ALBANO LAZIALE: LO SCANDALO DELLE ELEZIONI CONTINUA. ARRIVA IL TAR!

di Chiara Rai

Albano Laziale (RM) – Quest’ultime elezioni di Albano Laziale, che lo si ammetta o no, sono costellate da problemi e presunte irregolarità che spetterà soltanto alla magistratura ravvisare o meno. Dopo la bufera giudiziaria che ha completamente travolto l’amministrazione di centrosinistra di Nicola Marini raggiunta dall’accusa della Procura di Velletri di voto di scambio (sarebbero stati assunti a ridosso del voto nella municipalizzata Volsca alcuni candidati o parenti degli stessi o affini presenti nella lista a sostegno del sindaco Pd Marini).

Poi lo scandalo dell’Albafor con Dario Spaccatrosi il marito dell’eletta consigliera nella lista per il sindaco Enrica Cammarano promosso a direttore del personale della municipalizzata Albafor (Formalba), poco dopo la vittoria di Nicola Marini alle elezioni. Dario Spaccatrosi, marito della neo consigliera, grazie alla promozione ha potuto evitare il rischio di finire in esubero e quindi di essere licenziato.

Adesso arriva un altro grosso macigno. L’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi insieme a Marco Risica e altre sette persone hanno presentato ricorso al Tar per l’annullamento delle elezioni di Albano Laziale che hanno decretato la rielezione del sindaco Nicola Marini. Sono in tutto nove i firmatari del ricorso. La Camera di Consiglio per la discussione è fissata per il prossimo 2 settembre 2015. Mentre l’udienza di merito si terrà il 14 ottobre.

L’accusa avanzata agli organi comunali è di aver violato il diritto di voto dei cittadini comunitari che avevano facoltà di esercitare il diritto di elettorato attivo e passivo ma a quanto pare non gli è stata concessa perché il Comune non avrebbe pubblicato e diffuso nei tempi i manifesti con il regolamento per le iscrizioni dei cittadini comunitari nelle apposite liste elettorali. E della mancata tempestiva pubblicazione e diffusione dei manifesti da parte del Comune di Albano Laziale nei tempi previsti dalla legge ci sarebbero i pezzi di carta ad avvalorare questa gravissima accusa che se fosse vera potrebbe addirittura essere motivo di annullamento delle elezioni da parte del Tribunale amministrativo del Lazio.

Ma scendiamo nei particolari. L’amministrazione avrebbe violato, secondo quanto scritto nel ricorso, le norme comunitarie e statali in materia causando di fatto una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani. L’esclusione di esercitare il diritto di voto a danno dei cittadini comunitari, causata da una presunta inadeguata informazione quindi, avrebbe alterato in maniera irrevocabile l’esito elettorale.


Infatti i cittadini comunitari residenti ad Albano Laziale sono circa tremila (3.000) e i conti sono presto fatti se si pensa che il sindaco Nicola Marini è stato riconfermato con circa mille (1.000) voti di scarto rispetto al suo avversario Gino Benedetti. L’esclusione dal voto dei comunitari sarebbe quindi stata determinante ai fini dell’esito elettorale. Anche se di fatto non possiamo sapere quale candidato sindaco avrebbero comunque votato i cittadini penalizzati dalla mancata informazione. Insomma le elezioni non sembrano essersi svolte regolarmente a causa di questa mancanza denunciata da Cassabgi e Risica più altri sette.

Si è più precisamente configurato il mancato rispetto della normativa di cui al D Lgs 12-4-1996N°197 concernente l’attuazione della Direttiva 94/80/CE che riguarda la modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell’Unione Europea che risiedono in uno Stato Membro di cui non hanno la cittadinanza.


Non si è proceduto alla affissione e pubblicazione dei relativi manifesti nei tempi dovuti e a provarlo c’è una lettera del segretario generale del 27/04/2015, una denuncia in Procura inoltrata dal consigliere comunale il 12 maggio2015 e una nota inviata dal viceprefetto il 28/04/2015.

Oltre a questo c’è una circolare del Ministero dell’Interno che indica le scadenze precise per l’affissione e pubblicazione dei manifesti (date che non sarebbero state di fatto rispettate dal Comune). I cittadini comunitari pertanto non sono venuti a conoscenza della possibilità di poter partecipare ne come candidati e neppure come elettori alle elezioni amministrative uscendo penalizzati da tutta questa incresciosa vicenda.

Il termine per l’iscrizione dei comunitari nelle apposite liste elettorali aggiunte per partecipare alle elezioni comunali era fissato per il 21 aprile 2015. Ma ciò non è avvenuto o meglio è avvenuto fuori tempo massimo e la mera pubblicazione tardiva sull’albo pretorio non è, secondo i ricorrenti, di fatto sufficiente ad una adeguata diffusione che avrebbe permesso ai cittadini comunitari di partecipare. Tremila cittadini comunitari sono molti e Nicola Marini ha vinto per mille voti in più.

Al Tar l’ardua sentenza. Per il momento non possiamo fare altro che continuare la cronaca e critica politica di una vicenda che mette i brividi.