Albano Laziale, luoghi di culto islamico: Fratelli d'Italia interroga l'amministrazione Marini

 

Red. Politica

 

ALBANO LAZIALE (RM) – Ad Albano Laziale i consiglieri comunali di Fratelli D'Italia – AN – Edmondo Segrella e il capogruppo Marco Silvestroni –  hanno presentato una interrogazione in Comune al fine di conoscere se ad oggi sul territorio del Comune di Albano Laziale sia stato adottato e approvato il Piano per le attrezzature religiose e in caso contrario di conoscerne le motivazioni; se le eventuali attivazioni o autorizzazioni di luoghi di culto islamico siano conformi al Piano Regolatore e alle norme sulla sicurezza; se i luoghi di culto islamici siano stati in qualche modo censiti e se no, perché; quali provvedimenti abbia in generale l'Amministrazione guidata dal sindaco Nicola Marini attivato rispetto a quanto richiesto  e se abbia comunicato i dati in proprio possesso quanto alla mappatura di tutti i luoghi di culto islamico, dei centri islamici e delle scuole coraniche presenti sul territorio del Comune di Albano Laziale e se no, perché e in quali tempi e modalità intenda provvedere.

E’ infatti noto che i luoghi di culto dell’islam spesso sono classificati come associazioni o centri culturali e che però esiste una differenza tra centro culturale e luogo di culto e questi ultimi dovrebbero essere regolati, indicati e programmati dal Regolamento urbanistico edilizio (RUE) comunale. Con questi presupposti i consiglieri di FDI-AN, interrogano l’amministrazione nell’ottica del controllo di eventuali abusi e illegalità, per capire chi le finanzi, per conoscere chi e cosa rappresentino le associazioni che le gestiscono, per sapere quale sia il reale numero e la provenienza dei potenziali fruitori e il tenore dei discorsi dei predicatori che le frequentano, con l’obiettivo di sanare eventuali illeciti e verificare possibili centri del radicalismo islamico.

 

"Pochi sanno – dice Roberto Cuccioletta portavoce do FDI-AN di Albano Laziale – che nel 2010 il Consiglio di Stato ha stabilito che, pur rientrando fra gli obblighi dei Comuni il concedere spazi adeguati per le esigenze religiose, questi debbano integrarsi rispettando vincoli urbanistici (come il piano regolatore) e di edilizia (come la sicurezza). Troviamo fortemente ingiusto e antidemocratico – prosegue Cuccioletta – che l’amministrazione comunale non informi la cittadinanza di Albano, di Cecchina, di Pavona e delle Mole, sulla situazione relativa all’ormai molto probabile arrivo di un gran numero di immigrati, mentre ogni giorno giungono voci di possibili aperture di centri di accoglienza a Cecchina o nel centro storico. Questo stato di incertezza serve solo ad alimentare uno stato di preoccupazione probabilmente ingiustificato ma provocato proprio da quelle persone che per mandato istituzionale sono delegati dai cittadini a tutelare la sicurezza. Pretendiamo – conclude il portavoce FDI-AN – risposte vere e trasparenti, perché non è con l’incertezza che si favorisce l’integrazione degli immigrati e dei clandestini!!"