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Con un atto formale e con effetto immediato, hanno lasciato la carica Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Matteo Mauro Orciuoli, Giovambattista Cascella, Marco Moresco, Simonetta Lucci, Matteo Santilli, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Federica Nobilio, Umberto Gambucci, Stefania Cavalieri e Laura Faccia
Tredici consiglieri comunali hanno rassegnato oggi le proprie dimissioni contestuali, determinando di fatto lo scioglimento del Consiglio comunale di Albano Laziale e aprendo la strada al commissariamento dell’Ente. Un gesto che sancisce la fine anticipata della consiliatura e fotografa una crisi politica ormai da tempo conclamata.
Con un atto formale e con effetto immediato, hanno lasciato la carica Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Matteo Mauro Orciuoli, Giovambattista Cascella, Marco Moresco, Simonetta Lucci, Matteo Santilli, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Federica Nobilio, Umberto Gambucci, Stefania Cavalieri e Laura Faccia.
Una decisione corale
In un comunicato congiunto, i consiglieri dimissionari spiegano la scelta come “il risultato del venir meno delle condizioni politiche, istituzionali e di fiducia necessarie al corretto funzionamento del Consiglio Comunale e alla trasparenza dell’azione amministrativa”.
Secondo i firmatari, la situazione era ormai diventata insostenibile: “Non era più tollerabile una situazione in cui l’amministrazione era costantemente costretta, ad ogni seduta del Consiglio, a rincorrere il tredicesimo voto per mantenere in piedi una maggioranza ormai inesistente. Trovare artificiosamente i numeri per sopravvivere, seduta dopo seduta, si era trasformato in una forma di accanimento terapeutico politico, priva di reale sostanza amministrativa e lontana dal buon governo.”
Le accuse: “Assenza di visione e dialogo politico”
Il documento diffuso dai consiglieri punta il dito contro “anni di incapacità amministrativa, di assenza di una visione politica e prospettica per la città, ma soprattutto di un totale mancato coinvolgimento delle rappresentanze consiliari e delle forze civiche”.
Una denuncia dura, che fotografa un clima di sfiducia crescente e un dialogo politico ormai interrotto: “Ogni tentativo di confronto è stato sistematicamente ignorato, ogni proposta respinta, ogni spazio di dialogo chiuso”.
Particolarmente pesante la critica rivolta alla gestione delle ultime sedute consiliari e, in particolare, al caso del bilancio comunale, che — secondo i consiglieri dimissionari — “avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 settembre ma non è mai arrivato in discussione”.
“Non è più pensabile, né istituzionalmente accettabile, tentare di governare evitando il Consiglio Comunale”, si legge ancora nel comunicato, che accusa l’amministrazione di avere di fatto esautorato il ruolo dell’aula.
La svolta: “Un atto di responsabilità”
La decisione di dimettersi in blocco, spiegano i firmatari, non è un gesto di protesta ma di responsabilità:
“In un contesto simile, proseguire sarebbe stato un atto di pura finzione politica. Le dimissioni congiunte rappresentano quindi un gesto di responsabilità per consentire alla città di Albano Laziale di ritrovare, attraverso nuove elezioni, la stabilità, la credibilità e la trasparenza che merita.”
Il ringraziamento ai cittadini
Nel finale del documento, i consiglieri dimissionari esprimono riconoscenza alla cittadinanza:
“Il gruppo dei consiglieri dimissionari esprime il proprio ringraziamento ai cittadini per la fiducia e il sostegno ricevuti nel corso del mandato, ribadendo che ogni scelta è stata guidata esclusivamente dal rispetto delle istituzioni e dal bene della comunità albanense.”
Cosa succede ora
Con la formalizzazione delle tredici dimissioni, il Consiglio comunale decade automaticamente e si apre la procedura per la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà l’amministrazione fino alle prossime elezioni.
La crisi politica, latente da mesi, esplode così ufficialmente, lasciando una città divisa ma con la prospettiva di tornare presto alle urne per ritrovare quella “stabilità, credibilità e trasparenza” invocata dai dimissionari.