ALBANO LAZIALE: MANIFESTI FARNETICANTI E SOLDI PUBBLICI

di Marco Risica

Albano Laziale (RM) – La disperazione è cattiva consigliera, così si può commentare “l’inverosimile, incredibile, paradossale, penoso e maldestro” manifesto affisso sui muri di Albano Laziale, che ricalca il comunicato pubblicato sul sito ufficiale del Comune.

Ho provato una gran pena per la mia città ed i miei concittadini governati da un “uomo solo” vittima dei suoi fantasmi, senza più ormai alcun senso della realtà.

“Il T.A.R. da ragione all’amministrazione comunale di Albano Laziale” Questo è il farneticante “titolo” del manifesto. Il TAR, infatti ha ritenuto “inammissibile” il ricorso presentato da 9 persone e non ha espresso alcuna valutazione di merito, non ha dato ragione o torto a nessuno, ha semplicemente ritenuto non ammissibile il ricorso. E fino a quando le motivazioni della non ammissibilità del ricorso non saranno pubblicate dal Tar nessuno ora può conoscerle, tantomeno l'amministrazione comunale.
“E’ stato rigettato il ricorso sulla regolarità delle ultime elezioni amministrative presentato da Nabil Cassabgi e Marco Risica”

Il ricorso riguardava una circostanza chiara, accertata e confermata dallo stesso Segretario Generale: Il Comune di Albano Laziale NON ha pubblicato, nei termini di legge. i manifesti che avrebbero dovuto avvisare i cittadini comunitari dei termini entro i quali iscriversi nelle liste elettorali qualora avessero voluto esercitare il loro diritto di voto. Dato che i cittadini in parola sono circa 3mila ci era sembrato che fosse stata commessa una grave irregolarità nei loro confronti. E nessuno saprà mai se avevamo ragione semplicemente perché la nostra richiesta di arbitrato al TAR non è stata presa in esame.

Per avere il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, i presentatori del ricorso hanno sostenuto spese per 4mila euro pagati di propria tasca, mentre da quanto si apprende dal comunicato comunale l’amministrazione, la memoria difensiva presentata dal professionista scelto per sostenere l’opposizione al ricorso è costata alle casse comunali ben 17mila euro.

Tralasciando la qualità del documento, nel quale sono contenute per altro diverse inesattezze, il rappresentante del Comune di Albano Laziale che ha affidato l’incarico allo studio legale, il plurindagato sindaco Nicola Marini, dovrebbe spiegare ai cittadini ed alla Corte dei Conti su quali parametri ha basato la sua scelta di pagare una tale parcella, certamente non “economica”. “E’ solo l’ultimo dei numerosi esposti fatti da queste persone contro l’Amministrazione Comunale e sfociati in un nulla di fatto”

E poi con il livore della frustrazione, la rabbia dell’impotenza, ed uno stile “manzoniano”: “Sapete quanto sono costate al Comune queste cause? 150.037,97 euro”

Da uomo ironico quale mi ritengo essere, apprezzo i 37,97 euro tesi a rendere verosimile la cifra immaginaria esposta. Siamo veramente curiosi di avere il dettaglio delle cause legali “da noi intentate, conclusesi con un nulla di fatto” che hanno imposto al Comune di Albano Laziale di dover pagare onorari per difese per un importo di 150.000 euro (tralasciamo gli spicci).

Le denunce da noi presentate, al contrario, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio del plurindagato Sindaco Pd Nicola Marini, della quasi totalità della sua Giunta e di due Dirigenti Comunali.

Come anche gli avvocati “più modesti” sanno, la causa in questione è penale, quindi riguarda le singole persone imputate, gli onorari andranno pagati dai rinviati a giudizio non dalle casse comunali!

Gli altri esposti da noi presentati, hanno riguardato la Corte dei Conti che sia nel 2012 sia nel 2013 ha riscontrato gravi irregolarità amministrative sui punti da noi portati alla loro attenzione. Le memorie fornite dal Comune di Albano Laziale alla Corte dei Conti sono state redatte dagli uffici comunali. A quali onorari legali pertanto si faccia riferimento nel farneticante manifesto, il plurindagato Sindaco Nicola Marini dovrà spiegarlo (manco a dirlo) al Pubblico Ministero al quale presenteremo ineluttabile denuncia per diffamazione e calunnia.

Non so se l’invito: a “ringraziarci” possa configurarsi come istigazione a commettere gesti “non amichevoli” o addirittura violenti verso di noi, anche questo lasceremo che sia il Ministero di Grazia e Giustizia  a stabilirlo. Fin’ora i circa 300mila euro “elargiti” all’ATES inquilina del plurindagato Nicola Marini, sommati a quelli forniti alla FRAME, sommati ai 6,5 milioni di euro di debiti accesi per l’Albafor e garantiti proditoriamente dal plurindagato sindaco senza alcuna autorizzazione del Consiglio Comunale, sono gli unici soldi che i cittadini di Albano Laziale hanno dovuto pagare a causa di “comportamenti” per i quali la magistratura inquirente ha richiesto un processo.

Tutto il resto come dicevo è “disperazione”, “frustrazione”, “rancore sordo” e mancanza di ogni fattispecie di buon senso. In tempi non sospetti (come dicono i professionisti della politica), avvertii il sindaco che la giustizia in Italia è lenta ma alla fine arriva e che lui avrebbe pagato le conseguenze delle sue scelte scellerate quando la gente si sarebbe scordata che un giorno era stato Sindaco.

Fui facile profeta e pensare che siamo solo all’inizio, ci sono ancora molte altre domande che attendono risposta, molte altre cose da mettere a posto, prima di scrivere la parola fine su questo brutto libro.

La pace sia con voi.