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Anguillara Sabazia, cava di basalto: polemica sulla recente convenzione stipulata dal Comune

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ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Continua lo sfruttamento delle cave di basalto ad Anguillara Sabazia, comune che si affaccia sul Lago di Bracciano a nord di Roma. Una attività, quella estrattiva che rischia di determinare conseguenze per la salute di migliaia di cittadini esposti alle polveri oltre che a compromettere anche la stabilità delle abitazioni.

Un dato quest’ultimo già evidenziato nel rapporto stilato da Legambiente nel 2011, dove si è anche evidenziato il fatto che oltre all’impatto derivante dalle attività estrattive, polveri ed inquinamento acustico determinato dalle esplosioni, è sempre più allarmante l’intensità del traffico pesante per il trasporto del materiale cavato.

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L’attività estrattiva, stando a quello che si legge sulla convenzione, risulta essere quella prevalente e principale

Ed polemica su una recente convenzione tra il Comune e un’impresa estrattiva per il recupero di una cava situata in località Casaletto di Sopra” nel Comune di Anguillara Sabazia dove l’attività estrattiva stando a quello che si legge sulla convenzione risulta essere quella prevalente e principale con attività previste dal Lunedì al Venerdì dalle 7 alle 18 escluse le domeniche e i giorni festivi e in via eccezionale, non continuativa, anche nelle giornate di sabato dalle 7 alle 13.

I Consiglieri Comunali da sinistra: Francesco Falconi, Sergio Manciuria e Michele Cardone ospiti a Officina Stampa di giovedì 17 febbraio hanno parlato della convenzione stipulata dal Comune per la cava di basalto – CLICCARE SULL’IMMAGINE PER GUARDARE

Una attività quella che si svolge ad Anguillara Sabazia che anche dal punto di vista economico, sempre secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente, porrebbe seri dubbi sulla gestione del territorio visto il grande valore commerciale di pietre come il basalto per il quale le aziende autorizzate all’estrazione verserebbero solamente 2 euro al metro cubo nelle casse pubbliche. Oltre al fatto che mancherebbero i controlli da parte dell’amministrazione comunale riguardo le quantità di basalto effettivamente estratte lasciando quindi alle imprese estrattrici il compito di autodeterminare il compenso da corrispondere al Comune.

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Formello, terremoto in Comune: nasconde detonatori per bombe in casa: arrestato il marito di una Consigliera comunale di maggioranza

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Nasconde in casa due detonatori per bombe non facili da reperire sul mercato e tre cartucce per fucili. Per questo motivo è stato arrestato Domenico Verbicaro, marito di Anna Stella, quest’ultima consigliera comunale che siede tra i banchi della maggioranza nel comune di Formello situato alle porte di Roma.

L’uomo è accusato di detenzione illegale di armi

Tutto è nato da una perquisizione fatta lo scorso 4 marzo dai carabinieri della Stazione di La Storta in casa della consigliera comunale a seguito di una segnalazione relativa la presunta detenzione di sostanze stupefacenti.

Nell’abitazione, i militari hanno trovato una piccola quantità di marijuana nella disponibilità del figlio 33enne della coppia e notavano un atteggiamento insofferente da parte di Domenico Verbicaro che tentava di nascondere una scatola. A quel punto i carabinieri hanno preso in mano il pacco e trovato all’interno i due detonatori grandi quanto un chiodo lungo e le tre cartucce. Per Verbicaro è quindi scattato l’arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi.

L’uomo è poi risultato avere una parentela con un nipote in rapporti con i clan della ‘ndrangheta stanziali a Roma nord e interrogato dagli investigatori non ha voluto spiegare la provenienza di quel materiale compromettente.

È stato quindi condotto in carcere dove si trova tuttora in attesa di sviluppi investigativi che dovranno ricostruire per quale motivo avesse nella sua disponibilità gli inneschi di bombe che possono essere anche al tritolo. L’accusa al momento è detenzione abusiva di munizionamento e di materiale esplodente.

Il sindaco della cittadina Gian Filippo Santi al momento non ha preso alcuna decisione, anche se in consiglio comunale la notizia dell’arresto ha fatto molto rumore, se non altro per le implicazioni che potrebbe avere sul piano politico.

L’operazione dei carabinieri del Gruppo di Ostia è stata portata a termine all’inizio del mese nell’ambito di un’indagine più vasta.

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Campagnano Romano, dammi i soldi o ti brucio il locale: in manette 33enne del posto

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CAMPAGNANO ROMANO (RM) – In manette un 33enne di Campagnano Romano accusato di estorsione. Ad arrestare l’uomo, lo scorso mercoledì, i Carabinieri della locale Stazione.

Il 33enne si è presentato presso un noto ristorante di Campagnano e, in evidente stato di alterazione, ha iniziato a minacciare il gestore del locale pretendendo che gli consegnasse del denaro. Nonostante il fermo rifiuto opposto dalla vittima, l’uomo non ha desistito dai propri intenti, minacciando di bruciare il locale qualora non avesse ottemperato alla richiesta.

Nel tentativo di evitare che il 33enne passasse dalle parole ai fatti la vittima ha consegnato all’uomo una somma di denaro che, sebbene esigua, è servita a placarne la violenza.

Nel frattempo però il titolare del ristorante aveva avvertito i Carabinieri dell’accaduto e i militari, intervenuti immediatamente, sono riusciti a bloccare il 33enne mentre cercava di allontanarsi con i soldi appena intascati e lo hanno arrestato.

Lo scorso 17 marzo l’uomo è stato giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Tivoli, che ha convalidato l’arresto applicando la misura degli arresti domiciliari.

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Sacrofano, in manette titolare di una azienda agricola: coltivava piante di marijuana

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SACROFANO (RM) – Al termine di un’attività info-investigativa, i Carabinieri della Stazione di Sacrofano hanno fatto scattare un controllo all’interno di un’azienda agricola che ha permesso di scoprire un capannone dove il titolare, un 56enne del posto, coltivava piante di marijuana.
I militari all’interno dello stabilimento hanno rinvenuto e sequestrato, circa 40 kg di infiorescenze secche di marijuana; 2,5 kg di piante di marijuana essiccate e 50 piante di marijuana di altezza compresa tra i 15 e i 40 cm.
Il titolare dell’azienda agricola, è stato arrestato dai Carabinieri ed è gravemente indiziato del reato di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.



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