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Roma

ALBANO INCENERITORE, NO INC: PARTITO QUESTA MATTINA ESPOSTO PENALE ALLE PROCURE DI ROMA E VELLETRI, ALLA DIA E ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE

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Tempo di lettura 8 minuti Lo scopo è quello di escludere che vi siano stati condizionamenti ai danni dell’Amministrazione comunale di Albano che ne abbiano condizionato l’indipendenza e l’autonomia.

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Redazione

Albano (RM) – “Il No Inc deposita alle Procure di Roma e Velletri, alla D.I.A. ed alla Commissione Parlamentare connessa alla Legalità del Ciclo dei Rifiuti, un esposto penale relativo alla trattativa economica – ma non solo –  avvenuta nei mesi di Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto 2012 tra il Sindaco di Albano, Nicola Marini, e il dimissionario amministratore delegato della Pontina Ambiente di Cerroni, Ing. Francesco Rando. – Fa sapere attraverso una nota Daniele Castri referente legale del No Inc. – Lo scopo dell’esposto penale, – prosegue la nota di Castri –  è quello di escludere che vi siano stati condizionamenti ai danni dell’Amministrazione comunale di Albano che ne abbiano condizionato l’indipendenza e l’autonomia.

Pochi giorni fa l’amministrazione comunale di Albano ha pubblicato, sul proprio sito internet, la famigerata lettera inviata il 12 Novembre scorso dal monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni al Sindaco Nicola Marini e, per conoscenza, agli altri nove primi cittadini di bacino.

Una missiva inaccettabile, nei toni e nei contenuti. Il “re della monnezza” lamenta la partecipazione del Sindaco di Albano al corteo contro l’inceneritore del 20 Ottobre che ha portato, per la decima volta, il popolo No Inc per le strade dei Castelli Romani. Una nuova pressione indebita esercitata, questa volta, nei confronti di liberi e massimi rappresentanti istituzionali locali. Una pressione ancora peggiore, se possibile, di quella subita appena pochi mesi fa da alcune testate di informazione (cartacee ed on line), giornalisti  ed attivisti locali.

Lo è ancor di più, certo, a seguito delle recenti “dimissioni irrevocabili” del plenipotenziario amministratore delegato della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, braccio destro di Cerroni, citato cum onorem anche nella scandalosa lettera al Sindaco Marini.

Proprio l’Ing. Rando che, fino alle dimissioni dello scorso 19 Novembre, era a capo di società coinvolte, a vario titolo,  in ipotesi di reati penali non certo trascurabili, quali: associazione a delinquere, sovrafatturazione ai danni dei Comuni dei Castelli Romani (per una cifra superiore ai nove milioni di euro), estorsione, truffa, traffico illecito di rifiuti. Reati per i quali è previsto anche l’arresto. Dalle diffuse e mai smentite indiscrezioni giornalistiche risulta coinvolta, tra l’altro, proprio la stessa Pontina Ambiente di Albano.

Dispiace constatare, non senza amarezza, come la nota ufficiale sull’affaire rifiuti diramata dal Sindaco Marini il 24 Novembre, non faccia menzione alcuna alla vergognosa lettera di Cerroni ma, viceversa, si riferisca esclusivamente a pretesi “fatti ed atti … prodotti collegialmente dai sindaci di bacino”.
A tal proposito, riteniamo utile ricordare che lo scorso 2 Aprile 2012, subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato relativa all’inceneritore di Albano, venne convocata dal Sindaco di Albano una apposita Conferenza dei Sindaci. Conferenza in cui si decretò di intraprendere una doppia opposizione legale all’impianto di Roncigliano. Un percorso distinto da quello del Comitato No Inc, che prevedeva sia un ricorso alla UE – più volte pre-annunciato alla cittadinanza, alla stampa e all’opinione pubblica  – sia un ricorso al Tribunale Civile. Seguì, dopo pochi giorni, la sola delibera di giunta relativa al “Ricorso alla Corte di Giustizia Europea avverso la costruzione del termovalorizzatore in località Cecchina”.

Va sottolineato, inoltre, che nelle settimane immediatamente successive, il Sindaco Nicola Marini ed il delegato ai rifiuti Luca Andreassi, non convocarono alcuna conferenza dei Sindaci di bacino, consiglio comunale, riunione di giunta, di maggioranza o dei capigruppo sul tema inceneritore. E’, quindi, con un vero e proprio colpo di scena che il 5 Giugno 2012, nel corso d’un incontro pubblico (di cui esiste registrazione, ora agli atti delle Procure) tra il Sindaco Marini, il delegato ai rifiuti Andreassi ed il comitato No Inc, che venne resa nota la decisione dell’Amministrazione di non voler affatto presentare il tanto preannunciato ricorso alla UE.

La motivazione è che vi sarebbero state, a detta dello studio legale consultato,  “poche possibilità di vincere”.  La notizia esplose al punto di finire, tra l’altro, anche sul Messaggero del 6 Giugno 2012. Una scelta, quindi, quella dell’Amministrazione di Albano, tutt’altro che collegiale. Anzi, assolutamente isolata e comunicata agli altri Sindaci di bacino solo il 22 Giugno 2012 . Tra l’altro, il parere dello studio legale – redatto senza una determina d’incarico della dirigente competente (!) – risulta privo della data, del timbro e della firma degli avvocati estensori nonché, cosa insolita, d’un protocollo d’uscita (dello studio incaricato) e d’entrata (comunale)

Come se ciò non bastasse, il Sindaco Marini ed il delegato ai rifiuti Andreassi, non hanno mai fatto menzione a ulteriori azioni legali praticabili. Infatti, pur ammesse le perplessità verso la riuscita d’un ricorso presso la “Corte di Giustizia Europea di Bruxelles” (Belgio), non è stata minimamente presa in considerazione la possibilità di ricorrere anche alla “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” (Francia)  che si occupa, tra le altre cose, di assicurare il rispetto del diritto alla salute e del diritto dei cittadini e delle cittadine di vivere in un ambiente salubre. Né, tantomeno, l’altra opzione, non certo trascurabile, prevista dall’art. 111, 8º comma, della Costituzione Italiana, ossia il ricorso alla “Suprema Corte di Cassazione” contro la sentenza del Consiglio di Stato. Al contrario, nonostante siano trascorsi più di otto lunghi mesi dalla famigerata sentenza del Consiglio di Stato, l’Amministrazione Marini non ha ancora prodotto un solo atto amministrativo o giuridico di reale contrarietà alla costruzione dell’inceneritore. Contestualmente, nel corso dei mesi di Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto 2012, il Sindaco Nicola Marini e l’amministratore unico dimissionario della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, sono stati impegnati in una lunga e complessa trattativa economica – ma non solo – necessaria ad evitare che il Comune di Albano andasse in fallimento. Trattativa avvenuta non senza ostacoli. – Castri conclude la nota – A causa di queste singolari coincidenze di tempi e circostanze, il No Inc ha ritenuto di rimettere tutti questi “atti e fatti” all’attenzione della Procura di Roma, della Procura di Velletri e della D.I.A . (Direzione Investigativa Antimafia) con un apposito esposto penale. Enti già impegnati, a vario titolo – come emerso ampliamente sulla stampa – sul tema legalità dei rifiuti ai Castelli Romani. Lo scopo è quello di escludere che vi siano stati condizionamenti ai danni dell’Amministrazione comunale di Albano che ne abbiano condizionato l’indipendenza e l’autonomia . L’esposto penale è stato inviato anche, per conoscenza, alla Commissione parlamentare connessa alla legalità del ciclo dei rifiuti."

tabella PRECEDENTI: 

  27/11/2012 ALBANO INCENERITORE, NO INC: PARTE LA SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA PER LA RACCOLTA DI FONDI NECESSARI AL RICORSO CONTRO LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

20/11/2012 ALBANO INCENERITORE, INDAGINI PROCURA DI ROMA: SALTANO LE PRIME POLTRONE. SI DIMETTE L'AMMINISTRATORE DI PONTINA AMBIENTE

21/10/2012 ALBANO CORTEO CONTRO L'INCENERITORE: "NO, NO, STAVOLTA NON CI STO O LA RACCOLTA PORTA A PORTA OPPURE LA RIVOLTA!"

19/10/2012 ALBANO, SABATO CORTEO CONTRO L'INCENERITORE

    27/09/2012 ALBANO STRISCIONE CONTRO INCENERITORE, NOBILIO: "SE NON CI FOSSE DA PIANGERE VERREBBE DA RIDERE!"

 

 

 

Castelli Romani

Castel Gandolfo, nuova area attrezzata sul lungolago nel degrado: “Questione di competenze”

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Il sindaco di Castel Gandolfo è al corrente della situazione e si augura di poter presto fornire aggiornamenti

C’è una situazione di assenza di decoro dovuta a gestione di competenze tra Enti. Cestini con l’immondizia che straripa e finisce a terra, erba incolta un po’ ovunque, vecchi abiti buttati vicino la fontana e ragazzi che, nonostante il degrado fanno lo slalom con i cani al guinzaglio, si allenano nella palestra a cielo aperto con affaccio lago, leggono un libro su una panchina.

Il nuovo parco e area attrezzata in via dei Pescatori sul lungolago di Castel Gandolfo è in completo abbandono. Da oltre quindici giorni si lamentano diversi residenti e assidui frequentatori della passeggiata: «Non capiamo perché non puliscono». Inoltre nel parcheggio vicino, un’area grande piena di buche e senza segnaletica a terra, parcheggiano le auto senza sapere che gli stalli sono a pagamento: «Io e mio marito- racconta una signora anziana- abbiamo parcheggiato di fronte al parco che è in totale degrado e ci hanno fatto anche la multa perché in realtà anche se le strisce blu non si vedono i posti sono a pagamento, se sembra una cosa normale questa…».

Di fatto sembra esserci un intoppo burocratico alla fonte di questa situazione: l’area con l’erba alta e l’immondizia è sulla carta ancora un “cantiere” di competenza della Regione e gli stessi lavori sono stati eseguiti dalla Regione Lazio.

Nei fatti il nuovo sito è sorto al posto delle vecchie tribune olimpiche realizzate nel 1960 per le gare di canoa e poi abbandonate.

Dopo lo smantellamento delle strutture e la bonifica, l’anno scorso sono stati avviati i lavori che hanno portato alla realizzazione di  un campo polivalente, un mini impianto per l’atletica leggera, un’area attrezzata per il fitness e un’area di sosta verde.

Tutta quest’area è stata finanziata dalla Regione, per 850 mila euro, grazie a un tavolo avviato circa sei anni fa dal Comune, il Demanio, il Coni ed il Parco regionale dei Castelli Romani.

Il sindaco di Castel Gandolfo è al corrente della situazione e si augura di poter presto fornire aggiornamenti: «Un cantiere viene consegnato con tutte le carte in regola – dice il primo cittadino- il nostro ufficio sta verificando la completezza degli atti con gli uffici regionali per poi passare alla fase successiva».

Insomma allo stato attuale nel sito non si potrebbe entrare perché è ancora un cantiere non inaugurato e senza le consegne effettuare tra Regione e Comune, non ci sono segnaletiche sufficientemente adeguate che interdicano il sito e perciò le persone ci entrano e il Comune di fatto non può manutenerlo perché la proprietà non è ancora del municipio ma può prevedere pulizie straordinarie che richiedono impiego di somme maggiori e permessi vari da chiedere preventivamente alla Regione. E intanto incalza la bella stagione.



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Roma

Roma, un auto fa esplodere una palazzina di sette piani: un morto e almeno 17 feriti

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C’è una vittima nell’incendio che si è sviluppato in una palazzina di sette piani in via D’Onofrio a Roma.

Si tratta di un uomo il cui corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco sulle scale del palazzo.

L’uomo sarebbe stato ucciso dal fumo che si è sprigionato dall’incendio. E’ al momento 17 il numero dei feriti, tra intossicati e ustionati. Sette, secondo fonti della questura di Roma, sono le persone rimaste ustionate e, di queste, tre sono ricoverate in gravi condizioni all’ospedale Sant’Eugenio. Dieci sono invece le persone rimaste intossicate dal fumo. Sul posto dove si è sviluppato l’incendio è arrivato il pm di turno esterno della procura di Roma per un sopralluogo.

Nell’edificio andato a fuoco, all’incrocio con Largo Nino Franchellucci, sono in corso lavori di ristrutturazione. Le fiamme hanno coinvolto circa sette piani. A quanto si apprende, i vigili del fuoco hanno estratto persone con “complicazioni respiratorie”, mentre altre sono state affidate ai sanitari. I vigili del fuoco sono all’opera con con varie squadre e diversi mezzi, tra cui due autobotti e due autoscale.

L’incendio – a quanto si è appreso da fonti dei soccorritori – sarebbe partito da un’auto che era parcheggiata sotto l’edificio. Le fiamme della vettura avrebbero innescato l’esplosione di alcune bombole di acetilene presenti nel cantiere che a sua volta avrebbero coinvolto anche l’impalcatura.

Sono tre le scale del palazzo di sette piani interessate dall’incendio scoppiato nell’edificio a Colli Aniene. Lo ha detto il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Alessandro Paola facendo un punto sull’intervento in corso in via d’Onofrio e confermando che al momento c’è una vittima accertata. “Dobbiamo ancora chiudere l’intervento – ha spiegato – stiamo facendo delle verifiche per vedere se ci fosse ancora qualcuno all’interno e successivamente faremo un controllo accurato su tutti gli appartamenti”. E “solo al termine di queste operazioni potremo dire” se sarà possibile rientrare nelle abitazioni. Quanto alle cause, il comandante ha sottolineato che “al momento non è ancora possibile stabilire da dove sia partito l’incendio” e ha confermato che ci sono state due tre esplosioni prima che le fiamme avvolgessero l’impalcatura dello stabile, sul quale erano in corso lavori di ristrutturazione.

Rocca: “Sono ore terribili, il bilancio delle vittime potrebbe crescere”
“Sono minuti, ore terribili, quelle che sta vivendo Colli Aniene in questo giorno di Festa. In via Edoardo d’Onofrio, a Roma, un palazzo in ristrutturazione ha preso fuoco. Tanti i feriti, anche gravi, e al momento una vittima accertata. Ma si teme che il bilancio possa crescere. Esprimo il più vivo cordoglio, a nome della Giunta regionale, alla famiglia della vittima dell’incendio e la più sentita solidarietà ai feriti e ai loro familiari. Voglio anche ringraziare i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine, le donne e gli uomini del 118 e i tanti operatori sanitari del Policlinico Umberto I, del San Giovanni e del S. Eugenio impegnati senza sosta nelle cure. Sto seguendo le operazioni di soccorso e continuerò a farlo”. Lo dichiara in una nota Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio.

“Stiamo allestendo la tendopoli all’Istituto Croce e al Palalevante”. Lo scrive su Facebook il presidente del Municipio IV Massimiliano Umberti, in merito all’incendio della palazzina a Colli Aniene. Umberti usa i social per aggiornare sullo stato dell’incendio: “Un morto confermato due ustionati gravi al Sant’Eugenio” scrive verso le 16,20. E poco prima: “Ci sono due scale completamente andate a fuoco. Ci sono porte ancora non aperte dai vigili del fuoco, chiunque di proprietario ha le chiavi le venga a portare altrimenti vanno forzate le porte”. “Un disastro – scrive in un altro post – abbiamo aperto l’unità di crisi”.

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Cronaca

Trevignano, anche il Parco avvia un procedimento: vuole che sia tolta la recinzione che delimita lo pseudo santuario

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Il Parco ha revocato il nulla osta che precedentemente autorizzava la recinzione nell’area della preghiera che era stata richiesta dalla Onlus anche per motivi di invasione dei cinghiali.

Il 31 maggio è stata notificata alla Associazione Madonna di Trevignano E.T.S., la comunicazione di avvio del procedimento teso all’annullamento in autotutela del nulla osta rilasciato il 09 dicembre del 2019 per la realizzazione di “una recinzione in pali di castagno e rete metallica e la piantumazione di essenze arboree ed arbustive” su un terreno di proprietà della “Madonna di Trevignano E.T.S.” in località Campo Le Rose nel Comune di Trevignano Romano.
Dopo la rimozione del gazebo proseguono quindi incessantemente le attività amministrative e
giudiziarie che l’amministrazione dell’Ente Parco ha già da tempo messo in atto affinché, sul luogo delle presunte apparizioni, sia ripristinata completamente la legalità.
Ora, l’Associazione dovrà rimuovere anche la recinzione, e i presupposti di questa scelta sono il frutto della necessaria attività istruttoria propedeutica, partita i primi mesi dell’anno ben prima dell’interesse mediatico, quando, l’Ente Parco non ha rilasciato analoghi pareri favorevoli per recintare i terreni limitrofi dell’Associazione ed è stato possibile accertare come, le motivazioni addotte come sostanziali ai fini del rilascio del nulla osta del 2019 fossero evidentemente, come specifica la norma, frutto di “falsa rappresentazioni dei fatti” (che costituisce infatti uno dei requisiti richiesti per l’annullamento in autotutela).
Di fatto, tali condizioni, che all’atto del rilascio del N.O. nel dicembre 2019, non si rilevavano, hanno impedito una fase istruttoria del procedimento che potesse tener conto delle reali intenzioni dei soggetti proponenti.
All’avvio del procedimento volto all’annullamento d’ufficio del Nulla Osta del 09/12/2019 prot.
AP3342 affetto da vizio di legittimità, seguiranno gli atti consequenziali necessari alla rimozione della recinzione.
Naturalmente si procederà in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Trevignano Romano e rimane pertanto invariato l’obbligo, in capo all’Associazione, di provvedere ad eliminare tutti gli ulteriori abusi contestati, ai quali si aggiungerà anche la recinzione.

E sempre la Onlus presieduta da Gianni Cardia ha fatto ricorso al TAR rispetto all’ordinanza del Comune che intima la demolizione delle opere abusive tra cui la teca con la Madonna. Quindi a breve il giudice amministrativo regionale sarà chiamato a decidere se la teca e gli arredi piantati a terra su terreno agricolo è vincolato potranno restare o dovranno essere rimossi. Nel frattempo per il raduno del Rosario di domani, la sindaca di Trevignano Claudia Maciucchi ha nuovamente allertato la Prefettura per chiedere il consueto ausilio di forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza oltre al regolare controllo dei carabinieri e polizia locale che viene puntualmente effettuato

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