Connect with us

Cronaca

ACQUEDOLCI, GROTTA SAN TEODORO: È ALLARME ABBANDONO PER UN SITO DI 200MILA ANNI

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti L'attuale amministrazione comunale è totalmente disinteressata, sostenendo di avere altre priorità

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

 

GUARDA LA GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Vincenzo Giardino
Acquedolci (ME)
– Ad Acquedolci, paesino tirrenico della provincia di Messina, attraverso un'anonima stradina con indicazioni poco visibili, si accede alla Grotta di San Teodoro, dal nome dall'eremita che l'avrebbe abitata, un sito archeologico di enorme interesse storico e scientifico. L'attuale stato di abbandono dimostra il disinteresse della Regione Sicilia e del Comune di  Acquedolci negli ultimi anni.

L'attuale amministrazione comunale è totalmente disinteressata, sostenendo di avere altre priorità, come il rifacimento del lungomare per l'incentivazione delle attività legate alla balneazione (meglio l'uovo oggi che la gallina domani?).

La grotta di epoca paleolitica, formatasi in seguito ad un fenomeno carsico verificatosi all’incirca otto-dieci milioni di anni fa, fu segnalata per la prima volta dal barone Francesco Anca nel 1859. Gli scavi successivi  furono condotti da Vaufray (1925), Graziosi e Maviglia (1942) e dalla dr.ssa Bonfiglio (dal 1982- al 2006).
Tra i vari fossili (elefante nano, iena, cervo, cinghiale, ippopotamo e asino nano), furono ritrovati i resti di uno scheletro appartenuto ad una donna di circa trent'anni alla quale fu dato il nome di Thea (dal latino Theodora) per collegarlo a quello della Grotta. Quasi tutti i fossili ritrovati furono trasferiti in vari musei (Palermo, Firenze, etc.), lo scheletro di Thea si trova nel Museo Geologico Gemmellaro di Palermo. Negli ultimi anni si fa accenno alla Grotta di San Teodoro solo in qualche programma televisivo di carattere scientifico e trova l'interesse di alcune scolaresche e di qualche studioso  straniero.

Degno di nota è l'impegno del gruppo di dipendenti dei Beni Culturali che, oltre ad accogliere i rari visitatori con gentilezza e disponibilità, si prodigano quotidianamente, con pochissime risorse e spesso a spese loro, per mantenere il sito in maniera accettabile.
Ognuna di queste persone conosce la storia della Grotta, in ognuno di loro è percepibile la passione che li lega a questo posto unico ed affascinante. Sono persone che anonimamente svolgono la loro attività oltre il dovere professionale. Conoscono tutte le fasi degli scavi che si sono succeduti nell'arco di quasi 150 anni,conoscono i nomi degli studiosi a cui va il merito dei vari ritrovamenti e dei pochi sindaci di Acquedolci che hanno sostenuto in qualche modo il sito (Terranova e Oriti).

In Alto Adige con il ritrovamento della Mummia del Similaun (1991), anche nota come Uomo del Similaun,
che non ha la stessa importanza storica e scientifica dello scheletro di Thea), è stata creata un'attrazione internazionale, promossa in tutte le riviste turistiche dell'Alto Adige.

In Sicilia sono molti a non conoscere l'esistenza di questa grotta,
nonostante gli sforzi della comunità scientifica di creare iniziative per darne visibilità. Purtroppo sono ancora pochi gli amministratori locali che credono che la storia e la cultura possono creare un indotto economico che potrebbe sollevare le sorti del territorio, dimenticandosi di quanto invece sia stata prodiga la colta nobiltà Borbonica per dare sostegno alla ricerca archeologica e scientifica in genere. Infatti, l'unico periodo in cui veniva dato lustro mondiale al patrimonio archeologico del Sud Italia è stato il periodo Borbonico.

In Francia un ammasso di ferraglia firmata Gustave Eiffel, riesce a portare soldi nelle casse dei francesi da più di 150 anni, in Sicilia, un sito di oltre 200mila anni di storia ha bisogno della sporadica generosità di qualche amante dell'archeologia per essere mantenuto in vita.

Cronaca

Rozzano, omicidio Manuel Mastrapasqua: preso l’assassino, stava fuggendo all’estero

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Caccia al killer finita: il responsabile dell’accoltellamento fermato al confine, confessa il crimine

Un terribile omicidio ha scosso la comunità di Rozzano, un tranquillo comune alle porte di Milano, quando il 31enne Manuel Mastrapasqua è stato brutalmente accoltellato a morte per delle cuffie del valore di soli 20 euro. L’episodio, avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, ha lasciato i cittadini sgomenti, suscitando rabbia e indignazione per l’insensatezza del gesto.

Manuel, operaio in una fabbrica locale, stava tornando a casa dopo il suo turno di lavoro quando è stato aggredito. Secondo le ricostruzioni fornite dalle forze dell’ordine, il 19enne aggressore lo avrebbe fermato per rapinargli le cuffie. Dopo una breve colluttazione, il giovane ha estratto un coltello e ha colpito Manuel al petto, lasciandolo agonizzante sul marciapiede. La vittima è stata trovata priva di sensi e trasportata d’urgenza in ospedale, dove purtroppo è deceduta poche ore dopo.

Le telecamere di sorveglianza installate nei pressi della scena del crimine hanno svolto un ruolo cruciale nell’identificazione del responsabile, il quale aveva già precedenti per furto e rapina. Il giovane, fermato successivamente ad Alessandria mentre tentava di scappare all’estero, ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio. Attualmente, è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario.

L’omicidio di Manuel Mastrapasqua ha scatenato una forte ondata di commozione e indignazione tra i cittadini di Rozzano. “È impensabile che una vita venga spezzata per così poco. Ci sentiamo tutti vulnerabili”, ha dichiarato una residente della zona. Molti hanno lasciato fiori e messaggi nel luogo in cui Manuel è stato ucciso, come segno di solidarietà e vicinanza alla sua famiglia.

Il sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti, ha espresso la sua vicinanza ai familiari della vittima, promettendo il massimo supporto delle istituzioni locali. “Questo omicidio ci colpisce profondamente. È essenziale che le istituzioni si uniscano per prevenire simili tragedie e che si lavori intensamente per garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, ha affermato.

Anche i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno voluto sottolineare l’importanza di intensificare i controlli per prevenire fenomeni di microcriminalità, che, come in questo caso, possono trasformarsi in tragedie. “Dobbiamo aumentare la vigilanza, soprattutto nelle ore notturne, per evitare che episodi come questo si ripetano”, ha dichiarato il comandante locale dei carabinieri.

L’episodio ha acceso il dibattito sul degrado sociale e sulla crescente violenza giovanile che si registra in alcune aree periferiche. Diversi esperti hanno sottolineato come l’emergenza educativa e la mancanza di opportunità per i giovani possano portare a scelte drammatiche e a comportamenti violenti.

“La situazione economica e sociale di molte famiglie, specialmente nelle periferie, è un problema che non possiamo più ignorare”, ha commentato un consigliere regionale della Lombardia. “I giovani devono essere educati al rispetto delle vite umane, e dobbiamo fornire loro delle alternative valide per evitare che si lascino trascinare in atti di delinquenza”, ha aggiunto.

L’intera cittadina è ora in attesa del processo, mentre la famiglia di Manuel Mastrapasqua chiede giustizia per la perdita del loro caro.

Continua a leggere

Cronaca

Macabri ritrovamenti a Roma: motorino abbandonato e resti di animali inquietano i cittadini. E’ paura di riti satanici

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Sui social si segnalano una serie di episodi simili in diverse zone della capitale, sollevando dubbi su possibili rituali occulti

In un prato della zona nei pressi di via del Casale Ciminelli, infatti, è stato rinvenuto un motorino abbandonato, accanto al quale giaceva una testa di animale, probabilmente un montone, insieme a pelliccia e interiora sparse a terra. L’insolita e macabra scena non è passata inosservata, portando alcuni cittadini a contattare immediatamente i carabinieri del 112 e la polizia locale.

La situazione è fascinosa e inquietante, e non è isolata. Sui social network, molti utenti hanno condiviso le loro esperienze, evidenziando un fenomeno che, a quanto sembra, è costante in diverse zone della capitale. “Su via Torre Jacova, settimana scorsa, ho trovato zampe e altri resti, credo di coniglio, erano stati buttati lì in un sacchetto che i cani randagi e le cornacchie hanno aperto, sparpagliando il contenuto lungo la strada”, ha commentato un cittadino, aggiungendo di aver rinvenuto anche ciò che sembrava essere la pelle di un gatto. “Che diamine sta succedendo?!”, si chiede preoccupato.

Le voci che circolano tra i residenti sono molte e crescenti, con alcuni che non escludono la possibilità di riti satanici o pratiche simili dietro a queste inquietanti scoperte. Il clima di allerta è palpabile, e la paura tra le persone aumenta. Rivendicazioni come queste, seppur basate su speculazioni, testimoniano un malessere che si insinua nel tessuto sociale, rendendo i cittadini sempre più ansiosi e diffidenti.

La situazione non è semplice e necessita di un’attenta analisi delle autorità. Gli agenti di polizia e i carabinieri sono chiamati non solo a indagare su questi eventi, ma anche a rassicurare la popolazione che esige sicurezza e chiarezza. Le istituzioni dovrebbero intervenire tempestivamente per fare luce sulla questione, prevenendo il diffondersi del panico tra i cittadini e garantendo la sicurezza di tutti.

In un mondo dove il rispetto per gli animali e l’ambiente dovrebbe essere una priorità, tali episodi mettono in evidenza la necessità di un intervento deciso e di campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione al rispetto delle vite e delle norme che regolano la convivenza civile.

Mentre le indagini avanzano, resta da sperare che simili episodi non si ripetano e che i cittadini possano tornare a vivere in serenità, senza l’ombra di eventi così inquietanti che minacciano la sicurezza e la tranquillità del loro quartiere.

Continua a leggere

Cronaca

Milano inaugura l’intera linea M4: la nuova metropolitana blu che collega Linate al centro città e oltre

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Un’opera epocale per la mobilità del capoluogo lombardo. Festa cittadina e dichiarazioni di orgoglio da parte del sindaco Sala e del ministro Salvini

La città di Milano festeggia l’inaugurazione della linea completa della M4, la metropolitana “blu” che collega l’aeroporto di Linate al centro cittadino, fino a San Cristoforo. Il sindaco Giuseppe Sala ha definito l’opera “epocale”, un traguardo importante per la città e per tutti coloro che hanno lavorato alla sua realizzazione. “È un’opera di grande dedizione e fatica, ma ci siamo arrivati. Questo non è un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza”, ha affermato Sala durante la cerimonia. La M4, dopo l’apertura della prima tratta Linate-San Babila nel luglio 2023, oggi si estende fino a San Cristoforo, unendo in maniera rapida e sostenibile l’est e l’ovest della città. In parallelo, si guarda già al futuro con il sogno della M6, una sesta linea per migliorare ulteriormente la mobilità cittadina.

Storia della M4: un’opera lunga e complessa

L’idea di costruire una nuova linea metropolitana a Milano, in particolare la M4, ha origini lontane. La proposta di un collegamento diretto tra l’aeroporto di Linate e il centro della città risale addirittura agli anni ’90. Tuttavia, tra progetti, pianificazioni e difficoltà finanziarie e burocratiche, i lavori veri e propri sono iniziati solo nel 2015. La M4 è stata pensata per essere completamente automatizzata e priva di conducente, con l’obiettivo di offrire un servizio rapido e moderno. Dopo anni di cantieri, ritardi dovuti anche alla pandemia di Covid-19, e continui lavori in corso nel cuore della città, la prima parte della linea è stata finalmente inaugurata a luglio 2023, collegando Linate a San Babila, una delle piazze centrali di Milano.

La svolta con il completamento: San Cristoforo finalmente connessa

L’inaugurazione della tratta fino a San Cristoforo, avvenuta a ottobre 2024, segna il completamento dell’intera linea M4, estendendo il servizio fino al quartiere ovest di Milano, lungo un percorso totale di 15 chilometri e 21 stazioni. Questa nuova linea, considerata la “quinta metropolitana” di Milano, permette di percorrere la distanza da Linate a San Cristoforo in soli 30 minuti, unendo est e ovest della città con un servizio efficiente e sostenibile, fondamentale per decongestionare il traffico milanese.

La M4 si inserisce nel contesto della crescente necessità di migliorare i trasporti pubblici e ridurre l’inquinamento. Il percorso sotterraneo ha richiesto una notevole sfida tecnica, con scavi eseguiti nel centro storico, un’area particolarmente complessa per via della densità degli edifici e dei servizi urbani. L’infrastruttura è stata concepita per integrarsi con le altre linee già esistenti, facilitando i collegamenti e offrendo nuove opportunità di mobilità urbana.

Una festa per Milano: musica e spettacoli lungo la tratta

Per celebrare questo grande risultato, la città ha organizzato una festa lungo tutta la linea M4. A partire dalle 13:30 del 12 ottobre 2024, artisti di strada, musicisti e performer hanno animato le tredici nuove stazioni e in particolare il mezzanino di San Babila, dove la metro blu si interseca con la linea rossa M1. Più di 40 artisti hanno preso parte agli eventi, che hanno incluso anche spettacoli in cinema e teatri situati lungo il percorso della nuova linea. Un vero e proprio giorno di festa per Milano e per i suoi cittadini.

Un traguardo importante per Webuild e l’industria italiana

L’opera della M4 rappresenta un importante successo anche per Webuild, l’azienda italiana che ha guidato la costruzione della linea. Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, ha dichiarato: “Per noi è un traguardo importante. Costruire 15 chilometri di metropolitana nel cuore di una città come Milano, in tempi relativamente brevi, è un risultato significativo, soprattutto considerando le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19”. Salini ha sottolineato l’orgoglio dei lavoratori che hanno partecipato a questo progetto, definendolo un esempio di come l’industria italiana possa competere a livello globale nella realizzazione di infrastrutture avanzate.

Salvini: “La M4 è simbolo della buona politica”

Anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha presenziato all’inaugurazione, sottolineando come la realizzazione della M4 rappresenti un esempio di buona politica: “È una bellissima giornata che unisce la buona politica. Almeno sulle infrastrutture, la politica non dovrebbe dividersi, perché si tratta di servizi per i cittadini”. Salvini ha poi annunciato il prossimo obiettivo per Milano: il prolungamento della M4 fino a Buccinasco e Baggio, ampliando ulteriormente la rete dei trasporti pubblici nella città metropolitana. “Milano è un modello”, ha aggiunto il ministro, evidenziando come la città stia crescendo rapidamente in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, che porteranno nuove infrastrutture e lasceranno in eredità importanti servizi per i cittadini, come lo studentato a prezzi calmierati.

Il futuro della mobilità milanese

La M4 rappresenta solo l’ultima tappa di un più ampio piano di sviluppo per la mobilità milanese. Il completamento della metropolitana blu, oltre a migliorare i collegamenti tra i quartieri della città, contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2, grazie a un mezzo di trasporto sostenibile e automatizzato. Con lo sguardo rivolto al futuro, Milano punta già alla progettazione della M6 e al continuo miglioramento delle sue reti di trasporto pubblico, consolidando il suo ruolo di città modello per l’innovazione e lo sviluppo urbano in Italia e nel mondo.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti