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COLLEFERRO E LA VALLE DEL SACCO: UNA DELLE AREE ITALIANE PIÙ GRAVATE DALL’INQUINAMENTO INDUSTRIALE

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L’inquinamento ha portato alla contaminazione dell’intera catena alimentare e all’esposizione cronica delle persone residenti in prossimità del fiume che presentano nel sangue quantità elevate di questo pesticida noto per gli effetti negativi su rene, cervello, sistema riproduttivo e metabolico.

 

Redazione
Colleferro (RM)
– Organizzato dal  Comitato Alternativa Sostenibile, si è svolto sabato 28 marzo 2015 a Colleferro (Roma) il convegno: “Per una gestione sostenibile dei rifiuti: evitare l’inquinamento, tutelare la salute”.

L’incontro, che ha visto una presenza numerosa ed attenta di cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, è stato aperto dall’intervento della dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’Ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment).
La  dottoressa Litta ha iniziato la sua esposizione prendendo spunto dalle riflessioni dello scrittore Italo Calvino che, nel libro “Le città invisibili” edito nel 1973, già prefigurava, descrivendo la città di Leonia,  i problemi che sarebbero stati generati dalla costante crescita del quantitativo dei rifiuti,frutto e segno di una strategia economica, sociale e culturale imperniata sulla produzione energetica da combustibili fossili, sull’ ”usa e getta” di cose, materie e persone e sulla devastazione ambientale.

La città di Colleferro nasce nel 1912, scelta per la sua collocazione geografica (in prossimità del fiume Sacco e a ridosso della via consolare Casilina e della tratta ferroviaria Roma-Napoli), come polo industriale dedicato principalmente alla produzione di armi e poi successivamente e parallelamente anche alla produzione di prodotti chimici e cemento.

Nel corso degli ultimi decenni diversi  impianti per lo smaltimento di rifiuti sono stati collocati nell’area cittadina di Colleferro e questo ha contribuito ad aumentare la presenza di inquinanti nell’ambiente e i loro effetti  negativi sulla salute della popolazione come purtroppo dimostrato da numerosi studi scientifici.
La città di Colleferro è stata inoltre collocata tra i 51 siti inquinati di interesse nazionale e inserita nello studio epidemiologico nazionale di sorveglianza sanitaria Sentieri a causa dell’inquinamento del fiume Sacco provocato dal rilascio di un pesticida il Beta-esaclorocicloesano, fuoriuscito da fusti interrati illegalmente e per anni, proprio in prossimità di questo fiume.

L’inquinamento ha portato alla contaminazione dell’intera catena alimentare e all’esposizione cronica delle persone residenti in prossimità del fiume che presentano nel sangue quantità elevate di questo pesticida noto per gli effetti negativi su rene, cervello, sistema riproduttivo e metabolico.
La dottoressa Litta, proprio in considerazione del gran numero di fonti d’inquinamento già presenti, e della grave situazione sanitaria sofferta dalle popolazioni dei comuni della Valle del Sacco, ha chiesto interventi rapidi e mirati di bonifica ambientale che prevedano anche il blocco della realizzazione di nuovi impianti ad alto impatto ambientale e tra questi i nuovi impianti proposti per il trattamento di rifiuti a Colleferro.
Solo una rigorosa e corretta gestione dei rifiuti, realizzata attraverso la raccolta differenziata e “porta a porta”,  insieme ad  una reale politica del riuso, del risparmio, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, e soprattutto dei materiali da imballaggio, ha proseguito la referente dell’Isde, può essere la soluzione giusta per garantire la salute di persone ed ambiente.

Nella sua relazione la dottoressa Litta ha messo poi in risalto il fatto che spesso è proprio dalle mancate e parziali attuazioni delle leggi in materia di ambiente e salute, e soprattutto degli tabella della Costituzione, da parte delle istituzioni e degli enti preposti che si è generata la grave situazione sanitaria sofferta dalla popolazione di Colleferro e di tante altre aree della regione Lazio, in termini di malattie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche (si veda  a questo proposito il Piano di previsione Regionale 2010-2012).
Nelle conclusioni del convegno quindi  è stata espressa la necessità di attuare come prima e vera forma di prevenzione a tutela della salute delle persone e in particolare della salute dei bambini interventi appropriati e tesi a ridurre l’esposizione a tutte quelle sostanze inquinanti che contaminano e alterano gravemente e irreversibilmente aria, acqua, suolo e cibo e nella riduzione delle spese militari una tra le possibili fonti di finanziamento per gli interventi e le opere di bonifica ambientale.

Infine è stato rivolto un’ appello perché si attuino su larga scala progetti di prevenzione che prevedano l’esecuzione di visite ed esami mirati, totalmente gratuiti e in strutture pubbliche in modo da “risarcire” almeno in parte a livello sanitario il danno subito dalle popolazioni esposte da decenni a sostanze tossiche e cancerogene.
 

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Metropoli

Colleferro, furto al supermercato: arrestato un 27enne

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COLLEFERRO – I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato un 27enne georgiano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di furto aggravato nei pressi di un noto supermercato di Colleferro.

Nello specifico, ieri pomeriggio, i militari nel corso di mirati servizi di prevenzione nei pressi delle attività commerciali, hanno ricevuto una segnalazione da parte degli addetti alla sicurezza interna di un centro commerciale. I militari sono intervenuti rapidamente all’interno del supermercato dove hanno bloccato il 27enne. Il giovane aveva effettuato il pagamento di alcuni prodotti, del valore di pochi euro, oltrepassando poi le barriere antitaccheggio con lo zaino pieno di prodotti per l’estetica e repellenti anti-zanzare del valore complessivo di circa 450 euro. I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui l’uomo si è impossessato della refurtiva, interamente restituita all’avente diritto.

Nella mattinata, il Tribunale di Velletri ha convalidato l’arresto e condannato il 27enne a quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) e 200 euro di ammenda, previo patteggiamento.

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Cronaca

Ardea, beccati in flagrante mentre tentano una rapina in casa

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ARDEA (RM) – I Carabinieri della Tenenza di Ardea hanno arrestato in flagranza due uomini italiani, un 46enne e un 47enne, già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati per il reato di tentata rapina ai danni di un commerciante, 58enne.
La scorsa notte, una ragazza si è presentata presso gli uffici della Tenenza dei Carabinieri di Ardea, chiedendo aiuto e denunciando un furto in atto presso la propria abitazione di Ardea, via Modena.
Ragion per cui, due Carabinieri, liberi dal servizio e in borghese, acquisita la segnalazione, si sono recati immediatamente presso l’abitazione della donna dove hanno trovato un uomo in fase di colluttazione con il padre della ragazza. Immediatamente bloccato, i Carabinieri, su indicazioni della vittima, hanno appurato della presenza di un secondo complice e si sono messi alla ricerca dell’uomo che, prima dell’arrivo dei militari si era dileguato nei campi limitrofi, ma è stato immediatamente rintracciato e bloccato a circa 50 metri di distanza, nascosto tra gli arbusti.
La vittima, soccorsa, è stata trasportata presso l’Ospedale Sant’Anna di Pomezia, per le escoriazioni riportate durante la colluttazione ricevendo cinque giorni di prognosi.
I Carabinieri, ricostruendo la dinamica dei fatti, hanno appurato che, i due indagati si erano introdotti all’interno della cantina, con l’intento di asportare generi alimentari (olio e vino).
Per questo motivo, i due indagati, sono stati arrestati e condotti in caserma e sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo. Al termine dello stesso, il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi e disposto per loro la misura cautelare degli arresti domiciliari.



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Cronaca

Marcellina, perseguita moglie e figlia dagli arresti domiciliari: portato in carcere

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I Carabinieri della Stazione di Marcellina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con custodia in carcere a carico di un uomo italiano di 55 anni.
L’esecuzione del provvedimento da parte dei Carabinieri rappresenta l’epilogo di attività investigative mirate a far emergere i molteplici e duraturi comportamenti violenti denunciati dalla ex moglie dell’uomo, costretta a subire le vessazioni del compagno per lunghi periodi, oltre che frequenti violenze fisiche e psicologiche, fino a quando decideva di porre fine alla relazione.
A gennaio dello scorso anno, l’uomo usava violenza anche nei confronti della figlia, all’epoca 17enne, colpevole di essere andata a mangiare una pizza con sua madre, causandole lesioni al volto. Quest’evento ha convinto la donna a denunciare tutto, compresi i maltrattamenti subiti in passato, oltre l’ultimo gravissimo evento a danno della figlia. All’uomo veniva applicato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, e divieto dio comunicazione con la parte offesa.
L’uomo, non rispettando il divieto imposto, inviava messaggi minacciosi tramite social network alla ex moglie ed alla propria figlia, cercando di influenzare le loro deposizioni nel processo che si stava svolgendo a suo carico, arrivando a minacciarle anche in aula di tribunale.
In considerazione dei gravissimi fatti accaduti, dell’inosservanza della misura cautelare imposta al 55enne e della necessità di salvaguardare l’incolumità delle donne vittime di violenza, la Procura della Repubblica richiedeva ed otteneva dal Tribunale di Tivoli l’emissione di un aggravamento della misura cautelare in atto con quella della custodia cautelare in carcere, che veniva eseguita lo scorso 9 maggio dai Carabinieri di Marcellina, che traevano in arresto il soggetto e lo conducevano presso la casa Circondariale di Rebibbia.



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