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Editoriali

"ABRUZZO CAPITALE" 2° PUNTATA: ECCO IL BUSINESS DEGLI AUTISTI DELLE AMBULANZE

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Tempo di lettura 4 minuti Mario Monge, presidente della SOLCO, precedente gestore, potrebbe benissimo illuminarci sulle fatture milionarie pagate dalla Asl.

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di Ivan Galea

C’era una volta mafia capitale e il business degli immigrati che – a dire di Salvatore Buzzi – rendono più della droga. E una domanda sorge spontanea: quanto vale il business degli autisti ambulanze in servizio presso la ASL Avezzano – Sulmona – L’Aquila che da 14 anni sono stati svenduti prima ad una cooperativa ed infine – da Giugno 2015 – ad una multiservizi che applica il contratto di imprese di pulizie?

Nella prima puntata di questa inchiesta avevamo posto l’interrogativo su quanto un lavoratore in esame avrebbe portato a casa a fine mese: ebbene, un boccone molto amaro in quanto con il nuovo contratto delle imprese di pulizie – 3 livello a 30 ore settimanali (part- time 75%) – dal 16 al 30 giugno 2015 questo lavoratore con un anticipo di quattordicesima, 66 ore lavoro ordinario e qualche ora di supplementare, ha guadagnato 512,00 euro. Questo significa che il lavoratore viene pagato 7,16 euro lordi l’ora e comunque basta guardare la busta paga per rendersene conto. Altro interrogativo che al momento rimane senza risposta: come mai sulla busta paga risulta solo la qualifica autista mentre al centro per l’impiego si rileva “conducente di autoambulanza?" Al peggio non c’è mai fine dice il detto e, considerato che ad agosto con lo stipendio di luglio, che verrà riscosso a metà agosto, la sorpresa sarà ancora meno dolce perché nel mese di luglio per 3 giorni il lavoratore si è dovuto recare a prestare servizio a L’Aquila a proprie spese e con la propria autovettura, il detto risulta più chr appropriato per quanto stiamo scrivendo.

Qualcuno si chiederà cosa si voglia dimostrare e denunciare.
Nella delibera con cui è stato affidato il servizio al nuovo appaltatore aggiudicatario, si legge "un risparmio di euro 5.449,08 mensili rispetto al precedente gestore".
Ma non è finita: tale fornitura costa euro 613.222,62 (oltre Iva) all’anno che diviso 12 fa 51.100,88 euro; il costo mensile di ogni lavoratore, se la matematica non è un’opinione, dovrebbe aggirarsi su 2.689,52: ma allora, se a fine mese un lavoratore porta a casa all’incirca 1.000,00 euro (lordi) chi specula sulle spalle di questi poveri lavoratori? Il Direttore dell’esecuzione del contratto, nella persona del Dr. Gino Bianchi – direttore u.o.s.d. Servizi emergenza urgenza 118 – da cui i lavoratori prendono le direttive – non può nascondersi dietro un dito ritenendosi convinto di puntare all’efficienza del servizio, ma dovrebbe farsi probabilmente una cultura sull’importanza delle risorse umane per raggiungere determinati obiettivi ma, come dicevano gli antichi, chi è sazio non pensa a chi è a digiuno…

Ma torniamo al nuovo soggetto gestore del servizio: RTI servizi integrati srl con sede legale a Roma in via Sistina,121 e con sede amministrativa a Bitritto (BA) in via Carlo Levi ed infine a Taranto in via Benvenuto Cellini, 47 dove partono gli ordini di pagamento del bonifico contabile: sarebbe opportuno accertare le identità di chi sta a capo di tale società, facenti parte di RTI: non vorremmo che dietro ci sia l’ombra di qualche altro personaggio legato alla criminalità organizzata, Mafia capitale docet, o qualche altro compagno di merende di Salvatore Buzzi. Inoltre, occorre aggiungere che oltre ai servizi integrati, esiste anche SIAI-Scarl per un altro gruppo di lavoratori e quindi 2 imprese per 19 lavoratori. Dalla visura della camera di commercio traspare il nome di Luigi Solidoro – imprenditore talentino – noto alle cronache per il processo Fiorita per cui era stato condannato ad 1 anno di reclusione, condanna poi condonata per effetto dell’indulto 2006, nonché per la fatturazione degli orologi fatturati da Cavallo, amicizie baresi dell'ex ministro Lupi.

Ed ancora Francesco Solidoro, amministratore unico della Servizi integrati, che in passato, nel 2005, pare sia  stato coinvolto nel pasticcio delle mense scolastiche. Occorre anche sottolineare che tutta la procedura si è chiusa a fine dicembre 2014: come mai si è arrivati a maggio per deliberare l’attuazione e di conseguenza a giugno per il definitivo subentro contrattuale? Alla faccia del periodo di stand hill previsto dal codice dei contratti, direbbe qualcuno. Come è possibile affidare un servizio di trasporto ospedaliero ad una multiservizi che applica un contratto di imprese di pulizie? Perché è stato ottenuto l’ottimo punteggio di aggiudicazione da parte della SIAI-servizi integrati? Perché nessuno ha voluto far caso all’assenza della clausola del contratto da applicare e del trattamento  da corrispondere a questa tipologia di lavoratori? Ed ancora, non si può parlare di risparmio a condizioni contrattuali inferiori. L’unico risparmio è quello sulla pelle dei lavoratori che pur svolgendo analoghe mansioni rispetto ai dipendenti Asl, hanno sempre percepito stipendi alla soglia della povertà: il signor Mario Monge, presidente della SOLCO, precedente gestore, cui sono stati revocati gli arresti domiciliari e sottoposto all’obbligo di dimora nell’ambito dell’inchiesta mafia capitale, potrebbe benissimo illuminarci sulle fatture milionarie pagate dalla Asl. Anche altri funzionari e dirigenti Asl sono al corrente di tale sperpero di denaro pubblico sostenendo che ben potrebbe la Asl effettivamente risparmiare provvedendo all’assunzione di tali lavoratori nella convinzione che costerebbero di meno.
 

Il valore del lotto di tale appalto costa ben 1 mln di euro l’anno. E a proposito di costi, appare opportuno ribadire che le ambulanze sono i proprietà della Asl che provvede altresì al rifornimento carburante, alla manutenzione, cambio pneumatici, assicurazione e quant’altro: pertanto sia la Solco di Mario Monge prima che la SIAI ora adempiono esclusivamente a gli aspetti burocratici del servizio limitandosi a gestire i lavoratori con i soldi della Asl che poi sono soldi pubblici.
L’aspetto più inquietante della vicenda è che tra le varie attività svolte dal nuovo affidatario del servizio non è contemplata quella dei trasporti ospedalieri e che nel 3 profilo del contratto applicato non figura il conducente di ambulanze. Alla Regione Abruzzo tutti ormai sono al corrente di questa situazione che grida allo scandalo ma sembrerebbe che nessuno osi alzare un dito per porre rimedio.

È altresì importante la notizia che tra i numerosi compiti, a tali semplici autisti compete anche il trasporto dei detenuti dal carcere verso i presidi sanitari territoriali anche fuori regione ed evidenziamo, ad esempio, che il carcere di Sulmona ospita detenuti di massima sicurezza. Affidare un servizio ad una società che poi applica ai lavoratori un contratto imprese pulizie significa ledere non solo la dignità dei lavoratori ma anche degli utenti che non possono ritenersi soddisfatti di essere trasportati da semplici operai autisti. Perché i colleghi di questi lavoratori della Asl, che svolgono analoghe mansioni, percepiscono uno stipendio alla lunga superiore?Questi lavoratori sono autisti di ambulanze a tutti gli effetti che dal 1998 effettuano il loro lavoro con professionalità e competenza. Perché nessuno vuole mettere il dito in questa piaga? A chi non conviene? Quanto vale questo business? Forse c’è aria di campagna elettorale per il manager della Asl.

A poche parole, buon intenditore.

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Morte Franco Migliacci, la lettera di un amico

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Caro Franco! La notizia della tua scomparsa mi ha colto di sorpresa, pur sapendo che non stavi bene, non ci si rassegna mai alla dipartita di una persona cara. Ora, assorbita la triste notizia, sento il bisogno e desiderio di scriverti per inviare al vento i miei sentimenti di grande affetto nei tuoi confronti.

Il primo giorno, quando il mio amico fraterno e collega Renato Coppola, musicista che lavorava alle edizioni della RCA, ci presentò, fui molto emozionato, consapevole di aver conosciuto uno dei pilastri della musica italiana. Poter frequentarti quasi giornalmente per vari interessi musicali, mi riempiva d’orgoglio, tanto più, andando avanti nel tempo, mi facevi sentire il tuo affetto come un fratello maggiore, fino a farmi collaborare nell’ascolto dei giovani che arrivavano per le audizioni alla casa discografica.

Causa vari miei incidenti ero tornato in Italia, dopo aver girato il mondo con il complesso “I CARDINALI” quasi sette anni, il morale a terra per la delusione di dover ricominciare tutto d’accapo, tu hai contribuito in maniera determinante nel farmi riacquistare fiducia ed entusiasmo nella musica. Gli anni passati con te ed i tuoi amici di sempre, Jimmy Fontana e Lilly Greco, sono indimenticabili, grazie all’allegria che emanavate, nonostante la vostra severa professionalità e capacità lavorative. Un periodo pieno di aspettative ed ottimismo che ha segnato positivamente la mia vita per sempre. Un periodo in cui avevo bisogno di risorgere, avere nuovi interessanti propositi, guardare avanti con fiducia ed ottimismo, e, tutto questo è successo grazie a te, con i tuoi consigli ed i tuoi eterni sorrisi arricciando il naso, raccontandomi tanti aneddoti inediti della tua vita.

Parlare di te come artista è superfluo, visto tutto quello che hai creato. Hai lasciato un segno indelebile non solo nell’ambito nazionale, ma ci hai inorgogliti agli occhi di tutto il mondo con il tuo volare, insieme al grande Mimmo Modugno. Un’opera rivoluzionaria per quei tempi, che solo un grande talento, come sei stato tu, poteva inventare, dimostrando successivamente, che non era soltanto una meteora, diventando un pilastro e pezzo importante della storia della musica italiana. Tutti gli italiani ti sono grati per il tuo contributo alla nostra cultura, ma, personalmente voglio ringraziarti per avermi concesso la tua amicizia, i tuoi consigli e tutte quelle ore spensierate che ben coniugavano lavoro ed allegria.

Sono sicuro che ora sarai di nuovo con molti dei tuoi amici, creando e divertendovi in contesto idilliaco, sperando di poterti incontrare di nuovo. Grazie Franco…tuo Marietto…

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L’avventura di vivere a Roma tra maleodori, mezzi pubblici stracolmi, borseggiatori e chi più ne ha più ne metta

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Non passerà molto tempo che, nella nostra eterna città, saremo costretti a girare con le maschere antigas, per non essere storditi dalle putride esalazioni dei cassonetti, che, nel periodo estivo si acuiscono in maniera esponenziale

Quando si parla di avventura romana, non ci si riferisce al turista o, al pendolare che entra nella città, bensì, al cittadino residente, che suo malgrado diventa l’eroe dei nostri tempi, cercando di sopravvivere alle avversità giornaliere, superando i continui ostacoli che vediamo normalmente nei video games.

A fine giornata, ci sentiamo tutti degli Indiana Jones, felici di essere ancora vivi, pensando, che dopo il meritato riposo del guerriero, si riprenderà la battaglia del giorno dopo. Nella vita avventurosa da affrontare però, non ci saranno soltanto le difficoltà delle forze del male, ma per rendere più eccitante la disputa, si dovrà combattere anche contro le istituzioni, quelle stesse che dovrebbero garantire una vita civile e giusta.

Non passerà molto tempo che nella nostra eterna città, saremo costretti a girare con le maschere antigas, per non essere storditi dalle putride esalazioni dei cassonetti, che, nel periodo estivo si acuiscono in maniera esponenziale.

A questa disdicevole situazione, si aggiunge il grado di civiltà raggiunto dalla società moderna, che, per menefreghismo, cattiveria e spirito di rivalsa, ignara del danno che procura a se stessa, aggrava il tutto, non soltanto nel non fare la differenziata, ma portando di tutto vicino ai cassonetti, compresi rifiuti speciali pericolosi, come possono essere olii da scarto, che puntualmente, altri delinquenti, soltanto per il loro macabro piacere, spargono per terra, inquinando in maniera irreversibile.

Da notare, che per le persone perbene e civili, è difficile arrivare vicino ai contenitori per poter fare la differenziata.

Partendo al mattino da questo primo inconveniente, il cittadino cristiano, si fa il segno della croce e si prepara mentalmente ad andare in prima linea al fronte. Purtroppo le persone con meno possibilità finanziare, di solito hanno auto non proprio nuove, e per questo devono essere punite perché inquinano, costrette di conseguenza a prendere i mezzi pubblici. Finalmente inizia la vera avventura. I nervi si irrigidiscono, la pressione si alza (peggio per chi ne soffre), il volto si incattivisce e cambia continuamente colore, a secondo del prolungarsi dell’attesa del bus o della metro, che rappresenta una vera incognita, indecifrabile soprattutto per i turisti stranieri, che, pur essendo stati catechizzati nei loro paesi, si scontrano stupiti, con la reale incertezza, flessibilità e superficialità italiana.

Fa male sentire criticare il proprio paese, malgrado la ragione sacrosanta di chi viene a visitare la nostra bistrattata città, quindi, bisogna ingoiare il rospo amaro.

L’attesa dei mezzi pubblici è quasi sempre logorante e causa un aumento notevole del numero dei viaggiatori. A questo punto, entra in gioco il grado di civiltà della società attuale. Ci si prepara come dei centometristi per riuscire ad entrare, pronti a colpi proibiti contro gli avversari che ti guardano con odio e disprezzo, incuranti del sesso e dell’età delle persone. Lo scontro frontale è cruento, perché i passeggeri all’interno, hanno la pretesa di voler uscire prima di chi deve entrare, ed è inevitabile udire qualche grido di dolore per le gomitate ricevute, il tutto condito da parolacce e maledizioni da entrambe le parti.

Conquistato eroicamente il posto all’interno, si riprende il fiato per proseguire il viaggio. Quasi tutti immersi nei propri telefonini, per questione di vita o di morte, ignari di tutto quello che accade intorno, e, poco importa se i borseggiatori, platealmente, circondano la malcapitata preda, derubandola a volte con la forza e, costringendola a gridare aiuto nell’indifferenza totale.

Vietato intromettersi e compromettersi, questo il motto che vige attualmente nel nostro paese, altrimenti si corre il rischio di prendere botte, qualche coltellata e, nella migliore delle ipotesi, essere denunciati per aver trattenuto il borseggiatore o borseggiatrice, contravvenendo all’interruzione del pubblico lavoro.

Chi è debole è giusto che subisca, chi ha problemi economici è abituato a stringere la cosiddetta cinghia, e quindi può benissimo mettersi sulle spalle nuovi debiti e comprare un’auto nuova per non inquinare. In futuro, avremo nel nostro paese, una minoranza della popolazione che sarà sempre più obesa, e la maggioranza che sfoggerà una linea perfetta, a volte di una magrezza eccessiva.

Però, si può optare per i mezzi pubblici, che rappresentano una vera lotteria, comprando preventivamente un Kit antisommossa. Dimenticavo di dire, che bisogna affidarsi   principalmente alla Fede.

Buona fortuna a tutti.

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Banca Popolare del Lazio, Capitani: “Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”imprenditore agricolo e socio della Banca Popolare del Lazio Domenico Capitani.

“Forse l’errore del Presidente di chiamarsi Banca Popolare del Lazio e non presidente del CDA, nel presentare la lista dei candidati unici al “nuovo” CDA, pur rimanendo un errore formale, sottace la vera natura dell’uomo di sentirsi “padrone” della banca.

Cosa che si rileva anche in altre occasioni, come per esempio nei comunicati stampa o pseudo interviste in cui parla di acquisizioni o scelte strategiche che avrebbero bisogno dell’approvazione della vera proprietà della banca ovvero “l’assemblea dei soci” in presenza, VERA SOVRANA , essa si, della banca, così come si sbandierano i successi, se successi fossero, come il “salvataggio” della Banca della Tuscia, banchetta con un unico sportello e non si cita il fallimento molto dispendioso della BPL dell’acquisizione più volte annunciata della Banca Val Camonica.

Così come non si parla della anch’essa annunciata, con comunicati e articoli stampa, ristrutturazione dell’Ottobre 2020 che prevedeva la collaborazione con Banca Cassinate e Popolare di Fondi (che smentiranno immediatamente).

Sembrerebbe per noi umani che andiamo a “tentoni”. Si parla dell’aumento delle filiali come fosse una conquista napoleonica. La BPL sono 30 anni che aumenta le sue filiali, loro evidentemente hanno solo il merito di averne regalate tante Banca Blu che non è di proprietà 100% BPL. Chi ci avrà guadagnato?! Per non parlare dei risultati di bilancio, si fanno percentuali sull’anno precedente che non esisteva e si ottiene un prestigioso + 80,26%.
In verità ci sarebbe molto da discutere sul risultato ottenuto, dieci filiali ottengono un utile di 7,8 milioni , 53 filiali Blu Banca ottengono un utile di 11,1 milioni. Forse era meglio tenersele.
Apprendiamo inoltre dal comunicato che la banca avrebbe acquisito una società di brokeraggio assicurativo finalità diventare banca-assicurazione.

Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

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