Anguillara, la comunicazione comunale e le incongruenze

di Silvio Rossi

 

Il Comune di Anguillara Sabazia, lo scorso mese di ottobre, ha pubblicato un bando per l’assunzione di un “Portavoce”, per una durata di sei mesi, con la retribuzione complessiva di tremila euro. Un bando che ha lasciato perplesse molte persone, che avevano obiettato se fosse stato opportuno, laddove si invocavano ristrettezze economiche in tutti i campi, spendere la cifra, peraltro non elevata, per quest’attività.
Il bando, apparentemente dichiarato ai sensi dell’articolo 7 della legge 150 del 2000 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, definiva però nel capitolo “attività richieste”, una serie di specifiche che sono proprie degli uffici stampa, come confermato, a precisa richiesta, dall’Ordine dei Giornalisti.
Ciò che però nel bando era ben definito, con la trascrizione dell’articolo suddetto, che recita, tra l’altro: “Il portavoce, incaricato dal medesimo organo, non può per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”. Questo significa che, se il portavoce fosse un giornalista, o comunque un collaboratore di una testata giornalistica, egli deve astenersi, per tutta la durata della collaborazione, dall’esercitare la sua attività presso il giornale.
Dopo la chiusura del bando, e le valutazioni “intuitu personae” da parte del Sindaco, il 7 novembre è stata nominata portavoce una ragazza del territorio, Federica D’Accolti, che collaborava con una testata storica dell’ambito sabatino, peraltro senza essere iscritta all’albo professionale.
Sfogliando gli ultimi numeri del giornale in questione, possiamo facilmente osservare come la portavoce, dopo la sua nomina, non ha interrotto la collaborazione precedente, avendo pubblicato, tra novembre e dicembre, ben undici tabella, di cui alcuni erano tesi a lodare l’efficienza della stessa amministrazione di cui lei è portavoce. tabella che sembrano la parodia delle veline dell’Istituto Luce, intrisi di quella retorica asservita al potente di turno.
Sulle funzioni della portavoce, inoltre, vogliamo chiedere con quale specifica organizza, per conto del Comune, una conferenza stampa? L’orientamento nel settore è concorde nell’attribuire la responsabilità dell’organizzazione di una conferenza stampa all’ufficio stampa, e non al portavoce. Lo chiarisce ad esempio la “Guida normativa per l'amministrazione locale 2015”, che spiega come, per i piccoli comuni, nella necessità di organizzare conferenze stampa, la legge 150 consente di avvalersi di uffici stampa anche in forma associata tra enti. Stabilendo quindi che chi non può avere al suo interno un ufficio stampa, non può affidare i compiti specifici al portavoce, che cura solamente l’informazione politica della figura apicale, in questo caso il sindaco, ma deve avvalersi di un ufficio stampa esterno ad hoc.
Chiarimento confermato dal Professor Mauro Miccio, che specifica come “l’evento per eccellenza che un ufficio stampa ha il compito di organizzare, gestire e regolamentare è la conferenza stampa”. Un evento, dunque, che prevede specifiche competenze, che solo l’iscrizione all’albo garantisce.
Ci chiediamo, a questo punto, se la sindaca, che certamente era al corrente del problema dell’incompatibilità, visto che lo stesso è stato esplicitato direttamente nel bando, abbia per caso letto i numeri di questi ultimi due mesi dove la sua portavoce ha esibito le sue capacità narrative. Ne era all’oscuro, o forse si è complimentata personalmente per i servigi indirettamente resi con tabella così compiacenti?
Rientra nella deontologia professionale una descrizione del tipo: “Finalmente l’Amministrazione Comunale, dopo un lungo e travagliato iter organizzativo e procedurale, è riuscita a sbloccare i lavori. […] L’Amministrazione si è mossa per fornire il supporto a tutti coloro che hanno inviato le loro segnalazioni…”, scritta direttamente dal portavoce del sindaco, e spacciata come se fosse stato un articolo di un giornalista distaccato?
La stessa domanda potremmo rivolgerla al Direttore responsabile della testata. È mai possibile che un giornale sempre così attento alle vicende del territorio non si sia accorto che in uno dei comuni più attenzionati dalle proprie pagine, sia stata assunta come portavoce una propria collaboratrice?