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Anguillara Sabazia, lettera di dimissioni del vicesindaco: le parole di Sara Galea

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Riceviamo e pubblichiamo

Di seguito la lettera di dimissioni da Vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali presentata da Sara Galea.

“La sottoscritta Sara Gálea attualmente vicesindaco assessore nel comune di Anguillara Sabazia con delega URP, Politiche Sociali e di genere, in data odierna intende rassegnare le dimissioni dalle funzioni di cui sopra venendo a mancare il rapporto fiduciario con alcuni amministratori ed inoltre per aver tradito i propri elettori non avendo potuto portare avanti determinate tematiche secondo i propri valori e, soprattutto, volontà.
Molti penseranno che probabilmente mi dimetto per i problemi gravissimi di salute che vedono coinvolta una persona della mia famiglia, ma voglio sottolineare che questo dramma ha invece spinto la mia lealtà verso l’etica e i valori in cui credo che, non essendo stati rappresentati e portati avanti da questa amministrazione, mi portano a chiudere questo capitolo di vita.
Dopo le mie dimissioni cercherò di risanare le ferite che in questi tre anni e mezzo si sono aperte subendo troppe volte la volontà ed il volere, e comportamenti coercitivi di altri.
É stata una decisione pensata e non nascondo sofferta, in un periodo della mia vita pesante, ma il rispetto che ho per la città che mi ospita, per i cittadini e me stessa, mi porta a dover constatare che il modo di intendere la politica e l’azione amministrativa di molti amministratori è differente da quello che vivo in me e che vede l’agire pubblico nel rispetto della cosa pubblica.
Questo mi renderà, probabilmente, deprecabile per il gruppo con cui abbiamo condiviso ideali nella campagna elettorale che prenderà le distanze, e per favore che sia così, è ciò che mi aspetto, perché è ciò che è stato fatto per i miei eventi, convegni, progetti, da sempre e quindi non si manchi di farlo ora.
Credo fortemente che quando si gestiscono i soldi pubblici bisogna fare sì che i benefici vadano a quante più persone e non ai soliti pochi e, soprattutto, che bisogna garantire i servizi ai cittadini, incentivare il turismo, la felicità. Si anche la Felicità che è la realizzazione del benessere, della serenità, della spensieratezza di un paese che funziona.
Avendo “dovuto” lasciare di recente le deleghe alla sicurezza ed in seguito eventi perché il mio lavoro veniva costantemente sabotato e manomesso o manipolato dall’ingerenza di altre figure istituzionali, ed essendo stata volutamente tenuta all’oscuro, più volte, di incontri, decisioni e argomentazioni sulle mie stesse deleghe, comportamento che fa parte di moti “carbonieristici” che nulla hanno a che fare con il mio modo di essere che è sempre stato rispettoso delle regole della pubblica amministrazione, oggi ho deciso di dire basta, devo lasciare per riprendermi la mia dignità la mia felicità, serenità. La morte interiore che sto vivendo in quest’ultimo periodo di vita si sta manifestando con un’intolleranza totale verso tutto ciò che è diverso da me, lontano da me.
Sono stata sempre presente, troppo, per tre anni e mezzo, fatta ad eccezione di questi ultimi due mesi in cui sono stata completamente presa dai gravissimi problemi che hanno investito la mia famiglia, i miei figli, ma la mia presenza, al di là di questo drammatico momento di vita, è stata totale non solo per le mie deleghe, ma agli incontri tra sindaci, comitati istituzionali, processioni, eventi e per ben due anni al ricevimento per gli auguri di Natale ai dipendenti, purtroppo rimasti malissimo per l’assenza del sindaco, io ero soltanto un vice. Ho dato quindi la mia più totale dedizione come presenza istituzionale ogni volta veniva richiesta la figura del primo cittadino.
Sono stata una delle poche figure che ha sempre dato il proprio ascolto a tutti, presente per i cittadini, dipendenti, colleghi, il mio telefono è stato un centralino, non mi sono mai sottratta dal fare quanto i miei ruoli imponevano. Ci sono stata, sempre, per mostrare un amministrazione presente e ritengo ora, con estrema convinzione, di essere stata per molti mesi al centro di un gioco che mirava al mio allontanamento dalla “politica” da parte di alcuni esponenti di questa amministrazione invito che, per motivi etici e di coerenza con la legge morale che è dentro di me, prendo ed applico in questo momento, mi ripeto molto pesante e drammatico della mia vita che mi spinge a staccarmi ufficialmente da una compagine che ogni giorno che passa mi allontana sempre di più dalla mia persona ed etica.
Sono oramai mesi che in me si è creata una frattura netta che mi distanzia, giorno dopo giorno, da questo “progetto” iniziato con entusiasmo e fiducia e morto per causa di comportamenti privati e pubblici di scarsa moralità di alcuni, ben lontani dall’impegno etico che si era promesso di garantire alla cittadinanza, soprattutto quella che ci aveva votato perché fautori di un movimento di cittadini onesti, cittadini del movimento cinque stelle, movimento che in quel momento rispondeva a determinati concetti ed input politici di rigore, di valore, di grande moralità.

Ho dovuto tradire me stessa repentinamente, ed i miei elettori, accettando la volontà coercitiva di censurare qualsiasi comunicazione io facessi nella mia pagina riguardo le tematiche comunali, anche sulle mie stesse deleghe, anche quando comunicavo semplicemente eventi, o avvisi, custodisco le cronologie dove mi si redarguiva per aver fatto comunicazioni, nonostante fossi l’assessore alle pubbliche relazioni, nonostante avrei dovuto io mantenere aperti i discorsi e garantire la mediazione con i cittadini, nonostante avrei voluto realizzare un sano colloquio con i cittadini, ma non solo per questo ma anche, e soprattutto, perché avrei voluto garantire quel famoso amico in Comune che è diventato immaginario pochi mesi dopo essere entrati come amministratori, non ho potuto farlo perché venivo accusata di farmi campagna elettorale. Sono stata indegnamente censurata.
Dovevo stare nell’ombra, non dovevo permettermi di scrivere nulla se non c’era il benestare di altri.
Troppe umiliazioni nell’essere redarguita ed attaccata, cosa che ancora oggi mi disturba al solo pensiero.
Tutti per uno ma tutti contro uno se non si faceva come volevano.
Mai, da un certo punto in poi, ho potuto più firmare con il mio assessorato i comunicati inerenti le mie deleghe.
Ma i cittadini lo sanno, mi hanno chiesto spesso perché avevo smesso di scrivere sul mio profilo, e rispondo nuovamente: perché sono stata attaccata e redarguita dalla mia maggioranza, in verità non da tutti ma da quei membri dell’amministrazione a cui davo fastidio perché non dovevo né agire né scrivere né decidere né fare nulla.
Lascio anche perché troppo spesso dei consiglieri, di cui non faccio nomi, ad un certo punto hanno preso le distanze e manifestato intolleranza nei confronti di un’amministrazione dai comportamenti coercitivi, ambigui, ingannevoli, anche se per poco tempo, dichiarando però di non voler avere più nulla a che fare con questo gruppo per potersi guardare con dignità allo specchio. Questo mi ha dato la temperatura di questa amministrazione, mi ha chiarito che ciò che ho visto io non è stata una mia interpretazione ma la realtà, e vado avanti senza possibilità di cambiare idea, sapendo di fare lieta la maggior parte della maggioranza.
Lascio quest’esperienza perché non sono in linea con l’arroganza di decisioni che a mio modo di vedere sono state distruttive nei confronti, ad esempio, di associazioni che hanno contribuito per anni alla sicurezza sul territorio ed oggi, da molti mesi, vengono emarginate e non ascoltate;
Lascio perché ho dovuto persino assistere ad una guerra manipolata da un consigliere che vedeva coinvolte associazioni di Vigna di valle, gli spazi sull’arenile, una passerella per disabili ed altro.
Lascio perché un consigliere si è permesso di dare input inversi a richieste da me fatte agli uffici, perché un assessore continuamente cercava di modificare il mio lavoro dando diversi input agli uffici, perché dei consiglieri si sono permessi di scavalcarmi in decisioni importanti con l’appoggio di chi unico poteva darglielo.
Lascio perché non sono in linea con le decisioni prese per la scuola, in quanto il progetto presentato in giunta non rispecchia quello che è stato realizzato, in quanto dovevamo garantire, e non lo abbiamo fatto, sicurezza, igiene, accoglienza, dignità ( mi unisco ai genitori, alle loro incertezze, paure, ansie e dubbi, e non spetta a me elencare le criticità emerse, affrontate e spero in via di risoluzione) e vorrei dire a tutti quei genitori che si continuano ad innervosire con me, che mi fermano per insultarmi per strada, al supermercato che le decisioni non sono state prese da me, non sono l’assessore preposto e non sono il sindaco;
Lascio anche perché ad oggi non c’è nulla di chiaro per me su cosa debba essere del piano regolatore che era il nostro cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Lascio per la mancanza di rispetto che troppo spesso hanno avuto nei confronti degli assessori.
Lascio perché non sono in linea con le decisioni che stanno prendendo per alcuni piani integrati;
Lascio perché questa amministrazione ha permesso che si creasse una situazione incresciosa al cimitero requisendo con regolare delibera di giunta i loculi acquistati dai cittadini sottraendo, così, il loro diritto di esercitare la proprietà degli stessi.
Cosa che ho subìto io stessa, io che ho firmato una delibera credendo che tutto si dovesse risolvere in brevissimo tempo, ma ancor di più in prima persona mio padre e per cui non ho voluto intervenire malgrado fossi il vicesindaco per non fare abuso di potere, ma il mio disappunto è stato totale anche all’epoca perché gravava sulla situazione cimiteriale una emergenza sanitaria grave che, ribadisco, si sarebbe dovuta risolvere quanto prima.
Lascio perché nulla più mi è chiaro, anzi perché forse tutto mi è chiaro.
Lascio perché in tre anni e mezzo mi sono trovata troppo spesso sola per causa dei “problemi privati del primo cittadino” che poi mi attaccava duramente durante le riunioni di maggioranza spalleggiata da
“qualche consigliere” o “assessore”, dichiarando di non avere fiducia in me e nel mio operato per delegittimare la mia lunga presenza e alleggerire la sua assenza, dall’alto della sua preparazione e competenza.
Lascio dei progetti da me avviati come assessore
che sono sicura riscuoteranno lo stesso successo di tutte le cose da me curate, nonostante la mia stessa amministrazione mi abbia boicottata, lasciata sola in tutte le mie manifestazioni, conferenze, eventi, un solo consigliere al mio fianco, a volte qualche assessore, nessun altri.
Lascio perché quando davo degli input agli uffici venivano poi bypassati attraverso la richiesta di ordini superiori, se questi andavano a ledere gli interessi di conoscenti o altri, contravvenendo quindi all’etica che ci eravamo ripromessi.
Lascio a malincuore, con dolore, tristezza, delusione, amarezza, i molteplici ruoli da me curati con responsabilità, capacità e determinazione, malgrado troppo spesso ostacolata ed osteggiata.
Avremmo dovuto camminare uniti e non come cellule impazzite.
Lascio perché per ordini superiori sono stata delegittimata anche da alcune figure amministrative che hanno gravemente mancato di rispetto al ruolo di vicesindaco quando facevo funzione di sindaco, cosa che ho portato all’attenzione del segretario generale.
Ma ora voglio anche ringraziare: la giunta, soprattutto gli assessori Fabrizio Landolfi, Maria Acrivoulis, Angelo Palloni, che oltre al mio sincero affetto hanno la mia immensa stima il Segretario generale Alessandra Giovinazzo perché ha saputo “arginare e porre riparo” ai molteplici errori commessi da questa amministrazione, cosa che dovrà continuare a fare, per sanare le incongruenze, o il risultato di comportamenti inadeguati, le ingerenze di alcuni consiglieri ed oltretutto perché è l’unica persona di questa amministrazione ad avermi supportata e dato conforto in questo periodo per me terribile.
Ringrazio poi tutti i dipendenti di tutti gli uffici, soprattutto quelli con cui ho lavorato in maniera più stretta, prendendo però le distanze da quelli che hanno avvallato i comportamenti poco etici di alcuni amministratori o che hanno infangato il ruolo istituzionale del vicesindaco.
I cittadini che mi hanno votata tre anni e mezzo fa perché ricordo ai consiglieri, che troppo spesso mi hanno trattata da assessore assunto che io sono stata eletta e sono stata uno dei tre consiglieri più votati e mi sono dimessa dalla carica di consigliere solo per diventare vicesindaco e portare avanti con forza il cambiamento che avevamo promesso in campagna elettorale e per questo mi scuso ancora perché per cercare di portare avanti il mio programma ho dato forza, in qualche modo, a questa amministrazione.
Per me finisce qui.
Senza polemica, replica, perché a parlare di me sono i tre anni e mezzo di amministrazione, di presenza, di competenza, di sensibilità, di capacità e, soprattutto, di contatto e collaborazione con i cittadini, ma quando si sta lottando contro un mostro che sta nutrendosi di un proprio caro qualsiasi altra situazione perde consistenza e ci si concentra soltanto su ciò che unico vale la pena di salvare: l’essere umano.
Ho cercato di portare questo valore al centro di questa amministrazione ma non sono riuscita, ho fallito quindi proseguo ritornando ad essere Sara Gálea, una persona che vive di valori e rispetto.

Cordialmente

Sara Galea”

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Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Monterotondo, arrestati gli “scassinatori” dei distributori di snack e bevande: si tratta di una coppia di conviventi

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L’uomo è stato condotto presso il carcera di “Rebibbia”, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico

I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Tivoli nei confronti di un 29enne ed una 42enne, conviventi all’epoca dei fatti, gravemente indiziati di aver perpetrato molteplici furti avvenuti tra l’Agosto 2023 ed il gennaio 2024 nel comune eretino.

I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Tivoli, hanno individuato i due conviventi e ricostruito in maniera certosina il loro modus operandi; l’obiettivo dei due complici era l’incasso dei distributori di snack e bevande posti negli esercizi pubblici (palestre, supermercati ed in due occasioni, una stazione di servizio capolinea di autobus), divenuti oggetto di quotidiani assalti da parte degli indagati.

Il collaudato metodo prevedeva che la donna fungesse da palo mentre l’uomo si introduceva nell’esercizio pubblico e, previo danneggiamento del pannello anteriore del distributore, riusciva ad asportare i pochi spicci contenuti all’interno. Spesso, per muoversi da una parte all’altra i due utilizzavano auto rubate.

Le indagini condotte dei Carabinieri hanno permesso di acquisire, volta per volta, gli opportuni riscontri utili a corroborare la presunta responsabilità dei furti a carico di entrambi gli indagati, che non si erano limitati ai soli distributori di snack, ma avevano interessato un distributore di una farmacia, dal quale avevano prelevato 450 euro, ed il deposito degli attrezzi di una società multiservizi di Monterotondo, dal quale avevano asportato alcuni arnesi da lavoro.

Il lavoro dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo ed il costante coordinamento dei magistrati della Procura di Tivoli, unito al coraggio dei cittadini che hanno denunciato, ha permesso alla Procura di richiedere ed ottenere dal locale Tribunale l’ordinanza di misura cautelare a carico degli indagati, ai quali vengono contestati 6 episodi di furto in concorso, 3 episodi di ricettazione nonché l’ulteriore fattispecie di resistenza a pubblico ufficiale.

Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso il carcera di “Rebibbia”, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

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Carpineto Romano, la invita per trascorrere la notte con lui poi tenta di ucciderla

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I Carabinieri della Stazione di Colleferro coadiuvati dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Colleferro, a conclusione di un’attività di indagine, hanno arrestato un 33enne, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di tentato omicidio.

A Carp9ineto Romano l’uomo nella serata di giovedì scorso aveva invitato nel suo appartamento una connazionale 31enne, senza fissa dimora, promettendole la somma di 100 euro per trascorrere la notte insieme.

Successivamente, l’uomo ricevendo dalla 31enne il rifiuto ad avere rapporti sessuali, prima l’aggrediva fisicamente poi la minacciava di morte ed infine tentava di scaraventarla dal balcone dell’abitazione con l’intenzione di farla precipitare dal secondo piano.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri e quello di un vicino connazionale, consentiva di accedere all’interno dell’appartamento, previa forzatura della porta, e mettere in sicurezza la donna che, prontamente veniva trasportata dal personale del 118 presso l’Ospedale di Colleferro, ricevendo una prognosi di giorni 5 e successivamente accompagnata presso un Centro Antiviolenza della provincia di Roma.

Per questo motivo, il 33enne, d’intesa con la Procura della Repubblica, è stato arrestato e condotto nel carcere di Velletri.

Ieri mattina, il G.I.P. veliterno ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere, in attesa del processo.

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