Connect with us

Cronaca

Accademia italiana di criminologia, dall’FBI al top dei professionisti: il primo congresso a Roma

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

ROMA – All’Università degli Studi Internazionali di Roma –UNINT in via Cristoforo Colombo, 200, è in corso da ieri il primo congresso nazionale dell’Accademia Italiana di Criminologia, sistema penale, investigazioni e sicurezza il cui principale organizzatore è il professor Vincenzo Maria Mastronardi, già titolare della Cattedra di Psicopatologia forense dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Presidente dell’AIC di Roma (Accademia Italiana di Criminologia, Sistema penale, Investigazione e Sicurezza). I lavori del congresso dureranno fino alla giornata di domani domenica 29 aprile.

Tanti gli illustri nomi degli altri organizzatori dell’evento:

Il professor Enrico Marinelli, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; l’avvocato Lello Spoletini, direttore Associazione Tutela dei Diritti; la professoressa Simona Zaami, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; l’avvocato Matteo Santini, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma; l’avvocato professor Giovanni Neri, segretario dell’Accademia Italiana di Criminologia, Sistema Penale, Investigazione e Sicurezza; il professor Gianluca Montanari Vergallo, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; la professoressa Monica Calderaro, direttore dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-Forensi; la professoressa Lucrecia Vega Gramunt, responsabile per la Spagna e l’America Latina dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-Forensi.

Tra i partecipanti rappresentanti dell’Arma dei carabinieri e della Federal Bureau of Investigation statunitense (FBI)

Numerosi esperti di fama nazionale e internazionale, appartenenti al mondo accademico e delle professioni e istituzionale con ufficiali dell’Arma dei carabinieri nonché una rappresentanza dell’FBI statunitense. Presente il professor Antonello Crisci, medico legale, consulente di parte della famiglia Bergamini (Caso Denis Bergamini, giocatore del Cosenza morto in tragiche ed oscure circostanze).  Inoltre: Fabio Cicchitelli, odontoiatra e criminologo dell’Acri;  Giovanni Cicchitelli, avvocato e criminologo. Il loro intervento è previsto per oggi 28 aprile alle 17.45 dove sarà presente anche Michelangelo Russo, avvocato penalista-cassazionista di Cosenza.

Il programma della prima giornata

Ieri a dare il benvenuto agli intervenuti il professor Ciro Sbailò dell’Università degli Studi Internazionali di Roma – UNINT. Le relazioni introduttive sono state curate dal professor Javier Alejandro Bujan rettore dell’Istituto Universitario Nazional de Derecios Humanos “Madres de Plaza de Mayo” di Buenos Aires; dal professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Professore emerito Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; dal professor Natale Mario Di Luca, Responsabile della sezione dipartimentale di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; dal professor Jorge A. Sereni presidente della Fondazione Civitas et Lex di Buenos Aires.

Durante la prima sessione di ieri si è parlato di tecniche e negoziazione e profiling con il professor Vincenzo Mastronardi, già titolare della cattedra di psicopatologia forense Sapienza Università di Roma; con il professor Gregory Vecchi, profiler già FBI supervisor e docente agenti speciali FBI, USA. Esperto dell’FBI in tecniche di negoziazione e profiling dipartimento di giustizia penale, studi giuridici e lavoro sociale Missouri Western State University. Il professor Antonello Crisci e l’avvocato Massimiliano Fioravanti hanno parlato di vittimologia; il Presidente avvocato Lello Spoletini ha parlato del fenomeno delle coppie criminali mentre il professor Paolo Capri e il professore avvocato Pietro Mazzeri hanno argomentato di profili delle vittime di famiglia e delle dipendenze.

Il programma di oggi (seconda giornata)

La seconda sessione plenaria vedrà affrontare tematiche legate alle prospettive di applicazioni dopo le ultime note giurisprudenziali della legge Gelli-Bianco e le sue reali applicazioni con il presidente professor Enrico Marinelli e la professoressa Simona Zaami; Cons. Giovanni Battista Petti, presidente della III Sez. Civile della Suprema Corte di Cassazione; dottor Enrico Pedoja, segretario Società Medicolegale Triveneta. Seguirà poi la presentazione del dizionario Italiano del Crimine di Vincenzo Maria Mastronardi, a cura del dottor Stefano Loparco, direttore generale Osservatorio Nuove Professionalità (ONP). Si parlerà di responsabilità sanitaria- aspetti penalistici con il professor Gianluca Montanari Vergallo e l’avvocato Maia Agnino.

Nel pomeriggio ci sarà lo Standard Internazionale delle tecniche investigative e relativi profili con il Presidente professor Vincenzo Mastronardi; professor Gregory Vecchi, che parlerà dell’analisi predittiva dei comportamenti: profiling dell’aggressore prima di eventuali attacchi nelle scuole e negli ambienti lavorativi; Il tenente colonnello Claudio Rubertà, comandante del nucleo Radio Mobile di Roma; il Generale Gioacchino Angeloni, già comandante provinciale della Guardia di Finanza di Torino attualmente ufficiale di collegamento tra il Comando generale della Finanza e il Ministero del Tesoro. Si parlerà poi della scena del crimine con il professor Giovanni Neri. E di perizie grafiche e altri argomenti criminologici con Fabio Cicchitelli, odontoiatra e criminologo di Acri;  Giovanni Cicchitelli, avvocato e criminologo. Il loro intervento è previsto per le 17.45. Con loro ci sarà pure Michelangelo Russo, avvocato penalista-cassazionista di Cosenza.

Il programma della giornata conclusiva (domani 29 aprile)

Durante la terza e ultima giornata del congresso si parlerà di giustizia penale tra il retributivo e il garantismo con il Presidente professor Vincenzo Mastronardi e l’avvocato Lello Spoletini; con il professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ex presidente del Csm, professore emerito Università degli studi di Roma Tor Vergata; professor Claudio Zanghì, Emerito professore dell’Università di Roma Sapienza; professor Ricardo Alvarez, presidente della facoltà di diritto Università Maimonides. Buenos Aires; dottor Giacinto Siciliano, direttore della casa di reclusione di Milano San Vittore; Cons. dottor Gennaro Francione e il dottor Eugenio D’Orio, specialista in biologia e genetica forense, ricercatore Università di Copenhagen, direttore del Master “Biologia forense ed investigazioni scientifiche”.

Angelo Barraco

 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Roma, Tor Sapienza: Rider picchiato e derubato della bici elettrica da banda di ragazzini

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

ROMA – I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Sapienza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza della custodia cautelare del collocamento in comunità, emessa dal G.I.P. del Tribunale per i minorenni di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica per i minorenni, nei confronti di 4 indagati, gravemente indiziati a vario titolo dei reati di rapina e lesioni personali aggravate in concorso nonché, per uno dei soggetti coinvolti, di minaccia aggravata con finalità di discriminazione o di odio etnico.
L’episodio è avvenuto in Piazzale Pino Pascali, periferia Est della Capitale, lo scorso 12 novembre 2023, ai danni di un rider di origine africana, senza fissa dimora. Nella circostanza, lo straniero è stato accerchiato da un gruppo di 5 giovani minorenni che, dopo il primo approccio hanno iniziato a picchiarlo colpendolo ripetutamente con calci e pugni e anche a bastonate al volto e al corpo, lasciando dolorante e sanguinante a terra, rubandogli anche la bicicletta elettrica.
Il rider, tuttavia, è riuscito a comporre il numero di emergenza 112, e a fornire una preliminare descrizione di alcuni componenti della banda alla pattuglia dei Carabinieri intervenuta sul posto.
A seguito delle immediate ricerche in zona, dopo pochi minuti, i militari sono riusciti a identificare 2 ragazzi minorenni, corrispondenti alle sommarie informazioni fornite dalla vittima, entrambi con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, i quali fin da subito non sono riusciti a fornire una valida giustificazione sulla loro presenza in zona. Accompagnati per accertamenti, giunti in caserma, alla vista del rider, hanno iniziato subito ad inveirgli contro, pronunciando frasi a sfondo razziale e minacce di morte.
Nel prosieguo delle indagini, le rivelazioni dei minori sottoposti a controllo, corredate da riscontri e riconoscimenti fotografici degli altri coetanei, con i quali gli stessi si accompagnavano la sera dell’aggressione, hanno consentito di delineare un quadro chiaro circa le dinamiche del pestaggio e le responsabilità in capo a ciascuno dei relativi autori.
L’Autorità Giudiziaria concordando l’attività condotta dai Carabinieri, ha disposto la custodia cautelare presso I.P.M per due dei cinque teenagers, riconosciuti quali componenti del gruppo di minori italiani e stranieri autori dell’azione criminosa, in virtù della relativa spregiudicatezza e pericolosità sociale. A due degli indagati, ai quali è stato riconosciuto un ruolo minoritario nella commissione del reato, saranno collocati in una Comunità individuata dal Centro per la Giustizia Minorile di Roma, mentre l’ultimo partecipante, anch’esso individuato ed identificato, non è risultato di alcun provvedimento in quanto non imputabile.
Il rider, invece, a causa delle lesioni subite durante l’agguato, trasportato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I° di Roma, i medici hanno riscontrato contusioni multiple al capo, al gomito, al piede e polso destro con una prognosi di 20 gg.

Continua a leggere

Cronaca

Tragedia nel salernitano: muore bimbo di 15 mesi azzannato da due pitbull

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

I cani sono di proprietà di una amica della mamma della vittima

Un bambino di 15 mesi è stato azzannato da due pitbull a Campolongo (Salerno) questa mattina ed è morto per le ferite riportate.

Ancora poche le notizie acquisite dai carabinieri che sono sul posto. I cani sono di proprietà di una amica della mamma della vittima.

Anche la mamma del bambino è rimasta ferita per difendere il figlio. Non sarebbe – secondo le prime notizie – in pericolo di vita. A quanto si apprende, secondo una prima ricostruzione, il piccolo si trovava in braccio allo zio, quando, uscendo di casa, i due cani avrebbero azzannato il bimbo strappandolo letteralmente dalle braccia dell’uomo, rimasto illeso. Il fatto è accaduto nel piazzale antistante una villetta a due piani. I cani sarebbero di proprietà di amici della famiglia del bimbo, che non abiterebbero più con la coppia ma avrebbero lasciato i cani lì.”

“È stato letteralmente strappato dalle sue braccia e azzannato. Il servizio veterinario prenderà entrambi i cani che non erano di proprietà della famiglia colpita da questa tragedia ma di un’altra famiglia che convive in questa stessa abitazione. E’ stata una aggressione feroce e nonostante sia anche intervenuto uno zio del bambino per cercare di liberarlo, non c’è stato niente da fare”. A dirlo il sindaco di Eboli (Salerno), Mario Conte. “Il tutto è avvenuto improvvisamente, in pochi istanti e nessuno si spiega come sia potuto accadere in quanto questi cani sono lì da sempre. In questa casa la famiglia del bambino dovrebbero essere in locazione. E’ una tragedia che ha sconvolto tutta la comunità. E deve essere da monito per chi possiede questi cani che sono purtroppo particolari, con esigenze particolari. Chi ha questi cani deve stare molto attento. Qui abbiamo perso un bambino piccolo, una cosa che colpisce tutti. Da quello che mi hanno riferito non sono mai accaduti episodi preoccupanti”.

Sul posto, da quanto ha appreso anche il primo cittadino, “dovrebbe esserci anche la signora proprietaria dei cani che al momento sta vicino alla mamma del piccolo”.

Codacons, ogni anno 70mila aggressioni
“Dopo la tragedia di Eboli, dove un bimbo di 15 mesi è stato sbranato da due pitbull”, il Codacons torna a chiedere “a gran voce misure per garantire la sicurezza dei cittadini e limitare il fenomeno dei cani potenzialmente pericolosi”. “Al di là del caso specifico e delle dinamiche che hanno causato l’aggressione”, secondo Codacons “è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo, e che la loro diffusione sul territorio è in forte aumento anche a causa di mode e tendenze del momento – afferma il Codacons – Indipendentemente dall’ educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto come alcune razze, ad esempio pitbull o rottweiler, per le loro caratteristiche peculiari fisiche (potenza, robustezza, dentatura) possano provocare ferite letali in caso di morsicatura”.

“Proprio per questo, e senza ovviamente demonizzare gli animali, chiediamo da tempo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. Il morso di un volpino, infatti, non causa certo le stesse ferite del morso di un pitbull. L’ aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotta dall’ ex Ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza. Una lista che, anche alla luce della tragedia di Eboli, andrebbe ripristinata, considerando che ogni anno si contano in Italia circa 70mila aggressioni a danno dell’uomo da parte di cani, e che non tutte le razze sono adatte a chiunque”, conclude il Codacons.

Continua a leggere

Cronaca

Altamura, sgominata organizzazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti: arrestate 10 persone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, con il supporto dei reparti competenti per territorio, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone, emesse dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nelle quali vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di 9 indagati poiché ritenuti appartenenti ad un sodalizio dedito al traffico di sostanze stupefacenti ed 1 per detenzione ai fini di spaccio in concorso.

L’impostazione accusatoria accolta dal Gip

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte dal novembre 2020 ad aprile 2021 dalla Sezione Operativa della Compagnia di Altamura, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito alle attività illecite realizzate dall’associazione facente capo a C. D., 51enne di Altamura.

L’indagine trae origine da due danneggiamenti di auto ed una scritta minatoria realizzata sul muro dell’abitazione (“il materiale lo devi prendere da noi”) dello stesso 51enne.

Le attività investigative hanno consentito di accertare che l’azione intimidatoria fosse la conseguenza di debiti accumulati proprio nell’ambito del traffico di stupefacenti. In particolare, è stata acclarata l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti basata su un gruppo criminale legato anche da relazioni familiari.

Le intercettazioni e i vari riscontri hanno evidenziato la presenza di fornitori dello stupefacente nonché la suddivisione dei compiti tra gli indagati, tra i quali “il capo promotore”, “organizzatori dell’attività di spaccio sul territorio e vendita al dettaglio della droga”, “custodi dello stupefacente” e “pusher”, operanti attraverso un rigoroso coordinamento delle attività illecite su tutto il territorio di Altamura anche attraverso uno “spaccio itinerante”. Sono emersi numerosi termini convenzionalmente usati per indicare il luogo ove veniva effettuato lo scambio e per quantificare lo stupefacente da cedere; tra questi ad esempio “stanno fatti i panini là….non è che sta il chilo di pane sano…. … dobbiamo stare a impastare i panini e tutta la pasta…ora vediamo cosa riesce a fare e lo tagliamo davanti veloce..”.

Nel corso delle investigazioni sono state altresì accertate numerose cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana, ed è stato inoltre accertato come l’associazione avesse la disponibilità di armi, munizioni e ordigni attraverso cui assoggettare coloro i quali si fossero opposti alla volomtà criminale del sodalizio. Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari, che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha emesso il provvedimento restrittivo nei confronti dei presunti correi.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti