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Roma

ANGUILLARA – DEBITI FUORI BILANCIO E UN SINGOLARE COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO

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Tempo di lettura 7 minuti Il Consiglio comunale sollecita la Corte dei Conti a fare chiarezza sui debiti fuori bilancio. E scrive pure al Prefetto

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Emanuel Galea

Il Consiglio comunale di Anguillara fa sapere, attraverso una nota del 6 aprile scorso, di aver sollecitato la Corte dei Conti e il Prefetto di Roma attraverso una lettera in cui si chiede di intraprendere ogni tipo di azione volta a individuare le responsabilità amministrative che hanno portato alla creazione di ingenti debiti fuori bilancio che hanno messo il Comune a rischio di dissesto finanziario.  Nella nota viene evidenziato il fatto che a tutt’oggi l’Amministrazione deve ancora pagare la somma di euro 780mila 368,48 per debiti fuori bilancio mentre ha già pagato la somma di euro 1milione 381mila 669,99 sempre per debiti fuori bilancio transatti. A conclusione della nota si legge: “Riteniamo che si debba fare chiarezza su questa vicenda che vede distratte ingenti risorse che invece potevano essere utilizzate per investimenti e per servizi ai cittadini. L'Amministrazione reputa che l'unico soggetto abilitato ad un'indagine di inchiesta seria ed esaustiva competente ad evidenziare eventuali responsabilità sia la magistratura contabile. Per questi motivi, al fine di tutelare gli interessi dei cittadini, abbiamo formalizzato le suddette richieste alla Corte dei Conti.” Un qualsiasi comune mortale dopo aver letto la nota comunale si sarà chiesto cosa potrà fare mai la Corte dei Conti  che non può fare la stessa Amministrazione, avendo, come si legge nello stesso comunicato, ogni elemento utile all’esame di ciascuna posizione.  Chi meglio di questa può individuare leggerezze, omissioni oppure eventuali irregolarità?  Un secondo quesito che il lettore si sarà chiesto è quali possano essere stati i sospetti che hanno portato l’Amministrazione a chiedere l’intervento del Prefetto di Roma per fare chiarezza. I debiti fuori bilancio non sono certo un segreto di stato. Di questi sono al corrente  i revisori che hanno certificato i bilanci insieme agli amministratori. E la memoria dei residenti torna ad una dichiarazione dell’allora Commissario Prefettizio Serenella Bellucci in merito alle entrate di Anguillara che sono appena sufficienti per pagare le rate dei mutui. Dichiarazione, questa, rilasciata dopo aver appreso la notizia della sentenza di condanna della Suprema Corte di Cassazione verso il comune a pagare oltre un milione di euro,  stesso milione di euro che ancora gira come una mina vagante tra i corridoi del Comune. Da non dimenticare, anche, le raccomandazioni del Collegio dei Revisori, che ha ammonito gli amministratori riguardo il sovente ricorso alle anticipazioni di cassa al limite del consentito per equilibrare i conti.  Nella dichiarazione del Commissario Prefettizio e nel monito del Collegio dei Revisori è da ricercare la lettura dello sfacelo delle finanze della cittadina lacustre. Lo sfacelo finanziario ha un nome e cognome , ha una data di nascita e soprattutto ha una firma che lo condanna. I responsabili non possono oggi nascondersi dietro un dito e nessuno di questi può tirarsi fuori dalle molteplici responsabilità di enorme gravità. In questo momento di crisi, ogni atto irresponsabile che viene alla luce , oltre che screditare la classe politica, ferisce il popolo e,  giustizia vuole,  che i responsabili vengano fuori per farsi guardare negli occhi dai cittadini, pertanto chi ha gli elementi utili per l’esame di ciascuna posizione debitoria, come si legge nella nota rilasciata dal Consiglio comunale, li metta a disposizione di una commissione che, a secondo gli esiti, deciderà il da farsi.  Senza addentrarsi nella preistoria di Anguillara,  basta percorrere le attività degli ultimi due anni della vita consiliare per capire meglio le origini, le anomalie e le cause del fenomeno. Il debito fuori bilancio non conosce colore, non è ne destra e ne di sinistra. E sgomberato il campo da ideologie e da passioni politiche il debito fuori bilancio, per lo meno per quanto riguarda Anguillara, nasce  unicamente dall’impreparazione degli amministratori e magari da consigli poco saggi da parte dei collaboratori di quest’ultimi. Agli occhi del comune mortale sembrerebbe infatti  che le varie situazioni non siano state ben ponderate prima di prendere decisioni definitive. La strada delle delibere 2011 e 2012 è lastricata da numerosi atti temerari ad esiti ignoti.  Si ha l’impressione di una  scarsa dialettica di fronte a richieste avanzate dai cittadini che molto spesso sono favorevolmente giudicate dal diritto. Anziché  affidarsi ad un unico studio legale per avere tutti i vantaggi che può offrire tale soluzione, l’Ente amministrativo ha optato per dividere le varie vertenze nei confronti del Comune,  fra decine di studi legali, ottenendo quindi un maggior aggravio di spese e di tempi. Dando un’occhiata alle delibere si ha una strana impressione del rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadinanza. La prima cosa che salta all’occhio è che non si trova alcuna traccia di contrattazione bonaria. E l’impressione che si ha è quella che davanti alle richieste dei cittadini che reclamano dei diritti o che li dichiarino lesi, l’Ente non intenda perdere tempo in trattative, deliberando immediatamente il conferimento dell’incarico di risolvere il contenzioso a uno dei molteplici avvocati iscritti nell’albo del Comune. Così un debito , diciamo a titolo esemplificativo, di  2mila e 400 euro può lievitare a 3mila e 890 euro circa, con un aumento del 62 percento. Considerando che la maggior parte delle cause il Comune le perde quasi sempre, il risultato finale è che all’Ente oltre al debito tocca accollarsi anche le spese dell’avvocato e delle spese procedurali. Bisognerebbe invece, a parer di molti, analizzare caso per caso, studiando quale diritto reclama il cittadino o quale torto denuncia aver subito da parte del Comune. Possibile non  ci siano spazi per le trattative bonarie, intorno a un tavolo? Ad Anguillara la gente si conosce tutta e pertanto ci si potrebbe ragionare civilmente ed in via amicale per cercare di arrivare a un accordo bonario, riconoscendo il diritto a chi spetta e negandolo a chi no, ottenendo quindi una drastica diminuzione delle pratiche legali che fanno lievitare ulteriormente i debiti comunali . Perché questo non si fa? Per mancanza di volontà? Per incapacità di mediare? Perché si crede più sbrigativo passare la pratica al legale? Chi conosce i bilanci di Anguillara sa che non lasciano  margini per manovre azzardate. Giustissimo quindi quello che dichiarò il Commissario Bellucci. Le entrate bastano appena per pagare i mutui. I debiti fuori bilancio sono una mina vagante. La nota dell’Amministrazione quindi non è altro che una ammissione di gravi difficoltà attuali. Come si fa ad evitare un debito fuori bilancio? Viene spontaneo rispondere: con il buon senso. Innanzitutto il debito fuori bilancio è da considerarsi un rischio e come tale dovrebbe trovare un suo spazio nel fondo rischi. A monte di questo ragionamento il debito fuori bilancio è da evitare. Un Comune che si rispetti dovrebbe avere innanzitutto un dialogo con i suoi cittadini, anziché  una chiusura totale a ogni forma di dialogo, monopolizzando l’attività del Consiglio con delibere per conferire incarichi ai numerosi avvocati. A testimonianza di quanto appena detto, in fondo all’articolo, riportiamo una campionatura, degli ultimi dieci mesi, di delibere relative a liti, incarichi e ricorsi. Tutte azioni che producono debiti fuori bilancio. Una cosa è chiarissima, al comune mortale, che chi paga è sempre la collettività, come nel caso della dott.ssa M.I., ex segretario comunale indagata per l’ipotesi di reato di cui  all’art. 328 c.p.  (Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione). La collettività già si accolla  2mila e 500 euro per spese legali, augurandosi che venga completamente scagionata, altrimenti in caso contrario la cittadinanza dovrà fare fronte ad altri esborsi.
E’ condivisibile, quindi, l’iniziativa dell’Amministrazione di coinvolgere la Corte dei Conti , si auspica però  che maggioranza ed opposizione intendano assumere autonomamente iniziative per fare luce sulle responsabilità della formazione e crescita di questi debiti fuori bilancio. Un atto dovuto ai cittadini che si trovano costretti a pagare debiti formatesi per responsabilità di altri. La popolazione vuole conoscere natura ed entità di ogni singolo debito. Sono atti di mala amministrazione che riversano il loro effetto vessatorio sui cittadini. Per questo motivo, e non solo, è dovere degli amministratori fare piena chiarezza a 360 gradi. Conoscere gli errori di ieri per non ripeterli domani.

 

DELIBERE DEGLI ULTIMI 10 MESI CHE PRODUCONO DEBITI FUORI BILANCIO

G.C. 103 del 29.06.2011
Notifica Tribunale Ordinario di Civitavecchia il 27.05.2011 ricorso  Soc. Miri Pavimentazione s.r.l
. Euro 1.500 + Iva per Spese Giudizio (iniziali)

G.C. 105 del 29.06.2011
Notifica del Tribunale ordinario di Civatavecchia il il 11.06.2011 ricorso Soc. La Mandola s.r.l. 
 Euro 1.500 + Iva per spese giudizio (iniziali)

G.C. 110 del 14.07.2011
Commissione Tributaria Provinciale di Roma il 10.05.2011 ricorso Soc.Luca Pubblicità s.n.c. avverso accertamento imposta comunale sulla pubblicità.

G.C. 140 del 15.09.2011
Tribunale Civile di Roma Sez. Lavoro il 11.07.2011 ricorso sig. Enrico Meloni
Euro 1.500 spese giudizio (iniziali)

G.C.144 del 22.09.2011
Tar Lazio ricorso del 07.07.2011 presentato da Gasperini Daniela, Romano Maria Rosaria,Giovanni Castori,Andrea Mesiano
Euro 1.500 spese giudizio (iniziali)

G.C. 145 del 22.09.2011
Transazione pagamento “post mortem” discarica Cupinoro – sollecito  da parte della Bracciano Ambiente Spa delle fatture di pagamento  euro 413.715,10  che hanno generato un debito fuori bilancio di euro  164.995,75 che doveva essere liquidato entro il 31.12.2011  ,non pagate allora per difficoltà di cassa

G.C. 133 del 26.08.2011
Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio del 05.07.2011 ricorso della Coop. Nepente  Euro 100 impegnate oltre Iva ed oneri

G.C. 150 del 29.09.2011
Ordinanza Tar Lazio del 04.07.2011 ricorso promosso dall’assoc. Codacons ed altri
Euro 1.000 impegnati per spese Giudizio (iniziali)

G.C. 3 del 19.01.2012
Dott.ssa M.I. ex segretario Comunale indagata per ipotesi di reato di cui all’art.328   c.p.
 Spesa avv. 2.500,00
Art. 328. (Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione.)
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.

G.C.. 5 del 19.01.2012
Tribunale di Civitavecchia Sez. Lavoro del 18.05.2011 ricorso ex art. 414 ss  c.p.c. dalla Sig.ra Langhitano  Adriana Impegno di spese N.N.
G.C. 7 del 19.01.2011
Tar Lazio del 18.01.2012 ricorso promosso da Dama S.r.l. – Edilnova s.r.l. – Edil Quattro & C. s.n.c. 
 Impegno di spese N.N.

G.C.8 del 19.01.2012
Tar Lazio del 30.12.2011 promosso da Consorzio di Cooperitive Edilizie Laziali Co.C.E.L.  
Impegno di spesa N.N.


G.C. 12 del 26.01.2012
Tribunale Ordinario di Civitavecchia Sezione Staccata di Bracciano del 14.12.2011
Atto di pignoramento presso terzi promosso dalla Signora Lancellotti Maria Pia
Impegno di spesa N.N.


G.C. 21 del 23.02.2012
Tar Lazio del 15.02.2012 ricorso promosso dai sigg.ri Alasia Ledi, Alasia Irene, Latore Romina. 
 Impegno di spesa N.N.
Determina Dirigenziale n. 317 del 30.03.2012
Ingiunzione di pagamento sanzioni amministrative Regione Lazio

Sentenza del Tribunale Civile di Civitavecchia sez. distaccata di Bracciano relativa al sinistro occorso ai sigg.ri Tolu.
Il giudizio civile del 12.02.2005 si è concluso con una sentenza di condanna.

 

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Roma, il mito di Castore e Polluce in 11 sculture tra via Veneto e porta Pinciana

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Dal 1° dicembre 2023 al 1° febbraio 2024

 

Castore e Polluce, i mitici Dioscuri, i “figli di Zeus” dei Greci, venerati anche dai Romani a partire dal V sec. a. C, sono i protagonisti di una grande esposizione dello scultore Gianfranco Meggiato, in programma dal 1° dicembre al 1° febbraio a Roma. Undici monumentali sculture saranno allestite in un luogo emblematico della Capitale, nel cuore del Municipio 1, fra via Veneto e Porta Pinciana. 

 

“I Dioscuri tornano a Roma” è il titolo della mostra, promossa dal Municipio Roma 1 Centro – Assessorato alla Cultura e dall’Associazione Via Veneto. L’esposizione organizzata dalla “Fondazione di Arte e Cultura Gianfranco Meggiato” ha per curatore scientifico Dimitri Ozerkov, già direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Ermitage di San Pietroburgo, dimessosi dalla direzione museale nell’ottobre del 2022 in segno di protesta contro l’invasione russa in Ucraina.

 

L’inaugurazione è in programma venerdì 1° dicembre alle 10 a Porta Pinciana, alla presenza dell’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghia. Sarà presente l’Artista.

 

Le opere sono realizzate da Meggiato in alluminio, con la tecnica della fusione a staffa, e in bronzo, con la tecnica della fusione a cera persa, tutte le sculture sono poste su basi in acciaio inox. La loro altezza varia da due fino a cinque metri. È possibile percorrere l’itinerario dell’esposizione attraverso il proprio smartphone, seguendo una mappa completa di immagini e descrizione, che si attiva scannerizzando un QR code posto sui cartelli esplicativi che accompagnano ciascuna scultura.

 

Il catalogo, che sarà presentato a gennaio 2024 in concomitanza con la chiusura della mostra, è pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori.

 

Partendo proprio dal mito dei Dioscuri, l’esposizione indaga i significati della dualità e della duplicità, degli opposti che tendono all’Uno, così come Castore-Materia (umano) e Polluce-Spirito (Divino) sono realtà opposte e complementari che perseguono l’unione. La rappresentazione mitologica dei Dioscuri, attraverso il loro valore simbolico, per l’artista è, infatti, occasione per sottolineare il significato di unità e fratellanza, di superamento del duale, nella consapevolezza che siamo tutti parte di uno stesso insieme, cellule di un medesimo organismo, siamo tutti Uno. Il riferimento costante alla dimensione trascendente, pur dal piano della materia, ci ricorda come il riconoscersi figli di uno stesso universo e fratelli di un comune destino possa indicare un cammino che porti al superamento dei conflitti, fino all’armonia e alla pace. Il gesto artistico e la visione culturale sono anche contrassegnati dalle dimensioni delle sculture e dal loro esprimersi attraverso la verticalità, che richiama quella naturale tendenza dell’essere umano alla ricerca di una spiritualità che è interiore, alla scoperta di se stessi, e al contempo esteriore, oltre il proprio io.

 

Il Mito dei Dioscuri presentato in un contesto contemporaneo è sottolineato dalla coppia di sculture poste a Porta Pinciana, che richiama le due divinità: Il Volo (alta 5 metri) e L’Attimo Fuggente (4 metri) sono due opere verticali che dialogano tra di loro, rappresentando idealmente Polluce e Castore. Il Volo rappresenta idealmente Polluce il fratello divino, nella consapevolezza che l’uomo non possa accontentarsi della sola materialità, ma possa “volare alto” per sentirsi vivo, per crescere, anche grazie alle difficoltà. L’Attimo Fuggente simboleggia Castore, il fratello mortale, e ci ricorda che la vita va vissuta appieno, poiché è un attimo e ciò che è perduto non ritorna. Questa scultura con un accenno di afflosciamento rappresenta Castore, colto nell’attimo del passaggio tra la vita e la morte. Nella scena, Il Volo-Polluce allunga dolcemente una sfera di immortalità e consapevolezza da condividere con il fratello mortale L’Attimo Fuggente-Castore. Nel mito greco, quando il fratello mortale Castore fu ucciso dagli Afaridi, Polluce pregò Zeus che gli concesse di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello. Così i due vissero insieme alternativamente un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti.

 

In via Veneto in esposizione saranno: Sfera Quantica (h 2,20 m), che richiama la forza da cui trae origine ogni grado di materia; Taurus (h 3 m), che indica la componente istintiva in armonia con l’essenza interiore; Cubo con Cubo (lato 1 m), che ricorda le chiusure, esteriori e interiori e la possibilità di guardare a sé stessi secondo una nuova luce; Fiore d’Oriente (d 1,50 m) che può germogliare in noi anche a seguito di esperienze negative; Scorpius (h 3 m) che è protesa verso l’alto a simboleggiare l’attivazione di un’energia in noi; Doppio totem (h 2,60 m), che ci ricorda come le esperienze, positive o negative, possano far apparire la nostra parte luminosa; Cono Energia (h 2,20 m): un cono energetico punto di incontro fra visibile e invisibile; Colonna Energia: una colonna di luce sfida il tempo e tende verso l’Alto (h 2,25 m); Disco Orione (d 1,28 m) che richiama la brillantezza di questa costellazione.

 

Con la mostra di Meggiato a Via Veneto sottolinea l’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghiasi sta proseguendo su quanto scritto nelle linee programmatiche di questo Municipio. L’arte contemporanea è un veicolo straordinario per riconnettere le persone ai territori, per ricercare un nuovo senso, una nuova fruizione più rispettosa di questa meravigliosa città.

 

Questo progetto sul ritorno a Roma dei leggendari fratelli gemelli Castore e Polluce evidenzia il curatore scientifico Dimitri Ozerkov si apre in un momento difficile per il mondo. Adornando una delle strade principali di Roma, le sculture astratte di Gianfranco Meggiato parlano del nostro tempo attraverso lo spazio che ci circonda. Sono esse stesse la dualità del pieno e del vuoto, della morte e dell’immortalità, della materia e dello spirito. Ma non appena si pronunciano i nomi dei Dioscuri, queste immagini si riempiono di nuova vita, assumono un nuovo contenuto. […] Meggiato parla della necessità di ripristinare l’equilibrio, che per lui come scultore ha un significato sia diretto che figurativo. Ogni sua scultura è individuale e unica, come ognuno di noi. Ma ognuna trova il proprio posto senza invadere l’altra. Come i leggendari fratelli gemelli, queste sculture sembrano sforzarsi di essere inseparabili e ci parlano oggi della necessità di un vero amore fraterno di cui tutti abbiamo disperatamente bisogno.

 

 “Portare questa grande mostra con 11 opere nel centro della Capitale spiega Gianfranco Meggiato ci consente di riferirci alle radici di Roma Antica per trasmettere una visione di estrema attualità: come Castore e Polluce che erano fratelli diversi, l’uno mortale e l’altro divino, così anche noi, oggi, siamo invitati a riflettere sul valore di quello che ci appare diverso da noi stessi, per riconoscerlo come fonte di arricchimento per la comunità, con la consapevolezza che siamo tutti foglie dello stesso albero, siamo tutti onde dello stesso mare. È questa per me l’essenza della vera fratellanza”.

 

Gianfranco Meggiato, scultore di origini veneziane, dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero e ad eventi internazionali. È ospite, nei padiglioni nazionali, a due edizioni della Biennale di Venezia (2011, 2013). L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare sé stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa, così, il concetto di “introscultura”, in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle sole superfici esterne. Cercando di realizzare complicate forme astratte, sceglie non tanto di scolpire la pietra, ma modellare la morbida e fluida cera d’api, per poi fondere a cera persa. Utilizzando la più antica tecnica di fusione del mondo, crea un proprio stile Meggiatesco, riconoscibile e contemporaneo.

 

Dice l’Artista: “Le mie, sono forme di luce vibranti nello spazio, la mia è una ricerca di sublimazione della materia. Non faccio mai un disegno preparatorio, ma lavoro di getto, attimo per attimo, modellando la cera calda, libero da condizionamenti o progetti precostituiti. Non voglio rischiare di diventare, riproducendo un progetto, un artigiano di me stesso”.

 

Dal 2017 Gianfranco Meggiato realizza opere urbane e installazioni di grande potenza e nello stesso anno riceve il Premio Icomos-UNESCO “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”. Sue mostre vengono allestite negli anni in diverse città italiane e in varie parti del mondo: Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Taipei, Australia, Londra, Montecarlo, Singapore, e in alcune città degli Stati Uniti. In Italia, fra le altre, si ricorda l’installazione “La Spirale della Vita” (2018), nell’ambito di Manifesta 12 Collateral, allestita nel centro di Palermo (quindi, nel 2022 a Prato e nel 2023 ad Altamura) e dedicata alle vittime innocenti di mafia, con i loro nomi impressi su centinaia di sacchi di juta. Nel 2019, con il progetto ‘’Il Giardino di Zyz” che parla di fratellanza e unità tra i popoli, l’artista viene invitato a Matera, dove realizza la più grande installazione di “Matera Capitale Europea della Cultura”. Nel 2021, la Valle dei Templi di Agrigento ospita “L’Uomo quantico – Non c’è futuro senza memoria”, grande esposizione personale contrassegnata dalla ricerca dell’Uno oltre spazio e tempo: l’uomo antico e quello contemporaneo accomunati in un’indagine irrisolta da secoli, quel conosci te stesso che già era presente sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e che è la medesima domanda dei moderni esperimenti di fisica quantica. Dopo questa grande mostra, nel 2022 dà vita, a Pisa, a “Il Respiro della Forma”, promossa dal Comune, con il patrocinio, fra gli altri della Scuola Normale Superiore, che vede l’esposizione di 14 opere monumentali nel cuore della città. Il 24 febbraio 2023, in occasione del primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, viene posta nella centralissima piazza Cavour di fronte al palazzo di Giustizia di Roma, l’installazione “L’incontro simbolo di Pace”, che si ispira alle parole di Papa Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’e giustizia senza perdono”.

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Metropoli

Palombara Sabina: scoperto magazzino dello spaccio

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A Palombara Sabina i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo (RM) hanno arrestato un 40enne italiano gravemente indiziato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

I fatti risalgono alla mattina del 23 novembre quando, i militari, insospettiti dagli strani movimenti nei terreni circostanti l’abitazione dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine, ed hanno eseguito una perquisizione domiciliare. Ed è stato così che i Carabinieri hanno scoperto un magazzino adibito ad essiccatoio dove la marijuana era stipata per la successiva fase di imballaggio e smercio; 19 kg della stessa sostanza, invece, era già pronta per essere immessa sul mercato illegale, che avrebbe fruttato un introito di oltre 90.000 euro.

La droga ed il materiale per il confezionamento sono stati sequestrati, mentre l’uomo è stato accompagnato presso le aule del Tribunale di Tivoli che ha convalidato l’arresto ed ha disposto per lui la misura dell’obbligo di firma in caserma.

L’attività di contrasto agli stupefacenti condotta dai militari del Comando Compagnia di Monterotondo continua incessante, con particolare attenzione al fenomeno della detenzione e produzione di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Zagarolo e Monte Compatri: sgominata rete di spaccio. Un boss sinti nel giro della coca

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I Carabinieri del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone (di cui 9 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, spaccio di sostanze stupefacenti ed autoriciclaggio, nel territorio di Zagarolo, nella località Valle Martella e Montecompatri, a sud est della Capitale.
Le indagini, condotte da settembre a dicembre 2021 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, traggono origine da una serie di singoli arresti, effettuati a Valle Martella, per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti che hanno spinto gli inquirenti ad approfondire la provenienza e la gestione dello stupefacente nell’area.
I successivi approfondimenti investigativi, svolti tramite pedinamenti, servizi di osservazione e attività tecniche, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari  in ordine all’esistenza di un’associazione diretta e gestita, quale capo promotore, da un ragazzo di origine sinti di 21 anni, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Il ragazzo si avvaleva della stretta collaborazione della cognata, anche lei di origine sinti di 33 anni, nonché di altri soggetti per la cessione a terzi. L’attività di spaccio veniva svolta dalla tarda mattinata fino a tarda notte.
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati, rese difficoltose dal contesto territoriale e dall’impiego di “vedette” che con il “passa parola” informavano della presenza di forze dell’ordine in zona, hanno consentito di documentare l’organizzazione in turni dello spaccio da parte dei sodali, a cui oltre allo “stipendio” era garantito il pagamento delle spese legali in caso di arresto.
L’attività di spaccio, pur avvenendo in diverse zone, si concentrava soprattutto in due piazze di spaccio di Valle Martella e Zagarolo.
I due soggetti a capo dell’associazione, inoltre, avevano reinvestito parte dei proventi derivanti dall’attività illecita in una pizzeria, anch’essa sequestrata preventivamente dai Carabinieri.
Si precisa che il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati devono ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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