combattente “Vedo molto nervosismo tra i miei avversari rinnovo l’invito ad un confronto leale ed onesto” e poi abbraccia la sua squadra … la partita è solo all’inizio.

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