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Cronaca

Anguillara, via di Tragliatella: un tratto di strada pericoloso

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di Simonetta D’Onofrio

Anguillara (RM) – Irresponsabilità, è una parola “inequivocabile” che indica la mancanza di azione esercitata da coloro che dovrebbero intraprendere azioni a tutela dei suoi cittadini. La conseguenza di ciò potrebbe essere riassunta analizzando ad esempio il pericolo che devono affrontare i cittadini residenti nei territori periferici amministrati dai comuni di Fiumicino e di Anguillara Sabazia, ogni volta che devono percorrere in direzione Roma, in condizioni di pioggia e di eventi meteorologici avversi, il tratto di Via di Tragliatella a confine tra i due enti.

Incapacità, è un altro vocabolo capace di identificare l’operato di chi più volte è stato chiamato a porre rimedio, a trovare una soluzione definitiva per il tratto di strada di passaggio, l’unica tra l’altro, che porta verso la Capitale. Pochi metri, per la precisione, che interessano la viabilità del Comune di Anguillara Sabazia e di Fiumicino, entrambi governate da una giunta di Centrosinistra, che a seguito di numerose segnalazioni pubbliche da parte della cittadinanza, ancora non hanno ancora provveduto alla manutenzione a regola d’arte della rete viaria, adottando tutte le norme previste dall’iter burocratico ordinario e straordinario.

È dal 2003, con allora sindaco Bozzetto, che il Comune di Fiumicino organizzò un tavolo tecnico col Comune di Anguillara e la Regione, si sistemò qualcosa, ma non si è messo in regola il tratto di strada – ci racconta un commerciante di zona, attivo nella politica della cittadina portuale – da allora altre volte si è tentato di coinvolgere i diversi enti, ma non si è mai risolto molto. Ora ci sta provando il responsabile dell’Ufficio Tecnico di Fiumicino, l’ing. Dello Vicario, che in precedenza aveva ricoperto lo stesso ruolo ad Anguillara, e che conosce bene gli uffici, ma dall’altra parte sembra abbiano risposto che non hanno possibilità di intervenire per collaborare alla manutenzione della cunetta.
Immobilità, è un altro termine che ci fa capire come sia rimasta ugualmente rischiosa la strada regolarmente percorsa anche dagli utenti, dai ragazzi che quotidianamente si servono dei mezzi pubblici, non permette lo scolo dell’acqua piovana della carreggiata principale, all’altezza del centro commerciale diventa una piscina, proprio in corrispondenza della fermata del Cotral. Ci chiediamo come sia possibile non tener conto di una problematica così grave, che mette a repentaglio la vita e individuandone le competenze di ogni ente, capace di delineare un monitoraggio, un controllo e una gestione trasparente ed efficace.

Lo stato di abbandono è sotto gli occhi di tutti, sia all’interno sia all’esterno dell’area incriminata, un passaggio fondamentale dove non vengono eseguite le ricorrenti operazioni di sfalcio dell’erba e la pulitura profonda della cunetta. Rami protesi che invadono la cunetta, sporcizia di vario genere, marcescenza, rami spezzati incanalati sul ciglio stradale che evita il normale deflusso dell’acqua piovana insieme a una pendenza della strada non perfetta influiscono alla situazione di utilizzo della strada pubblica, sia veicolare sia pedonale.

Da pochi giorni sono stati pubblicati dall’Istat i dati ufficiali degli incidenti stradali, nel 2012 se ne sono registrati in Italia 186.726. I morti (entro il 30° giorno) sono stati 3.653, i feriti 264.716. Sulle altre strade extraurbane, escluso le autostrade, si sono verificati 35.613 incidenti, con 57.343 feriti e 1.761 morti. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove l’indice di mortalità raggiunge il livello di 4,94 decessi ogni 100 incidenti.

In conclusione, ci chiedono in coro i cittadini della zona, di rivolgere una domanda, uguale per entrambi i Sindaci, Esterino Montino per il Comune di Fiumicino e Francesco Pizzorno, per quello di Anguillara Sabazia, interessati alla gestione della cosa pubblica, che come citato all’inizio, sono accomunati anche dalla stessa militanza politica, il Partito Democratico. Non ritenete sia necessario ripristinare il tutto al fine di prevenire ed evitare situazione di grave pericolosità? In altre parole, dobbiamo aspettare che qualcuno debba sacrificarsi con la propria vita per rendervi conto di cosa non state facendo e non è stato fatto finora?

 

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Cronaca

19enne picchiato e poi investito perchè rimprovera dei ragazzi che sfrecciano con l’auto vicino la fermata del bus: ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Anzio

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E’ caccia ai criminali. La Polizia sta esaminando le telecamere presenti nella zona dell’accaduto

Li ha rimproverati perché correvano troppo in auto nelle vicinanze della fermata dell’autobus. Tanto è bastato ad alcuni ragazzi, non è chiaro ancora quanti fossero, per passare alle vie di fatto. Prima le botte e poi lo hanno investito con l’auto. Vittima della brutale aggressione un ragazzo di 19 anni che ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale.

É accaduto intorno alle 17 in piazza Cesare Battisti ad Anzio, cittadina sul litorale a sud Roma. Il 19enne è stato portato in ambulanza in codice rosso all’ospedale della località di mare ed è ricoverato in prognosi riservata. È ora caccia agli aggressori. Gli agenti della polizia che indagano sull’accaduto stanno analizzando le telecamere presenti in zona per cercare di risalire agli autori.

Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo avrebbe avuto una discussione con i suoi aggressori prima del pestaggio. Il 19enne,secondo il racconto di alcuni testimoni, li avrebbe rimproverati perché stavano correndo con la macchina nell’area a ridosso della fermata degli autobus. A quel punto i ragazzi a bordo dell’auto, due o forse tre, si sarebbero fermati con l’intenzione di dargli una lezione. Scesi dall’auto hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni facendolo cadere a terra. Al pestaggio hanno assistito diversi passanti che hanno subito chiamato le forze dell’ordine. Temendo l’arrivo della polizia gli aggressori sono risaliti sulla loro macchina e sono scappati investendo il ragazzo alle gambe. Fondamentale per ricostruire l’accaduto e risalire agli aggressori e pirati della strada sarà la visione dei video delle telecamere di sorveglianza della zona. Il 19enne ora è in gravi condizioni all’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno

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Caro studi e crisi abitativa: torna la protesta degli studenti

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“Stiamo piantando nuovamente le tende in Sapienza. Abbiamo deciso di protestare in quanto il Governo continua ad ignorare il caro studi e la crisi abitativa, senza attuare alcuna soluzione concreta. Ci sentiamo traditi rispetto alle promesse che avevamo ricevuto prima dell’estate”. Lo annunciano gli studenti dell’Udu (Unione degli universitari) che questa notte sono tornati a dormire nell’università romana.

Una piccola anticipazione della mobilitazione nazionale dell’Unione degli Universitari che inizierà ufficialmente oggi e durerà tutta la settimana, portando tendate, flash mob, presidi e striscionate in 25 città universitarie di tutto il Paese.

Lo slogan scelto è “Vorrei un futuro qui” e serve per chiedere misure urgenti per poter studiare e lavorare in Italia, senza dover emigrare all’estero. Il lancio ufficiale è oggi, davanti alla Sapienza, dove si terrà un presidio alle ore 10.30. Ma gli universitari non saranno da soli: sarà presente anche una delegazione parlamentare dei partiti di opposizione, oltre a esponenti della Cgil e delle associazioni che hanno deciso di incontrare gli studenti e sostenere la mobilitazione dell’Udu.

Le prime iniziative dell’Unione degli Universitari si terranno a Lecce, Palermo, Torino, Bologna e Perugia, oltre che Roma. Nei giorni successivi si aggiungeranno le altre venti città. “Il Consiglio dei ministri – conclude Camilla Piredda dell’Udu – interverrà sugli idonei non beneficiari del precedente anno accademico che non avevano ancora ricevuto la borsa di studio, stanziando 17 milioni di euro.

È un piccolo passo avanti, ma non è possibile rincorrere in questo modo le emergenze e fare aspettare un anno gli studenti senza borsa. Chiediamo al presidente Meloni e al ministro Bernini di trovare urgentemente un miliardo di euro per intervenire su studentati pubblici, affitti, borse di studio, salute mentale e caro libri. Oltre a smettere di sprecare le risorse del Pnrr per gli alloggi privati che costano mille euro al mese”.

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Stragi Cosa Nostra, 30 anni latitante: morto Matteo Messina Denaro

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Il boss mafioso fu arrestato a Gennaio. Soffriva di tumore al colon

Dopo una agonia di alcuni giorni è morto nell’ospedale dell’Aquila il boss Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista di Cosa Nostra arrestato a gennaio dopo 30 anni di latitanza.

Il capomafia, 62 anni, soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Ed era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del boss, riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni. Dopo la cattura, Messina Denaro è stato sottoposto alla chemioterapia nel supercarcere dell’Aquila dove gli è stata allestita una sorta di infermeria attigua alla cella.  

Una equipe di oncologi e di infermieri del nosocomio abruzzese ha costantemente seguito il paziente apparso subito, comunque, in gravissime condizioni. Nei 9 mesi di detenzione, il padrino di Castelvetrano è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche legate alle complicanze del cancro. Dall’ultima non si è più ripreso, tanto che i medici hanno deciso di non rimandarlo in carcere, ma di curarlo in una stanza di massima sicurezza dell’ospedale, trattandolo con la terapia del dolore e poi sedandolo.

Prima di perdere coscienza ha incontrato alcuni familiari e dato il cognome alla figlia Lorenza Alagna, avuta in latitanza e mai riconosciuta. La ragazza, che aveva incontrato il padre per la prima volta in carcere ad aprile, insieme a una delle sorelle del capomafia e alla nipote Lorenza Guttadauro, che è anche il difensore del boss, è stata al suo capezzale negli ultimi giorni.

Venerdì, sulla base del testamento biologico lasciato dal boss che ha rifiutato l’accanimento terapeutico, gli è stata interrotta l’alimentazione ed è stato dichiarato in coma irreversibile. Nei giorni scorsi la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila ha cominciato a organizzare le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata da Lorenza Guttadauro e Lorenza Alagna.

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