Anguillara, rissa sfiorata al consultorio

 

di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – Si è sfiorata la rissa ieri al consultorio di Anguillara Sabazia, a causa della mancanza di vaccini. Una cinquantina di persone, giunte per la profilassi contro la meningite, in molti casi dopo aver pagato il bollettino postale, necessario in quanto la struttura sanitaria non dispone del servizio di cassa.
Per tranquillizzare i pazienti sono dovuti intervenire i Carabinieri della Compagnia di Bracciano, chiamati quando la situazione è sfuggita dal controllo dei sanitari.
Nonostante dalla Regione Lazio arrivano notizie tranquillizzanti circa la reperibilità delle dosi di vaccino per le tipologie più diffuse di meningite, la psicosi che è nata dopo i casi di ricovero delle ultime settimane ha messo in difficoltà gli ambulatori periferici come è appunto quello di Anguillara Sabazia.
Un servizio vaccinazioni che apre solamente due mattine e un pomeriggio a settimana, tempo forse sufficiente in condizioni “tranquille”, ma che va immediatamente in riserva appena si alza il livello di attenzione rispetto a una malattia trasmettibile. Un sistema che in questi giorni ha dimostrato tutta la sua inefficacia.
La situazione che si è creata ad Anguillara, certamente non è l’unica nelle Asl periferiche della città Metropolitana. Alcuni dei presenti erano stati precedentemente a Bracciano, senza aver potuto effettuare le vaccinazioni, segno evidente che il problema è più ampio.
Oltre alla mancanza delle dosi, alcuni presenti hanno lamentato il fatto di aver ricevuto indicazioni di pagare le vaccinazioni con bollettino postale prima di riceverne la somministrazione. Una volta effettuato il pagamento, però, non hanno potuto usufruire del servizio. La mancanza di una cassa nel consultorio, in occasioni come queste, denota tutta la farraginosità del sistema sanitario regionale, che se in qualche struttura raggiunge livelli di eccellenza, a pochi chilometri di distanza sembra di vivere in un altro mondo.
La speranza è che la Asl Roma4 riesca, nei prossimi giorni, a rifornire i servizi vaccinazione periferici, per permettere a quanti hanno richiesto (e in molti casi già pagato) il vaccino di poter vedere soddisfatta la loro necessità, anche, se possibile, intensificando l’offerta, che resta, anche in presenza delle dosi del medicinale, inferiore alla domanda.