ANGUILLARA: STORIA DI UN "NORMALE" DISSERVIZIO

di Emanuel Galea
Anguillara (RM) – A raccontarla potrebbe sembrare un enorme paradosso. Anguillara, paese da fiaba bagnato da due laghi, quello di Bracciano e quello di Martignano, quando un anno sì e l’altro pure, vive ore di ansia per l’altissimo livello delle acque e sparisce la battigia. Si mobilitano i gestori degli stabilimenti balneari e chiedono ai tre sindaci delle città lagunari di aprire le paratie della diga di contenimento, per far defluire l’acqua in esubero verso il fiume Arrone. In sintesi, acqua ovunque, acqua in abbondanza. L’Acea può prelevare fino a 34,68 milioni di metri cubi di acqua l’anno (quasi 35 miliardi di litri) e questo in virtù del decreto n°1170 del 19 giugno 1990 del Ministero dei Lavori Pubblici, che stabilisce le modalità di prelievo di acqua dal lago di Bracciano da parte della società Acea.  Vogliamo lasciare fuori la fonte della Mola Antica? Un’oasi di pace, di serenità e di fresco ma innanzitutto una sorgente d'acqua. Perché è chiusa? Per rispondere ai dettami d’interessi che nulla hanno a che fare con quello del bene comune non tergiversiamo. L'acqua c'è in questo questo fazzoletto di terra, il creatore non è stato per niente avaro. Ha versato qui tutti i fiumi del paradiso. Scendiamo giù per terra e parliamo degli acquedotti.
L’acquedotto nostrano è alimentato dai pozzi-serbatoi Montano,Biadaro,Colle Sabazio,Ponton dell’Elce e Pantane:


Quello che interessa alla nostra storia è il Biadaro.
L'impianto è stato realizzato all’inizio degli anni ’80 e serve la parte urbana sviluppatasi a sud del centro originario del comune sulla dorsale della via Anguillarese, dapprima fino alla stazione ferroviaria e successivamente anche oltre. Questo impianto dispone di un serbatoio di circa 200 mc in cemento armato e di due pozzi artesiani, il n. 3 e il n. 8 che vi immettono acqua per un totale giorno di mc 1.000 d’inverno e di circa 2.000 nei picchi estivi. Fermiamoci qui perché credo che il quadro emerga più che chiaro. Anguillara è una città favorita dagli dei con il dono innato di essere padrona di “tanta acqua”.  Detto ciò, allora, dove sta il paradosso?Il paradosso, l’assurdità, sta nel fatto  che in molti periodi dell’anno ad Anguillara manca l’acqua. Sissignori! Non è uno scherzo. Anguillara soffre la sete, l’arsura, la secca. Quale la causa? Anziché causa, direi “colpo” delle varie amministrazioni che non hanno voluto, oppure non sono state capaci oppure non gliene fregato mai niente, di intraprendere una seria battaglia, assieme alla cittadinanza , anche in concomitanza con le altre città lagunari, per tutelare il bene più prezioso, bene di loro appartenenza per diritto naturale e per non lasciarlo in balia delle speculazioni delle società private.

Tralasciando questi discorsi che non sono graditi ad alcuna amministrazione, arriviamo ai fatti di Anguillara. Venerdì 10 luglio verso le ore 12.20 si verifica il solito, normale, regolare guasto e conseguente interruzione all’erogazione di acqua. Questa volta l’area d’influenza è molto ristretta e comprende via Anguillarese intorno ai numeri civici 89.
Qui c'è un piccolo mistero. Perché solamente a queste tre abitazioni? Andiamo avanti.  Non è un disservizio, sono cose che capitano. L’impianto è vecchio e gli imprevisti possono capitare a chiunque. Però, il disservizio c'è. Sapendo che quell’impianto è malato, qualcuno dell'Amministrazione comunale avrebbe dovuto pensare ad affiancarlo con un numero di pronto intervento per qualsiasi evenienza. Un numero di telefono che risponde! E Invece no. Venerdì i telefoni del Comune di Anguillara hanno chiuso in anticipo e già alle 12.45 i telefoni suonavano a vuoto. Il reparto manutenzione non dava segnali di vita. I vigili, si è saputo dopo, per ordine del Comandante Guidi, chiudono l’ufficio al pubblico alle ore 13.00 e sembra abbiano chiuso anche i telefoni. L’unica, per onore di verità è stata la segretaria del sindaco che alle ore 14 circa ha gentilmente risposto. Ha ascoltato per capire quale fosse il problema, ha promesso che avrebbe avvisato il sindaco e messo in allerta il reparto manutenzione e salutando chiuse la chiamata.  Non vedendo arrivare nessuno, si provava nel frattempo a mettersi in contatto con i vigili per chiedere un loro intervento. Tutto inutile. Il telefono della Polizia municipale rimaneva muto.

Allora si prova a telefonare ai carabinieri. Rispondono che non è competenza loro bensì dei vigili e cortesemente forniscono un numero di un cellulare perché, dicono loro, sull’altro diretto non rispondono. Niente da fare.
Ultima cosa da fare prendere la macchina e andare direttamente dai vigili in Piazza del Comune. Uffici chiusi, si suona – Si sente chiedere quale fosse il problema e senza lasciare finire il discorso, una vigilessa emette subito la sentenza : “Sì, hanno aumentato la pressione .” Al che uno si sente preso in giro perché già un'altra volta , un tecnico della manutenzione che era passato,  aveva assicurato che il guasto fosse all’interno degli appartamenti interessati perché lì si sarebbero formati, dentro i tubi, delle bolle d’aria. Quella della vigilessa è stata la seconda versione: la prima dovuta a bolle d’aria, la seconda ad aumento della pressione. Intanto mancava sempre l’erogazione dell’acqua . Da venerdì ci si è trascinati fino a sabato mattina, con tanti disagi e tante telefonate a vuoto, senza che alcuno rispondesse. E proprio a questo punto, sabato alle ore 15.00 circa che si va personalmente dai vigili. Si ha un colloquio con l’agente in servizio, per sua grazia lascia spiegare ancora il problema e si prova a convincerlo a sollecitare qualche tecnico ad occuparsi dell'emergenza. E’ stato gentilissimo. “Tranquillo, che sta arrivando il tecnico a casa per ispezionare” Erano le ore 15.00 circa.  Alle ore 17.30 circa, non vedendo arrivare ancora alcun tecnico, pareva fosse doveroso avvisare il gentile agente che il tecnico promesso non fosse mai arrivato. Alle ore 17.40 suonano al citofono 3 tecnici. Volevano solamente avvisare che il guasto lo avevano trovato.  Non dipendeva da bolle d’aria in casa, non dipendeva da aumento della pressione, tutto dipendeva da un guasto nel pozzo artesiano. Cosa di preciso non interessa conoscere. Interessava la terza versione.


Poca serietà. Quello che emerge da questa triste storia di disservizi di normale amministrazione o come dice qualcuno dis-amministrazione. Anguillara è rimasta abbandonata a se stessa da venerdì ore 13.00 fino a lunedì ore 9.00 quando riapriranno gli uffici. Anguillara chiude i battenti e la responsabilità di un paese intero resta sulle spalle di un agente dei vigili urbani, chiuso nella sua roccaforte a Piazza del Comune.Se questo vi pare giusto, continuiamo così, se no, facciamo qualcosa per cambiare.