ALBANO INCENERITORE, LA PROCURA DI ROMA INDAGA
L'inchiesta è nata dopo una denuncia per violazione del segreto industriale presentata qualche mese fa dai legali della società elvetica. Il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha affidato ai carabinieri del Noe l’incarico di accertare i fatti.
In base a quanto denunciato dalla Thermoselect, tra il 2005 e il 2006 vennero contattati da alcune società romane del settore per la vendita del brevetto. La trattativa non andò a buon fine ma poco dopo tempo alcuni ingegneri, depositari dei contenuti dei brevetto, furono assunti a Roma dalle aziende che smaltiscono i rifiuti.
Chiara Rai
La Procura di Roma sta indagando su un impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani costruito ad Albano Laziale (Castelli Romani). Al centro dell'attività dei PM, in un procedimento al momento senza ipotesi di reato o indagati, la supposizione di un brevetto, del valore di svariate centinaia di milioni di euro rubato alla Thermoselect, società svizzera, che permette di trasformare i rifiuti in energia elettrica e materiale inerte. Sembrerebbe certo che l’impianto sia il costruendo inceneritore di Albano che in sintesi è il fratello gemello dell’impianto di Malagrotta, esattamente della prima linea di Malagrotta che è stata in funzione dalla metà del 2009 fino ottobre 2011 data in cui l’impianto si è fermato in attesa che vengano realizzate altre due linee. L'inchiesta è nata dopo una denuncia per violazione del segreto industriale presentata qualche mese fa dai legali della società elvetica. Il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha affidato ai carabinieri del Noe l’incarico di accertare i fatti. C’è poi da dire che un precedente fascicolo era stato già archiviato ed è stato indispensabile il via libera del gip per riaprirlo. In base a quanto denunciato dalla Thermoselect, tra il 2005 e il 2006 vennero contattati da alcune società romane del settore per la vendita del brevetto. La trattativa non andò a buon fine ma poco dopo tempo alcuni ingegneri, depositari dei contenuti dei brevetto, furono assunti a Roma dalle aziende che smaltiscono i rifiuti. Di fatto secondo Pontina Ambiente e Colari di Cerroni il brevetto degli impianti apparterrebbero alla Jfe che ha circa sette impianti in giappone e pare abbia utilizzato in comodato i brevetti Thermoselect che per prima ha brevettato la gassificazione. Ci sarebbero stati in passato altri due impianti realizzati sullo stampo di Malagrotta e Albano: a Karlsruhe in Germania fu realizzato con brevetto svizzero, detenuto dalla società Thermoselect, in seguito fallita. Un decennio prima la stessa tecnologia fu sperimentata a Verbania con esito disastroso perché la magistratura si accorse che le acque furono contaminate e scattarono i sigilli all’intero sito e quell’impianto sperimentale venne demolito. Dunque è giusto che se la società elvetica rivendichi i propri diritti ma le preoccupazioni degli ambientalisti e comitati contro l’inceneritore aumentano: “Thermoselect fa bene a vantare i suoi diritti – dichiara Daniele Castri, membro del Coordinamento “No Inc” – ma di fatto la tecnologia Thermoselect in Europa non mi risulta sia garante della salute e sicurezza dei cittadini visti i due precedenti in Germania e Verbania. Possiamo quindi affermare che gli impianti di Malagrotta e Albano sono sicuri per la salute?”
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