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Roma

ALBANO INCENERITORE, LA TECNOLOGIA E LA RICERCA FUORI DALLA “CASA” DI CERRONI

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Tempo di lettura 5 minutiPontina Ambiente lascia fuori la porta i ricercatori e pure il nasometro

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Castri: “Se la discarica di Albano è gestita nel rispetto rigoroso dell’ attuazione della direttiva Europea in materia di discariche per rifiuti indifferenziati nonché del decreto Matteoli, ovvero del testo unico in materia ambientale, perché la Pontina Ambiente del Gruppo Cerroni ha negato l’accesso ai ricercatori e al naso-elettronico? Qual’è il timore della Pontina Ambiente srl? Non è interesse primario dell’azienda sgombrare il campo da ogni dubbio?”

 

Chiara Rai
I ricercatori del “Gruppo Sensori” dell’università Tor Vergata messi alla porta dalla società Pontina Ambiente, proprietaria della discarica di Albano. Queste indiscrezioni, trapelate dai corridoi della Asl RmH non vengono smentite dal professor Roberto Paolesse, ordinario di chimica a Tor Vergata che guida il gruppo di ricerca ed è anche l’inventore del cosiddetto “nasometro” strumento in grado di generare una mappa olfattiva della qualità dell’aria. “Spero si sia trattato di un semplice “difetto di comunicazione”. – Dice Paolesse –  I responsabili della discarica hanno detto e sostenuto più volte di non essere stati avvisati dalla Asl dell’ispezione. L’ispezione, difatti, non era concordata con la Pontina Ambiente. Spero, sinceramente che il problema si possa risolvere presto. Non vogliamo “stressare” la situazione. Credo sia interesse anche della stessa Pontina Ambiente srl sgombrare il campo da qualsiasi dubbio relativo alla presenza di molestie olfattive o, peggio, altro. Ripeto, spero che questa situazione si risolva presto”.  A dare notizia dell’alt al nasometro e ai ricercatori di Pontina Ambiente è il responsabile del Comitato “No Inc” Daniele Castri: “Se la discarica di Albano è gestita nel rispetto rigoroso dell’ attuazione della direttiva Europea in materia di discariche per rifiuti indifferenziati – dice Castri –  nonché del decreto Matteoli, ovvero del testo unico in materia ambientale, perché la Pontina Ambiente del Gruppo Cerroni ha negato l’accesso ai ricercatori e al naso-elettronico? Qual’è il timore della Pontina Ambiente srl? Non è interesse primario dell’azienda sgombrare il campo da ogni dubbio?”. Inoltre il gruppo di ricercatori, come sostiene Castri, ha sottoscritto un contratto di collaborazione tecnico-scientifica con la Asl RmH. Atto che conferisce ai ricercatori, quando accompagnati dai funzionari della Asl RmH in qualità di polizia giudiziaria come già avvenuto mercoledì scorso alla discarica di Roncigliano, il diritto dovere nonché la piena legittimità di svolgere tutte le indagini necessarie ed utili all’analisi della qualità dell’aria nei pressi del noto sito di smaltimento rifiuti dei Castelli Romani. Intanto Castri annuncia che nei prossimi giorni, esattamente 3,4 e 5 agosto daranno vita al “disc – camping”, ovvero allo stazionamento in campeggio nell’area della discarica. Una forma di protesta, ma anche un messaggio che sostanzialmente vuole dire “noi non abbassiamo la guardia”, diretto a quello che molti residenti vicino Roncigliano e componenti del comitato chiamano il “re dell’immondizia”. Immondizia che ha iniziato ad essere conferita in discarica nel lontano 1979, non a caso quello di Albano è il sito più antico di conferimento rifiuti italiano. Un’area di 80 ettari che, come d’accordi tra Asl e ricercatori di Tor Vergata, dev’essere passata al setaccio dal nasometro  con l’obbiettivo, riassunto bene dal professor Paolesse, di “verificare e misurare le molestie olfattive per procedere poi ad una serie di misure in continuo delle emissione olfattive generate dalla presenza dei rifiuti. Con l’ausilio del naso-elettronico riusciamo a definire quantitativamente e qualitativamente le caratteristiche chimiche della molestia olfattiva”. I ricercatori intendono, in seguito e auspicando in una risoluzione delle “incomprensioni” con la Pontina Ambiente, procedere a campionamenti gassomatografici per capire la tipologia specifica delle emissioni.  Intanto arrivano suggerimenti dal mondo dell’ambiente: Sergio Marchetti consulente di multinazionali del settore non esita a provocare gli amministratori locali rispetto alla poca informazione che viene data su impianti “made in Italy” capaci di differenziare il 100 per cento dei rifiuti a costo zero. “E’ possibile – sostiene Marchetti –  semplicemente utilizzando le nuovissime tecnologie che compongono un Complesso Ecologico Polivalente, il quale può lavorare da 100 a 7 mila tonnellate di rifiuti al giorno per ogni singolo impianto, che non richiede costi di costruzione, di conferimento, di gestione, né contributi pubblici, perché si “autoripaga” con la selezione del 100% dei prodotti che vende o lavora direttamente e in più non inquina, perché opera a freddo senza combustione”.

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