ALBANO LAZIALE E NEMI: IL SALTO DELLA QUAGLIA E IL PALLINO DELLA COMUNICAZIONE

di Chiara Rai

Albano Laziale / Nemi (RM) – Ben diciassettemila e 500 euro sono i soldi dei cittadini di Nemi che il Comune, di appena duemila anime, impiega ogni anno per la comunicazione. Questo succede da novembre 2014.

Più precisamente 8 mila euro annui vengono spesi dall’amministrazione di Alberto Bertucci per la diffusione periodica dei comunicati stampa del Comune. Cinquemila e 500 euro per la realizzazione di un periodico semestrale registrato in tribunale. Questi 5.500 euro si dividono in: organizzazione e direzione del giornale 1.000 euro, rimborso spese al personale 1.000 euro, tipografia 2.000, spese di diffusione 1.000, spese per registrazione giornale 500 euro. Aggiornamento degli eventi sul sito comunale 2 mila euro. Realizzazione di un programma di collaborazione con l’Università della città di Nottingam ed il Palace Museum per la valorizzazione del Santuario di Diana 2mila euro. 

Cifre più che generose per un Comune come quello di Nemi che finora non ha affatto brillato in comunicazione e che, visti i tempi in cui gli Enti locali si barcamenano tra tagli e crisi, avrebbero potuto essere evitate.

Ci sono organismi di comunicazione che avrebbero fornito i medesimi servizi per meno della metà dei costi che abbiamo appena elencato. Ma la giunta di Nemi ha approvato tutto questo ambaradam senza battere ciglio. Anzi, prima di questa offerta ha pagato altri 1.500 euro per un laboratorio di giornalismo per gli studenti della scuola superiore di primo grado del piccolo paese.

Quello che ne esce fuori è un bilancio piuttosto discutibile: con un delegato Ufficio Stampa quale si è presentato l’ex aspirante presidente del Consiglio Comunale Giovanni Libanori, non si poteva fare tutto, o quasi, in casa? E poi, Giovanni Libanori, che non è più nel Cda Cotral ormai da diversi mesi avrebbe potuto dedicarsi ancora di più alla comunicazione e rapporti con la stampa. Invece no, un Comune così piccolo, non parliamo certo di Milano o Roma, tantomeno Velletri o Viterbo, ha bisogno di comunicati stampa, blog, corsi.  

Per Nemi è vitale la comunicazione e a pensarci, dulcis sin fundo, è stata scelta l’ex portavoce di Marco Mattei che ha “cambiato rotta” e si è candidata ad Albano Laziale con il centrosinistra a braccetto con il centrista casiniano Andreassi. Ebbene, questo “balzo” l’ha praticamente allontanata da Marco Mattei ma avvicinata sia al sindaco di Albano Laziale Nicola Marini che al sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

Sia Enrica Cammarano che Alberto Bertucci si sono rivelati  molto affascinati dai movimenti a sinistra da quando  il vento ha spirato da quella parte e durante il momento in cui Berlusconi ha vissuto quello che ha vissuto. Enrica Cammarano è niente meno che il presidente dell’associazione Università Popolare per la Cooperazione Internazionale. Di fatto si tratta di una associazione senza fini di lucro con un bel nome ridondante.

Una associazione molto attiva: dal marketing, alle lingue, al giornalismo. Soltanto ad ottobre 2014 ha collaborato proprio con l’amministrazione di Nicola Marini, caso ha voluto, nella realizzazione di iniziative dal costo di 10 mila euro tra le quali un convegno sul tema della sicurezza che si è tenuto al Museo Civico di Albano Laziale.

La politica muove la comunicazione o viceversa? Non ci è dato saperlo. Sappiamo soltanto che i fortuiti anelli di congiunzione di molti eventi sono sia l’Udc che il Pd e che in tempi non troppo lontani il sindaco di Nemi si è fatto fotografare molto vicino, anzi vicinissimo all’attuale consigliere regionale Michele Baldi che ha battezzato la penultima sagra delle fragole e che in Regione è, tra le diverse cariche, Membro Commissione Cultura ben rappresentato da un ufficio stampa che è stato di recente ufficio stampa anche nel team dei portavoce Cotral quando Giovanni Libanori era nel Cda.

Che dire, intanto rimaniamo estasiati dagli ultimi comunicati stampa del Comune di Nemi che parlano di primavera e vasi fioriti e narrano delle gesta del suo principale inquilino Alberto Bertucci.

Che bello, viva la comunicazione. Quella “omogenea” e disinteressata.