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ANTICORRUZIONE: VIA LIBERA DELLA CAMERA

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Tempo di lettura 3 minuti A Montecitorio l'Aula ha scartato uno per uno gli emendamenti, lasciando il testo di legge invariato rispetto alla bozza già passata al Senato.

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di Matteo La Stella
Roma- Arriva dall'Aula della Camera il definitivo lasciapassare per il ddl anticorruzione. Il testo di legge è stato accolto da 280 si, 53 no e 11 astenuti. A Montecitorio l'Aula ha scartato uno per uno gli emendamenti, lasciando il testo di legge invariato rispetto alla bozza già passata per il Senato, benedicendo così definitivamente il ddl anticorruzione. Tra i contrati M5S e FI, la Lega invece si è astenuta.
Gli umori sono alle stelle, il Premier Matteo Renzi twetta soddisfatto -”Anticorruzione e falso in bilancio sono legge. Quasi nessuno ci credeva. Noi si. Questo paese lo cambiamo, costi quel che costi. #lavoltabuona-”. A twettare ci pensa anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando che chiude la sua sfilza di cinguettii così-”Con la nuova legge #anticorruzione il falso in bilancio ritorna ad essere un reato punito con sanzioni severe”-.

IL TESTO
Il ddl passato definitivamente alla Camera è stato costruito sulla base di un testo presentato più di due anni fa da Pietro Grasso, unico suo atto da Parlamentare prima di diventare presidente del Senato. La legge reintroduce il reato di falso in bilancio, obbliga i condannati a restituire quanto dovuto e peraltro rinforza i poteri dell'Anac.
Le novità contenute nel testo sono:

CORRUZIONE
La pena per corruzione propria, che vede un pubblico ufficiale andare contro i doveri d'ufficio, si alza dai 4 agli 6 anni nel minimo e dagli 8 ai 10 anni nel massimo. L'effetto è quello di allungare i termini di prescrizione del reato. Schizzate verso l'alto anche le pene per peculato, corruzione per l'esercizio della funzione e corruzione in atti giudiziari.

Concussione anche nel pubblico servizio:
Il reato di concussione minaccia anche gli incaricati a pubblico servizio, con pene invariate: dai 6 ai 12 anni.

Pena più corta per chi collabora con la giustizia:
Sconti di pena da un terzo a due terzi per chi fornisce le prove, aiuta ad incastrare gli altri responsabili o il sequestro delle somme.

Patteggiamento, si può cone delle condizioni:
Il patteggiamento è possibile solo nel caso in cui ci sia stato il versamento anticipato ed integrale del costo o del guadagno del reato stesso.

REATO DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA
La pena massima è quella dei boss, che dai 12 ai 24 anni di pena si innalza, fino a diventare dai 15 ai 26. Per i luogotenenti della stessa invece, la pena prevista, dai 9 ai 14 anni, diventa invece dai 12 ai 18 anni. Qualora l'associazione fosse composta da 3 o più persone, sono previsti dai 10 ai 15 anni dietro le sbarre (ora dai 7 ai 12) e oltretutto, se il gruppo è armato sono previsti dai 12 ai 20 anni di pena (ora dai 9 ai 15).

FALSO IN BILANCIO TORNA REATO
Il falso in bilancio, spesso utilizzato per la costituzione di fondi neri, torna ad essere reato. È prevista una distinzione tra società quotate e non quotate. La pena per aver falsificato il bilancio di un'attività quotata in borsa è dai 3 agli 8 anni. Per le altre società, nel caso in cui di proposito si espongano-”Fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero”- si rischiano pene da 1 a 5 anni. Per questi reati niente intercettazione, utilizzabile solo per pene superiori ai 5 anni. I fatti di lieve entità vengono puniti con il carcere da 6 mesi a 3 anni. Inserita anche la non punibilità per -”Tenuità del fatto”-. Salgono invece le sanzioni pecuniarie per ogni tipo di società: le teste di serie dei brend rischiano di pagare dalle 200 alle 600 quote. Inoltre per le piccole società, che non possono fallire grazie al codice civile, è prevista la procedibilità a querela di parte.

OBBLIGO DI INFORMARE AUTORITA' ANTICORRUZIONE
Il pm che segue l'azione penale per i reati contro la pubblica amministrazione, deve tassativamente informare il presidente dell'Autorità Anticorruzione, dandogli notizia dell'imputazione.

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Salute

Covid, variante Arturo: nessun allarme in Italia

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C’è una nuova variante COVID-19 che preoccupa l’Italia. Gli esperti l’hanno già battezzata Arturo (Arcturus), come la gigante rossa che è la stella più luminosa della costellazione del Boote, la quarta più brillante del cielo. E’ XBB.1.16, l’ultima variante ricombinante di Omicron.

I riflettori si sono accesi su di lei perché il nuovo picco di Covid che si sta registrando in India potrebbe essere imputabile alla sua presenza significativa rilevata. Il pediatra Vipin M. Vashishtha, ex coordinatore dell’Accademia indiana di pediatria e componente dell’iniziativa Vaccine Safety Net (Vsn) dell’Organizzazione mondiale della sanità, segnala in un tweet il primo caso intercettato in Cina e spiega che al momento il sottolignaggio è stato rilevato in 17 Paesi, compreso Canada e Singapore, per un totale di 474 isolamenti.

Per l’esperto va tenuta d’occhio la situazione indiana, per capire se questo mutante riesce a superare l’immunità di una popolazione che ha affrontato diverse varianti, da Centaurus a Kraken. L’attenzione nel Paese è alta dopo che per la prima volta nel 2023 si è arrivati a superare quota 1.100 casi giornalieri, anche se il trend di ricoveri e mortalità al momento non risulterebbe preoccupante secondo alcuni esperti locali.

Per quanto riguarda Arturo, il rapporto britannico spiega che “è un lignaggio con 3 mutazioni aggiuntive della Spike, trovato sia nel Regno Unito che a livello internazionale”, pur essendo “il numero totale di campioni” ancora basso. L’Oms ancora non cita XBB.1.16, almeno negli ultimi due aggiornamenti settimanali, ma segnala in generale l’elevato peso dei ricombinanti Omicron e della famiglia XBB, così come una quota crescente di sottolignaggi non assegnati. Per l’Italia quindi, al momento, nessun allarme.

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Castelli Romani

Velletri, Fausto Servadio su ospedale: “Con coerenza sempre in difesa della salute pubblica”

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VELLETRI, SERVADIO SU OSPEDALE: «CON COERENZA, SEMPRE IN DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA»

«Sull’ospedale di Velletri ci sarebbe tanto da dire e ricordare: governava il centrodestra in Regione quando presentai ricorso al Presidente della Repubblica, facemmo i consigli comunali straordinari in piazza, ci opponemmo in ogni sede e riuscimmo a scongiurarne il declassamento da Dea di primo livello a presidio territoriale. Oggi, con le ultime notizie che ci arrivano e che parlano di un nuovo possibile commissariamento della sanità potremmo ritrovarci a dover difendere il nostro ospedale. Siamo pronti ancora una volta a ripercorrere tutto ciò che abbiamo fatto per tutelare la salute di migliaia di persone. Il nosocomio di Velletri è una realtà seria e fondamentale per gli oltre 50 mila abitanti che vi risiedono e non solo perché serve un bacino di utenza di 150 mila persone. Con coerenza manteniamo la posizione di sempre: siamo dalla parte di chi considera l’Ospedale della nostra città un polo fondamentale di riferimento che per nessun motivo deve essere depauperato o subire razionalizzazioni a discapito della nostra salute». Così in una nota il candidato Sindaco di Velletri Fausto Servadio.



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Castelli Romani

Velletri, con Servadio un nuovo rilancio del centro del storico e delle zone decentrate

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«Al centro del nostro programma elettorale c’è una Città che deve diventare appetibile, vivace, un luogo da mettere in cima alle località da visitare. Oggi il centro di Velletri è una parata di negozi con le saracinesche abbassate, un borgo spento che non richiama quel turismo di qualità che invece merita. Il tessuto economico produttivo di Velletri va ricostruito attraverso il rilancio dell’artigianato e dei mestieri, dei laboratori che possono rimanere aperti per le vie del centro dove chi compra prima ha la possibilità di guardare come viene realizzato il prodotto. Parlo di orafi, pelletterie, ceramisti, norcinerie, insomma botteghe d’arte, di sapori e prodotti che è impossibile trovare nei grandi ipermercati, nei centri commerciali di cui siamo ricchi fuori dal centro storico. La Città, così, potrà godere sia delle aree più commerciali ma anche e di un centro storico con le botteghe artigianali che potranno essere affittate a prezzi calmierati. Soltanto intraprendendo un percorso di qualità è possibile restituire a Velletri l’importanza che merita. È necessario quindi riprogrammare quelle che sono le destinazioni d’utilizzo dei locali nel centro e tornare a prediligere l’artigianato che rappresenta per quest’area una rivalutazione delle tradizioni che caratterizzano la nostra amata e meravigliosa Città. Insieme dobbiamo fin da subito metterci al lavoro per rilanciare la nostra Velletri grazie al borgo ricco di storia, pronto a diventare un salotto all’aperto e ad accogliere un turismo lento e di qualità. E se il borgo deve diventare un prezioso scrigno di bellezze da visitare, abbiamo anche molte idee per le altre zone fuori dal centro. Ognuna avrà la propria vocazione ma ne parleremo strada facendo, insieme, per dare un nuovo volto alla nostra amata Velletri». Così in una nota il candidato Sindaco di Velletri Fausto Servadio

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