Connect with us

Cronaca

Al Pronto Soccorso di Mirandola continuano i disagi per i pazienti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Di Andrea Barbi

 

 “Il ProntoS occorso dell'Ospedale di Mirandola fa parte del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza (DIEU). Obiettivo principale del DIEU è assicurare un’assistenza tempestiva ed efficace al paziente in caso di emergenza-urgenza, sul territorio come in Ospedale. Questo avviene attraverso percorsi assistenziali altamente integrati fra tutte le componenti provinciali del sistema. L’impiego coordinato e sinergico delle professionalità è volto ad ottenere la migliore valutazione, stabilizzazione delle funzioni vitali e terapia possibili…”

Questo è quanto si legge sul sito internet dell’Ausl di Modena riguardo la struttura di Mirandola. Da diversi anni, purtroppo la situazione reale non corrisponde affatto a questa descrizione. l pronto soccorso del locale ospedale, infatti, è spesso al collasso; le persone non in gravissime condizioni (codice  rosso) sono costrette ad aspettare per tantissime ore in piedi, di essere visitate e il numero di ambulanze non è affatto sufficiente per coprire il bisogno in un territorio molto vasto. L’ultimo caso, che risale a qualche giorno fa,  è riuscito a suscitare un po’ di clamore tra la cittadinanza che ormai è abituata al disservizio, ma  è soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi simili.

Dopo svariate ore di attesa, nessun mezzo è stato reperito per un malato oncologico che è stato costretto a firmare l’uscita dal pronto soccorso del comune nella bassa modenese, farsi portare in auto da un parente a Modena (40km di distanza) e riaccreditarsi nel pronto soccorso del Policlinico del capoluogo di provincia.

Questo è quanto è successo ad un signore mirandolese 54enne, da diversi anni in cura per un tumore al polmone che si è presentato, a causa di un malore, al p.s. dell’ospedale Santa Maria Bianca dove ha ricevuto le prime cure. I medici avevano la necessità di svolgere un esame del sangue particolare e quindi hanno chiesto alla centrale operativa di inviare un mezzo per prelevare il campione di sangue e portarlo a Modena per i test di laboratorio. Purtroppo, per l’ennesima volta un servizio è stato negato ad un paziente.

“Una vera e propria follia!” denuncia il consigliere comunale  Antonio Platis, capogruppo Forza Italia nel comune di Mirandola. “Da oltre un anno abbiamo chiesto ad Ausl e Sindaco di stipulare una nuova convenzione con le varie associazioni e rafforzare il servizio di ambulanza intraospedaliera, invece non hanno fatto niente. Anzi, una cosa l’hanno fatta – osserva Platis – Hanno vietato agli operatori di Mirandola di chiamare un taxi locale per effettuare o le consegne delle provette ai laboratori di Baggiovara o per prelevare a Modena del sangue urgente per il Santa Maria Bianca. Questo – rincara il consigliere – non è un problema da poco perché non permette ai professionisti di poter svolgere il loro lavoro in modo completo ed efficace. Non solo. Agli occhi del paziente, non è concepibile non poter fare un esame del sangue. Urge – chiosa il consigliere azzurro – una convenzione con le Pubbliche Assistenze e un nuovo coordinamento dei servizi interni quali (trasporto sangue, esami urgenti, …). L’abbiamo chiesto a gran voce migliaia di volte ed era nella lunga fila degli impegni presi dal sindaco di Mirandola Maino Benatti (PD) per l’Ospedale di Mirandola, ma la situazione è la stessa da oltre un anno. Pensate – denuncia ancora Platis – che pochissimi giorni fa al Pronto Soccorso c’era un mio conoscente che, assieme ad altri due infortunati, è stato per diverse ore in barella. Tre barelle occupate nonostante i pazienti fossero stati dimessi dai medici del PS! Come è possibile? Erano tre casi di fratture e la prescrizione era quella di non alzarsi assolutamente in piedi. Purtroppo – nonostante avesse chiamato tutte le Pubbliche Assistenze da Modena a Bologna – nessuna era libera. Il servizio di ambulanza intraospedaliero, invece, può trasportare sangue e pazienti, ma non quelli con le dimissioni.  Morale, uno ha trovato un amico che l’ha caricato alla “bene meglio”, uno si è spazientito ed è andato via seduto e non coricato in barella come prescritto dai medici e l’altro ha aspettato le 20, cambio di turno dei volontari, per essere accompagnato a casa (era entrato in PS nove ore prima!). Quest’anno il Pronto Soccorso di Mirandola si avvia a sfondare la quota di 25.000 accessi e nel 2015 sono state quasi 3.000 le persone che si sono fermate nell’OBI, letti di osservazione breve in PS. Vista la mole di lavoro e, soprattutto, l’importante ruolo svolto a copertura dei 90.000 residenti dell’Area Nord della provincia di Modena, la politica e l’Ausl devono dare risposte chiare e precise in merito. All’ultima conferenza dei Capigruppi con il direttore Annichiarico ci siamo lasciati con l’impegno di avere tutti i dati sull’attività, sugli accessi, sulle criticità e sul personale. Oggi credo che questo confronto sia più urgente che mai. Sui due casi – conclude Platis – sarà presentata una specifica interrogazione”.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Guidonia Montecelio, guida senza patente e assicurazione con arnesi da scasso in macchina

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

I Carabinieri della Tenenza di Guidonia Montecelio hanno denunciato un uomo di 21 anni, gravemente indiziato del delitto di possesso ingiustificato di strumenti atti a forzare serrature.
Durante l’ordinaria attività di controllo del territorio volta anche a contrastare i furti in abitazione, i Carabinieri hanno fermato un’autovettura con a bordo il giovane che risultava non aver mai conseguito la patente. Visto il particolare stato di agitazione del 21enne, ben noto alle forze dell’ordine per aver commesso numerosi reati contro la persona ed il patrimonio, i Carabinieri hanno deciso di eseguire una perquisizione veicolare, rinvenendo diversi attrezzi per scassinare serrature, per i quali il 21enne non ha fornito spiegazioni utili a giustificarne il possesso. Il veicolo, inoltre, è risultato privo di copertura assicurativa.
Per la guida senza patente e con veicolo privo di assicurazione, il 21enne è stato sanzionato amministrativamente mentre per il possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Tivoli.

Continua a leggere

Cronaca

Esorcismo con rito islamico: morto un 43enne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

La causa della morte di un uomo di 43 anni a Salassa (Torino), non era, come si pensava, un’overdose di droga, ma il soffocamento durante un esorcismo con ritmo islamico.

L’hanno accertato le indagini dei carabinieri della compagnia di Ivrea, che hanno fermato l’ex coniuge, il fratello e lo zio della vittima. La donna è agli arresti domiciliari, gli uomini sono in carcere.

Le indagini hanno appurato che il 43enne era già dovuto ricorrere alle cure ospedaliere dopo un precedente rituale, guidato dallo zio. Vittima e fermati sono tutti di origine nordafricana.

Il tragico epilogo del rituale in un appartamento di Salassa, lo scorso 10 febbraio

La vittima era stata già sottoposta ad almeno due sedute di esorcismo con rito islamico, in quanto ritenuto dai propri congiunti posseduto dai demoni. I carabinieri, invece, hanno rivelato un’altra verità nonostante il tentativo dei sospettati di sviare le indagini. L’esito dell’autopsia ha poi stabilito la causa del decesso per soffocamento. Lo zio della vittima, figura di riferimento della comunità islamica di Cuorgnè, un altro Comune del Canavese, avrebbe guidato i rituali.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, operazione decoro alla stazione Termini: arrestata una persona e 13 denunciate

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

ROMA – Nella giornata di ieri è scattata un’attività di controllo dei Carabinieri del Comando Provinciale Roma nell’area della stazione ferroviaria Termini, finalizzata alla tutela del decoro e al contrasto di ogni forma di illegalità.
Decine di Carabinieri della Compagnia Roma Centro, supportati dai colleghi del Gruppo di Roma, hanno passato al setaccio l’area antistante la stazione, da piazza dei Cinquecento fino ai giardini Einaudi e sotto i portici adiacenti al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo, dove hanno rimosso numerosi giacigli di fortuna, lì ammassati come bivacco per senza fissa dimora.
In particolare, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno sanzionato 2 cittadine peruviane sorprese in via Enrico De Nicola dove avevano allestito la loro attività di rivendita di cibo pronto, completamente abusiva.
Le donne, infatti, stavano vendendo bottiglie di birra in vetro, lattine di bevande analcoliche e generi alimentari, contenuti in pentolame e confezioni di plastica già suddivise in porzioni.
Due i “punti vendita” al dettaglio, con relativi menù e prezzi, scoperti dai Carabinieri sul marciapiede antistante l’ingresso del complesso monumentale delle Terme di Diocleziano, sequestrate bibite e 240 kg di generi alimentari contenuti in pentolame e confezioni di plastica di varie dimensioni, il tutto sottoposto a sequestro amministrativo. A loro carico sono state elevate sanzioni pari a 10.000 euro.
Un 46enne peruviano è stato invece denunciato perché trovato in possesso di 72 capi di abbigliamento, ancora con i cartellini dei prezzi applicati, di dubbia provenienza.
I Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno poi arrestato un cittadino italiano, senza fissa dimora, bloccato appena dopo aver rubato alcuni capi di abbigliamento da un negozio all’interno della Galleria Forum Termini.
Altre 12 persone sono state denunciate a piede libero: quattro persone per tentato furto, una perché trovata in possesso di un coltello, una perché trovata in possesso di documenti di terze persone, due responsabili per inosservanza del divieto di ritorno nel comune di Roma e altre 4 responsabili di inosservanza del D.a.c.ur., emesso nei loro confronti dal Questore di Roma.
Durante l’attività i Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno anche eseguito numerosi posti di controllo alla circolazione stradale che hanno permesso l’identificazione di 173 persone e la verifica su 48 veicoli.



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti