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Editoriali

Anguillara a 5 stelle: stipendi si, tagli ancora no

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Tempo di lettura 2 minuti L'autunno è ormai iniziato, speriamo che non si debba aspettare la vigilia di Natale

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di Ivan Galea


ANGUILLARA (RM) – 2.788,56 euro al mese per il sindaco, 1.254,99 euro per il presidente del consiglio, 1533,87 euro per il vice sindaco e 1.254,99 euro per ogni assessore. Queste le indennità di funzione determinate per gli amministratori a Cinque Stelle di Anguillara, come previsto dalla legge per i Comuni con una popolazione residente superiore a 15.000 abitanti. Quindi il Sindaco Sabrina Anselmo percepirà il 100% dell'indennità così come il Presidente del Consiglio Silvia Silvestri, il vice sindaco Sara Galea, l'Assessore Marianna Casali, l'Assessore Viviana Normando, l'Assessore Fabrizio Landolfi e l'assessore Andrea Piccioni.

Un totale mese di 10.597,38 euro per l'attuale giunta stellonauta che se non avesse assistito al cambio in corsa di 3 assessori, di cui uno pure vice sindaco, sarebbe costata alle pubbliche tasche 9.202,96 euro. Infatti l'ex vice sindaco e assessore Giovanni Chiriatti, essendo lavoratore dipendente avrebbe percepito l'indennità ridotta del 50%  pari a 766,94 euro. Stessa cosa per l'ex assessore Franco Bernardini che avrebbe percepito 627,50 euro. Mentre l'ex assessora Franca de Santis avrebbe avuto diritto al 100% dell'indennità in quanto pensionata.

Ancora oggi gran parte dei cittadini attende impaziente di conoscere a quanto ammontano le decantate restituzioni di parte di questi stipendi. Tanti cittadini che hanno letto e dato fiducia al programma elettorale 2016-2021 presentato nella trascorsa campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle di Anguillara dove a pagina 48 riguardo il sociale il Movimento  5  Stelle di Anguillara metteva nero su bianco "di porre una particolare attenzione a questa importante politica ponendo alti obiettivi di raggiungimento". Nel programma stellonauta si evidenzia il fatto che "Come stile del Movimento 5 Stelle, gli  assessori e il Sindaco si impegneranno, a restituire parte del loro stipendio". Sempre nelle linee programmatiche 2016-2021 viene quindi specificato che "Questi soldi verranno messi  in  un  fondo  vincolato all’utilizzo di essi  per  politiche  mirate nel  sociale. La proposta sarà poi di incrementare questo fondo anche attraverso specifiche attività territoriali, che vedranno l’aiuto e la partecipazione di associazioni locali, sottoscriventi un  protocollo di intesa  che  verrà  a  loro  proposto,  in  cui  verranno indicati le modalità per poter contribuire,  acquisendo  naturalmente dei vantaggi". Infine nel programma pentastellato di Anguillara viene anche spiegato che "la gestione del fondo verrà affidata ad una Onlus  creata  appositamente,  direttamente  collegata  con  i  servizi  sociali, che  attraverso una fitta rete di iniziative di vario genere, mirate alla salvaguardia delle fasce più deboli, nonché a sostegno della famiglia intesa come presenza di un bambino, andranno ad offrire al cittadino un aiuto non solo di solidarietà ma di vera integrazione e appartenenza comunitaria"


Cercasi tagli Purtroppo ad oggi non si trova traccia né di restituzioni di parte degli stipendi, né della costituzione del "fondo vincolato" da utilizzare per il sociale, tantomeno della creazione della apposita Onlus da collegare direttamente con i servizi sociali. Si trova invece traccia di una mozione, presentata dal consigliere Matteo Flenghi lo scorso 11 luglio con oggetto "rinuncia indennità da parte del Sindaco, Giunta e Consiglio comunale per il primo anno per il completamento del rifacimento del manto stradale", respinta lo scorso 1 agosto con 10 voti contrari (Anselmo, Silvestri, Galea, De Rosa, Liberati, Menghini, Pierdomenico, Virgili, Gasperini e Fioroni).

Sicuramente a breve, almeno si auspica, i cittadini riceveranno dall'Amministrazione notizie riguardo gli imminenti tagli che ancora tardano ad arrivare. L'autunno è ormai iniziato, speriamo che non si debba aspettare la vigilia di Natale.

Castelli Romani

Frascati: 8 settembre 1943, il giorno del dolore e della rinascita

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Esistono giorni che non solo diventano parte della Storia ma portano dentro di sé ricordi, emozioni e purtroppo anche lutti ed antiche paure.
L’ 8 settembre per noi che siamo nati a Frascati e per tutti quelli che vivono la bellezza di questa città questo giorno è nel contempo triste ma la riprova della forza piena che vive dentro Frascati.
Fu una ferita insanabile quell’8 settembre del 1943 quando alle 12,08 una pioggia di bombe dilaniò la città provocando la morte di centinaia di persone.

piazza San Pietro dilaniata dalle bombe

Ma la voglia di rinascere, la voglia di ricominciare, la voglia di spazzare via i dolori di una guerra rinacque proprio in quel giorno.
Credo che Frascati debba onorare di più questo ricorrenza affinché non diventi e resti la solita passerella di commiato.
Deve divenire vera “giornata della memoria della Città”.
Bisogna far si che l’8 settembre rappresenti per tutti il giorno si del dolore ma anche il giorno in cui Frascati ed i frascatani ritrovarono la forza di risorgere dalle sue ceneri come “araba fenice”.
Ho voluto riportare nella copertina di questo mio pensiero il quadro di un grande frascatano, Guglielmo Corazza, memoria vivente di quel giorno.
Quei colori e quelle immagini debbono divenire il monito a tutti noi degli orrori della guerra, della stupidità della guerra.
Perché Frascati pagò con il sangue dei suoi figli e delle sue figlie e questo non deve più accadere in nessuna altra parte del mondo.

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Editoriali

Affaire Sangiuliano: dimissioni e polemiche, il governo Meloni nella bufera

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Giustino D’Uva (Movimento Sociale Fiamma Tricolore): “Evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”

L’affaire Sangiuliano ha scosso il governo Meloni, provocando la prima defezione tra i suoi ministri. Gennaro Sangiuliano, alla guida del Ministero della Cultura, ha rassegnato le dimissioni a seguito delle polemiche sorte attorno a una presunta relazione extraconiugale con Maria Rosaria Boccia, che ha generato una serie di accuse riguardanti l’uso improprio di fondi pubblici e l’accesso a documenti riservati.

L’ex direttore del Tg2, dopo ore di polemiche e smentite, ha deciso di farsi da parte, spiegando in una lettera a Giorgia Meloni la sua scelta di lasciare per non “macchiare il lavoro svolto” e per proteggere la sua onorabilità. Nonostante le assicurazioni fornite a più riprese dallo stesso Sangiuliano, secondo cui nessun denaro pubblico sarebbe stato speso per la consulenza di Boccia, la pressione mediatica e politica è diventata insostenibile.

Le reazioni della maggioranza: una difesa d’ufficio

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà nei confronti di Sangiuliano, definendolo un “uomo capace e onesto”, sottolineando i successi ottenuti in quasi due anni di mandato. In particolare, Meloni ha ricordato i risultati raggiunti nella promozione del patrimonio culturale italiano, come l’aumento dei visitatori nei musei e l’iscrizione della Via Appia Antica tra i patrimoni dell’UNESCO. Tuttavia, anche la premier non ha potuto evitare di accettare le “dimissioni irrevocabili” di Sangiuliano.

Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, è stato rapidamente nominato come nuovo ministro della Cultura, suggellando una transizione-lampo che, secondo alcune voci, era già in preparazione da tempo. Giuli, una figura vicina alla destra romana e storicamente legato a Meloni, rappresenta un tentativo di dare stabilità al ministero, ma la scelta non ha fermato le critiche, né ha dissipato le ombre sul governo.

L’opposizione attacca: “Il governo Meloni è allo sbando”

Le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. Il Partito Democratico ha definito l’affaire come un altro esempio di un esecutivo privo di coerenza e in preda a scandali interni. Elly Schlein, segretaria del PD, ha parlato di un “governo ossessionato dalla propria immagine” e ha criticato la gestione del caso: “Il problema non è solo il gossip, ma l’incapacità di affrontare le questioni in modo trasparente e senza proteggere chi si trova in difficoltà”.

Dal Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha affermato che “questo episodio mostra come la maggioranza sia più attenta alle proprie dinamiche interne che ai reali problemi del Paese”, accusando la premier di “non aver saputo tenere sotto controllo i suoi ministri” e di “anteporre le proprie relazioni personali agli interessi istituzionali”.

Il commento più severo è arrivato da Giustino D’Uva, esponente del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, che ha lanciato un duro attacco al governo: “Indipendentemente dalle eventuali implicazioni giudiziarie ed etiche, l’affaire di Sangiuliano e Boccia è indice del pressapochismo che connota pressoché tutta la compagine governativa. Il governo Meloni è un’accozzaglia di buontemponi e incompetenti, per i quali il gossip costituisce il massimo impegno politico. Ciò che è evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”.

Il rischio di un effetto domino

L’affaire Sangiuliano mette a nudo fragilità interne e potrebbe avere ripercussioni più ampie di quanto non appaia a prima vista. I partiti di opposizione sono pronti a capitalizzare su questo caso per sottolineare le divisioni e la mancanza di trasparenza dell’esecutivo. Alcuni osservatori politici temono che questo possa essere solo il primo di una serie di scossoni che potrebbero minare la stabilità del governo.

Il futuro di Giorgia Meloni e della sua squadra dipenderà dalla capacità di gestire questo e altri potenziali scandali che potrebbero emergere. Ma l’episodio dimostra come il confine tra gossip e politica possa diventare estremamente sottile, e quanto questo possa essere dannoso per la credibilità di un governo, soprattutto se non si affrontano con chiarezza e decisione le situazioni critiche.

In definitiva, il caso Sangiuliano non è solo un episodio personale, ma il simbolo di un esecutivo che sembra sempre più vulnerabile alle proprie contraddizioni interne, in un contesto politico che richiede, invece, risposte concrete e unitarie.

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Editoriali

Come ristorarsi dopo le fatiche quotidiane

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La pedagogia del benessere si occupa delle persone in contesti si salute psico-fisica. Ognuno di noi dopo una giornata di lavoro, commissioni, studio necessita di uno o più momenti di ristoro.


n questi termini si può parlare di pedagogia del benessere sia fisico che mentale.
La pedagogia del benessere è un ramo della pedagogia tradizionale che si occupa, mediante alcune tecniche, di far star bene le persone.

In che senso la pedagogia del benessere parla di ristoro?

Ebbene sì, il pedagogista o lo psicologo non ricevono i clienti nello loro studio e non c’è un rapporto duale, ma il benessere lo si ritrova insieme ad altri soggetti, all’interno di un gruppo, facendo passeggiate, yoga o mindfulness.
Nell’ultimo decennio è nato un forte interesse per queste nuove pratiche fisiche, ma anche mentali.

Lo stare bene insieme ad altri, durante una passeggiata o in una seduta di mindfulness, giova non solo al gruppo, ma soprattutto all’individuo nella sua singolarità. Le strategie individuate dalla pedagogia del benessere sono, in Italia, molto utilizzate; basta pensare ai corsi di yoga o di mindfulness. Quest’ultimi vengono svolti sia nelle palestre, ma anche all’aperto (es. dopo che è piovuto) poiché l’ambiente esterno, l’aria o il venticello sono condizioni di rilassamento.
L’obiettivo della pedagogia del benessere è anche scaricare lo stress quotidiano ed evitare disturbi psicotici quali l’ansia o la depressione. A favore di questo obiettivo è utile sia la palestra per allenare il corpo, ma anche una palestra per esercitare la mente.

La salute mentale è fondamentale per affrontare la vita e le fatiche di tutti i giorni; pertanto “avere il vizio” di utilizzare tecniche di “tonificazione della mente” è sicuramente un’abitudine sana. La pedagogia del benessere professa anche obiettivi di tipo alimentare per promuovere, non tanto il fisico filiforme quanto la salute fisica intesa come consapevolezza di quanti grassi, proteine e zuccheri dobbiamo assumere in una giornata.

Il benessere del corpo è proporzionale a quello della mente e viceversa. Il prendersi cura di noi stessi aiuta a prevenire difficoltà future e soprattutto a vivere esperienze positive. Da sempre lo slogan “prevenire è meglio che curare” è uno degli scopi della pedagogia del benessere.
Non tutti seguono questi consigli, perciò sarebbe opportuno dare un’architettura decisiva alla figura del pedagogista del benessere senza confonderlo con un personal trainer o un nutrizionista. È opportuno parlare di più di questo tipo di pedagogia per promuovere la conoscenza.

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