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Castelli Romani

Marino, montano polemiche sulla Sagra dell’Uva e non solo

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Lettera aperta di Maurizio Aversa
Mettiamo in fila qualche notizia: come riportato dal web, tra i “naviganti” stranieri che cercano di assumere notizie – si presume turistiche o ai fini delle eccellenze locali – sull’area dei nostri amati Castelli Romani, la località più ricercata è Castelgandolfo. A seguire, Frascati, Marino e Nemi. Pensiamo al lavoro che svolgono, istituzionalmente e/o secondo forme di volontariato organizzato che coinvolge il Terzo settore e gli enti locali con annessi operatori economici, il Sistema Castelli Romani (il cui cuore pulsante è stato da sempre il sistema delle biblioteche, e quindi la cultura), o gli organismi sovranazionali, nazionali e locali della Via Francigena (opera incessantemente da noi il Gruppo dei Dodici per la Francigena del sud), nonché la trama di iniziative che ruotano attorno alla prestigiosa Associazione delle Città del
Vino: sono tutti questi, non sempre in prima pagina o in vetrina, gli interlocutori che motivano certe scelte di ricerca, quelle che spingono a curiosità gli stranieri e non solo, sul web e non solo. Ovviamente concorrono a tutto ciò, non ne sono gli unici protagonisti: ma ad essi va comunque tutto il nostro plauso.

La nostra società, come quella europea al pari dell’occidente capitalista, è bloccata. Il mercato è un modello fallito che procura solo guai, se non tragedie. Lo tocchiamo con mano con le politiche belliciste volte a guidare, se non dominare il mondo, perché dalla nostra storia e cultura pensiamo (il capitalismo malato pensa) che ne derivi solo quella opzione.
Errato! L’evoluzione della storia e l’immissione dell’idea comunista – per taluni il completamento del messaggio “socialista” ante-litteram di Gesù Nazareno – con Marx e l’esplosione sulla scena della classe operaia organizzata e delle rivoluzioni, sia quelle di liberazione e sia quelle sociali, sono lì a dimostrare che – al netto di errori e non
ripetibilità copia/incolla nelle varie realtà – quella spinta e quelle idee possono aiutare a comprendere che per organizzare la società degli esseri umani non c’è solo mercato, non ci sono solo rapine da attivare nei confronti dei deboli (singoli, classi, popoli, Stati), ma c’è un altro modo di poter convivere. Ad esempio, per dire cose concrete, la proposizione della Via della Seta che prevede collaborazioni e aiuti, e non mira a “dominare”. Così come, nella pratica
internazionale, al di là delle differenze che ci sono, ma coesistono, nella proposta dei vari Stati (per essere chiari: quelli che cumulano il 75% della popolazione mondiale) che NON vogliono un mondo unipolare (a guida USA e NATO e chi a loro si piega per timori o convenienze), ma propongono un mondo “multipolare” con varie sfere di influenza:
economica, culturale, politica. All’interno degli strumenti dati nel 2024, cioè la rivoluzione tecnologica che può aiutare a scegliere cosa produrre (per utilità, per sfamare, per difendere l’ambiente, ecc.) e come produrlo, anche senza necessariamente sfruttare lavoratori, addetti, ecc., ci si può indirizzare nella scelta di lavorare meno per lavorare tutti, e rendere bastevole la produzione dei beni per vivere. La conclusione di ciò è che in tal modo resta disponibile il tempo di vita che ogni singolo può scegliere: per la cultura, per lo sport, per l’arte da coltivare o godere, per il piacere della cura della persona (sia se stessi, sia altra persona cara). Bene, e quindi?

Quindi in tale visione che è possibile perseguimento (io la chiamo società socialista, altri società umanitaria, altri in altro modo… ma questo non è un problema) di una società diversa da quella attuale, chi svolge attivamente, con le varie motivazioni che lo innescano, una qualsiasi delle azioni di cui dicevo all’inizio – la cultura, la ricerca, le proposte della
conoscenza e delle eccellenze del nostro territorio, così come di altri in altre parti del mondo – secondo me contribuisce ampiamente a cambiare lo stato delle cose. Al pari – anche se io affermo, non per fare graduatorie, che la prima resta la spinta rivoluzionaria – di tutte le lotte per la pace, per la libertà dei popoli, per l’uguaglianza, per la giustizia contro lo sfruttamento ecc. In tal senso, anche difendere il rispetto di tradizioni e strumenti che sono stati e sono utili – pure al di là della motivazione originale da cui sono scaturite – per riproporre la qualità, di storia e di cultura, e la conoscenza di comunità e di produzioni, è una azione da non ritenere secondaria. Per questo, continuando con la fila delle notizie: è quest’anno che ricorre il centenario della Sagra dell’Uva. Un Comitato, abbiamo letto, ha attivato una qualche forma di
attenzione al tema. Gli ideatori di un Premio Letterario Nazionale (di cui è presidente onorario Vittorio Nocenzi) intitolato a Moby Dick, hanno da tempo (in particolare uno su tutti, lo scrittore Marco Onofrio) espresso in ogni luogo di cultura o di politica, che la “Sagra dell’Uva” non dev’essere un “evento” ma un “programma permanente” di dodici mesi con tanti capitoli al proprio interno: con il clou, naturalmente, della prima settimana di ottobre e delle fontane che danno vino. Ecco, se ci scrolliamo di dosso un certo guardare l’ombelico nostro, forse possiamo comprendere davvero come la qualità della proposta non di un programma, non di una ricorrenza, ma di una possibilità qualitativa culturale, tradizionale, sociale e perfino economica, può agevolmente essere condivisa da moltissimi, se non da tutti. Riferito ai
cittadini – in primo luogo operatori politici, culturali ed economici – locali, ma non solo. Detto in altro modo: nel passato, dove probabilmente c’era maggiore possibilità di intervento culturale plurale e disponibilità economica per il ruolo che svolgevano gli enti locali, c’è sempre stata una “deliziosa” concorrenza a paragonare le edizioni della Sagra.
Ma per superarsi in meglio, non per sbeffeggiare la precedente!

Per questo ben si comprendono, e sono perfino condivisibili nella loro spinta motivazionale, le prese di posizione di Forza Italia e del PSI a Marino circa le dure critiche per la decisione di incaricare un direttore artistico – alias manager – per la Sagra dell’Uva. Ora si sottolinea in particolare che viene proposto un non marinese, ed è un punto opinabile. In ogni caso è molto, molto, molto errato interpretare, al pari di quanto, in qualche modo, è stato già fatto nel recente passato, la proposizione/gestione della Sagra dell’Uva, ovvero il suo centenario, come fosse un festival della canzone.
Marino non è Sanremo! Detto altrimenti: le esperienze svolte con le esposizioni artigianali, artistiche, culturali, con la proposizione dell’Ente Sagra di Giulio Santarelli; o le riproposizioni delle stesse con la Sagra-scandalo proposta con un mese di attività culturali e undici associazioni culturali giovanili a gestire direttamente programmi e borsa con avanzo di
cassa destinato trasparentemente alle associazioni stesse, con la presidenza onoraria della Sagra a Nanni Loy a titolo gratuito e con la presenza attiva del regista a Marino; o, ancora, le esperienze della valorizzazione delle botteghe e delle osterie per l’azione messa in campo da Giselda Rosati… sono state tutte con un timbro “riconoscibile”: dare alla città
rispetto delle tradizioni, riconoscimento degli organismi come associazioni e ProLoco, sbocco a notorietà ai fini turistici e di “ricadute economiche”. Certo ben visibili nel caso del Gotto d’Oro, ma non solo. Ora il salto, che ancora non c’è stato (ecco il perché di questo intervento), è il non fermarsi al programma della Sagra; non fermarsi all’anno del centenario; è, proprio come suggerisce Marco Onofrio: svolgere la Sagra dell’Uva in attività annuale, per tutti gli anni a venire. Un marchio di contenuto, sul territorio, non solo un “mordi e fuggi” di un giorno, di una settimana, o di un periodo un po’ più lungo per il centenario. E come suggerisce un uomo di cultura, oltre che stimato politico locale, Fabio Mestici: con energie che sono se non necessariamente marinesi di sette generazioni, comunque marinesi di
residenza e/o frequentazione assidua. Che avrebbe detto o scritto Leone Ciprelli di tutto ciò? Non lo so e non voglio forzare la mano, ma le scelte di oggi sono nelle nostre mani e mi permetto di dire al Sindaco e alla Giunta comunale che nelle loro mani, in cui si concentra l’aspetto decisionale, ci sono sia l’opportunità della “gestione” di questa storica
occasione, ma anche la soverchia responsabilità di tenere in dovuto conto le sensibilità di tutta la pluralità della cultura marinese, così come del macigno di responsabilità ulteriore per quanto vorranno tracciare per le generazioni che verranno circa questo magnifico aspetto socio-politico-culturale. Resta il quesito: ci sono sensibilità, capacità e volontà di scelta per tutto ciò? Sarà presto verificabile.

Maurizio Aversa è attualmente componente del Comitato Centrale (PCI nazionale), membro della Segreteria regionale (PCI Lazio), coordinatore del PCI Castelli romani. È stato: Assessore alla Cultura e attività produttive del comune di Marino (sindaci Mario Mercuri e Leonardo Massa), Assessore alla cultura ed educazione ambientale del Parco dei Castelli romani (presidente Aldo Settimi), capogruppo PCI al comune di Marino (sindaco Lorenzo Ciocci) e alla Usl Marino Ciampino, oltre che segretario cittadino PCI a Marino.

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Rocca Priora, elezioni: Anna Gentili presenta la sua squadra

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C’era un cielo che minacciava pioggia ieri pomeriggio su Rocca Priora ma il calore che arrivava da Largo Pallotti era tangibile.
Due parole la facevano da padrone: Coraggio e Liberi.
Il coraggio campeggia affianco alla foto di Anna Gentili candidata per la lista Coraggio Rocca Priora.
Liberi sono le ragazzi ed i ragazzi, la squadra che segue Anna Gentili in questa campagna elettorale.
Un programma partecipato che vuole essere prima di tutto “credibile”, con l’aspirazione di “cambiare il volto del Paese” e che vuole essere “la strada maestra da seguire”
Anna Gentili e la sua squadra gridano forte “Rocca Priora si merita di cambiare passo … e noi abbiamo un’unica volontà: quella di metterci a disposizione dei roccaprioresi”.
L’accoglienza è calorosa, la piazza piena di gente e di colori.

Il minimo comune denominatore resta: “non siamo pedine nelle mani di nessuno”.
E poi Anna Gentili da “padrona di casa” presenta uno ad uno i suoi ragazzi, le sue ragazze.
“Ad Anna ho chiesto solo una cosa: di essere una persona seria e di mantenere gli impegni. Per questo oggi sono qui” lo dice con forza ed entusiasmo Alessandra Chiavacci mentre abbraccia commossa il suo candidato sindaco.

Riccardo Savo con Anna Gentili

E poi il più giovane, Riccardo Savo, sommerso dagli applausi perché la sua commozione fa comprendere come il suo cuore arrivi prima delle sue parole: “voglio creare un ponte tra noi giovani e l’amministrazione perché le nostre parole possano avere valore”.
“Anna riesci sempre a farmi emozionare”: le lacrime scendono copiose dagli occhi di Sara Ponzo, per molti la “fedelissima” di Anna Gentili.
Rivendica con forza il suo lavoro da “Assessora ai Servizi Sociali” durante il difficile periodo del Covid e chiude il suo intervento, visibilmente commossa, con queste parole: “l’antidoto alla cattiva politica non è l’antipolitica ma la buona politica che faccia alzare lo sguardo verso l’orizzonte”.
Poi è il momento di Chiara Varese: “io credo nella libertà di poter decidere con coraggio”.
“Noi non siamo politici e soprattutto non siamo compromessi” dice con orgoglio Giulio del Monte.

Rachele Zaratti

Un grosso applauso introduce Rachele Zaratti: “metto la mia competenza a disposizione della città che amo e per aiutare le troppe fragilità presenti” e chiude il suo intervento con parole che strappano l’ennesimo applauso caloroso “le chiavi vincenti per una buona politica sono l’amore ed il rispetto verso gli altri ed i loro diritti”.
“Con la mia umiltà ho realizzato i miei sogni” dice Mariana Holeiciuc per tutti Mariana. La sua è la storia di una vera integrazione nata da un sogno e dalle sagge parole della nonna che prima di partire da casa sua, dalla Romania, le disse: “non preoccuparti di fare i soldi ma di farti amare” e l’applauso che chiude il suo intervento sancisce l’amore che Rocca Priora ha per Lei.

Mariana Holeiciuc, Mariana, con Anna Gentili

Un emozionatissimo Mario Spagnoli alza di molto il livello della discussione: “la politica è Arte Nobile che nobilmente deve essere rappresentata” e conclude invitando i suoi concittadini a “rialzare la testa … Rocca Priora chiede a tutti Voi un atto di dignità attraverso il voto”.
“Noi non siamo una lista che risponde ai dickat di qualcuno … nessuno ci può tirare dalla giacchetta … ci impegniamo ad onorare il programma scritto con tutti Voi”; parole pesanti quelle di Mario Falotico che alla fine grida forte “noi ci mettiamo la faccia”.

Gianluca Mastrella con Anna Gentili

Gianluca Mastrella, consigliere comunale uscente, illustra tutto il lavoro fatto durante la sindacatura di Anna Gentili: rivendica l’aumento del patrimonio comunale, gli investimenti sulla sicurezza e poi attacca l’accordo Partito Democratico / Fratelli d’Italia definendolo “inaccettabile” perché così “ne perde la credibilità della politica”.
“Per me è un onore essere qui stasera … mi sono messo a disposizione per il bene della mia città e dei cittadini” queste le parole emozionate di Giuseppe Emili che termina, così, il suo intervento “bisogna avere la lealtà ed il coraggio di cambiare”.
E poi Marisa Bifano, Elisa Fatelli e Federica Ulisse commosse ringraziano Anna Gentili e sono orgogliose di essersi messe a disposizione della loro città.
“È necessario che Rocca Priora torni ad essere un paese dignitoso … sono qui per costruire qualcosa di nuovo” le parole di Angela Gentili.
Fabio delle Fratte assente stasera perché al lavoro ringrazia Anna Gentili per avergli dato questa possibilità di essere al servizio della sua città.
“Per cambiare abbiamo bisogno di tutti … noi non siamo improvvisati, siamo persone perbene” nelle sue parole, Anna Gentili, scarica tutta l’adrenalina che la serata gli ha messo nel cuore.
Conclude il suo intervento tra gli applausi e gli abbracci della sua squadra e chiarisce “non ho nemici, solo avversari e i miei avversari saranno sempre tutti quelli che hanno anteposto la gestione del potere ed i personalismi rispetto alla Comunità”.

L’abbraccio tra Anna Gentili e Emanuela Panzironi, sindaca di Zagarolo

E poi l’abbraccio con Emanuela Panzironi, sindaca di Zagarolo: “sono qui da un’amica … in Anna c’è cuore e preparazione … è il miglior sindaco che Rocca Priora possa avere”.

La sera scende leggera su Rocca Priora.
La “battaglia” per la conquista di Palazzo Savelli è appena iniziata e la lista Coraggio Rocca Priora è davvero pronta.

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Castelli Romani

Monte Porzio Catone, elezioni: intervista a 360° a Francesca Giusberti

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Francesca Giusberti, classe 1980, sposata con due figlie, di 8 e 3 anni, candidata al Consiglio Comunale con la lista Cambia con me Monte Porzio per Carla Carletti sindaca.
Come mio solito, prima di farci quattro chiacchiere, ho dato una “sbirciata” al suo profilo facebook e c’è una cosa che mi ha immediatamente colpito …
… Francesca, ci diamo del tu? vedo che abbiamo un’amicizia in comune davvero importante, si chiama Patrizia ed ha insegnato al Liceo Classico Marco Tullio Cicerone di Frascati … non mi dire!
Anche tu hai frequentato la “mitica” (non me ne vogliano gli altri) sezione C?
(sorride) Patrizia, Annamaria e Maria Barbara (le professoresse Patrizia Pezzini, Annamaria Duranti e Maria Barbara Guerrieri n.d.s.) sono tutte le mie prof. che approfitto per salutare se mi leggono!
A onor del vero, al liceo, la mia grande timidezza non mi permetteva di “brillare” agli occhi dei professori, ma i loro insegnamenti e stimoli hanno contribuito a creare il bagaglio culturale che mi porto dentro e ancora le ringrazio.
Con i compagni eravamo molto legati e lo siamo tutt’ora (tira un sospiro di emozione) quanto ci siamo divertiti; sono stati anni intensi e irripetibili!

Ma lo sai che la nostra scuola è fucina di personaggi che, oggi, hanno una rilevanza sia livello regionale – e non ti nascondo che sono una tantissime – nazionale, ti cito ad esempio Ascanio Celestini, Emanuela Fanelli che di recente ha vinto il David di Donatello come migliore attrice non protagonista e poi tanti tanti altri … ma niente niente dobbiamo iniziare a pensare al nostro liceo come una novella Howard University in salsa castellana?
(la mia risata la contagia) Me lo auguro! La presenza di un valido liceo classico in un territorio come il nostro, intriso di cultura classica, appunto, è fondamentale per le nuove generazioni.
Torniamo a noi: sempre nel tuo profilo ho letto che hai frequentato l’École Nationale Supérieure d’Architecture de Versailles una tra le più importanti scuole di architettura francese.
Dopo questa esperienza formativa cosa ti ha spinto a tornare in Italia?

L’ esperienza in Francia è stata formativa a 360 gradi e quando si sta fuori la tentazione di andarsene dall’Italia è tanta, soprattutto per le opportunità lavorative.
Ma proprio durante il soggiorno all’estero ho realizzato, con mia grande sorpresa, di avere un forte senso di appartenenza al nostro territorio e alla nostra comunità!
Come si fa ad andarsene da qui? Per secoli questi Colli sono stati la meta prediletta per la “villeggiatura” delle famiglie patrizie romane prima, dai Papi in seguito, grazie alla posizione, al clima e alla natura rigogliosa, fino al Grand Tour, di cui questi luoghi sono stati una tappa obbligata per i giovani artisti di tutta Europa.
Oggi c’è la necessità di valorizzare al meglio tutto questo potenziale e ho scelto di restare per poter dare un mio contributo

“Le mie ballate, ma anche le opere per il quartetto, nascono dal desiderio di raccontare storie, di raccontare quello che mi succede e quello che vedo intorno a me. Un po’ alla maniera dei cantastorie. Ho sempre amato raccontare delle storie!”
Questa è una delle frasi di Giovanna Marini, recentemente scomparsa e che scelse, nel corso della sua vita, di vivere a Monte Porzio Catone.
Sempre sul tuo profilo ho letto la tua commozione ed il tuo grazie alla sua immensa opera: che insegnamento possiamo tramandare di questa donna straordinaria e quanto questo è stato fondante della tua carriera politica?

Giovanna Marini è stata una vera pioniera nel suo campo: ha girato l’Italia negli anni ’70 con il suo registratore, determinata a scoprire e raccontare una cultura popolare fino ad allora considerata di “basso” livello, attraverso la musica ed i canti. «Cercavo i suoni» diceva «ho trovato le persone».
La sua grande umanità dovrebbe essere di ispirazione per ogni politico e amministratore: partire dal basso ed ascoltare le persone!

Sabato 11 maggio dal palco della presentazione della lista hai fatto una affermazione che mi ha colpito: “bisogna mantenere integro il nostro territorio che è eredità dei nostri antenati”.
A conti fatti sembrerebbe impossibile perché uno sviluppo urbanistico impatta sempre con l’ambiente circostante.
Ma è possibile coniugare sviluppo con la preservazione del territorio e se si, come?

Posto che la preservazione del paesaggio deve essere considerata come una costante irrinunciabile, la grande sfida è proprio questa: pianificare per trovare un equilibrio tra la tutela e le REALI esigenze di sviluppo del territorio, assumendo come parametro fondamentale le effettive necessità di sviluppo edilizio e non gli interessi privati dei proprietari dei terreni.
Il Pubblico si dovrebbe preoccupare di soddisfare la domanda di edilizia a basso costo, qualora esistente, per le classi meno abbienti, le giovani coppie, e di dotare la città di tutti gli standards ed i servizi necessari al benessere sociale della cittadinanza.

Nell’ultimo quinquennio insieme a Carla Carletti, che oggi è la candidata sindaca della tua lista, siete state opposizione alla amministrazione uscente di Monte Porzio Catone.
Che esperienza hai maturato in questo periodo?

All’opposizione ci si fa le ossa, si fa più fatica perché è necessario seguire tutta l’attività amministrativa cercando di rappresentare al meglio le istanze dei cittadini che si è chiamati a rappresentare.
Non è sempre facile, ma si impara molto ed è fondamentale come esperienza se si vuole amministrare.
Cosa, secondo te, cosa poteva essere fatto meglio durante questa ultima amministrazione?
Molto. Considerando l’enormità di fondi pubblici piovuti sui Comuni dalla pandemia in poi.
Credo che siano state trascurate tante priorità per realizzare delle opere inutili e in alcuni casi dannose: mi riferisco ai marciapiedi ridotti e agli alberi tagliati per fare posto ad una manciata ti posti auto; ai lavori in zona Pratoni che vedono raddoppiare una strada da una a due corsie, in un bosco di castagni e querce: ma a che serviva?
Nessuna sensibilità sui temi del paesaggio e del verde urbano, zero manifestazioni culturali degne di nota, molti problemi non risolti sulla raccolta differenziata e sull’assenza del segnale telefonico, etc..
È mancata anche la programmazione, che ha comportato anche lo spreco di danari pubblici: penso al piazzale don Milani, rifatto con fondi regionali e smantellato poco dopo in gran parte per fare posto all’asilo nido finanziato dal PNRR (per fare un esempio!). Sull’urbanistica poi, sono arrivati segnali preoccupati: tentativi di portare avanti alcuni piani integrati di privati che andrebbero ad impattare nelle zone del Frascati doc, Pilozzo e limitrofe, tutelate da PRG e PTPR; altri goffi tentativi di cambi dei destinazione d’uso a residenziale camuffati da rigenerazione urbana.
Questo è un argomento cruciale, soprattutto se dovessero tornare ad amministrare, avranno tutto il tempo per stravolgere irreversibilmente l’assetto del territorio.

Alla fine di dicembre dello scorso anno intervistando Carla Carletti feci questa domanda:
Sembra che la politica ormai stia iniziando a declinarsi al femminile (e personalmente dico “meno male”).
Secondo Lei è giunto il momento storico perché Monte Porzio Catone possa avere finalmente un “sindaco donna”? E magari, senza indugi, Lei ci ha “fatto un pensierino”?

Oggi Carla è la prima donna candidata sindaca di Monte Porzio Catone. Che valore aggiunto può portare una donna alla politica ed, in particolare, una donna come Carla?
Sarebbe ora che nel nostro Comune venga sfondato il famoso “tetto di cristallo” e spero che Carla, senza indugio, veda premiato il suo coraggio di metterci la faccia!
Oltre alla candidata Sindaca e la sottoscritta, la squadra è composta da tante donne: Adriana, Alice, Eva e Martina, tutte candidate validissime; gli elettori avranno l’imbarazzo della scelta.
Chiunque conosce Carla può garantire sulla sua solidità morale, la capacità di entrare in empatia con la gente ed il suo autentico altruismo. Fin da ragazzina ha mangiato “pane e politica” ed è stata capace di costruire una squadra competitiva, con il giusto mix di esperienza e innovazione nelle sue componenti. Per la sua formazione ed il lavoro che svolge, secondo me, potrà dare un grande valore aggiunto nell’ambito del sociale, della scuola e dell’inclusione.
Hai notato che ai nostri comizi c’era l’animazione per i bambini? Può sembrare banale, ma questo piccolo accorgimento ha permesso a molte famiglie di partecipare serenamente ad una manifestazione pubblica. Un approccio sensibile che può fare la differenza se applicato ai grandi temi.

Il mio format prevede che alla fine dell’intervista ci sia la solita domanda dei desideri, neanche te puoi esimerti dal farlo:
che sogno vorresti realizzare per te o per la tua famiglia e che sogno vorresti far realizzare per la tua Monte Porzio Catone?

In generale vorrei tanto che Monte Porzio torni a brillare nel panorama culturale dei Castelli Romani e nell’ immediato, mi auguro di vincere le elezioni, per guidare questo rilancio del Paese con Carla e la nostra squadra!

Quella fucina di sapere che è stato il mio Liceo, il Marco Tullio Cicerone di Frascati, ha “sfornato” un’altra “eccellenza” e posso dire di esserne personalmente felice. Segno tangibile che il nostro territorio, tante volte bistrattato da noi stessi continua a creare personaggi davvero importanti.
Un grazie a Francesca ed un grosso in bocca al lupo.

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Castelli Romani

Frascati, al via la settimana Calasanziana al santuario della Regina delle scuole pie

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Un cartellone ricco di eventi religiosi e culturali

Si parte il 18 maggio alle 19,00 con la rappresentazione sacra La Leggenda di Ognuno messa in scena dal gruppo teatrale amatoriale Amici delle Scuole Pie. A seguire il Triduo di preparazione alla Festa avrà inizio martedì 20 maggio, alle ore 17,00, con la recita del Santo Rosario al quale seguirà la Santa Messa presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie in piazza delle Scuole Pie a Frascati.
Mercoledì 22 maggio dopo la Santa Messa ci sarà l’ inaugurazione del Portale artistico opera dello scultore tuscolano Roberto Scardella, già autore della Statua bronzea collocata sul campanile del Santuario.

La statua bronzea di Roberto Scardella posta sul campanile del Santuario

Un’ opera in ferro a maglia poligonale con inserti di terracotta realizzata dalla ditta Fiorella Caroni Ceramiche su matrice originale dello scultore che sarà collocato all’ingresso.
L’ importante è significativo evento artistico sarà accompagnato da un incontro moderato dal noto giornalista Rai Luciano Ghelfi cui prenderanno parte Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Padre Sergio Sereni Preposto provinciale d’ Italia dell’ Ordine dei Padri Scolopi e l’architetto Maria Grazia D’Amelio, docente dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Giovedì 23 maggio alle 17,30 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, vescovo di Frascati. Al termine la tradizionale processione con il quadro La Regina delle Scuole Pie, miracolosa immagine donata da San Giuseppe Calasanzio alla Casa di Frascati nel 1617
Le celebrazioni calasanziane si concluderanno domenica 28 maggio con il concerto del coro gospel One voice previsto alle ore 19,00 nella piazza e diretto dal maestro Simone Negri.

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