ANGUILLARA, ACQUA BENE COMUNE: FLASH MOB A 5 STELLE

di Emanuel Galea

Anguillara (RM) – Flash mob ad Anguillara, domenica 6 dicembre, su iniziativa del M5S e del movimento Acqua Bene Comune rappresentato da Giuseppe Gerardi.

"Si è voluto denunciare ciò che sta accadendo in Italia, – commentano gli organizzatori del flash mob – dove un vuoto di democrazia – proseguono – sta travolgendo le attese di coloro che si affidavano con fiducia in mano a quelli che promettevano il bene dell’acqua mentre già pensavano a prosciugare le speranze della povera gente. L’acqua scende dall’alto verso il basso, cade sul povero e sul ricco, sul giusto e sul malvagio. L’acqua è come l’aria che si respira, tutti indistintamente hanno il diritto di goderne. Purtroppo non è sempre così. Piove governo ladro, – concludono – sarebbe il caso di dire, istituzioni bari e cinici , che defraudano i cittadini di un’eredità che ogni nascituro trova in culla legata al cordone ombelicale".

Il “flash mob”, traduzione di “folla lampo”, è un assembramento improvviso di persone, per lo più sconosciute tra loro, che si sono date appuntamento in un determinato luogo via web. È una delle ultime trovate di protesta pacifica che hanno come scopo la sensibilizzazione della popolazione  e delle istituzioni su determinate tematiche.

Nel caso del flash mob andato in onda ad Anguillara i pentastellati insieme al Movimento Acqua Bene Comune hanno quindi voluto lanciare il messaggio: “Siamo tutti incuranti di ciò che le multinazionali dell’acqua stanno facendo: privatizzazione di un bene comune.” e “pompare troppa acqua dal basso all'alto senza che gli affluenti ne conducano verso il bacino della collettività”.

La legge Regionale 4 aprile 2014, n. 5 – “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, come finalità, in cima al testo riporta la seguente esortazione: “La presente legge in conformità ai principi costituzionali e comunitari ed in ossequio alla volontà popolare espressa nel referendum del 2011 detta, nel rispetto dei principi di cui alla legislazione statale in materia, le disposizioni con cui deve essere governato il patrimonio idrico della Regione”.
Gli organizzatori hanno quindi evidenziato come sia stato ignorato quanto riportato dalla legge regionale: “volontà popolare espressa in referendum del 2011”. Come principio generale poi, è la stessa legge che definisce “l’acqua è un bene comune naturale e un diritto umano universale. Al fine di concorrere ad assicurare l’accesso all’acqua potabile a tutti gli abitanti, La legge infatti pone assoluto divieto di cessione del bene a scopo di lucro.
Gli organizzatori della manifestazione hanno quindi portato a conoscenza della cittadinanza il fatto che: "nonostante nel Lazio, l’impugnativa sulla legge 5 sia stata superata, la Giunta regionale continua a ritardarne l’applicazione, ostacolando così la partecipazione delle comunità locali sulla gestione dell’acqua e aprendo la strada ad ulteriori privatizzazioni".

Questa volta si tratta di semplice “buona volontà”. Da mesi, consiglieri di maggioranza e minoranza delle comunità locali, hanno condiviso una proposta di legge 238 per definire i nuovi ambiti di Bacini idrografici. "L’immobilismo di Zingaretti e Refrigeri è inspiegabile. – concludono gli organizzatori – Quello dell’amministrazione locale non è da meno"