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Economia e Finanza

Agricoltura familiare, finaziamenti e investimenti: al via la creazione della nuova rete internazionale

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Tempo di lettura 2 minuti Ad annunciare il progetto il presidente (IFAD) Kanayo F. Nwanze e il v. ministro Enrico Morando

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di Gianfranco Nitti

Si chiama SAFIN (Rete per il finanziamento e gli investimenti a favore dell’agricoltura familiare) ed è la nuova rete internazionale lanciata con lo scopo di colmare il vuoto di 150 miliardi di dollari di finanziamenti necessari alla crescita e rafforzamento  dei piccoli produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo.   

L’annuncio della creazione del SAFIN è stato fatto dal presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) Kanayo F. Nwanze e dal viceministro dell’Economia e delle Finanze italiano Enrico Morando a chiusura dei lavori della conferenza internazionale "Investire nella trasformazione rurale inclusiva: approcci innovativi al finanziamento”, tenutasi a Roma.


La povertà e la mancanza di opportunità economiche nelle zone rurali determina la migrazione delle popolazioni dalle campagne alle città contribuendo all’instabilità e all’insicurezza alimentare. SAFIN riunirà in un’unica rete il settore privato e pubblico, quello filantropico, gli agricoltori e le imprese in modo che possano coordinare azioni e investimenti comuni volti a finanziare il mondo agricolo.


"Non servono solo più risorse, devono anche essere mirate in modo intelligente», ha spiegato Nwanze. E ha aggiunto: «Il risultato non sarà solo quello di migliorare le vite e la capacità di sussistenza delle popolazioni rurali, ma rappresenterà un vero e proprio miglioramento globale in termini di prosperità, benessere e sicurezza". "L'istituzione della SAFIN è un passo importante», ha detto Morando -, per la prima volta, rappresentanti governativi di alto profilo, istituzioni internazionali, organizzazioni non governative, società civile e settore privato lavoreranno "spalla a spalla" per condividere idee e procedure per rendere risorse e servizi finanziari disponibili ai piccoli agricoltori".


L’annuncio della nuova rete si colloca in un momento critico, caratterizzato da cambiamenti politici e crisi umanitarie (guerre, flussi migratori importanti, disastri naturali) che costringono a rivedere le priorità internazionali ed eventualmente a sottrarre finanziamenti destinati allo sviluppo. Tre quarti delle popolazioni più povere del pianeta vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo. La  maggioranza di loro  dipende  dalle piccole imprese agricole e dalle realtà ad esse associate. La mancanza di accesso ai servizi finanziari non permette loro di espandere  le proprie attività e quindi di avere redditi  dignitosi e di  sviluppare le economie delle comunità in cui vivono.


Le piccole e medie imprese delle aree rurali sono spesso considerate troppo grandi per avere accesso al micro credito ma troppo piccole per avere accesso a mutui da parte di banche commerciali che vedono i piccoli agricoltori e le piccole imprese agricole come investimenti rischiosi. "Grazie alla SAFIN, il problema delle piccole imprese agricole sarà reso noto al mondo intero e verranno trovate delle soluzioni», ha detto parlando a sostegno della Rete, Rupinder Singh Sodhi, amministratore delegato di Gujarat Co-operative Milk Marketing Federation in India. La conferenza è stata organizzata dall''IFAD assieme al Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano, la Brookings Institution e l'Università di Warwick.

 

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Economia e Finanza

Occupazione in crescita nel secondo trimestre: ISTAT registra numeri record, ma emergono sfide nel mercato del lavoro

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Il tasso di occupazione raggiunge livelli storici, ma si osserva una flessione nel lavoro a termine e un aumento dei costi del lavoro

Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, il mercato del lavoro italiano ha registrato segnali di crescita significativi nel secondo trimestre del 2024. Gli occupati sono aumentati di 124mila unità (+0,5%) rispetto al trimestre precedente, trainati dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+0,9%) e dei lavoratori indipendenti (+0,7%). Tuttavia, è emerso un calo dei dipendenti a termine, scesi del -1,9%.

Il tasso di occupazione ha raggiunto un record storico del 62,2% (+0,2 punti), il più alto mai registrato nelle serie storiche trimestrali dell’ISTAT. Parallelamente, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8%, il livello più basso mai raggiunto dopo il terzo trimestre del 2008, quando si attestò al 6,7%. Anche i dati provvisori di luglio 2024 confermano questo trend positivo, con un tasso di occupazione del 62,3% e una disoccupazione ulteriormente ridotta al 6,5%, il livello più basso dal marzo 2008.

La crescita dell’occupazione è stata sostenuta anche su base annua, con un incremento di 329mila unità (+1,4%), spinto soprattutto dai dipendenti stabili (+3,3%) e dai lavoratori autonomi (+0,6%). Al contrario, i lavoratori a termine hanno continuato a diminuire su base annua, segnando un calo del -6,7%.

Il costo del lavoro e le sfide del mercato

Nonostante la crescita occupazionale, il costo del lavoro ha subito un “consistente” aumento. Nel secondo trimestre del 2024, il costo del lavoro per Unità di Lavoro a tempo pieno (Ula) è aumentato dell’1,9% su base congiunturale e del 4,5% su base annua. Questo incremento è attribuito sia alla crescita delle retribuzioni (+1,7% trimestrale e +4,7% annuale) che dei contributi sociali (+2,4% trimestrale e +4,4% annuale). L’aumento delle retribuzioni è in gran parte legato ai rinnovi contrattuali, che hanno previsto consistenti erogazioni economiche per i lavoratori.

In parallelo, l’input di lavoro, misurato attraverso le ore lavorate, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, nonostante un aumento dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato riflette la crescita del PIL, che nel secondo trimestre ha registrato un +0,2% congiunturale e un +0,9% tendenziale.

Reazioni politiche: maggioranza e opposizione si confrontano

Il governo ha accolto con favore i dati diffusi dall’ISTAT, sottolineando la solidità della ripresa economica e l’efficacia delle politiche occupazionali messe in atto. Il Ministro del Lavoro ha dichiarato: “I dati confermano che siamo sulla strada giusta. La crescita del lavoro stabile, con un aumento dei contratti a tempo indeterminato, dimostra che le nostre misure a sostegno dell’occupazione e della stabilizzazione stanno dando i risultati sperati”. Il governo ha poi evidenziato come la riduzione del tasso di disoccupazione al 6,8% sia un segnale di fiducia nel sistema produttivo e una conferma del miglioramento delle condizioni economiche generali del Paese.

Tuttavia, l’opposizione ha espresso preoccupazioni sulla qualità del lavoro e sull’aumento del costo del lavoro. “Sebbene i numeri mostrino una crescita occupazionale, il problema resta la precarietà diffusa”, ha commentato un esponente dell’opposizione. “Il calo dei contratti a termine e l’aumento dei costi per le imprese sono segnali che non possiamo ignorare. Il governo dovrebbe affrontare seriamente il tema della sostenibilità del mercato del lavoro, evitando che il costo del lavoro diventi insostenibile per le piccole e medie imprese”.

Inoltre, alcuni esponenti di minoranza hanno sollevato dubbi sull’efficacia dei rinnovi contrattuali, sottolineando come l’aumento delle retribuzioni, pur positivo per i lavoratori, possa mettere sotto pressione le aziende, soprattutto in un contesto economico ancora incerto.

Un futuro da monitorare

La crescita dell’occupazione e la riduzione della disoccupazione rappresentano indubbiamente una buona notizia per l’economia italiana, ma le sfide restano. Il mercato del lavoro si trova di fronte alla necessità di stabilizzare ulteriormente i lavoratori precari e di affrontare l’aumento dei costi per le imprese. Le politiche economiche dei prossimi mesi dovranno bilanciare l’aumento della produttività con la sostenibilità del costo del lavoro, garantendo al contempo stabilità e sicurezza per i lavoratori.

Il dialogo tra governo, opposizione e parti sociali sarà cruciale per mantenere il mercato del lavoro italiano su una traiettoria di crescita stabile e inclusiva.

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Economia e Finanza

Manovra economica: Giorgetti illustra il quadro, dubbi su tetti agli emendamenti

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Il ministro dell’Economia spiega le difficoltà legate alle nuove regole europee. Tajani: “Grande unità di intenti nel Centrodestra”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto il punto sulla manovra economica in una riunione con i parlamentari della Lega, alla presenza di Matteo Salvini. “Ho illustrato ampiamente la cornice della manovra,” ha dichiarato Giorgetti, evidenziando le complessità del processo dovute alle nuove regole del Patto di Stabilità europeo. “Queste nuove norme rendono difficile non solo la preparazione del bilancio, ma anche la gestione degli emendamenti, poiché dobbiamo rispettare clausole stringenti riguardanti la spesa pubblica,” ha aggiunto il ministro. Tuttavia, ha precisato che al momento non sono stati discussi eventuali limiti sul numero di emendamenti.

Le dichiarazioni di Giorgetti giungono all’indomani di un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, durante il quale i leader del Centrodestra hanno discusso la Legge di Bilancio. In merito all’incontro, il vicepremier Antonio Tajani ha espresso ottimismo: “C’è grande unità di intenti nel Centrodestra, come ha dimostrato la riunione di ieri,” ha affermato Tajani in un’intervista. Tra i temi al centro della manovra, il taglio del cuneo fiscale e le privatizzazioni sono considerati prioritari per finanziare misure come l’aumento delle pensioni minime.

Il ruolo della Bce e la riduzione del debito

Tajani ha anche ribadito l’importanza di una strategia per la riduzione del debito pubblico, sottolineando la necessità di un taglio dei tassi di interesse almeno dello 0,50%. “È giunto il momento che la Bce si trasformi da guardiana dell’inflazione a una vera banca centrale che sostenga l’economia reale,” ha dichiarato.

Incontro con Forza Italia: conferme e proposte

Sempre nella giornata odierna, una delegazione di Forza Italia, composta dai capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, insieme a esponenti economici del partito, ha incontrato Giorgetti presso il Ministero dell’Economia per discutere l’impostazione della manovra. “Forza Italia ha espresso apprezzamento per la struttura della manovra, in linea con le indicazioni del segretario Antonio Tajani,” si legge in una nota del partito. Tra le priorità di FI, confermate durante l’incontro, vi sono il taglio del cuneo fiscale, la riduzione dell’Irpef e l’aumento delle pensioni minime.

Il confronto ha toccato anche temi come il costo dell’energia e la competitività delle imprese italiane. Forza Italia ha inoltre proposto di estendere le tutele al lavoro femminile, in particolare alle lavoratrici autonome, e di confermare il sostegno ai giovani con misure dedicate alla prima casa e all’inizio di nuove attività imprenditoriali. In conclusione, il partito ha ribadito l’importanza delle liberalizzazioni e della tassazione dei colossi del web, un tema che potrebbe essere esteso anche in ambito europeo.

Il dialogo tra governo e maggioranza proseguirà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di definire una manovra che tenga conto delle esigenze di crescita economica, stabilità finanziaria e rispetto delle nuove direttive europee.

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Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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