Albano Laziale (RM) – Dopo tanto aspettare il comitato No Inc, il cui referente legale è Daniele Castri è venuto in possesso della celeberrima convenzione preliminare di cui parla nella articolata e puntuale nota che pubblichiamo:
“C’è voluto un anno e mezzo, ma finalmente è divenuta pubblica la “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E. che permetterebbe, ancora oggi, l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore di Albano.”
“Ora possiamo affermare con certezza che i presupposti su cui si basa questo documento sono stati smentiti dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1640 del 22 marzo 2012 che ha vietato l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore dei Castelli Romani. Questa “convenzione preliminare”, quindi, deve essere immediatamente annullata dagli Enti competenti, affinché non diventi mai e poi mai una “convenzione definitiva”.”
“Domani, venerdì mattina 7 giugno, ore 10,30, tanto per cominciare, andremo sotto la sede della Presidenza della Regione Lazio, in Via Rosa Raimondi Garibaldi n. 7, per portare questa “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-GSE a Nicola Zingaretti e all’Assessore ai Rifiuti Michele Civita, affinché si impegnino, da subito, per ottenerne l’immediato annullamento.”
Era da un anno e mezzo che il comitato No Inc cercava di avere copia della “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E.. Un documento che, ancora oggi, potrebbe consentire l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione del contestatissimo Inceneritore dei Castelli Romani.
Ora questa “convenzione preliminare” è a disposizione del No Inc e dell’intera comunità dei Castelli Romani, grazie all’aiuto della Responsabile Ambiente presso la Camera dei Deputati, Federica Daga, e di altri suoi colleghi e colleghe, a cominciare dai firmatari della richiesta di accesso agli atti: Patrizia Terzoni, Claudia De Rosa, Alberto Zolezzi, Samuele Segoni, Mirko Busto e Angelo Tofalo.
La “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E. del giugno del 2009, venne stipulata sul presupposto dell’esistenza di un provvedimento della Regione Lazio valido ed efficace che autorizzava la costruzione del famigerato Inceneritore. Il provvedimento “incriminato”, a firma dell’ex presidente della regione Lazio Pietro Marrazzo, ovvero l’ordinanza n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008, è stato però annullata, senza appello, dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1640 del 22 marzo 2012.
Con l’ordinanza di Marrazzo decade, di conseguenza, anche la successiva cantierizzazione Co.E.Ma. del 29 dicembre 2008, che aveva avuto luogo esclusivamente sulla base di tale atto. “Cantierizzazione”avvenuta, guarda caso, appena entro il limite imposto dalla U.E. per l’uso della contribuzione pubblica per la costruzione di questa impiantistica industriale brucia-rifiuti, ovvero il 31 dicembre 2008. Cantierizzazione, tra l’altro, assolutamente “fittizia” perché consistita nella sola “posa di paletti e recinzione metallica del lotto di terreno interessato alla costruzione dell’impianto”. Niente a che vedere, inoltre, con l’attività di escavazione vera e propria del lotto di terreno, come previsto dalla legge.
“Cantierizzazione”, quindi, che decade dal punto di vista degli atti autorizzativi e amministrativi, certo, ma che rappresenta anche, di fatto, il tentativo malcelato del Co.E.Ma. di accaparrarsi, costi quel che costi, i soldi pubblici per la costruzione di un Inceneritore inutile – perché potrebbe bruciare solo materie prime riciclabili al 100×100, a ciclo continuo ed a freddo – un Inceneritore costoso – ai danni delle tasche dei cittadini e cittadine contribuenti – e un Inceneritore dannoso per la salute umana e per l’ambiente.
I due verbali della Polizia Municipale di Albano, di aprile 2009 e ottobre 2010, rappresentano la contro-prova ulteriore, rispetto all’annullamento degli atti amministrativi e autorizzativi, che l’attività di cantierizzazione, di fatto, non ha mai avuto luogo.
Ma la prova-provata della mancata cantierizzazione dell’area entro e non oltre il 31 dicembre 2008, “limite ultimo” imposto dalla UE per l’uso dei fondi pubblici per la costruzione e gestione degli impianti brucia-rifiuti, è lo stato attuale dei luoghi. Una lunga e meravigliosa distesa di erba verde, accanto al VII invaso di Roncigliano, che, per nostra fortuna, non ha nulla a che vedere con una cantierizzazione reale.
Niente soldi, niente inceneritore.
Spiace, certo, constatare che il Sindaco di Albano, Nicola Marini, ed il consigliere comunale delegato ai rifiuti, Luca Andreassi, non solo non si sono recati il 10 settembre 2012 (doc. n. 3) a ritirare questa documentazione così importante per la vertenza contro l’Inceneritore ma, ancora di più, che non abbiano nemmeno pensato, quel giorno, di delegare a tal fine un dirigente comunale. E che, subito dopo – dal successivo diniego all’accesso agli atti del GSE intervenuto il 4 ottobre 2012 – abbiano addirittura lasciato decorrere i termini di 30 giorni previsti dalla legge, senza presentare un ricorso amministrativo presso il Tar del Lazio contro una decisione dei dirigenti del GSE che pare, oggi più di ieri, davvero inspiegabile.
Inoltre, il sindaco e il delegato ai rifiuti non hanno neanche pensato di chiedere aiuto a deputati e senatori del Partito Democratico per cercare di fare pressioni proprio su quegli stessi dirigenti del GSE, al fine di rendere pubblica la “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-GSE. Pensiamo, ad esempio, al senatore in carica in quota PD, onorevole Bruno Astorre, molto legato al sindaco Marini. Ma, non da ultimo, allo stesso Ministro allo sviluppo Economico, in carica ed in quota PD, Flavio Zanonato.
Una manchevolezza politica, amministrativa e giuridica, che grava come un macigno sull’operato dell’Amministrazione Marini e, in modo particolare, sul sindaco di Albano, Nicola Marini, sul consigliere delegato ai rifiuti, Luca Andreassi e sull’assessore all’ambiente, Claudio Fiorani.
POMEZIA – Nella serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un uomo di 49 anni originario di Roma in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari dell’Aliquota Radiomobile, nel corso di uno dei quotidiani servizi di pattuglia finalizzati alla prevenzione dei reati nel centro abitato di Pomezia, hanno notato il 49enne mentre si aggirava nervosamente in una nota “piazza di spaccio” ubicata nei pressi di via Catullo.
Alla vista dei Carabinieri, l’uomo ha manifestato un eccessivo nervosismo, tale da indurli ad effettuare accertamenti più approfonditi: sottoposto alla perquisizione personale, nascosto sotto la felpa che stava indossando, i Carabinieri hanno recuperato un pacchetto contenente 108 grammi di marjiuana.
Il pusher è stato ammanettato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, posto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.
CANALE MONTERANO – È stato recentemente sottoscritto un importante accordo tra Comune di Canale Monterano (quale Ente gestore della Riserva Naturale Regionale Monterano) ed Università Agraria di Canale Monterano per la soluzione delle problematiche legate alla cronologia (in funzione dell’estensione) delle particelle forestali destinate al taglio nell’ambito del Piano Generale di Assestamento forestale dell’Università Agraria di Canale Monterano, agevolando l’attuale fase di approvazione. L’Università Agraria di Canale Monterano intende garantire la duratura gestione ed utilizzazione del patrimonio boschivo dell’Ente, al fine di trarre il maggior beneficio economico da detta utilizzazione e garantire l’operatività gestionale dell’Ente stesso. La Riserva Naturale Regionale Monterano persegue finalità, congiuntamente alla duratura e razionale utilizzazione del patrimonio boschivo, volte alla tutela della biodiversità propria della Riserva Naturale Regionale Monterano, con tagli orientati per quanto possibile ad una selvicoltura di tipo “naturalistico”. Congiuntamente le parti hanno dichiarato ed affermato il comune interesse alla tutela del paesaggio e dei diritti di uso civico, finalità e compiti istituzionali assegnati ad entrambi dal quadro normativo vigente. “L’accordo – dichiara il Vicesindaco Stefano Ciferri del Comune di Canale Monterano con delega al Bilancio, Ambiente e Riserva – rappresenta la soluzione ad un’annosa problematica riguardante l’utilizzo delle risorse forestali dentro la nostra Area Protetta, che in passato ha visto contrapposti appunto la Riserva e l’Università Agraria. Sono sempre stato convinto e lo sono a maggior ragione adesso che il dialogo e la mediazione siano la strada maestra per trovare la soluzione a gran parte dei problemi. Questo approccio ha consentito di ottenere un risultato importantissimo in una materia quale quella della pianificazione forestale. Questo accordo è il secondo in ordine di tempo che mi vede testimone di adesione a buone pratiche. Lo scorso anno infatti l’U.A. ha rinunciato al taglio di alcune particelle forestali con alto valore paesaggistico in cambio dei cosiddetti crediti di carbonio (una sorta di indennizzo) che la Riserva è riuscita a veicolare sul nostro territorio. Ringrazio per il risultato raggiunto il Presidente della U.A. Maurizio D’Aiuto, il suo Vicepresidente Fabrizio Lavini, il nuovo Direttore della Riserva Naturale Monterano Fernando Cappelli ed il Tecnico forestale naturalista della Riserva Fabio Scarfò”. “Come Università Agraria – prosegue il Presidente Maurizio D’Aiuto – siamo sempre stati convinti che, in una piccola realtà quale è il nostro Comune, il confronto, il dialogo ed infine la collaborazione tra le parti interessate, possano portare solo vantaggi che vanno a beneficio di tutta la comunità. In questo caso in particolare, grazie alla disponibilità del Vicesindaco Stefano Ciferri e del nuovo Direttore della Riserva Naturale Fernando Cappelli, si è riusciti a sbloccare una situazione che si protraeva da anni, un ringraziamento particolare al nostro Vicepresidente Fabrizio Lavini che ha la delega al patrimonio boschivo e che ha avuto un ruolo determinante per il raggiungimento del buon esito dell’incontro. Concludo con l’augurio che si possa proseguire su questo percorso di collaborazione fattiva, con la speranza che, Comune, Riserva Naturale ed Università Agraria, insieme, possano continuare ad ottenere ulteriori risultati positivi che vadano a vantaggio del paesaggio e di tutta la comunità di Canale Monterano”.
“Sono veramente soddisfatto del risultato ottenuto con il lavoro congiuntamente svolto con l’Università Agraria di Canale Monterano – aggiunge il nuovo Direttore della Riserva Naturale Regionale Monterano Fernando Cappelli – Questo approccio, di cui sono convinto sostenitore, avvicina le problematiche che quotidianamente affronta l’Ente Agrario nella conduzione dei diritti d’uso civico, con le esigenze e le potenzialità di una tutela attiva del territorio interessato. Ed in questo nuovo approccio auspichiamo congiuntamente un risvolto percettivo della Comunità locale in discontinuità con il passato. La Riserva Naturale come opportunità di sviluppo compatibile condivisa con la popolazione. Non vincolo ma risorsa. Ma è solo l’inizio. Occorre consolidare tale metodologia di lavoro. Per questo ho previsto la destinazione di parte delle risorse del bilancio annuale della Riserva in favore dell’Università Agraria per attività di manutenzione da effettuare sul territorio, a vantaggio degli Utenti e della Collettività. Abbiamo inoltre programmato altri incontri per concordare interventi congiunti sui quali attivare richieste di finanziamento e sviluppare sinergie. La struttura da me diretta sarà a disposizione, con il personale altamente qualificato che vanta e che qui ringrazio per l’impegno quotidianamente profuso, per assistere e supportare iniziative dei portatori d’interesse coinvolti, cercando di contribuire al processo gestionale del territorio per uno sviluppo socio economico che condivida al contempo, con gli stessi “attori sociali”, l’importanza di continuare a conservare un territorio di altissimo pregio ambientale riconosciuto da ricorrenti attestazioni e dalla stessa Comunità Europea.”
Frascati Scienza si fa collettore di realtà e promotore di questo viaggio alla scoperta delle tecniche più antiche e tradizionali di conservazione dei cibi e del gusto enogastronomico locale
NEMI (RM) – Il cuore del Lago di Nemi, dopo aver custodito per secoli le maestose opere di ingegneria navale fatte costruire da Caligola in onore della dea Diana, accudirà anche prodotti tipici dell’enogastronomia locale. Il fondo del lago infatti, grazie alla sua temperatura costante, la scarsità di luce e ossigeno, si pone come cantina perfetta per la conservazione di cibi e vini. L’idea nasce nel 2019 da Josè Amici, proprietario de “Il Borgo Ariccia” e istruttore di sub presso l’Underwater Team, il quale aveva già sperimentato l’affinamento di 500 bottiglie del suo vino Roma DOC Bio.
Insieme al nuovo partner Castelli Romani Food and Wine e grazie alla preziosa collaborazione di Simone Bozzato ed Ernesto Di Rienzo, docenti presso il Dipartimento di storia, patrimonio culturale, formazione e società dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Frascati Scienza si fa collettore di realtà e promotore di questo viaggio alla scoperta delle tecniche più antiche e tradizionali di conservazione dei cibi e del gusto enogastronomico locale.
Lo chef Alain Rosica del Ristorante Belvedere di Frascati ha realizzato artigianalmente anfore in terracotta, smaltate sia all’esterno che all’interno per evitare proliferazione batterica e chiuse con tappi di sughero sigillati da ceralacca, utilizzate per conservare i prodotti. I cibi sono stati, inoltre, impagliati e ricoperti di sale così da provvedere all’assorbimento dell’umidità. All’interno delle anfore, oltre ai vini e all’olio di produzione delle aziende Merumalia, Casale Mattia, Azienda Biologica De Sanctis e Gabriele Magno sono state poste forme di formaggio dell’Azienda Agricola Depau di Grottaferrata, i prodotti de Il Norcino Bernabei di Marino, il miele prodotto dall’Agriturismo Monte Due Torri di Genzano, la marmellata realizzata dal Bar Spartaco Il Grottino con le fragoline di Nemi e del “garum” la salsa tipica della Roma Antica a base di interiora di pesce, utilizzata per condire i cibi.
La cassa contenente le anfore in cui sono stati riposti questi cibi, grazie all’ausilio di sub esperti dell’Underwater Team, è stata depositata sul fondo del lago a circa una decina di metri di profondità.
Tra sei mesi o più – sarà fatta una valutazione in relazione alla temperatura esterna che influenza quella del lago, per evitare la eventuale compromissione dei prodotti – verranno fatti riemergere.
Non resta quindi che lasciarli riposare e attendere. E l’appuntamento è fissato per la cerimonia di fine affinamento, per assaggiare insieme tutto il gusto della tradizione del territorio dei Castelli Romani.