Allarme smog: l’Italia rischia di finire davanti alla Corte Ue

A poche ore dal drammatico dossier di Legambiente illustrato proprio lo scorso lunedì nel rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane, la Commissione europea ha lanciato un ultimatum a nove Stati membri, tra cui l’Italia, affinché presentino “al più tardi entro lunedì” nuove misure per affrontare il problema della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico, altrimenti saranno deferiti alla Corte di Giustizia dell’Ue.

“Ancora oggi, nel 2018, 400 mila persone stanno ancora morendo prematuramente ogni anno a causa dell’incapacità diffusa di affrontare il problema”, ha spiegato il commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella, dopo un mini-vertice con i ministri dell’Ambiente dei 9 paesi, incluso il nostro Gian Luca Galletti. “Il senso d’urgenza non è evidente in alcuni Stati membri”, sostiene la Commissione, che ha “chiesto ai ministri di presentare nuove misure al più tardi entro lunedì”, ha spiegato Vella. “L’unica cosa che ci può fermare dall’andare avanti con la Corte di Giustizia è la presentazione di piani che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi in modo efficace senza ritardo”, ha aggiunto il commissario. I nove paesi coinvolti sono Italia, Francia, Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, Slovacchia e Regno Unito.

Tornando sul rapporto di Legambiente, emerge che, nel 2017, in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo.

Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del Nord (Frosinone è la prima del Centro-sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano. Su 39 capoluoghi, ben cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico oltre i limiti; Cremona (Fatebenefratelli) con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Ci sono andate molto vicina anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) 94; Frosinone (Scalo) 93; Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90. Situazione critica specialmente nelle zone della Pianura Padana: in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro Regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero; in questi stessi Comuni l’85% delle centraline urbane ha rilevato concentrazioni oltre il consentito, a dimostrazione di un problema diffuso in tutta la città e non solo in determinate zone. Non va certamente meglio nelle altre Regioni: in Campania le situazioni più critiche sono state registrate nelle stazioni delle città di Caserta (De Amicis), Avellino (Alighieri) e Napoli (Ferrovia) che hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/metrocubo rispettivamente per 53, 49 e 43 volte. In Umbria situazione critica a Terni con 48 giorni di aria irrespirabile. In Friuli-Venezia Giulia la classifica di Mal’aria vede ai primi posti Pordenone (Centro) con 39 superamenti e Trieste (Mezzo mobile) con 37. Nelle Marche, invece, è Pesaro con 38 giorni oltre i limiti a posizionarsi tra le città peggiori. La salute dei cittadini diventi una priorità.

Non si può morire per l’inquinamento. Secondo una recente indagine del CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute con la collaborazione di varie Università e centri, oltre 34.500 italiani ogni anno muoiono ‘avvelenati’ dall’inquinamento atmosferico: è come se ‘scomparisse’ improvvisamente un’intera città delle dimensioni di Aosta. ‘Veleni’ dell’aria che uccidono soprattutto al Nord, dove si registrano 22.500 decessi annuali, ma che riducono in media di 10 mesi la vita di ogni cittadino.

Marco  Staffiero