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Latina

ABOLIZIONE PROVINCE, CUSANI CHIEDE INTERVENTO DELLA POLVERINI

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Redazione

E' stato approvato all’unanimità, oggi nel corso del Consiglio provinciale, l’ordine del giorno riguardante la Riforma delle Province nel quale si chiede alle Regioni, in questo caso alla presidente Renata Polverini, di impugnare il decreto che prevede l’abolizione delle Provincie, davanti alla Consulta. Il presidente Armando Cusani ha spiegato che il provvedimento incluso nel decreto Salva Italia, è marcatamente illegittimo e non rispettoso della nostra Costituzione e con l’abolizione delle Province non ci sarà alcuna riduzione di costi”.

A conclusione della votazione, all’unanimità l’assise ha approvato anche l’ordine del giorno a favore dei pescatori pontini.

 

IL TESTO

Il Consiglio provinciale,

Premesso

che la grave situazione economica e finanziaria impone che tutte le istituzioni si facciano

carico dell’equilibrio dei conti pubblici e, allo stesso tempo, di rilanciare la crescita del Paese;

che solo attraverso l’impegno e il concorso di tutte le istituzioni della Repubblica è possibile coniugare risanamento, equità e crescita in una prospettiva di coesione sociale e territoriale;

che l’Italia ha oggi bisogno di un profondo processo di riordino istituzionale con un percorso di riduzione degli sprechi nella spesa;

che il Parlamento il 28 dicembre 2011 ha approvato in via definitiva la legge di conversione del decreto legge 201/2011 che contiene, nell’art. 23, commi 14 – 22, disposizioni che prefigurano uno svuotamento dell’istituzione Provincia, fino alla scomparsa della stessa;

Considerato

Che il Governo ha definito e varato norme che impattano direttamente su istituzioni che sono previste come elementi costitutivi della Repubblica dalla Costituzione senza prevedere, anzi volutamente escludendo, qualunque forma di confronto e preventiva condivisione con i rappresentanti delle Province;

che l’articolo 23, commi 14 – 22, dal punto di vista del merito, è palesemente in contrasto con i principi e le disposizioni costituzionali che disciplinano i rapporti tra lo Stato e le autonomie territoriali ed, in particolare, gli tabella 5, 114, 117 (comma 2, lettera p) e comma 6), 118 e 119 della Costituzione ed è, altresì, incongruente con i principi generali e con la disciplina degli enti locali del nostro ordinamento;

che la norma, lungi dal consentire risparmi – come indicato espressamente dalle relazioni

tecniche della Camera e del Senato, che non hanno ritenuto di potere quantificare alcuna cifra dai risultati delle misure stesse – produce notevoli costi aggiuntivi per lo Stato e per la Pubblica amministrazione, ingenera caos nel sistema delle autonomie e conseguenze pesanti per lo sviluppo dei territori;

che la norma non tiene minimamente in conto dell’aumento della spesa pubblica, pari ad almeno il 25% in più, che si avrebbe dal passaggio del personale delle Province (56.000 unità) alle Regioni o dal trasferimento di competenze di area vasta ai Comuni;

che il decreto non considera l’impatto che il trasferimento delle funzione delle risorse oggi

gestite dalle Province (12 miliardi di euro secondo gli ultimi dati del Siope) avrà sui bilanci e sul l’organizzazione delle Regioni e dei Comuni già oggi gravati dalle difficili condizioni di sostenibilità del loro patto di stabilità;

che il decreto non considera la difficoltà a computare e trasferire il patrimonio e il demanio delle Province: 125.000 chilometri di strade, oltre 5.000 edifici scolastici, 550 centri per l’impiego, sedi, edifici storici, partecipazioni azionarie dotazioni strumentali, ecc.;

che la nonna impone una modifica della normativa tributaria, poiché le entrate tributarie,

patrimoniali e proprie delle Province dovranno passare in quota parte a Regioni e Comuni per garantire il finanziamento delle funzioni, proprio nel momento in cui si stanno verificando le condizioni per il passaggio dalla spesa storica ai fabbisogni standard nelle Province attraverso l’attuazione delle nonne sul federalismo fiscale;

che la nonna avrà effetti devastanti sulle economie locali, poiché produrrà il blocco totale degli investimenti programmati e in corso delle Province, perché i mutui contratti dalle Province, nei casi in cui questo fosse possibile, dovrebbero essere spostati alle Regioni o alle altre amministrazioni locali, e che ostacolerà i diversi progetti, anche pluriennali, finanziati dai fondi strutturali Ue o da sponsor o fondazioni bancarie in cui sono impegnate le Province, con il serio rischio di interrompere la gestione delle attività e dei connessi importantissimi flussi di spesa;

 

Approva il presente Ordine del giorno.

 

Le Province richiedono unitariamente alle Regioni di promuovere i ricorsi di fronte alla Corte Costituzionale, per fare dichiarare l’incostituzionalità delle disposizioni contenute nell’art. 23, commi 14 – 21, del decreto legge 20 l /20 Il che violano i principi costituzionali di autonomia e democrazia e sono in contrasto con la forma di stato prevista dal titolo V, parte II, della Costituzione.

 

Le Province richiedono unitariamente al Governo e al Parlamento di approvare una riforma organica delle istituzioni di governo di area vasta che sia basata sulle seguenti priorità:

1. Intervento immediato di razionalizzazione delle Province attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni: la razionalizzazione dovrà essere effettuata in ambito regionale, con la previsione di accorpamenti tra Province, mantenendo comunque saldo il principio democratico della rappresentanza dei tenitori, con organi di governo eletti dai cittadini e non nominati dai partiti.

2. Ridefinizione e razionalizzazione delle funzioni delle Province, in modo da lasciare in

capo alle Province esclusivamente le funzioni di area vasta.

3. Eliminazione di tutti gli” enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi) che

svolgono impropriamente funzioni che possono essere esercitate dalle istituzioni

democraticamente elette previste dalla Costituzione.

4. Istituzione delle Città metropolitane come enti per il governo integrato delle aree

metropolitane.

5. Riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato, legato al riordino delle Province.

6. Destinazione .dei risparmi conseguiti con il riordino degli enti di area vasta ad un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali.

Per conseguire questi obiettivi le Province individuano i seguenti strumenti:

 

l’approvazione urgente di un una nonna. nella legge di conversione del Decreto Legge 29 dicembre 2011, n. 216 “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative” . che superi l’ipotesi del commissariamento delle Province che dovrebbero andare al voto nella primavera del 2012 e che consenta di prorogare la scadenza degli organi democraticamente eletti fino all’approvazione di una riforma organica delle Province.

 

l’immediata approvazione della Carta delle Autonomie, inspiegabilmente bloccata al Senato, per definire “chi fa che cosa” ed eliminare i costi e le disfunzioni prodotti dalle duplicazioni delle funzioni e per razionalizzare l’intero sistema istituzionale locale, in attuazione dei principi previsti dal nuovo Titolo V, parte II, della Costituzione;

la rapida approvazione delle proposte. di riforma costituzionale attualmente depositate presso la Camera dei Deputati sul riordino delle Province e delle Città metropolitane, per assegnare alle Regioni un ruolo centrale nel dimensionamento di tutte le istituzioni territoriali.

 

Il Consiglio provinciale

 

Dice no ad un ‘Italia senza Provincia perché:

. Ci sarebbero meno garanzie democratiche.

. Verrebbero garantite meno opportunità a chi è più debole. Diminuirebbe l’identità locale fatta di storia e cultura.

. Le Istituzioni si allontanerebbero dai cittadini.

 

Il Consiglio provinciale chiede:

 

. ai Parlamentari del territorio di farsi promotori in Parlamento di iniziative volte a garantire l’esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio;

. alle organizzazioni sindacali di mobilitarsi contro l’abolizione o allo svuotamento delle

Province, per tutelare le persone che ci lavorano;

. Alle forze economico-sociali di mobilitarsi per ristabilire un punto di riferimento

istituzionale certo nel territorio, per garantire il rilancio degli investimenti per lo

sviluppo locale.

. Ai cittadini tutti, agli uomini di cultura, alle associazioni e ai gruppi di volontariato di manifestare il loro amore per il territorio, opponendosi all’abolizione o allo svuotamento delle nostre Province, o alla loro trasformazione in enti nominati dai partiti e non eletti direttamente dal popolo.

Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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Sorvegliato speciale con obbligo di soggiornare a Sezze: trovato in giro a Latina

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I Carabinieri della Stazione di Borgo Podgora hanno tratto in arresto in flagranza di reato un uomo di 55 anni in quanto nonostante fosse sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Sezze, senza giustificato motivo, veniva trovato a bordo della sua autovettura sul territorio di Latina.
In particolare, durante un servizio di controllo del territorio di Latina, i militari della Stazione Carabinieri di Borgo Podgora hanno fermato e controllato il soggetto che dagli accertamenti esperiti nell’immediatezza avrebbe dovuto soggiornare obbligatoriamente nel Comune di Sezze.
Immediatamente i Carabinieri dapprima attuavano tutti i controlli del caso per verificare la sussistenza di validi, comprovati e legittimi motivi della presenza del soggetto fuori dal territorio indicato dal provvedimento della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in Sezze e, poi, verificato l’assenza di motivazioni legittimanti, lo dichiaravo in stato di arresto.
Veniva immediatamente informato della vicenda il Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina che disponeva che l’uomo fosse messo agli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

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Cronaca

Borgo Flora, sospetto caso di Dengue: scatta la disinfestazione

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Il sindaco Cisterna di Latina emette ordinanza specifica

Nelle ultime ore il sindaco di Cisterna Valentino Mantini ha emesso un’ordinanza per l’allerta di un caso sospetto e la relativa disinfestazione legate ad Arbovirosi Dengue da importazione, in un’area specifica della località di Borgo Flora.

“Considerato che a titolo precauzionale per la tutela della salute pubblica risulta necessario abbassare rapidamente la densità dell’insetto vettore nella zona sopracitata, così da ridurre ulteriormente il remoto rischio di innesco di una trasmissione autoctona di Arbovirosi, per un raggio di almeno 200 metri dalla residenza per 3 giorni consecutivi anche nelle aree private – si legge nell’ordinanza sindacale -; viste le indicazioni impartite dal Ministero della Salute con l’ultimo Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, con riferimento a quelle trasmesse da zanzare invasive (Aedes sp.) come virus Chikungunya, Dengue e Zika e le responsabilità a carico delle Amministrazioni locali; viste le indicazioni impartite dalla Regione Lazio con Deliberazione di Giunta Regionale (DGR) n. 477/2022; il sindaco dispone, nelle aree pubbliche e private ubicate nella zona di intervento sopra richiamata, la disinfestazione da parte di ditta idonea dell’area interessata con insetticidi, tramite interventi adulticidi e larvicidi, sia su suolo pubblico che nelle proprietà private; il sindaco dispone altresì la ricerca e l’eliminazione dei focolai larvali peri-domestici; che il presente provvedimento sia valido sino alla conclusione dei trattamenti che in caso di variazioni climatiche (es. pioggia) dovranno essere rinviati al primo giorno utile; fino al termine delle operazioni ivi previste, il rinvio delle manifestazioni pubbliche nell’area sopracitata”.

La dengue o febbre dengue (in inglese Dengue Fever) è una malattia acuta febbrile di origine virale causata da 4 virus simili tra di loro (Den-1, Den-2, Den-3, Den-4). Questi virus sono trasmessi all’uomo dalla puntura di due specie diverse di zanzare, l’Aedes aegypti e l’Aedes albopictus. Il periodo di incubazione può variare da 3 a 14 giorni, con una media di 5-7 giorni. La dengue va sospettata nelle persone che sono di ritorno da aree in cui è endemica e che sviluppano febbre alta improvvisa, mal di testa, dolore nella zona intorno e dietro agli occhi e forti dolori muscolari. La diagnosi viene poi confermata in laboratorio per distinguere la malattia da altre malattie infettive che causano sintomatologia simile. La cura è di tipo sintomatico con paracetamolo per abbassare la febbre e liquidi per prevenire la disidratazione. La prevenzione consiste fondamentalmente nell’evitare le punture di zanzare grazie a indumenti adeguati, repellenti, zanzariere e rimozione delle acque stagnanti. Un vaccino è stato approvato per essere utilizzato solo nelle zone endemiche.

Che cos’è la febbre dengue

La dengue o febbre dengue (in inglese Dengue Fever) è una malattia acuta febbrile di origine virale causata da 4 virus simili tra di loro (Den-1, Den-2, Den-3, Den-4). Questi virus sono trasmessi all’uomo dalla puntura di due specie diverse di zanzare, l’Aedes aegypti e l’Aedes albopictus, cioè le stesse che trasmettono anche la Chikungunya e lo Zika virus.

La dengue può presentarsi in due forme distinte: la dengue classica (forma benigna della malattia) e la dengue emorragica (forma grave e potenzialmente letale), con o senza stato di shock (sindrome shock da dengue).

L’uomo è il serbatoio principale del virus della dengue che circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. La dengue è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Attualmente la dengue è endemica in più di 100 Paesi e la sua incidenza negli ultimi decenni è aumentata notevolmente in tutto il mondo.

Come si trasmette la dengue

Le zanzare sono le responsabili della trasmissione del virus dengue, in particolare l’Aedes aegypti e l’Aedes albopictus. L’infezione è trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare femmine infette per aver punto, a loro volta, una persona malata. Il periodo di incubazione può variare da 3 a 14 giorni, con una media di 5-7 giorni.

La dengue non si diffonde per contatto diretto da uomo a uomo (inter-umano), ma può essere trasmessa attraverso il trapianto di organi e le trasfusioni. Si può trasmettere anche dalla mamma infetta al feto durante la gravidanza.

Le zanzare pungono durante il giorno, di solito al mattino presto o in prima serata prima del tramonto. Si trovano spesso vicino all’acqua stagnante in centri abitati, pozzi, serbatoi di stoccaggio dell’acqua o in vecchi pneumatici per auto. Dopo aver contratto e superato l’infezione, l’immunità dura in genere tutta la vita, ma è altamente siero-specifica; ciò significa che un soggetto immune ad un sierotipo rimane comunque suscettibile alle altre forme di dengue.

Sintomi della febbre dengue

Il primo sintomo della malattia è la febbre, che può essere anche molto elevata e che compare dopo circa 6 giorni dalla puntura della zanzara infetta. Gli altri sintomi compaiono dopo 3-4 giorni dall’inizio della febbre e sono:

  • Mal di testa molto forte
  • Dolore attorno e dietro gli occhi
  • Dolori ai muscoli e alle articolazioni
  • Prostrazione
  • Irritazioni della pelle: eruzione cutanea di tipo maculo-papuloso che ricorda quella tipica del morbillo

Di solito questi sintomi durano tra i 2 e i 7 giorni e la maggior parte delle persone guarisce nel giro di una settimana. In alcuni casi, invece, si ha un peggioramento con la comparsa di nausea, vomito, diarrea ed emorragie, come sanguinamento dal naso, dalle gengive o emorragie congiuntivali e gastrointestinali.

Diagnosi di dengue

La dengue va sospettata nelle persone che sono di ritorno da aree in cui è endemica e che sviluppano febbre alta improvvisa, mal di testa, dolore nella zona intorno e dietro agli occhi e forti dolori muscolari. La diagnosi viene poi confermata in laboratorio per distinguere la malattia da altre malattie infettive che causano sintomatologia simile.

test di laboratorio utili a diagnosticare la dengue includono:

  • Ricerca di anticorpi diretti contro il virus
  • Ricerca di particolari antigeni del virus
  • Specifiche indagini molecolari (PCR)

Come si cura

Ad oggi non esiste un trattamento specifico per la dengue. La cura è sintomatica e consiste nel tenere la persona a riposo somministrando liquidi per evitare la disidratazione e farmaci per abbassare la febbre come il paracetamolo. È bene invece evitare gli antinfiammatori non steroidei, inclusa l’aspirina, poiché aumentano il rischio di sanguinamento.

Complicanze della dengue

Le complicanze della dengue si verificano quando la malattia non viene identificata e curata nelle fasi iniziali o quando non vengono osservati il riposo e l’idratazione costante.

Alcune delle complicanze che possono essere causate dalla dengue includono:

  • Grave disidratazione
  • Problemi neurologici e/o respiratori
  • Danni al fegato e al cuore
  • Dengue emorragica

Prognosi e prevenzione

Quando la malattia si presenta nella forma lieve in persone con un sistema immunitario sano, di solito evolve in modo benigno e non causa complicanze. La febbre dengue ha un tasso di mortalità molto basso (l’1% dei casi), che però sale al 40% se la malattia evolve nella forma emorragica.

La prima misura preventiva nelle zone in cui il virus della Dengue è molto diffuso è quella di evitare il contatto con le zanzare utilizzando un abbigliamento adeguato (pantaloni e maniche lunghe, indumenti chiari), evitare profumi, utilizzare repellenti e zanzariere da applicare a porte, finestre e sopra i letti. È anche molto importante eliminare i ristagni d’acqua in prossimità delle aree abitate ed effettuare disinfestazioni per ridurre al minimo il numero di zanzare.

Di recente l’organizzazione mondiale della sanità ha approvato l’utilizzo di un vaccino (Dengvaxia) solamente per chi vive in aree endemiche, mentre al di fuori come, ad esempio, in Italia il vaccino non è disponibile. Il vaccino, inoltre, può essere somministrato solo a chi già ha avuto una precedente e documentata infezione da dengue poiché in chi non ha avuto la malattia il vaccino si comporta come se fosse una prima infezione e potrebbe provocare, in caso di nuovo contatto con uno dei virus che causano la dengue, una malattia in forma complicata.

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