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Roma

ANGUILLARA, ACQUA PUBBLICA: IL COMUNE RISPONDE AL COMITATO ANGUILLARA IN MOVIMENTO

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Tempo di lettura 4 minuti L'Amministrazione comunale: "Anguillara: l’acqua distribuita dagli acquedotti comunali è potabile!"

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Redazione

Anguillara (RM) – Lo scorso 18 agosto pubblicavamo una nota del "Comitato Anguillara in Movimento" che affrontava l'argomento arsenico nell'acqua "emergenza della non potabilità in località Ponton dell’Elce e Colle Biadaro" ponendo all'attenzione dei lettori alcune considerzioni.

L'Amministrazione comunale di Anguillara Sabazia ha inteso rispondere alla nota del "Comitato Anguillara in Movimento".

Ecco la nota dell'Amministrazione comunale di Anguillara Sabazia:

L’Amministrazione Comunale di Anguillara generalmente omette di rispondere a comunicati farneticanti di questo o quell’esperto di turno che, in nome di un sedicente diritto a parlare per conto dei cittadini, salgono in cattedra per sciorinare appunti tratti da WikiPedia o pezzi di studi pubblicati online al fine di far sembrare quanto affermato maggiormente d’effetto. Un lettore attento sa riconoscere e cestinare questo genere d’informazione (disinformazione), il solo obiettivo di questi comunicati è lo screditare qualcosa o qualcuno per trarne, conseguentemente, un ipotetico vantaggio.

Premesso ciò, che rappresenta l’unanime visione di tutta la maggioranza, non possiamo tacere quando l'argomento è l'acqua e conseguentemente la salute dei cittadini (ma soprattutto il loro stile di vita). Usare tale delicato argomento in questo modo strumentale, dopo tutti gli sforzi che l’intera collettività ha posto in essere per far si che anche ad Anguillara avessimo acqua potabile dal rubinetto dopo 10 anni di bugie, è davvero la cosa più “bassa” che si potesse leggere.

Precisiamo dapprima che si parla di microgrammi/litro e non mg/litro che è 1000 volte superiore …. giusto per chiarire a chi fa il “professore” il distinguo tra l’una e l'altra unità di misura.

Smentiamo poi categoricamente l’affermazione di cui al citato comunicato che recita: “Ovvio che il problema arsenico ancora non è stato definitivamente risolto e ovvio che la soluzione dei dearsenificatori non è stata risolutiva (inutile dire: come ci aspettavamo)”. Il problema Arsenico (e Fluoruri) è DEFINITIVAMENTE RISOLTO ad Anguillara! Su questo invitiamo chi fosse interessato ad avere chiarimenti e spiegazioni a prendere contatti con la Segreteria del Comune o uno degli amministratori comunali usando uno dei tanti canali informativi resi disponibili sul sito del Comune di Anguillara. Per i più curiosi informiamo che è anche possibile fare visita agli impianti per conoscere da vicino il loro funzionamento.

Continuiamo informando l’autore del comunicato a firma “Comitato Anguillara in Movimento” che l’affermazione “Forse impossibile togliere la spesa potabilità dalla bolletta dell’acqua?” non trova fondamento per due ordini di motivi. Primo perché non c’è stato alcun aumento della tariffa idrica (se poi si vorrà approfondire si potrà facilmente verificare che la tariffa idrica al metro cubo del nostro Comune è la stessa degli ultimi 5 anni e la più bassa di tutti i Comuni del lago – ed anche oltre), quindi NESSUN costo è stato caricato in tariffa. Secondo perché, a seguito di una Deliberazione dell'AEEG, NESSUN aumento o modifica tariffaria è possibile per quei Comuni che non hanno ceduto il servizio idrico al gestore unico (Acea Ato2 Spa nel nostro caso). Quindi, di cosa si parla?

Quanto accaduto recentemente agli impianti rientra tra i casi di “blocco temporaneo dovuto ad un problema meramente manutentivo risolto in breve termine”, le analisi di controllo operate dalla ASL servono – appunto – a verificare e garantire che gli impianti funzionino. Aggiungiamo, per completezza d’informazione, che ogni passo operato dal Comune in questo contesto è stato fatto dando informazione scritta alla ASL (tali comunicazioni sono agli atti). Va inoltre chiarito che l’Ordinanza di non potabilità per una problematica risolvibile in brevissimo tempo – come del resto è stato – riguardante problemi di carattere “minerale” e, pertanto, non di emergenza immediata, avrebbe comportato alla cittadinanza problematiche superiori anche di carattere sanitario (rifornimento con autobotti). Di tutto ciò, ribadiamo, è stata informata la ASL competente.

Una cosa è omettere di pronunciare Ordinanze senza avere la risoluzione a breve del problema (come accaduto in passato ove ad es. si è omesso di emettere Ordinanze di non potabilità delle acque distribuite dall’acquedotto del Montano nonostante il sollecito e l’invito ad adempiere alla distribuzione di acqua potabile alla cittadinanza per mezzo di autobotti, vedi proposta ordinanza sindacale della ASL del febbraio 2011 assunta al protocollo del Comune con numero 6978 del 2 febbraio 2011 ed emessa in virtù delle analisi delle acque distribuite da suddetto acquedotto che arrivarono a toccare punte di 56 microgrammi/litro) altra cosa è non emettere Ordinanza quando si ha già la contezza che il problema sia  praticamente risolto.

Non da ultimo occorre considerare, per una maggiore conoscenza della problematica, che l'assunzione di minerali quali l’arsenico è dannosa alla salute solo se protratta per un lungo periodo (così come anche riportato nel comunicato di Anguillara in movimento che qui riportiamo: “Sono queste alcune delle conseguenze derivate da un’esposizione prolungata nel tempo all’arsenico contenuto nell’acqua potabile e nel cibo, come ha rilevato l’Organizzazione mondiale della sanità”). La comunità scientifica è ormai concorde nel ritenere che tale assunzione va valutata in un arco temporale medio. Ad esempio, se nell'arco di un mese la concentrazione di arsenico è sempre pari a 10 microgrammi/litro alla fine del mese il nostro organismo avrà assunto 300 microgrammi/litro ed essendo “10 microgrammi/litro” il limite definito dalla normativa vigente, non sarà stata necessaria l’emissione di alcuna Ordinanza di non potabilità. Se, invece, per 28 giorni la concentrazione di arsenico nell’acqua fosse pari a 2 microgrammi/litro e per i restanti 2 giorni fosse pari a 15 microgrammi/litro, alla fine del mese il nostro organismo avrà assunto la quantità notevolmente inferiore di 86 microgrammi/litro ma, paradossalmente, si sarebbe dovuto emettere Ordinanza di non potabilità. Ciò per chiarire che la dannosità dell'arsenico o del fluoro va valutata su concentrazioni medie di un certo periodo. Per calare questo assunto nel caso specifico di Ponton dell’Elce possiamo facilmente osservare che nel periodo minimo medio di 90 giorni la concentrazione complessiva assunta è stata notevolmente inferiore ai limiti di legge.

Semmai vi fosse stato un reale rischio per la salute dei cittadini questi sarebbero stati immediatamente informati come la prassi prescrive. La salute dei cittadini non è mai stata a rischio perché, appunto, “La salute del cittadino non è campagna elettorale”.

L’Amministrazione Comunale di Anguillara Sabazia

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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