Albano Laziale: immigrato fruga tra i vestiti usati e scoppia il caso

ALBANO LAZIALE (RM) – Ancora una volta i cittadini segnalano un prelievo indebito di abiti usati dai contenitori della onlus Humana people to people ad Albano. Questa settimana, infatti, l’Ufficio Stampa del Comune di Albano Laziale informa che il sindaco Nicola Marini ha previsto, in collaborazione con l’associazione ed i Servizi Sociali, l’introduzione di un nuovo modello di bidone dotato di un apposito sistema anti-intrusione al fine di circoscrivere se non azzerare tali casi di scempiaggine.
Ieri alle 11 presso il parcheggio della Conad sotto Via Trilussa, un residente ha immortalato un uomo di colore sulla quarantina vicino al contenitore di Humana, intento a rovistare tra i vestiti sparsi a terra e sul muretto. Si tratta di indumenti destinati ai più bisognosi. Il cittadino racconta che l’uomo ha utilizzato il manico ad uncino di un ombrello come arpione per svuotare il contenitore degli indumenti. Così, una volta immortalata la scena ha prontamente provveduto ad avvisare l’avventore di riposizionare gli abiti all’interno del contenitore. La foto, postata su Facebook, ha provocato polemiche spaccando, come al solito, le opinioni dei naviganti: da una parte l’indignazione da parte di molti abitanti della cittadina laziale per il gesto dell’uomo di colore, dall’altra parole di solidarietà in difesa del migrante.
Tale tema di grande delicatezza sembra essere sempre più oggetto di articoli di informazione. Questo che ormai è divenuto un fenomeno molto diffuso è indicatore del poco interesse delle istituzioni, anche locali, nei riguardi della azione dei gruppi di immigrati.
Casi simili infatti si registrano anche in altre zone dei Castelli. La popolazione ormai allo stremo di tali gesti irrispettosi verso un Paese predisposto all’accoglienza ed al supporto di persone bisognose, necessita di una risposta forte.
Quello che molti si augurano non è l’allontanamento di tali individui ma anzi una forma di controllo maggiormente adeguata al fine di permettere una concreta integrazione all’interno dei vari comuni. La privazione dei diritti più umani che, ogni giorni gruppi di immigrati si ritrovano a fronteggiare, sfociano in gesti di disperazione e vergogna come quello consumatosi nella mattinata ad Albano.
Integrare vuol dire rispettare e prevedere un sostegno armonizzato per casi di persone straniere che risiedono legalmente in Italia. Il fattore discriminatorio e denigrante del colore della pelle che genera commenti affrettati ed alle volte razzisti è uno dei tanti punti ai quali le istituzioni dovrebbero guardare con ulteriore attenzione. Quando si parla di Comune e di Comunità ci si riferisce ad un gruppo di persone educate alla socialità ed al rispetto verso il prossimo. Uno dei caratteri fondamentali delle norme giuridiche italiane prevede la coercibilità: la sanzione che segua ad un atto di sviamento dalla legge. Tale dovrebbe essere adottato in tutti i casi e in più larga parte quando si allude ad una azione di eticità e moralità assoluti: non si ruba (in generale), ma ancor più non si estorce ai più bisognosi.
Prevediamo perciò un sistema educativo finalizzato all’apprendimento di norme etiche che formano la base del nostro essere sociale per i richiedenti asilo. Un provvedimento che gioverà anche ad allontanare ogni idea di discriminazione e di razzismo che principia a fiorire nelle menti esauste dei cittadini.
Gianpaolo Plini