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Perché il “Parco delle Risorse Circolari” non può essere realizzato: le ragioni del Comune di Albano Laziale
Prima che facessero cadere l’ormai ex sindaco Massimiliano Borelli, il Comune di Albano Laziale ha espresso un parere fortemente negativo sulla realizzazione del polo impiantistico denominato “Parco delle Risorse Circolari”, evidenziando numerose criticità tecniche, ambientali, sanitarie e procedurali. Nonché un palese conflitto d’interesse. Ora che fine faranno queste osservazioni? Sono condivise da tutte le forze politiche a prescindere dal colore? Sono interrogativi inquietanti per i residenti su cui comunque ricadono inesorabili scelte politiche che provengono da un centrosinistra alla guida del comune di Roma che sembra cieco alle esigenze della provincia. Ma cosa c’è di più dietro?
Carenze documentali e procedurali Il procedimento autorizzativo è stato giudicato gravemente carente sotto il profilo documentale. Il proponente non ha risposto alle richieste di integrazione su aspetti fondamentali come la valutazione delle alternative, l’impatto sul traffico, la conformità alle migliori tecniche disponibili (BAT), la tutela della salute e la protezione delle risorse idriche. Inoltre, la scelta del sito è stata cristallizzata da atti e contratti prima della conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), svuotando la procedura della sua funzione preventiva e partecipativa.
Conflitto di interessi e violazione della separazione delle funzioni Il documento denuncia un conflitto di interessi senza precedenti: il Commissario Straordinario, che dovrebbe essere garante della procedura, è contemporaneamente committente dell’impianto, azionista di maggioranza della società proponente e titolare di molte delle funzioni di controllo. Questa commistione di ruoli viola la giurisprudenza europea sulla necessaria separazione tra chi propone e chi valuta i progetti.
Impatti ambientali e sanitari insostenibili L’area individuata è già gravemente compromessa da decenni di sfruttamento industriale e dalla presenza della discarica di Roncigliano, oggetto di studi epidemiologici che hanno rilevato un eccesso di rischio per patologie respiratorie e tumorali. La popolazione locale è quindi particolarmente vulnerabile e l’aggiunta di nuove emissioni, anche se nei limiti di legge, aggraverebbe una situazione già critica.
Rischio idrico e incompatibilità con la normativa Il progetto prevede l’utilizzo di risorse idriche in una zona già classificata come “area critica” per i prelievi idrici (pagina 32-37). La perforazione di nuovi pozzi è vietata dalla normativa regionale e la disponibilità idrica dichiarata dal proponente è ritenuta non credibile, soprattutto in assenza di un bilancio idrico dettagliato e trasparente. Inoltre, l’acqua depurata destinata all’impianto sottrarrebbe risorsa preziosa all’agricoltura locale, già in crisi per la siccità.
Impatti su traffico, paesaggio e settore agricolo Lo studio di impatto sul traffico è stato giudicato insufficiente e sottostimato, ignorando la reale portata dei flussi veicolari e le criticità delle infrastrutture locali. L’impianto, visibile da tutti i punti panoramici dei Castelli Romani, comprometterebbe il valore paesaggistico e turistico dell’area. Inoltre, la ricaduta di inquinanti minaccia le produzioni agricole di eccellenza (vini DOC, olio EVO, kiwi IGP), con gravi rischi di danno economico e d’immagine.
Mancanza di valutazione delle alternative e tutela della concorrenza Non è stata effettuata una reale valutazione delle alternative tecnologiche e localizzative, come richiesto dalla normativa europea e nazionale. La gara è stata vinta da un unico soggetto, con clausole che vincolano per 33 anni il conferimento dei rifiuti, ostacolando la concorrenza e l’innovazione.
Criticità tecniche e inefficienza energetica L’impianto è sovradimensionato rispetto alle esigenze regionali e presenta un basso recupero energetico, con la maggior parte del calore disperso nell’ambiente. La proposta di teleriscaldamento è stata giudicata inutile e antieconomica per il territorio di Albano Laziale.
Alla luce di queste gravi criticità, il Comune di Albano Laziale esprime un parere negativo e chiede che il progetto venga respinto. La realizzazione del “Parco delle Risorse Circolari” aggraverebbe una situazione ambientale già compromessa, metterebbe a rischio la salute pubblica, le risorse idriche, il settore agricolo e turistico, e violerebbe principi fondamentali di trasparenza, partecipazione e concorrenza.
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