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Cronaca

Ancri, Tommaso Bove riconfermato presidente

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Nel corso dell’assemblea generale dei soci il presidente ha presentato il vessillo del sodalizio tra l’ANCRI e l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Tommaso Bove riconfermato presidente dell’ANCRI, l’associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Bove ha quindi presentato il vessillo del sodalizio tra l’ANCRI e l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – OMRI -, ideato dall’araldista Michele D’Andrea.

E’ stato lo stesso D’Andrea a illustrare il significato simbolico della Bandiera, composta da un campo d’azzurro caricato al centro dalla croce dell’Ordine, il tutto bordato di rosso e di verde, i colori del nastro dell’OMRI.

Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove ha atteso l’importante momento sociale per la presentazione del vessillo.

L’Assemblea generale dei soci ANCRI provenienti da varie parti d’Italia e dall’estero per eleggere i propri organi statutari.

L’assemblea generale si è quindi conclusa con la riconferma del presidente Tommaso Bove e la determinazione a proseguire, con sempre maggiore impegno, la promozione dei principi e dei valori richiamati nella nostra carta Costituzionale e dei simboli della Repubblica con l’assicurazione di un forte impegno in favore delle future generazioni.

“Nemmeno le misure sanitarie per fronteggiare l’emergenza coronavirus hanno fermato le attività istituzionali dell’ANCRI – ha sottolineato il presidente Tommaso Bove – proseguite con eventi organizzati da remoto e sulle emittenti televisive che hanno visto la partecipazione delle più alte cariche istituzionali a livello centrale e territoriale”.

Nonostante i passati mesi di lockdown l’Associazione non si è mai fermata, celebrando con importanti iniziative nazionali e locali la Giornata nazionale della Bandiera, la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, la Festa della Repubblica, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. A queste si sono aggiunte – come ha ricordato il presidente Bove – la Giornata della Memoria e del Giorno del Ricordo degli istriani, fiumani e dalmati, la Giornata della memoria per le vittime del terrorismo, la Giornata della pace della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

Il presidente Bove ha quindi sottolineato l’importanza del Comitato Etico dell’ANCRI, istituito per assicurare la piena corrispondenza delle le iniziative promosse dagli associati, a tutti i livelli, alle finalità statutarie dell’associazione.

Bove si è poi soffermato sul vessillo ufficiale dell’ANCRI, ideato dall’araldista Michele D’Andrea, che riflette l’immagine del sodalizio e il suo legame con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ed è stato lo stesso D’Andrea a illustrare il significato simbolico della bandiera, composta da un campo d’azzurro caricato al centro dalla croce dell’Ordine, il tutto bordato di rosso e di verde, i colori del nastro dell’OMRI.

A conclusione del suo intervento, il presidente ha illustrato anche le modifiche dello Statuto e del Regolamento Elettorale del sodalizio, ispirate ai principi fondamentali di democrazia, delle pari opportunità e dell’uguaglianza degli associati, oltre alla centralità dell’organo assembleare.

Impeccabile l’organizzazione curata dallo stesso presidente Bove e da Francesco Avena e Domenico Garofalo della presidenza nazionale dell’Ancri, in collaborazione con il delegato regionale Marche Sandro Coltrinari e il presidente della sezione di Fermo Francesco Ciro Luigi Pavia.

L’assemblea generale dei soci ha eletto consiglieri di presidenza nazionale Francesco Avena, Maria Carla Bocchino, Domenico Garofalo, Franco Graziano, Antonio Montalbano e Francesco Tagliente. Nel corso dell’assemblea sono stati eletti anche i trenta Consiglieri nazionali e il Collegio di garanzia.

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Cronaca

Ancona, dopo anni di passaggi burocratici demolito il rudere di Sappanico

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ANCONA – E’ stato demolito oggi il rudere di Sappanico, come deciso recentemente dalla Giunta e comunicato con la cartellonistica ai residenti. La ditta incaricata è intervenuta questa mattina per finalizzare un intervento che ha avuto bisogno di molto tempo per la definizione dei passaggi amministrativi, in particolare con la Sovrintendenza.
 
ll progetto prevedeva la demolizione della parte di edificio in avanzato stato di degrado e già parzialmente crollato e il consolidamento della parte strutturale in comunione con l’edificio confinante. Contestualmente alla demolizione si è definito l’accordo con la Provincia di Ancona che ha previsto uno stanziamento di 817 mila euro per l’allargamento della strada e la sistemazione di marciapiede e parcheggi. L’accordo tra Provincia e Comune prevede che sia il Comune a realizzare l’opera finanziata dalla Provincia.
 
 
 
 



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Cronaca

10 anni dalla scomparsa del Prefetto Antonio Manganelli: la Polizia di Stato lo ha ricordato questa mattina in una celebrazione religiosa

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A 10 anni dalla scomparsa del Prefetto Antonio Manganelli, la Polizia di stato lo ha ricordato questa mattina in una celebrazione religiosa che si è tenuta a Roma presso la Basilica dei Santi XII Apostoli. Il Prefetto Manganelli ha esercitato le funzioni di Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza fino alla sua morte, avvenuta nel 2013 a causa di una malattia.
Accanto alla signora Adriana Manganelli e alla figlia Emanuela, hanno partecipato alla cerimonia il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, il Capo della Polizia Lamberto Giannini, gli ex Ministri dell’Interno Luciana Lamorgese, Marco Minniti, Angelino Alfano ed Enzo Bianco, l’ex presidente del Senato Piero Grasso, l’onorevole Mara Carfagna e gli ex Capi della Polizia Franco Gabrielli e Alessandro Pansa, l’ex Procuratore Generale presso la Cassazione Giovanni Salvi ed il dottor Gianni Letta.
Il rito è stato celebrato da Don Luigi Ciotti e concelebrato da Don Giuseppe Cangiano, Coordinatore nazionale dei Cappellani della Polizia di Stato, e da Padre Antonio Raaidy, Cappellano dell’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno. Un quintetto della Banda Musicale della Polizia di Stato ha accompagnato la celebrazione.
Nel ricordare il Prefetto Manganelli, il Ministro dell’Interno ha richiamato la loro antica e profonda amicizia: “oltre che essere un amico è stato per me un fondamentale punto di riferimento professionale avendo avuto l’opportunità di collaborare a stretto contatto in una fase importante della mia esperienza, da Vice Capo della Polizia”. “Il Prefetto Manganelli è stato un grande rappresentante delle istituzioni e una eccezionale persona. Autorevole, determinato, carismatico, è stato amato dal primo dei questori fino all’ultimo dei poliziotti. Mai il capo di una istituzione così importante è stato cosi apprezzato e la grandezza della persona si respira attraverso il calore che c’è ancora in suo ricordo, dopo 10 anni”, ha concluso il Ministro Piantedosi.
Emanuela Manganelli ha ricordato con orgoglio la figura del padre, un uomo intelligente, empatico, integro e trasparente; un poliziotto brillante e riflessivo allo stesso tempo, un osservatore di persone e di anime, uno straordinario comunicatore che aveva sempre la parola giusta. È stato un padre meraviglioso e sempre presente che è stato di esempio per me e, credo di non esagerare nel dirlo, per tutti noi.



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Napoli, ucciso a 19 anni “per uno sguardo di troppo”: troppa voglia di imitare serie tv e sentirsi boss

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La cronaca racconta un’altra vita spezzata da chi ha bisogno di uccidere e rivendicare una presunta forza da capetto dei bulli falliti per accettarsi ed essere accettato in una società che continua a puzzare di marcio.

La cronaca. Un giovane di 19 anni, Francesco Pio Maimone, è stato ucciso a colpi di pistola nella notte a Napoli. L’omicidio è avvenuto nella zona degli chalet di Mergellina intorno alle 2,30. Maimone, ferito gravemente, è stato trasportato da conoscenti all’ospedale Vecchio Pellegrini dove però è morto. Indaga la Squadra Mobile della Questura di Napoli. Il ragazzo non è ritenuto appartenente alla criminalità organizzata. Secondo le prime risultanze investigative, Maimone sarebbe rimasto coinvolto – ma non è ancora chiaro in che modo – in un litigio tra giovanissimi per futili motivi, forse scoppiato per uno sguardo di troppo. I colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi davanti a un noto chioschetto della zona. La notte dello scorso 12 marzo la zona di Mergellina era stata teatro di un altro fatto di sangue, il ferimento di un giovane ritenuto legato alla camorra, colpito più volte mentre si trovava in auto. Molto gravi le ferite riportate: i killer l’hanno ferito gravemente all’addome e alla zona cervicale.

L’altra sera, ho finito di vedere una serie molto seguita dai ragazzi, una serie dove parlano in napoletano e dove probabilmente nell’ultima puntata, c’è un ragazzo che è grato alla “famiglia” del carcere minorile per avergli “insegnato a vivere”. La serie è fatta benissimo perché lancia anche il messaggio importante di contrastare la criminalità organizzata e che l’amore va oltre l’odio, la rivalità, la delinquenza e l’ho seguita tutta ma da persona cosciente che non è tutto oro quello che luccica. Il carcere dei minori non è affatto un posto dove un ragazzo dei voler desiderare di andare e di rimanere, non è un posto dove “si sta bene”, non è quello il posto dove si può pensare debba nascere una sana amicizia.

Tutto questo può anche succedere, soprattutto con i programmi di inclusione e sociali che fortunatamente aiutano (non sempre purtroppo) i ragazzi che delinquono a capire che hanno scelto una strada sbagliata e intraprendere un percorso diverso attraverso il confronto, il lavoro, il volontariato, la detenzione.

Purtroppo dovremmo interrogarci sulla necessità di offrire certi programmi tv solo se sostenuti da una corretta e massiccia campagna di sensibilizzazione e corretta informazione, altrimenti continueremo ad assistere a un incontrollabile escalation di cronache dove i ragazzi uccidono per uno sguardo di troppo. Troppo virale questa voglia di essere i protagonisti di una società sbagliata, studiamo altri esempi, facciamoci pure le serie tv, parliamo, scriviamo ma per favore non permettiamo che i nostri figli si lascino invaghire dei falsi miti che sono invece soltanto persone che hanno commesso errori enormi, addirittura spesso irreparabili.

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