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Roma

ANGUILLARA – PONTON DELL'ELCE, TRASPORTO SCOLASTICO: TANTE DOMANDE… POCHE RISPOSTE

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Tempo di lettura 3 minuti L’assessore Mochi ha detto che il Sindaco Pizzorno sta studiando il “caso”, per trovare una soluzione soddisfacente.

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di Simonetta D'Onofrio

Anguillara / Ponton Dell'Elce – Al di là dalla lunga attesa (circa un’ora di ritardo rispetto all’orario prefissato, ore 17, affinché si sia potuta svolgere l’assemblea pubblica a Ponton dell’Elce per parlare di trasporto scolastico) possiamo citare Shakespeare per descrivere il contenuto delle informazioni che gli amministratori del Comune di Anguillara hanno prospettato, dopo che un nutrito gruppo di mamme ha rivolto loro molte domande: “Molto rumore per nulla”.

Sì, proprio così! Perché davanti alla domanda su com’è stato deciso di organizzare il servizio di trasporto scolastico, il consigliere delegato alle aree periferiche Marco Cutillo, e dell’assessore ai servizi sociali Pierluigi Mochi, non hanno fornito una risposta definitiva. Hanno invece confermato che “per ora” il servizio scuola bus non farà la raccolta alle fermate, ma continua a “ritirare” i bambini davanti alle singole case, e che effettivamente i problemi organizzativi ci sono stati.

Le tante mamme presenti hanno lamentato una continua e protratta disorganizzazione per il passaggio dello scuolabus fin dal primo giorno, informazioni non fornite e ambigue, anche per le incongruenze delle risposte dagli addetti al trasporto scolastico, non supportati all’origine da una serie di comunicazione specifica.

Nei confronti di genitori e delle famiglie che, di fatto, chiedono legittimamente, poiché utenti paganti di un servizio pubblico, solamente la sicurezza, l’incolumità dei propri figli durante il tragitto scuola-abitazione con l’utilizzo di pullman di ultima generazione, si sono presentate situazioni di disagio e pericolo, come l’installazione di fermate scuolabus agli incroci, sprovvisti di marciapiedi, di segnaletica orizzontate, di piazzole rialzate, di pensiline, accanto ai raccoglitori dell’immondizia. 

Fatti che sono stati confermati anche dal consigliere Cutillo, il quale ha affermato che diverse fermate dello scuolabus, installate da pochi giorni, circa dieci, sono state effettivamente impiantate in punti non idonei per la protezione dei ragazzi. Ha assicurato che a breve provvederà al riposizionamento corretto dei pali.
Un esempio di come l’ufficio preposto non sembra essere in sintonia con i propri cittadini è l’ostinazione con cui si nega ai genitori dei ragazzi frequentanti la scuola secondaria nel poter scendere autonomamente dal mezzo, senza la presenza di un genitore alla fermata.
A nulla sono valse le richieste dei genitori di firmare una liberatoria, procedura utilizzata nella quasi totalità dei comuni italiani. L’assurdità della questione è data dalla giustificazione fornita secondo la quale gli autisti non sarebbero assicurati per questa eventualità. Peccato però che, nel progetto di gestione della cooperativa Valcomino, che ha vinto la gara di aggiudicazione, proprio in virtù del migliore punteggio nel progetto, la possibilità di far scendere autonomamente i ragazzi è prevista, per cui l’eventuale mancanza di assicurazione degli autisti è da considerarsi un’inadempienza (VEDERE DOCUMENTO IN ALLEGATO – PROGETTO DI

GESTIONE CONTRATTO COOPERATIVA VALCOMINO PAG.6 -PUNTO 3).

Occorre ricordare che i ragazzi che frequentano la terza media, e che sono nati nei primi mesi dell’anno, compiranno quattordici anni durante la frequenza scolastica, età in cui, a seguito di un esame, possono guidare ciclomotori e minicar, ma che non possono percorrere pochi metri per arrivare a casa dalla fermata dello scuolabus.

Inoltre ci hanno detto alcuni genitori che i loro figli, non trovando loro a casa, vengono fatti scendere da parenti o amici con delega, e in genere poi tornano a casa a piedi, dovendo fare un tragitto più lungo di quello che avrebbero dovuto percorrere tra la fermata e casa. A tal proposito abbiamo chiesto spiegazioni all’assessore Mochi presente alla riunione e ha detto che il Sindaco Pizzorno sta studiando il “caso”, per trovare una soluzione soddisfacente.

Ancora una volta il buon senso e le best practive dell’Amministrazione Comunale sono stati accantonati, invece di risolvere situazioni segnalate dalla comunità e cercare le soluzioni più adatte, tenta in tutti i modi di minimizzare i fatti, dando quasi l’impressione di voler colpevolizzare i genitori e prendere le difese di coloro che queste beffe le hanno causate.

 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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