ANGUILLARA: QUELL'ODORE NAUSEABONDO DI ARIA FRITTA

di Emanuel Galea
Anguillara (RM)
– Le elezioni amministrative ad Anguillara, come in altri Comuni, bussano ormai alle porte e nell’aria s’innalza l’acre odore di aria fritta mentre un rumore assordante di vasi di coccio, strapieni del nulla, per promettere il tutto, invade le strade. Una nebbia scende sulla cittadina.  Un segnale diffuso di malessere etico ed antropologico profondo proveniente da cinque anni di mala amministrazione,  semina frustrazione ed indecisione in tutta Anguillara.

Formazioni politiche di vecchia fattura e personaggi riciclati in alchimie partitiche, lustrati a nuovo e spacciati per i “nuovi arrivi della stagione”, si affacciano sul mercato della politica locale pregna di giocolieri, veggenti, maghi e venditori di fumo. Sulle bancarelle di questo mercato espongono merce scadente, avariata. Tutto il mercato mostra un affannoso tentativo di rendere appetibile il riciclato, il già visto, il già detto, il già promesso, il mai mantenuto. Nei passaggi, tra una bancarella e l’altra, tra uno stand e l’altro, occorre fare precauzione. Disperse per terra le macerie, residui seminati dalle ultime amministrazioni.

In piazza fa capoccella colui che in cinque anni di amministrazione non si era accorto che qualcosa non andava nel paese. Non si era accorto del centro storico che languiva in catalessi, del comparto turismo fiorente di bivacchi e villeggianti del week end, dell’estate di Anguillara fatta di blue jeans, bigiotteria e fiori recisi, borse e ninnoli vari. Oggi, al mercato,  offre la sua politica al servizio del paese. Vende il suo slogan doc: “Il futuro è oggi” e qualcuno esclama "bisogna che si spieghi se è una promessa oppure una minaccia". Se domani dovesse presentare l’oggi, il suo slogan non può che interpretarsi come una minaccia.

A questo punto mi si intrecciano le idee. Non sono più sicuro di sognare che sto scrivendo, oppure se sto scrivendo un sogno. Cose assurde! Quello che non si è fatto in cinque anni di consiliatura si fa all’undicesima ora. Come se sfacciatamente si volesse dichiarare che “si poteva fare ma che si è preferito non fare per risparmiare l’effetto “pre-elezioni”. Una ingenua dichiarazione della propria incapacità. Perché dunque deve il cittadino riconfermare “uno incapace” a governare la cosa pubblica? Affidarsi a chi già si conosce non è rischiare, in gergo, semplicemente vuol dire castrarsi, recidersi gli attributi.

Mi sembra solamente di sognare e non potrebbe essere altrimenti. Per cinque anni si è lasciato il paese senza segnaletica stradale, con tanti lampioni spenti, strade con il manto disastrato, panchine devastate e ringhiere lungo viale Belloni mancanti. Prodigio che si spiega solamente nel mondo onirico, notte tempo, alla vigilia delle elezioni amministrative si accendono i lampioni, si aggiustano le panchine, si rimette la ringhiera mancante lungo la passeggiata Belloni, si stende l’asfalto su tratti di strada con il manto devastato, appare nuova segnaletica stradale e Anguillara sorride.
La domanda che faccio a me stesso, perché tutto questo si fa oggi e perché non è stato fatto ieri, e l’altro ieri? Il tarlo corrode il mio pensiero e martella incessantemente.

Il vecchio lo conosci, cosa ci sarà da perdere nel provare il nuovo? Molti cittadini, appunto, ci stanno pensando sopra. Vanno a casa, chiudono le porte e ci pensano.

L’odore acre e nauseabondo dell’aria fritta li segue e quel rumore molesto dei vasi di coccio strapieni di vuoto risuona nel buio della sera. I pifferai, i veggenti, gli astrologi della politica, i preveggenti ed i dispensari di buone notizie continuano con le loro acrobazie per attirare la gente, mentre sulla piazza del Comune si addensano le nubi,  foriere della tormenta. Per il bene di questa incantevole cittadina, vinca il migliore. Il futuro non è oggi. Domani è un altro giorno.