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ALBANO INCENERITORE, OGGI LA CONFERENZA DEI SINDACI. TRA I PUNTI PIU' IMPORTANTI: RICORSO ALLA CEDU

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Redazione

Albano (RM) – Oggi 9 gennaio alle ore 12,30, presso la sede del Comune di Albano Laziale, si terrà una nuova conferenza dei Sindaci di bacino sul tema Inceneritore dei Castelli Romani. Diversi, come noto, i punti all’ordine del giorno già ampiamente discussi, nelle scorse settimane, sia da parte del Comitato No Inc sia da parte di noti esponenti politici locali, tra cui il Consigliere Comunale della FDS Salvatore Tedone e Simone Carabella del PD di Albano.

Tra i punti più importanti il ricorso alla CEDU contro l’Inceneritore dei Castelli Romani. "Nonostante le incomprensibili e ripetute resistenze da parte del Sindaco di Albano Nicola Marini e del delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, altri comuni italiani hanno invece recentemente ritenuto opportuno ricorrere  all'organo di giustizia europeo per difendere i diritti dei loro cittadini. In modo particolare si tratta dei Comuni di Mezzocorona e Lavis che,  dopo aver esperito senza successo due tentativi di ricorsi al Tar del Trentino ed al Consiglio di Stato, hanno presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali contro l’inceneritore di Trento, con tanto di delibera di giunta. – Dichiara Daniele Castri referente legale del Comitato No Inc – Il ricorso è stato pre-valutato da apposita commissione CEDU ed accolto al giudizio, – prosegue la nota –  attualmente in corso di svolgimento. Sembrano, quindi, vane e pretestuose le resistenze dell’Amministrazione Marini.

A maggior ragione, alla luce della recente costituzione “ad adiuvandum” del Sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini, a sostegno del ricorso dei residenti di Roncigliano e del Comitato No Inc, sottoscritto da circa 3000 cittadini dei Castelli Romani nel corso del partecipatissimo corteo del 20 Ottobre scorso. Anche questa nuova azione legale dell’Amministrazione genzanese “a sostegno” del ricorso alla CEDU, è stata pre-valutata positivamente ed accolta al giudizio.

Altro punto all’ordine del giorno, è la tanto sofferta caratterizzazione interna alla discarica di Roncigliano, richiesta il lontano 18 Novembre 2011 dall’Arpa Lazio e mai intrapresa. Anche in questo caso, il Sindaco Marini ed il delegato ai rifiuti Andreassi non hanno ritenuto di dover prendere posizione sostenendo, al contrario, che la relativa competenza spetti solo alla Regione Lazio.

Peccato, però, che l’art. 250 del Testo Unico Ambientale (cfr, Decreto Matteoli, D.Lgs. n. 152/2006, Titolo V°, Doc. n. 3) stabilisca, inequivocabilmente, che nel caso in cui gli altri Enti pubblici responsabili non si occupino tempestivamente degli adempimenti relativi alla caratterizzazione geologica ed idrogeologica (art. 242, comma 3) del sito , all’analisi rischio sito (art. 242 comma 4) e alla successiva bonifica (art. 242, comma 7), “tali procedure ed interventi sono realizzati d’Ufficio dal Comune territorialmente competente …”

Come noto, nei 15 mesi già trascorsi dalla richiesta dell’Arpa Lazio, la Regione Lazio non ha mostrato alcuna volontà di portare a termine tali adempimenti. Ci stupisce non poco, quindi, che nella delibera di giunta n. 219 del 7 Dicembre 2012  (Doc. n. 4) l’Amministrazione Marini si limiti a richiedere l’analisi delle acque di circa “25 o 30 pozzi” solo esterni alla discarica di Roncigliano impegnando, tra l’altro, una spesa pari a ben 30 mila euro.

Pare opportuno ricordare che dal 2008, ogni anno, la Asl RmH e l’Arpa Lazio compiono già regolarmente – a costo zero per il Comune di Albano – analisi approfondite relative proprio alla qualità delle acque dei pozzi esterni alla discarica di Roncigliano.
Non capiamo, a questo punto, il senso della delibera dell’Amministrazione Marini visto che la Asl, per le competenze igienico-sanitarie, e l’Arpa, per quelle ambientali, si stanno già occupando con esiti positivi del monitoraggio della qualità della acque dei pozzi esterni alla discarica.

Infine, auspichiamo – conclude la nota di Castri –  che la Conferenza dei Sindaci di bacino proceda, quanto prima, anche nel:
1)    Richiedere alla Regione Lazio, con estrema urgenza (ai sensi del D.Lgs. 59/2005), la riapertura immediata della procedura di Autorizzazione Ambientale B-3694 del 13 Agosto 2009 relativa all’Inceneritore di Albano, per chiederne l’annullamento in virtù di nuove condizioni ambientali ed igienico-sanitarie.
2)    Richiedere al Gestore del Servizio Elettrico, GSE, la copia della Convenzione Preliminare stipulata nel Giugno 2009 tra il CO.E.MA. ed il GSE, che permetterebbe al Consorzio di Cerroni, Acea ed Ama di usufruire dei certificati verdi per l’energia elettrica prodotta dal mega forno brucia rifiuti dei Castelli Romani.
Auspichiamo, ancora una volta, che, in nome dei “principi di trasparenza e legalità  come metodo di governo”, la conferenza di oggi si tenga a porte aperte."

tabella PRECEDENTI: 

   13/12/2012 ALBANO, INCENERITORE: QUANDO SI FA L'IMPOSSIBILE E SI OTTIENE L'INIMMAGINABILE

   11/12/2012 ALBANO LAZIALE INCENERITORE, I SINDACI SOTTOSCRIVONO: BONIFICA E CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA E' DI COMPETENZA DELLA REGIONE

   07/12/2012 ALBANO INCENERITORE: IL NO INC CHIEDE AL SINDACO CHE LA PROSSIMA CONFERENZA DEI SINDACI SI TENGA A PORTE APERTE

  06/12/2012 ALBANO INCENERITORE, LITE TRA NO INC E SINDACO DI ALBANO: CARABELLA (PD) CHIEDE UN DIRETTIVO PUBBLICO STRAORDINARIO


 

Castelli Romani

Artena, coppia ruba 100 pacchetti di sigarette: arrestati a Valmontone

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Nella notte i Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato una coppia di conviventi, un uomo 47 anni e una donna 33, domiciliata ad Artena, già nota alle forze dell’ordine, indiziati fortemente di furto aggravato di tabacchi all’interno di un bar di Via Latina.

Nello specifico, i militari della Stazione di Artena, ricevuta la segnalazione dalla Centrale Operativa di un furto all’interno di un bar, hanno raggiunto rapidamente sul posto e alla presenza del titolare dell’attività eseguivano un minuzioso sopralluogo visionando le immagini del sistema di video-sorveglianza ritraenti due persone, uomo e una donna, parzialmente travisate che, dopo aver forzato la serranda e la porta di ingresso, si sono introdotti  all’interno impossessandosi di circa 100 pacchetti di sigarette per poi darsi alla fuga poco istanti prima che il titolare sopraggiungesse sul posto.

Le immediate ricerche diramate, grazie anche alla descrizione dell’autovettura utilizzata dai malviventi fornita dal titolare dell’attività, consentivano ai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Colleferro di rintracciare, nel giro di poche decine di minuti, nel limitrofo comune di Valmontone, l’autovettura segnalata con a bordo il 47enne e la 33enne che sottoposti a perquisizione personale sono stati trovati in possesso dell’intera refurtiva e degli arnesi da scasso.

I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito i video delle telecamere di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui la coppia si impossessava della refurtiva. 

Tutti i tabacchi rinvenuti, sono stati restituiti al proprietario dell’esercizio commerciale, mentre i due verranno giudicati nella mattinata odierna, con rito direttissimo, dinanzi al Tribunale di Velletri.

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Castelli Romani

Monte Compatri: due arresti per rapina, lesioni, estorsione e furto

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MONTE COMPATRI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno arrestato due cittadini del posto, un 48enne e 44enne, già noti alle forze dell’ordine, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri per i reati di rapina, lesioni personali, estorsione e furto.
Il provvedimento è stato emesso a seguito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, scattate dalla denuncia presentata ai Carabinieri da parte di un 46enne romano residente a Monte Compatri, anche lui con precedenti, che riferiva di essere vittima di una serie di episodi violenti da parte dei due indagati che lo accusavano del mancato saldo di un debito, di circa euro 1.200, che però il 46enne riferiva di aver sanato.
In particolare, l’uomo ha raccontato di aver chiesto un prestito a due suoi conoscenti e, nonostante lo avesse saldato – con ricariche PostePay documentabili – sarebbe stato preso di mira dai due che pretendevano altro denaro, nonostante avesse già restituito circa 1.600 euro, ben oltre la somma ricevuta. Sempre secondo quanto denunciato, in più occasioni, sarebbe stato avvicinato dagli indagati e minacciato fino a quando, la notte tra il 17 e 18 aprile scorso, sarebbe stato raggiunto presso la sua abitazione e aggredito con pugni al volto e al petto, riportando 25 giorni di prognosi. In quella occasione, i due indagati riuscirono a sfilare all’uomo le chiavi dell’autovettura intestata alla madre e a prelevare il veicolo stesso, parcheggiato in strada poco distante, che fu rinvenuto qualche giorno dopo danneggiato.
La notte tra il 27 e 28 aprile scorso, invece, l’uomo ha denunciato di essere stato nuovamente raggiunto dagli indagati presso la sua abitazione e che, non avendo aperto la porta per timore di una nuova aggressione, i due avrebbero danneggiato il portone d’ingresso e successivamente anche l’autovettura, che aveva parcheggiato nel centro cittadino, mediante il lancio di grossi sassi che infrangevano il parabrezza e alcuni vetri dei finestrini.
Le attività dei Carabinieri hanno portato all’identificazione del 48enne e del 44enne grazie anche alla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza nel centro cittadino che hanno immortalato il danneggiamento dell’auto della vittima e grazie all’analisi dei tabulati telefonici che hanno permesso di accertare la ricezione di numerosi messaggi minatori, tramite una nota App di messaggeria istantanea.
L’Autorità Giudiziaria ha quindi emesso il provvedimento che i Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno eseguito sottoponendo, come disposto, il 48enne alla misura cautelare nel carcere di Velletri e il 44enne alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.

 


Aliquota Comunicazione e Stampa – Comando Provinciale Carabinieri Roma
P.za San Lorenzo in Lucina, 6
00186 Roma

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Cronaca

Lazio, la Regione ha revocato il patrocinio a Roma pride 2023

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La Regione Lazio revoca il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023”. Anche se la Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea l’ente – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca”, la firma istituzionale della Regione Lazio “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

La decisione di revocare il patrocinio per il Roma Pride in programma sabato prossimo “si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse.

Tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”.

E anche “alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”.

“Si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia – fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione – per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”. La Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea la regione Lazio revocando il patrocinio al Roma pride – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, questione peraltro totalmente estranea alle competenze regionali”. “In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano”.

“La revoca del patrocinio al Pride di Roma da parte della Regione Lazio è atto grave –  spiega Cecilia D’Elia, senatrice Pd -, un passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della GPA, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno”. Per Emanuela Droghei, consigliera regionale e vicepresidente della Commissione bilancio alla Pisana, “la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride è inspiegabile. Il centrodestra, ancora una volta, conferma la sua posizione purtroppo irremovibile su diritti e inclusione. Per governare è necessario avere il coraggio di fare delle scelte e di scontentare qualcuno, anche all’interno del proprio partito, pur di fare la cosa giusta per tante cittadine e tanti cittadini che aspettano ancora di vedere riconosciuti i propri diritti”. 

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