ALBANO LAZIALE (RM) – Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, parteciperà all’iniziativa “Officine del Futuro” che si terrà alle 17.30 di domani al teatro Alba Radians di Albano Laziale.
Un futuro movimento, quello pensato dal governatore della Liguria, con basi assolutamente democratiche senza congressi ma con primarie. Un “Movimento liberale e liberista” come sottolineato più volte da Giovanni Toti successivamente alla sua applaudita partecipazione durante la conferenza di Fratelli d’Italia a Torino e che ora potrebbe portare via acqua a Forza Italia.
Un incontro, quello dell’Alba Radians, che chiude il convegno dei consiglieri regionali, primo fra tutti Adriano Palozzi, e amministratori del Centro Italia (Lazio, Umbria e Marche) che con lui condividono le critiche a Forza Italia.
E la scelta della location ad Albano Laziale non sembra del tutto casuale
La città castellana è la roccaforte del collegio elettorale di
Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia e capolista per le Europee in
Centro Italia. Uno sconfinamento, quindi, che è fonte di fibrillazioni all’interno
del partito guidato da Berlusconi.
“È necessario tornare a dare voce a un pezzo di Italia che vuole continuare a riconoscersi in un centrodestra riformista, liberale ed europeo. – Hanno dichiarato in una nota comune il consigliere regionale del Lazio ed ex vice presidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi e l’ex senatore Francesco Aracri – Per queste ragioni, ecco “Officine del Futuro”, un laboratorio di idee e di persone che, rapportandosi quotidianamente con i territori e i suoi rappresentanti, intende elaborare e raccogliere soluzioni e proposte per un centrodestra realmente partecipato, meritocratico e radicato, quindi più vicino ai bisogni delle famiglie”.
Bagno di folla per una serata speciale andata in scena ieri sera a Colonna, paese dei Castelli Romani che ha accolto un evento dedicato al grande Lucio Battisti, nel venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa
Le tantissime persone che hanno riempito la piazza anche in occasione della sagra delle Pincinelle e dell’uva hanno applaudito la presenza del grande autore Mogol che ha voluto condividere il progetto con l’interprete Gianmarco Carroccia in una serata ricchissima di ‘Emozioni’.
Gremita di gente già dal tardo pomeriggio la piazza Vittorio Emanuele II con persone che hanno degustato i piatti tipici locali e dove alle 21 è iniziato il concerto: «Sono davvero orgoglioso- dice il sindaco di Colonna Fausto Giuliani – di avere avuto due ospiti d’eccezione per celebrare insieme l’intramontabile Battisti. La straordinaria presenza di Mogol ha davvero scaldato i cuori di tutti. Cerchiamo sempre di portare qualità e cultura in questa cittadina meravigliosa vicino Roma che merita di essere visitata è frequentata. Abbiamo chiesto al maestro Mogol di voler inserire la canzone “Arcobaleno” che abbiamo voluto dedicare al nostro Bruno, – Bruno Astorre Ndr. – il nostro amico che è venuto a mancare troppo presto ma che era anche Senatore della Repubblica e ha lasciato un vuoto immenso nelle nostre vite».
La vera star della serata è stato proprio Mogol che ha dato vita al progetto in tour “Emozioni” nato per valorizzare e diffondere le sue opere condivise con l’intramontabile Lucio Battisti.
A Colonna è stato sicuramente un grande evento, un’occasione per rivivere la magia di canzoni che hanno segnato la storia della musica.
Davvero interessanti i momenti in cui il più grande autore di testi della musica italiana ha raccontato i vari aneddoti e i passaggi salienti che hanno portato alla nascita di quei capolavori divenuti immortali.
Per tutto Gianmarco Carroccia ha saputo tenere il peso della grande responsabilità di interpretare il grandissimo Lucio Battisti che rimarrà sempre impresso nella memoria di generazione in generazione anche per il suo forte carisma interpretativo, la sua voce a volte graffiante, i suoi movimenti che erano all’unisono con le parole cantate e soprattutto la sua grande capacità di trasmettere grandi emozioni .
Carroccia ha iniziato a prendere lezioni di chitarra e ha continuato gli studi universitari presso la Sapienza di Roma, laureandosi in Management e diritto d’impresa. Il suo background traspariva sul palco ma si è fatto volere bene dal pubblico per i grandi sorrisi e umiltà trasmessi più che per la sua innegabile somiglianza con Battisti.
Carroccia ha partecipato a diversi concerti, tra cui il Festival di Castrocaro, dove ha iniziato a farsi conoscere. Si è distinto soprattutto per essere un allievo di Mogol e per aver interpretato alcune delle canzoni più note di Lucio Battisti. Dopo essersi laureato, ha fondato un’organizzazione chiamata SuoniEmotivi, di cui fanno parte anche altri due soci e suo fratello. In particolare, grazie alla collaborazione con Mogol, Carroccia ha ripercorso la biografia musicale di Battisti in diverse tappe in Italia per riproporre i brani del celebre cantante italiano.
Il primo vero successo di Gianmarco Carroccia è stato ottenuto all’età di 17 anni, quando si è esibito in pubblico davanti agli studenti e agli insegnanti della scuola che frequentava, l’istituto commerciale. Da quel momento, ha ottenuto sempre più consensi e ha continuato a dedicarsi alla musica con grande passione.
Non ha nascosto l’entusiasmo il primo cittadino Fausto Giuliani per aver ospitato Giulio Rapetti in arte Mogol che da tutti è spesso ricordato per il lungo e fortunato sodalizio con Lucio Battisti, ma il suo contributo alla cultura italiana attraverso la musica pop è stato ancora più ampio. Infatti, dai primissimi anni ’60 a tutt’oggi, vanta oltre millecinquecento canzoni pubblicate e grandissime collaborazioni tra cui Mango, un grande cantautore che Mogol ha ricordato ieri sera parlando di un legame particolare con “l’aldilà” e dei tanti arcobaleni visti e grandi amici persi.
Mogol ha condiviso la sua creatività con moltissimi artisti, fra cui Tony Renis, Gianni Bella, Morandi, Cocciante, Mango, Mina, Vanoni, Minghi; ma anche, Patty Pravo, Bruno Lauzi, Equipe 84, Dik Dik, PFM, Bobby Solo, Umberto Tozzi e persino Luigi Tenco, Renato Zero, Gigi D’Alessio, Rino Gaetano.
Ieri sera a Colonna ha fatto commuovere e gli applausi sono stati davvero moltissimi.
Boom negli alberghi di Roma e provincia, in particolare di quelli a cinque stelle e prezzi senza controllo per un indotto che potrebbe raggiungere un valore pari a un miliardo di euro.
Magia e valore economico della Ryder Cup di Roma, il Mondiale di golf al via che si prospetta come un evento molto ricco che allo stesso tempo vuole lasciare un’eredità altrettanto importante sul territorio che ospita la gara di golf più attesa ed importante del mondo. Evento sportivo a cinque stelle e opportunità per inserire Roma nel circuito del turismo tematico, quello appunto legato al golf.
Per una settimana i giocatori e gli appassionati di golf prenderanno d’assalto il Marco Simone Golf e Country Club di Guidonia, alle porte della capitale, per assistere alla sfida tra golfisti europei e americani: una settimana di eventi che culminerà con la gara vera e proprio in programma dal 29 settembre al 1 ottobre. I numeri fanno sognare: il percorso potrà ospitare fino a 50mila persone al giorno, mentre le tribuna della buca 1 ha una capienza di 4.800 persone. Inutile però cercare un biglietto all’ultimo momento: sono già andati venduti tutti nelle prime 36 ore in cui sono stati messi a disposizione. La mole di richieste ha spinto la Ryder Cup Europe a effettuare un sorteggio per soddisfare il più possibile le richieste giunte da 140 Paesi. La formula prevedeva abbonamenti settimanali (che partono da 1000 euro) e vari gradi di ospitalità. In Italia per l’evento verranno appassionati da 85 nazioni: i più rappresentati sono Usa, Gran Bretagna, Irlanda, Germania e ovviamente l’Italia.
Gli hotel della zona sono esauriti da tempo, alcuni già da un anno, con i prezzi che sono esplosi. In particolare gli alberghi a cinque stelle sono tutti pieni e prenotati da oltre un anno. Per l’ospitalita’ di una settimana, alcune famiglie a Tivoli hanno investito circa 5.000 euro. Stesso discorso per i ristoranti, alcuni sold out da mesi e pronti a stupire gli appassionati giunti a Roma per seguire la Ryder con menu e iniziative a tema golf. Gli organizzatori prevedono un indotto che può arrivare al miliardo di euro. Numeri così alti sono giustificati dal fatto che l’evento sportivo è molto seguito nel mondo anglosassone al punto da collocarlo al terzo posto tra i più visti dopo le Olimpiadi ed i Mondiali di calcio. Per questa edizione si stima che circa 800 milioni di spettatori da tutto il mondo guarderanno l’evento. E’ la terza volta che l’Europa continentale ospita la Ryder Cup, dopo la Spagna nel 1997 e la Francia nel 2018. Oltre settemila saranno le persone che lavoreranno all’evento di cui 1.600 volontari, mentre hanno raggiunto quota 39 i broadcaster coinvolti. Nel Media Centre del Marco Simone Golf & Country Club ci saranno circa 450 giornalisti ma, se si considerano i broadcaster, il numero complessivo degli operatori media sarà di circa 900 persone. Il tutto per un ‘Mondiale di golf’ che che sarà trasmesso e visto in almeno 180 Paesi. Di sicuro la Ryder Cup lascerà in eredità a Roma il raddoppio della Tiburtina, un’opera infrastrutturale attesa a lungo e che proprio ieri è stata inaugurata.
In occasione della Giornata Mondiale del Cuore, domenica 24 settembre, la Rai presenta “Cuore di farfalla”, una produzione lituana per incoraggiare con tutta la leggerezza possibile l’accettazione della malattia, delle malformazioni e del diverso.
Il film – rivolto a ragazzi e famiglie – andrà in onda domenica 24 settembre alle ore 21.05 su Rai Gulp e sarà disponibile già dalla mezzanotte tra sabato 23 e domenica 24 settembre su RaiPlay. Inoltre, sarà replicato anche domenica 30 settembre, alle ore 14:35 su Rai Gulp.
Tratto dal libro di Modesta Jurgaitytė, che ne firma la regia insieme alla regista lituana Inesa Kurkietyte, impegnata nella produzione di documentari e contenuti per bambini, il film segue l’estate di Josef Luozapas fino all’inizio dell’anno scolastico che dovrà cominciare in una nuova scuola.
Nulla è stato mai facile per lui perché di bambini come Josef, nato con una rara malformazione cardiaca, ce n’è uno su un milione… e la solitudine sembra l’unico rifugio alla vigilia di un nuovo anno pieno di difficoltà che appaiono insormontabili: la costrizione del busto che deve portare per proteggersi, le larghissime maglie che indossa per coprirlo e l’offensivo soprannome “palloncino” che gli dà una banda di ragazzini capeggiati dal prepotente Benas. Josef sta crescendo, il conforto e gli incoraggiamenti dei suoi genitori non gli bastano più e così si rifugia nella sua grande passione, l’osservazione degli insetti. In una vecchia casa abbandonata crea per loro un piccolo mondo su misura e se ne prende amorevolmente cura, rinunciando a ogni contatto con i suoi coetanei. Finché, per caso, la sua solitudine incrocia quella più spensierata di Rugilė: anche lei si è da poco trasferita in quella cittadina e abita insieme alla madre nella vecchia casa che era della nonna.