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Cronaca

Affittopoli in the building of the Diocese of Rome: new scandals and allegations of forgery [INVESTIGATION #2]

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After our August 30 investigation about “Affittopoli in the buildings of the Diocese of Rome,” numerous reports have come in calling further into question the management of the Diocese under Pope Francis. Very serious facts are now emerging that directly involve the Legal Office of the Vicariate of Rome, with allegations ranging from falsification of documents to administrative negligence.

The suspicious lease: the impossible timeline

Reports received indicate that, on July 19, during the signing of a new lease agreement, the vice-gerent and the notary Carlo Cavicchioni allegedly committed an act of ‘forgery’. In particular, the contract signed on that date included as ‘Annex A’ an extract of the minutes of the Diocesan Council for Economic Affairs (C.D.A.E.) dated July 2, approving the new lease agreement between the ‘Ospizio Ecclesiastico dei Cento Preti’ (Ecclesiastical Hospice of the Hundred Priests), represented by His Excellency Mons. Baldassare Reina, and the company ‘Wellington Polo Fashion Srl’ of the Argentinean businessman Safdie.

However, subsequent verifications revealed that the minutes in question were in fact drafted and approved only at the July 22 meeting, and not on July 2 as reported. This raises worrying questions: how was it possible to sign a contract three days before the minutes actually existed?

Illegitimate changes and contractual ambiguities

A further element of concern is related to the surety bond, which in the minutes approved on July 22 was supposed to be 50 percent bank and 50 percent insurance, as assured by the director of the Legal Office, Don Renato Tarantelli Baccari.

Instead, the signed contract has a clause that calls for a “bank and/or insurance” surety bond, which is clearly contrary to what the C.D.A.E. resolved.

The discrepancies do not end here. The contract’approval by the Board of Consultants on July 11, 2024, is surprising considering that on that date the C.D.A.E. had not yet approved anything final. This raises further doubts about the regularity of the procedures followed.

Legal actions coming up

Concerning these serious irregularities, we have been informed that legal action will be taken in civil and criminal courts to protect the interests of the Diocese of Rome. A request for the nullity of the lease deed is expected, considering that Mons. Reina, who signed the contract, could not have signed it under those circumstances. Explanations will also be sought from the chancellor Maria Teresa Romano, who allegedly authenticated a certified copy without possessing the signed original, declaring that the extract consisted of only two pages, when in reality surely given the importance of the matter it should have contained many more.

The Legal Office, under the direction of Don Renato Tarantelli Baccari, is at the center of these allegations. It is now asked to verify whether the statements Don Tarantelli made in the Economic Affairs Council and College of Consultors are consistent with what is stated in the signed contract.

The notary’s position and future consequences

Hence, also the notary Carlo Cavicchioni is under the crosshairs. The fact that he attached a nonexistent document to the contract and claimed to have viewed the original is an act that could lead to serious consequences. The competent bodies will be asked to initiate disciplinary proceedings against him, assessing possible civil and criminal liability.

A deafening silence

In this already complex scenario, the silence of the Internal Vigilance Commission, established with the entry into force of the new Apostolic Constitution, is surprising. Their absence from the scene is all the more inexplicable as questions and concerns about the transparency and legality of operations conducted within the Diocese of Rome accumulate.

Many may wonder what still needs to happen for Pope Francis to intervene, putting an end to a situation that now seems unbearable. Will this be the beginning of a new phase of transparency and justice within the Church of Rome? Or will people continue to turn a blind eye to increasingly evident irregularities?

The next developments will be decisive for the future of this affair and for the credibility of the diocese itself.

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Cronaca

Emanuela Bruni nuovo presidente della Fondazione MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo

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È Maria, detta Emanuela, Bruni frascatana classe 1960 la nuova presidente della Fondazione MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
La scelta è stata ufficializzata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione riunitosi oggi dopo la nomina di Alessandro Giuli come Ministro della Cultura.
La Bruni, giornalista professionista nonché scrittrice, è stata la prima Donna a presiedere l’Ufficio del Cerimoniale di Palazzo Chigi.
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana su nomina del presidente Carlo Azeglio Ciampi, di cui fu stretta collaboratrice in quanto responsabile della Comunicazione radiotelevisiva per l’ingresso nell’Euro, vanta un curriculum di alto spessore e profilo istituzionale: dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi per circa un decennio al coordinamento dell’attività dei Servizi del Cerimoniale Nazionale ed Internazionale.
Già assessore alla Cultura della città di Frascati, di cui oggi è consigliere comunale e presidente della Commissione Affari Istituzionali della città Tuscolana, la neopresidente Emanuela Bruni, laureata in lettere e con un Master in Comunicazione Istituzionale e Relazione con i Media per la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, è “giornalista di razza” passata attraverso le redazioni di testate importanti come “L’eco di Bergamo” ed il “Sole24Ore”.
Appassionata ed esperta di arte ed architettura è oggi nell’Ufficio Stampa dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.

Tra le sue pubblicazioni spiccano il “Piccolo dizionario delle italiane”, “La frascatana e le altre” e l’ultima sua opera, “Verde e antico” dedicata ai giardini ed ai paesaggi dei Castelli Romani.
La Bruni, negli ultimi anni, ha dato vita ad uno dei salotti letterari più importanti di Frascati e della provincia romana “Libri in Osteria” che ha ospitato autori del calibro di Angelo Polimeno Bottai, Luigi Contu, Riccardo Cucchi, Antonella Prenner, Michele Bovi e tanti tanti altri.

Giunga alla neopresidente Emanuela Bruni da parte della redazione de L’osservatore d’Italia l’augurio per un buon lavoro

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Cronaca

Scontro tra Bianca Berlinguer e Maria Rosaria Boccia: accuse e polemiche dopo la mancata intervista

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La conduttrice accusa Boccia di voler conoscere in anticipo le domande, mentre l’ex ospite lamenta una discussione trasformata in gossip e politica. La verità resta al centro di un acceso botta e risposta

Bianca Berlinguer, nota conduttrice, ha espresso il suo disappunto dopo la mancata intervista a Maria Rosaria Boccia, accusandola di aver chiesto anticipatamente le domande in forma scritta, cosa che non è mai stata concessa a nessun ospite. Secondo Berlinguer, questo sarebbe stato il vero motivo del contrasto tra le due, sfociato nella decisione di Boccia di non partecipare alla trasmissione È sempre Cartabianca.

Boccia, dal canto suo, ha risposto via Instagram, sostenendo che la trasmissione fosse orientata più a creare un dibattito politico e gossip piuttosto che ad ascoltare la sua verità. Inoltre, ha lamentato di essere stata trattenuta in camerino contro la sua volontà per due ore, un’accusa che Berlinguer ha definito “ridicola” e fuori luogo, dichiarando di non aver mai vissuto una situazione simile nei suoi 35 anni di carriera.

Le tensioni tra le due figure pubbliche si sono ulteriormente infiammate quando Berlinguer ha chiesto a Boccia prove concrete per sostenere affermazioni delicate riguardanti un colloquio tra Gennaro Sangiuliano e Arianna Meloni, suscitando reazioni di fastidio da parte dell’ex ospite, che ha accusato la conduttrice di non essere sufficientemente preparata sulla sua storia.

In un contesto di forti polemiche, la questione rimane aperta, lasciando spazio a diverse interpretazioni sui motivi del fallimento dell’intervista e su quanto avvenuto dietro le quinte.

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Ambiente

Tragedia sul Monte Bianco: Ritrovati i corpi di quattro alpinisti

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Due italiani e due coreani vittime della montagna. L’ultimo sogno realizzato sul Cervino prima del fatale destino

Un silenzio carico di dolore avvolge le pendici del Monte Bianco, dove ieri sono stati ritrovati i corpi senza vita di quattro alpinisti: due italiani e due coreani. Sara Stefanelli e Andrea Galimberti, i due connazionali di cui si erano perse le tracce dal 7 settembre, hanno trovato il loro ultimo riposo tra i ghiacci eterni della montagna che amavano.

Il tragico epilogo è giunto dopo giorni di angosciosa attesa e speranza. Le condizioni meteorologiche avverse avevano impedito per tre interminabili giorni il decollo degli elicotteri di soccorso. Solo ieri, con una schiarita, un elicottero del soccorso alpino francese è riuscito a levarsi in volo, portando alla luce la drammatica verità.

Etienne Rolland, comandante del Pghm di Chamonix, ha confermato che le due cordate sono state “rapidamente localizzate”, grazie alle informazioni sul loro probabile percorso e altitudine. Una conferma che rende ancora più straziante l’idea che i soccorritori sapessero dove cercare, ma fossero stati ostacolati dalle forze della natura.

La notizia ha scosso profondamente la comunità alpinistica e non solo. Sulla pagina Facebook di Andrea Galimberti, una cascata di messaggi di cordoglio ha sostituito le precedenti speranze di un lieto fine. Amici e conoscenti piangono ora la perdita di un appassionato alpinista e della sua compagna d’avventure, Sara.

Le ultime immagini condivise sui social dai due mostrano momenti di pura gioia sul Cervino, appena pochi giorni prima della tragedia. Scatti che ora assumono un significato quasi profetico, immortalando l’ultimo grande sogno realizzato insieme. Andrea descriveva con entusiasmo l’ascesa al Cervino compiuta il 3 settembre: “Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio”.

Queste parole, cariche di orgoglio e affetto, risuonano ora come un addio involontario, un testamento della passione che li univa e che li ha portati a sfidare le vette più impervie.

La tragedia sul Monte Bianco non ha risparmiato nemmeno i due alpinisti coreani, il cui destino si è intrecciato fatalmente con quello degli italiani. Quattro vite spezzate, quattro storie di passione per la montagna interrotte bruscamente.

Mentre la comunità alpinistica si stringe nel dolore, questa tragedia riaccende il dibattito sulla sicurezza in montagna e sui rischi che anche i più esperti corrono nell’affrontare le sfide delle alte quote. Il Monte Bianco, maestoso e implacabile, si conferma ancora una volta una bellezza tanto affascinante quanto pericolosa, capace di regalare emozioni uniche ma anche di reclamare un tributo altissimo.

Le indagini sulle cause precise dell’incidente sono ancora in corso, ma già si leva un coro unanime: quello della prevenzione e della prudenza, anche per i più esperti. Perché la montagna, nella sua immensa bellezza, resta sempre un ambiente che richiede il massimo rispetto e un’infinita cautela.

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