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Roma, i Solisti Aquilani aprono con Sibelius

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Tempo di lettura 7 minuti Giovedì 16 febbraio al Teatro Argentina (ore 21) presentano, come loro tradizione, un programma aperto ai repertori più diversi

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di Gianfranco Nitti

ROMA – Ritorna alla Filarmonica Romana, in una veste rinnovata, uno degli ensemble italiani più celebri della seconda metà del Novecento, prossima a festeggiare nel 2018 i primi cinquant’anni di un notevole percorso artistico. Si tratta de I Solisti Aquilani, formazione nata nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonelli, che giovedì 16 febbraio al Teatro Argentina (ore 21) presentano, come loro tradizione, un programma aperto ai repertori più diversi, passando, in questo caso, dalla Serenata op. 48 per archi di Čajkovskij, fino alla prima esecuzione assoluta di La follia per viola d’amore e orchestra d’archi composta da Mauro Cardi, avvalendosi di tre validi solisti come il violista Luca Sanzò, il pianista Alessandro De Luca e Andrea Di Mario alla tromba.


Dalla musica barocca alla contemporanea, con particolare riguardo ai compositori italiani, senza trascurare interessanti incursioni nel teatro d’opera, I Solisti Aquilani hanno suonato in oltre mezzo secolo di attività nelle sale più famose al mondo, protagonisti di numerose tournée dall’Europa all’Estremo Oriente, a fianco di artisti di primo livello (passando da Renato Bruson fino a Dee Dee Bridgewater) con originali progetti che hanno coinvolto recentemente il giornalista e storico Paolo Mieli e il matematico Piergiorgio Odifreddi.
Per il loro ritorno alla Filarmonica, I Solisti hanno scelto un programma che si aprirà con l’Andante festivo di Jean Sibelius, pagina di grande intensità espressiva, dall’atmosfera di profonda spiritualità, alla scrittura venata di umorismo e invenzioni motiviche esilaranti del Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e archi op. 35 di Šostakovič, fino alla Serenata in do maggiore per orchestra d’archi op. 48 di Čajkovskij, con il suo celebre Valse del terzo movimento, composizione che riflette la sconfinata venerazione dell’autore per lo stile del tardo XVIII secolo, con rimandi mozartiani e dal carattere sereno e disimpegnato. Ad impreziosire la serata la prima assoluta di “La Follia” per viola (con viola d’amore) e orchestra archi di Mauro Cardi, compositore presente nei principali festival e rassegne in Italia e all’estero, dedito in particolare all’informatica musicale e a lavori elettroacustici. E’ lui stesso a introdurci al suo nuovo pezzo: “La Follia è uno di quei temi la cui origine si perde nella notte dei tempi, spingendoci a ritroso, in Portogallo, almeno fino al XV secolo, per arrivare fino ai nostri giorni, dopo aver attraversato tutta la storia della musica, con centinaia di versioni e variazioni sul tema. Nel mio lavoro il riferimento è soprattutto alle versioni della Follia date da Marin Marais nelle Variazioni “Les Folies d’Espagne” e da Georg Friedrich Händel nella Sarabanda dalla Suite in re minore. Sul tema della Follia si reggono alcune campate che sostengono il pezzo, strutture di otto misure, o multipli, in cui spesso il frammento diviene un materiale che si dispone anche verticalmente, arrestando il flusso melodico-armonico, raggelandolo in cluster, diatonici, o creando scie sonore che prolungano la memoria tematica e che conducono lentamente l’ascolto altrove, pur evocando un’illusoria caleidoscopica staticità. Dalla Follia diventa poco alla volta impossibile liberarsi, questa è l’esperienza che ne ho fatto. C’è infatti una forma ossessiva nel tema che attraversa tutto il pezzo, una follia lucida, straniante, ipnotica nel suo ruotare sempre intorno a se stessa. Nomen omen. La viola d’amore è accordata in maniera tradizionale (la re la re fa la re), mentre le sette corde di simpatia contengono anche due note eccentriche, mi bemolle e si bemolle”.


L’apertura con un lavoro del grande compositore finlandese Sibelius si può considerare anche un omaggio alle celebrazioni previste anche in Italia per il centenario dell’indipendenza del paese nordico: Il 25° anniversario della fondazione di impianto metallurgico a Säynätsalo, Finlandia, offrì a Jean Sibelius lo spunto per la composizione di un breve lavoro che, inizialmente concepito per quartetto d’archi, fu pubblicato nel 1924 ed ebbe in seguito l’onore di rappresentare la Finlandia all’Esposizione Universale di New York nel 1939 e di inaugurare più tardi l’annuale Festival Sibelius a Helsinki. La sua registrazione rappresenta l'unico documento sonoro giunto a noi del Sibelius direttore ed è frutto di una sola prova. Il brano è costituito sull’alternanza di due temi contrastanti. Il primo, costituito da accordi omoritmici, fornisce al lavoro l’impronta di inno religioso, cui si contrappone il secondo tema, cantabile e lirico che stempera ogni magniloquenza e sfiora un’atmosfera intimistica. Quest’ultima in verità ci rivela un Sibelius che, pur in questi lavori celebrativi, non dimentica la sfera privata e soggettiva, dimostrando la sua concezione antiretorica del carattere festivo indicato nel titolo.
La Filarmionica Romana porta al Teatro Argentina la grande tradizione musicale europea, con l’idea di rinnovare il profondo legame che da sempre accomuna la musica e il teatro. Il concerto si inserisce nell’ambito della rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili.

Info: www.filarmonicaromana.org

TEATRO ARGENTINA
giovedì 16 febbraio ore 21

I SOLISTI AQUILANI

Luca Sanzò viola e viola d’amore
Alessandro De Luca pianoforte
Andrea Di Mario tromba
I Solisti Aquilani

Jean Sibelius (1865-1957)
Andante festivo

Mauro Cardi (1955)
La Follia
per viola (con viola d’amore) e orchestra archi (2017)*
* prima esecuzione assoluta

Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Concerto n. 1 in do minore per pianoforte, tromba e archi op. 35

Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Serenata in do maggiore per orchestra d’archi op. 48
……………………………………………….

Luca Sanzò
Allievo di Bruno Giuranna, ha suonato nelle maggiori sale del mondo, come solista e con i migliori musicisti. Collabora stabilmente con importanti gruppi specializzati nella musica del Novecento come il Parco della Musica Contemporanea Ensemble e il gruppo FREON. È membro fondatore del Quartetto Michelangelo, con il quale effettua concerti in Europa e America. Ha collaborato, inoltre, in qualità di prima viola solista, con svariate orchestre liriche, sinfoniche e da camera, fra cui quella del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro Lirico di Cagliari e Concerto Italiano, gruppo con il quale ha approfondito la conoscenza per una esecuzione filologicamente consapevole della musica barocca, attraverso l’utilizzo di strumenti originali.
È molto attento alla produzione e alla diffusione della nuova musica, della quale è un apprezzato esecutore; molti compositori italiani lo hanno eletto dedicatario e interprete di riferimento dei propri lavori. Ha inciso, fra l’altro, Violasola di Goffredo Petrassi.
Nel 2004 ha debuttato alla Staatsoper di Stuttgart per il Forum Neues Musiktheater, in qualità di viola solista, per l’opera Last Desire di Lucia Ronchetti. Ha al suo attivo la partecipazione a importanti festival di musica elettroacustica come quello di Bourges (2006), Emufest di Roma (2008 e 2010), Musicacoustica di Pechino (2009), Monaco Electroacustique (2011).
Ha inciso per Nuova Era, Bottega Discantica, BMG Ricordi, Opus 111, Tactus, EDI-PAN, Stradivarius, Naïve, Chandos e Naxos. Per Ricordi ha pubblicato una revisione dei 41 Capricci di Campagnoli per viola sola.
È docente di viola presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Suona una viola Igino Sderci del 1956 e la viola Pietro Gaggini 1977 appartenuta a Luciano Vicari.

Alessandro De Luca
Allievo di Lydia Assenza, Rodolfo Caporali e Alexis Weissenberg, è uno dei più rappresentativi pianisti italiani della sua generazione, ospite delle più prestigiose istituzioni musicali in Italia (Teatro La Fenice di Venezia, Teatro San Carlo di Napoli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Piccola Scala di Milano, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Accademia Filarmonica Romana, Sagra Musicale Umbra) e all’estero, dove ha effettuato tournée nelle principali città europee. Come solista ha suonato con orchestre quali la Pittsburgh Symphony, la Bayerischer Rundfunk, la Filarmonica di Kiev, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra della RAI di Roma, etc., sotto la guida di Maazel, Prêtre, Frühbeck de Burgos, Gavazzeni, Maag, Mannino, Hager, Roberto Abbado. Nel corso di una recente tournée in Spagna con l’Orchestra Nazionale della Russia, ha suonato il Secondo concerto di Rachmaninov per il re Juan Carlos e la regina Sofia, conseguendo un grande successo. È stato più volte ospite del Progetto Martha Argerich, nell’ambito del quale ha tenuto un recital al Lugano Festival nel 2011. Invitato a tenere concerti radiofonici e televisivi, ha suonato fra l’altro per la RAI, la Bayerischer Rundfunk, la Radio Nazionale di Spagna, la radio e tv di Lituania, etc. Ha inciso per Fonit-Cetra, EDI-PAN, Excelsior, Polyart.
È titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. È direttore artistico, insieme a Pietro Bria, della stagione “I Concerti del Mercoledì” all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma, ed è promotore di “Giovani artisti per l’Ospedale” che dal 2000 organizza concerti degli allievi dei Conservatori per i pazienti del Policlinico Gemelli, iniziativa che ha ricevuto il prestigioso “Premio Abbiati”.

Andrea Di Mario
Nato a Roma nel 1966, ha studiato la tromba con suo padre, prima di compiere gli studi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove si è diplomato nel 1986 con Gastone Franchi. Si è poi perfezionato ai corsi liberi di specializzazione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con Mark Bennett e Anthony Plog. Ha vinto concorsi e audizioni nazionali. Ha collaborato con le maggiori orchestre italiane, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, la RAI, diretto da maestri di fama mondiale. Ha svolto intensa attività con ensemble di ottoni, tra cui il GIDO (Gruppo Italiano di Ottoni), di cui è stato socio fondatore, il Quintetto Ottoni di Roma, con cui ha tenuto concerti anche al Carnegie Hall di New York; attualmente è ospite del Roma Brass Quintet e collabora con il Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Ha collaborato con Morricone, Bacalov, Mazzocchetti, Ortolani, Lucantoni, Siliotto, Piersanti, Buonvino e Piovani. Con il gruppo strumentale Musica d’oggi e l’Ensemble in Canto, ha eseguito numerose prime esecuzioni di Arcangeli, Barattello, Betta, D’Amico, Manzoni, Panni, Sinopoli, Vlad, Rendine, Bosco, Esposito, Moretti e altri. Suona in duo con Gabriele Catalucci (tastiere storiche), con cui ha fondato l’ensemble Girolamo Fantini (già Les Trompettes des Plaisirs).
È titolare dal 1990 della cattedra di Tromba moderna e barocca presso l’Istituto superiore di Studi Musicali “G. Briccialdi” di Terni.

I Solisti Aquilani
Si costituiscono nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonellini. Hanno un repertorio che abbraccia le più diverse epoche musicali, da quella pre-barocca alla musica contemporanea, con particolare riguardo ai compositori italiani, senza trascurare interessanti incursioni nel teatro d’opera. Per il livello delle esecuzioni, l’alto numero dei concerti effettuati, l’ampio repertorio, la vasta dislocazione dei centri raggiunti e l’unanime consenso di pubblico e di critica, I Solisti Aquilani hanno conquistato una precisa posizione nel quadro delle più prestigiose formazioni cameristiche internazionali.
Protagonisti di numerose tournée in Italia e all’estero, sono ospiti delle più prestigiose istituzioni musicali e sale da concerto di tutta Europa, Centro e Sud America, Stati Uniti, Canada, Egitto, Giappone, Kazakhstan, Libano, Tunisia e Turchia. Importanti le collaborazioni con i grandi musicisti, fra cui Paul Badura Skoda, Franco Mannino, Renato Bruson, Michele Campanella, Cecilia Gasdia, Severino Gazzelloni, David Geringas, Flavio Emilio Scogna, Stefan Milenkovic, Uto Ughi, etc. Negli ultimi tre anni hanno suonato, fra gli altri, con Roberto Prosseda, Gabriele Pieranunzi, Ramin Bahrami, Dee Dee Bridgewater, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Bruno Canino, Salvatore Accardo, Luis Bacalov, Giovanni Sollima, Evelyn Glennie, Nuova Compagnia di Canto Popolare e realizzato importanti progetti con Peter Eötvös, Lars Thoresen, Carla Fracci, Paolo Mieli, Piergiorgio Odifreddi, Walter Veltroni. Nel 2015 sono stati diretti dal compositore e direttore d’orchestra polacco Krzysztof Penderecki; nello stesso anno hanno collaborato come orchestra in residence dell’Emilia Romagna Festival e hanno eseguito l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach al Ravello Festival. Nell’aprile 2016 hanno tenuto un concerto, in diretta su Radio3 RAI nella Cappella Paolina del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica. Il 20 ottobre scorso hanno suonato alla Kammermusiksaal Philharmonie di Berlino. Numerose infine le incisioni discografiche e le registrazioni per radio e tv in Italia, America, Germania, Giappone, Spagna e Svizzera.
Dal 2013 la direzione artistica è affidata a Maurizio Cocciolito. Daniele Orlando è il violino di spalla.
 

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Roma, conto alla rovescia per la 4 edizione dell’Hip Hop Cinefest: un fine settimana all’insegna di cinema, musica e cultura

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio alla Casa della Cultura di Torpignattara (Via Casilina, 665 – Roma) – Ingresso Libero
 
L’unico evento italiano e uno dei cinque al mondo dedicato alle storie scritte, prodotte e dirette da amanti della cultura Hip Hop, passando per tutti i generi cinematografici compresi quelli sperimentali.
 
La forte vocazione internazionale dell’Hip Hop Cine Fest conferma l’evento come punto di incontro di culture e idee che arrivano da tutto il mondo. Come nelle passate edizioni, oltre alla proiezione delle opere cinematografiche selezionate, l’evento diventa un forum di discussione sui temi complessi della narrazione culturale attuale. La kermesse, nelle varie attività e azioni di cui si compone, è un laboratorio di creazione, condivisione, ispirazione e sperimentazione che si muove oltre le barriere geografiche, favorendo scambi artistici su scala globale. L’Hip Hop Cine Fest esplora le intersezioni tra cinema, musica e le sfide culturali del nostro tempo, celebrando la ricchezza della cultura Hip-Hop e il suo impatto trasformativo nella società.
 
Durante la due giorni, si terranno dibattiti e workshop, con una particolare attenzione ai processi educativi non formali dell’Hip-Hop come strumento pedagogico innovativo. Le categorie in gara includono documentari, fiction, video musicali, e opere sperimentali, sia lunghe che corte. Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 112 progetti provenienti da 26 paesi: 22 documentari lunghi, 19 documentari corti, 6 cortometraggi di finzione, 20 progetti sperimentali, 6 progetti web/seriali e 39 videoclip musicali.
 
Tra le opere in concorso i documentari: “Street Heroines” di Alexandra Henry dagli Stati Uniti, la celebrazione del lavoro di tre artiste latine attive nella scena dei graffiti tra NY, Città del Messico e San Paolo, e “Olossa” diretto da F.Randrianambinana, J.O.Tsibeny E M.A.Ramangason, un viaggio nella drill del Madagascar. Tra i progetti di finzione “The last Carreo” dal Perù di P.Malek, 24 ore nella vita di Lucho freestyler di Lima, un action tra contraddizioni e dura realtà. Tra i progetti sperimentali “The graffiti mistery” dalla Francia di C.Diaz, un progetto che esplora il lettering attraverso la settima arte; per i best of the web “Fazilona” di Z.Bandido, M.A.Verdiell, E.d.G.Koperuna, web serie dedicata alla scena delle fanzine di Barcellona. Tra i videoclip musicali “Survaival” del regista cubano A.V.D’Mente.
 
Per tutte la durata della manifestazione, sarà allestita una mostra d’arte curata dalla galleria Croma e una selezione espositiva dell’Italian Hip Hop Museum.
Tutti progetti selezionati saranno trasmessi in streaming gratuito sulla piattaforma filmocracy.com dal 29 aprile al 19 maggio.
 
 
Il programma
 
venerdì 10
ore 13.00 – 21.30
Proiezioni non stop delle opere in concorso
dalle ore 15
graffiti live painting a cura dell’artista peruviano suc
ore 15.00
workshop di Djing con DJ Mixturesse dall’Olanda
ore 16.30 – 17.30
Talk “Hip Hop e Narcostati”, tra gli ospiti il regista Federico Peixoto.
All’interno dei difficili contesti del Latinoamerica dove i narcotrafficanti dettano legge, l’Hip-Hop è capace di veicolare un messaggio di resistenza e fratellanza, il tutto raccontato direttamente da un artista della Costa Rica.
Ore 18.00 – 19.30
Panel “Hip Hop e resistenza: Tunisia, Palestina e Siria”, tra gli ospiti l’artista tunisino Elyes Fatnassi. Testimoni diretti provenienti da tre paesi attualmente infiammati da guerre, oppressioni e instabilità: Palestina, Siria e Tunisia si incontrano sulla scia di un insolito filo conduttore: L’Hip Hop e la sua capacità di diventare strumento di resistenza per cultura anche nei contesti più difficili, restituendo speranza
 
 
Sabato 11
Ore 10.00 – 22.00
Proiezioni non stop delle opere in concorso.
Ore 11.00 – 12.30
Panel “Breaking: dall’arte-educazione alle olimpiadi”, tra gli ospiti il tecnico federale e giudice Edoardo Bernardini.
Partendo dal potere arte-educativo del Breaking, nato tra i vicoli delle periferie, fino alla consacrazione olimpica della disciplina, che futuro si prevede per la “original street dance”? La sua formalizzazione in disciplina olimpionica sarà preponderante, o rimarrà più forte il richiamo della strada?
Dalle ore 13
Graffiti live Painting a cura dell’artista palestinese Hamza Abu Ayyash.
Ore 13.30 – 14.30
Workshop “Hip Hop Filmaking” con il regista olandese Stephan Velema.
Ore 15.00 – 16.30
Panel “Hip Hop – Femminismo – Empowerment”, tra gli ospiti Martha Diaz dell’Hip Hop Education Center di New York.
In questa sezione si cercherà di affrontare le delicate questioni che riguardano il ruolo troppo spesso marginalizzato della donna a livello globale, tanto nella società come anche nella cultura Hip-Hop. È in questo contesto che nascono movimenti come il femminismo hip-hop e l’afro-femminismo, che promuovono l’empowerment femminile e un cambio di paradigma radicale.
18.00-19.30
Tavola rotonda “Storia del cinema hip hop vol. 4”, tra gli ospiti il professore e ricercatore Giuseppe Gatti.
Quarto appuntamento con la riflessione sulla natura e lo stato del cinema Hip-Hop, quest’anno si andranno ad analizzare le prospettive future di questo genere ibrido e le sue possibilità evolutive, sia dal punto di vista produttivo, che soprattutto distributivo.
Ore 21
Cerimonia di premiazione dei vincitori del festival.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti

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Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.

Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.

Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?

(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.

Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione

Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.

Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?

(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.

A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?

Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.

Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?

Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.

Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?

(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.

Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?

Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.

Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere

Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.

Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?

Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.

Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …

Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.

L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.

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