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di Emanuel Galea
Anguillara (RM) – Ad Anguillara come a Carini (PA) e come a Sassari, è arrivato il "Khamsin", come quello che soffia nel deserto, capace di inghiottire eserciti interi, raffiche furiose della crisi che incombe, che trascina, che tramortisce, e infine l’abbraccio letale che insensibile inizia a mordere. Lento lento, terra terra, poi scorrendo, furioso ed impietoso s’introduce nella vita quotidiana della povera gente per fare scattare la stretta, gli stenti di una vita piena di incertezze, che s’arranca stordita e sbigottita ed a chi osserva fa gonfiare il cuore.
Un capannello di nuovi disoccupati, radunati a largo dello Zodiaco ad Anguillara, cittadina lacustre della provincia romana, tutti con lo sguardo puntato sul supermercato Sisa, là, dove fino a qualche mese prima prestavano servizio e ora non più. Sono stati licenziati, messi alla porta. Discutono, gesticolano, cercano di capire, di rendersi conto. La giustificazione? E’ sempre la stessa , quella comunicata ai dipendenti di Sassari e di Carini (PA): “ Il fatturato sta registrando una flessione di oltre il 14% nel 2013 e le prospettive per il 2014 non promettono una ripresa a breve”. Sono vittime della crisi? Nuovamente ci troviamo davanti alle famose due facce della stessa medaglia. Da un lato ci sono i diritti sacrosanti dell’imprenditore di conseguire un giusto utile mentre l’altra lato della medaglia mostra le esigenze di chi, per anni, ha concorso a conseguire risultati per far progredire un’attività altrui e che non deve essere scaricato come un peso morto, o peggio ancora “tagliato come un ramo secco”.
Le voci di spesa di ogni attività, e di questa specie in particolare, sono molteplici, e non si è detto che per sanare una situazione debitoria bisogna necessariamente aggredire sempre e comunque il comparto “forza lavoro”. Non è intento di questo articolo trattare i tecnicismi della faccenda. Gli operai licenziati ci hanno messo in contatto con il segretario Filcams Cgil, Marco Freuli che si occupa del caso. Lo abbiamo contattato e ci ha fornito una chiarissima sintesi della vertenza in atto. Fra l’altro ci informa che il prossimo martedì 15 aprile 2014 davanti all’Ispettorato si avrà l’udienza dell’istanza di fallimento. Quella sarà la sede propria per approfondire i lati tecnici della vicenda.
Il segretario Freuli, tra l’altro, ci spiega i punti anomali di questi licenziamenti:
– Un mese prima dei licenziamenti la società aveva aperto la procedura per la “cassa integrazione” e mentre è in atto la “cassa integrazione” vige il divieto di licenziamento;
– Sono state licenziate delle persone, oltre quelle in sciopero e “ in cassa integrazione” anche qualcuno che in quel periodo si trovava in malattia, ed anche in questo caso, vige il divieto di licenziamento;
– il licenziamento è stato datato gennaio 2013 cioè con un anno di anticipo! Sarà stato un refuso? Sarà considerato un vizio di forma? Lo deciderà l’Ispettorato;
Per concludere, rileva il segretario, essendo i dipendenti dell'azienda, in numero superiore ai 15, l’azienda avrebbe dovuto comunque procedere secondo la tanto vituperata procedura Fornero e cioè presso l'ispettorato del lavoro, cosa che non è stata fatta.
Questi dipendenti, ci spiega ancora il segretario della Cgil, sono stati passati da una società all’altra senza corrispondergli l’indennità di fine rapporto. Il segretario Freuli ci ha parlato della Carrefour e poi Zodiaco e poi Cassia 12 e poi di nuovo Zodiaco e ora La Campigiana e non solo.
Come sindacato la Filcams Cgil, dopo innumerevoli richieste e convocazioni hanno effettuato un decreto ingiuntivo al che è seguita l’istanza di fallimento.
In altre città, come Sassari, la direzione dell’azienda Sisa, per provare a salvare l’azienda senza lasciare a casa nessuno ha proposto, e i dipendenti hanno accettato, otto ore di lavoro in più la settimana senza alcuna maggiorazione nella busta paga. Secondo i sindacati quest’accordo viola il comma 2/bis della legge 148/2011. Nessuna norma di lavoro a partire dalla Costituzione autorizza il lavoro non retribuito!
Tutta Anguillara guarda con solidarietà il procedersi di questa spiacevole vicenda e augura agli amici licenziati di poter presto risolvere i loro problemi. E’ molto incoraggiante sapere che le Istituzioni locali si sono messe a disposizione, dalla parte dei lavoratori, collaborando, cercando soluzioni per una definizione equa della vertenza.
Unico intento di quest’articolo è far sentire a questi 14 amici e ai loro famigliari il calore dell’amicizia e una piena solidarietà. Ora che si sa che dalla loro parte ci sono anche le Istituzioni locali, si può dire che hanno una speranza in più.