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ANTITUMORALI ESSENZIALI: RINCARI FINO A 1.500% DEI PREZZI

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Tempo di lettura 6 minuti AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha accolto le richieste di Altroconsumo che aveva stigmatizzato un aumento così elevato dei prezzi imposti ad AIFA.

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Aspen ha abusato della propria posizione dominante su questi farmaci, essenziali per la cura di certe malattie e che al momento non possono essere sostituiti con altri farmaci equivalenti, in particolare di quattro prodotti, Alkeran, Leukeran, Purinethol e Tioguanina di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie. AIFA e Ministero della Salute…stanno a guardare? 

di Cinzia Marchegiani

L’Agenzia italiana del Farmaco, AIFA sembrerebbe essere stata obbligata ad accettare elevatissimi incrementi di prezzo, determinando un aumento della spesa a danno del Ssn dalla Aspen Pharma Trading Limited e Aspen Italia S.r.l., appartenenti al gruppo sudafricano Aspen per medicinali antitumorali , in particolare di quattro prodotti, Alkeran, Leukeran, Purinethol e Tioguanina di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie. L’Autorità Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti delle società Aspen per verificare l’ipotesi di un “abuso di posizione dominante” nel mercato dei farmaci antitumorali compresi nella fascia A e quindi a carico del Servizio sanitario nazionale. Grida vittoria Altroconsumo:”si inizia a vedere più chiaro, per i diritti dei pazienti e la trasparenza dei prezzi sui farmaci antitumorali. Una vittoria per tutto il sistema, partita da una denuncia di Altroconsumo, che aveva documentato le anomalie sul mercato, già denunciate all'AIFA, dopo un periodo di carenza dei farmaci della Aspen Pharma dal commercio.”
L’indagine è partita da un forte rincaro – dal 250% fino al 1.500% – applicato a questi farmaci nel corso del 2014. La stessa AGCOM fa riferimento della notizia di tali aumenti di prezzo diffusa dall’associazione dei consumatori Altroconsumo, nell’ambito di un’inchiesta condotta con riferimento al fenomeno della cosiddetta “sparizione dei farmaci”. L’Agcm viene a conoscenza che il 10 settembre 2014 Altroconsumo ha segnalato al Ministero della Salute e ad AIFA i risultati dell’esame delle denunce con le quali i propri iscritti informavano l’associazione della scomparsa dal mercato di una serie di farmaci, tra i quali anche le specialità medicinali oggetto del presente provvedimento. In data 30 luglio 2014, è stata inviata una richiesta di informazioni ad AIFA al fine di acquisire ulteriori elementi conoscitivi in merito alle modalità di incremento dei prezzi. AIFA ha fornito informazioni in data 8 settembre, integrate in data 9 e 22 ottobre 2014 e da ultimo in data 11 novembre 2014.

A partire dall’aprile 2013, in base alla ricostruzione dell’Antitrust che s’è avvalsa delle ispezioni della Guardia di Finanza, l’Aspen ha manifestato all’Aifa “la necessità con urgenza di allineare il prezzo di vendita in Italia a quello significativamente maggiore in vigore nei principali Paesi di area Ue”. In questo modo, sarebbe riuscita ad “alterare la struttura concorrenziale dei mercati rilevanti, al fine di ottenere extra-profitti”. Elemento costitutivo dell’abuso contestato sarebbe stata la minaccia di Aspen, nei confronti di Aifa, di ritiro dell’autorizzazione al commercio dei farmaci qualora non si fosse raggiunto un accordo sui nuovi prezzi.
Trattandosi di medicinali con indicazioni terapeutiche di carattere “essenziale”, di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie, la strategia di Aspen sarebbe stata finalizzata – oltre a ottenere extra-profitti sul mercato nazionale – anche “a limitare il fenomeno del commercio parallelo da parte dei distributori locali”. Ora l’istruttoria dell’Agcm tende a verificare se il diritto di richiedere una revisione del prezzo o della classe di rimborsabilità dei propri farmacia sia “stato esercitato in maniera strumentale, non coerente con il fine per il quale l’ordinamento lo riconosce”, attraverso eventuali “pressioni indebite” e un abuso della propria posizione dominante.

I FATTI OGGETTO DI ACCERTAMENTO
La richiesta di incremento dei prezzi, tra il 2013 e il 2014 la società Aspen ha condotto una contrattazione con AIFA relativamente ad alcuni farmaci antitumorali di propria titolarità,
inclusi nella classe di rimborso A, a carico del SSN, L’andamento dei prezzi al pubblico sul mercato come rilevato da Altroconsumo non giustificati da nessuna ragione sopravvenuta, legata ad esempio a maggiori costi sostenuti, erano i seguenti:
– il prezzo al pubblico di una confezione di Alkeran (25 compresse da 2 mg, principio attivo: melfalan) è passato da 5.23 € a 85.83 € a partire dal giorno 3 aprile 2014
– il prezzo al pubblico di una confezione di Leukeran (25 compresse da 2 mg, principio attivo: clorambucile) è passato da 7.13 € a 90.20 € a partire dal 2 aprile 2014
– il prezzo al pubblico di una confezione di Purinethol (25 compresse da 50 mg, principio attivo: mercaptopurina) è passato da € 15.98 a € 90.35 a partire dal 3 aprile 2014.

In particolare, nel mese di aprile 2013 Aspen ha sottoposto ad AIFA le domande di variazione del regime di rimborsabilità delle suddette specialità medicinali, chiedendone il passaggio dalla classe A-RNR (Ricetta Non Ripetibile), ovvero soggetta a rimborso del SSN dietro presentazione di ricetta non ripetibile, alla classe C, come farmaci a totale carico del paziente soggetti a prescrizione. Nelle richieste di riclassificazione presentate da Aspen, la società afferma tuttavia l’unicità di ognuno dei prodotti in esame nel trattamento di determinate patologie.
Dalle domande presentate dalla società emerge con chiarezza il fine ultimo della richiesta, ovvero “…la necessità con urgenza di allineare il prezzo di vendita in Italia a quello significativamente maggiore in vigore nei principali paesi di area UE”. Le domande dell’impresa non contengono, al contrario, alcun dato di natura economica o analisi dei mutamenti del contesto concorrenziale a sostegno della richiesta di revisione dei prezzi, come invece previsto dalle norme che informano il processo negoziale con il regolatore, al di fuori del generico riferimento ai maggiori prezzi vigenti all’estero.
È ancora Aspen ad evidenziare, in una successiva comunicazione ad AIFA, “la necessità di allineare i prezzi nei vari Paesi dell’area UE per garantire nei rispettivi mercati la sostenibilità del prezzo e l’adeguatezza della fornitura”. Nella stessa lettera Aspen fornisce un’indicazione generica di alcune voci di costo che avrebbero reso necessaria la revisione dei prezzi (tra le quali il costo per la farmacovigilanza e le attività di informazione medico scientifica), indicazione priva di alcuna quantificazione e di alcun riscontro documentale. In seguito al ricevimento delle domande, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA si è riunita in due sedute, a settembre e novembre 2013, e “…in seguito ad approfondite valutazioni con il gruppo di esperti oncologi, ha ritenuto che i sopra indicati medicinali avessero alcune indicazioni terapeutiche di carattere “essenziale”, pertanto, ha dato mandato al Comitato Prezzi e Rimborso dell’AIFA (CPR) “di rivalutare con la ditta un congruo incremento” del prezzo per poterli mantenere in classe A…” (enfasi in originale).
La negoziazione del prezzo ha avuto inizio con la presentazione di una proposta da parte della società ritenuta troppo alta dal CPR, alla quale è seguito un contraddittorio. L’accordo finale è stato raggiunto in seguito ad una seconda proposta dell’azienda e a una controproposta del CPR. In base ai dati forniti dall’azienda al Regolatore, il quadro dei prezzi
vigenti a livello europeo appare piuttosto diversificato, con Paesi in cui i prezzi sono in linea con quelli in vigore in Italia anteriormente alla rinegoziazione avviata da Aspen e altri con prezzi più elevati. Documentazione agli atti dimostra che nel corso della negoziazione con AIFA, Aspen avrebbe esercitato una pressione negoziale sul Regolatore, attraverso la minaccia del ritiro dei farmaci dal mercato italiano. Nella comunicazione citata, si legge infatti, che qualora AIFA non avesse provveduto alla pubblicazione in GU delle determine di riclassificazione in fascia C o, eventualmente, di rideterminazione del prezzo in fascia di rimborsabilità, entro il termine dettato da Aspen (novembre 2013) “..la scrivente procederà tempestivamente ai sensi di legge a comunicare l’interruzione della commercializzazione in Italia dei prodotti, a far data da gennaio 2014. Nella suddetta evenienza, la scrivente si adopererà per rendere reperibili i medicinali per i pazienti italiani attraverso i mercati di altri paesi di area UE al prezzo ivi vigente.” L’AIFA ha fornito i pareri degli esperti oncologi dai quali discende l’indicazione di mantenere i farmaci oggetto di esame nella classe di rimborsabilità A. In Belgio, Finlandia, Grecia, Spagna e Portogallo nel 2012 e nel 2013 erano in vigore prezzi allineati ai prezzi italiani anteriori alla negoziazione. L’AIFA ha approvato nuovi prezzi ex factory e al pubblico 11 delle specialità medicinali in esame, e riconfermato per tutte il rimborso a carico dello Stato (classe A).
Il potere di mercato di Aspen in Italia appare rafforzato dalle norme che regolano il processo di rinegoziazione dei prezzi: la forza negoziale che l’impresa ha acquisito per effetto della decisione della CTS di AIFA di mantenere i farmaci a carico dello Stato le conferisce la possibilità di agire in modo indipendente nella definizione del prezzo da applicare al cliente,
ovvero al SSN
.

Ora l’istruttoria dell’Agcm verificherà se il diritto di richiedere una revisione del prezzo o della classe di rimborsabilità dei propri farmacia sia “stato esercitato in maniera strumentale, non coerente con il fine per il quale l’ordinamento lo riconosce”, attraverso eventuali “pressioni indebite” e un abuso della propria posizione dominante. Dalla notifica del provvedimento, le imprese avranno 60 giorni di tempo per chiedere un’audizione ed esercitare il diritto di essere sentita dall’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella. L’istruttoria si chiuderà entro il 31 dicembre 2015.
E il quesito di base rimane un’ombra pesante: ma se  l’AIFA e il Ministero della Salute, sono gli organi a garanzia preposti nel monitorare e controllare le possibili frodi a danno dei malati e soprattutto dei conti a danno del Sistema Sanitario Nazionale, è possibile che  l’Agcm, come si evince dalla lettura del procedimento avviato, datato 27 novembre 2014, ha aperto questo fascicolo in seguito alle inchieste giornalistiche come quella dell’associazione Altroconsumo? Sono davvero efficienti questi organi istituzionali sanitari che devono vigilare sui farmaci autorizzati al commercio in Italia? Possibile che sono esclusivamente le associazioni dei consumatori a dover far emergere situazioni poco trasparenti a danno dei contribuenti e anche dei malati che si trovano a non poter usufruire di medicinali essenziali, volatilizzati all’improvviso dal mercato?

L’ultima notizia vuole che il Tar del Lazio conferma la sanzione di 180 milioni di euro per le due multinazionali Roche Novartis accusate di aver favorito un farmaco più caro per la cura di alcune patologie dell’occhio…Anche in questo caso, l’Agcm si è attivata in seguito ad alcune interrogazioni parlamentari, inchieste giornalistiche e appelli della Società Italiana di Oftalmologia, qualcuno ancora dorme sonni tranquilli?

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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