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Il sindaco Massimiliano Borelli sfiduciato dopo settimane di tensione politica. Primo firmatario del documento il capogruppo di Fratelli d’Italia Massimo Ferrarini. Ora il Comune verso il commissariamento prefettizio in attesa delle nuove elezioni
L’amministrazione guidata dal sindaco Massimiliano Borelli è ufficialmente caduta. Ad Albano Laziale, le firme di tredici consiglieri comunali hanno decretato la fine del mandato e lo scioglimento anticipato del Consiglio. A guidare l’iniziativa è stato Massimo Ferrarini, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Savelli, che ha raccolto intorno a sé un fronte trasversale di oppositori decisi a mettere la parola fine a un’esperienza amministrativa segnata da crescenti fratture interne.
La crisi politica era nell’aria da tempo. Già da mesi la maggioranza mostrava segni di logoramento: abbandoni, malumori e dissidi su questioni cruciali come urbanistica, rifiuti, bilancio e gestione delle partecipate avevano reso sempre più instabile il governo cittadino. L’ultimo Consiglio comunale, andato deserto per mancanza del numero legale, aveva suonato come un campanello d’allarme definitivo. Da quel momento, i tentativi di mediazione non sono più riusciti a ricomporre la frattura.
La mozione di sfiducia, formalizzata nelle ultime ore, segna dunque la fine anticipata del mandato e apre la strada al commissariamento del Comune, che resterà in carica fino alle prossime elezioni, previste per la primavera del 2026.
Secondo fonti interne, la Prefettura di Roma è già pronta a nominare un commissario prefettizio che traghetterà l’amministrazione, garantendo la continuità dei servizi e la gestione dei fondi in corso, compresi i progetti legati al PNRR.
Sul piano politico, la caduta di Borelli rappresenta un segnale forte per l’intero quadrante dei Castelli Romani. Il centrosinistra locale, che aveva sostenuto il sindaco con una coalizione civica e progressista, esce profondamente indebolito da questa crisi. La mancanza di coesione, unita alle tensioni tra le componenti di maggioranza, ha prodotto un effetto domino culminato nella perdita di fiducia anche da parte di chi, fino a pochi mesi fa, ne sosteneva l’azione.
Dal fronte opposto, il centrodestra rivendica il risultato come “un atto di responsabilità politica”. “Era ormai impossibile proseguire in una gestione che aveva perso ogni credibilità – avrebbe commentato un esponente locale di Fratelli d’Italia –. I cittadini meritano una guida solida, non un’amministrazione paralizzata dai veti e dalle divisioni interne”.
Più amaro il commento tra le fila della maggioranza uscente, dove si parla di “un’operazione puramente politica”. “Nonostante le difficoltà – ha dichiarato un ex assessore vicino a Borelli – il sindaco aveva lavorato per garantire stabilità e continuità amministrativa. Questa scelta penalizza la città proprio nel momento in cui erano in corso progetti importanti per la rigenerazione urbana e l’ambiente”.
In attesa della nomina del commissario, Albano Laziale si prepara a una fase di transizione delicata, con diversi cantieri aperti e una cittadinanza che chiede chiarezza e trasparenza. Le forze politiche, intanto, si muovono già in vista delle prossime elezioni, dove il centrodestra punta a capitalizzare il successo della sfiducia, mentre il centrosinistra dovrà riorganizzarsi per recuperare consenso e credibilità.
Il futuro di Palazzo Savelli, e di chi lo guiderà, dipenderà ora dalla capacità delle forze in campo di proporre non solo una nuova leadership, ma anche una visione condivisa per la città, dopo mesi di tensioni che hanno lasciato profonde ferite nel tessuto politico e istituzionale di Albano.