AREZZO: È MORTO LICIO GELLI, EX VENERABILE DELLA LOGGIA MASSONICA P2

di Angelo Barraco
 
Arezzo – E’ morto a 96 anni Licio Gelli, ex imprenditore legato alla loggia massonica “Propaganda 2”, meglio conosciuta come P2, che hanno fatto piombare l’Italia nel baratro dello scandalo agli inizi degli anni 80, che ha coinvolto fatti di cronaca eclatanti e che tutt’ora rimane avvolta da una fitta cortina di mistero. Gelli è morto nella sua storica residenza, Villa Wanda, che si trova ad Arezzo. Le sue condizioni di salute erano peggiorate negli ultimi due giorni. Era stato ricoverato alla clinica S.Rossore a Pisa e successivamente presso l’ospedale di Arezzo per poi essere dimesso ed essere portato a casa dalla sua famiglia. Cos’è la P2? Domanda che si sono posti milioni di italiani negli anni.
 
Per spiegare la storia della P2 dobbiamo partire dal 17 marzo 1981. Alle 9 di mattina di quel giorno un gruppo di ufficiali della Guardia di Finanza di Milano si reca presso gli uffici di una fabbrica di abbigliamento di Arezzo situata a Castiglion Fibocchi, nello stesso preciso momento altri ufficiali della Guardia di Finanza stanno compiendo la medesima operazione in un’azienda di Frosinone, contemporaneamente ad una suite dell’hotel Excelsior di Roma e a Villa Wanda. I Finanzieri eseguono le perquisizioni con un mandato firmato da due sostituti procuratori di Milano che stavano investigando su una serie di eventi che coinvolgevano Michele Sindona.
 
Ma chi è Michele Sindona? E’ il proprietario di una banca al centro di un’intricata vicenda di riciclaggio e finanziamento pubblico che coinvolge, oltre alla finanza e alla politica italiana, anche cosa nostra, il vaticano e i servizi segreti di altri paesi. Gli episodi su cui indaga la procura di Milano sono due, uno è l’omicidio di un avvocato, Giorgio Ambrosoli e che era stato incaricato dalla Banca D’Italia di far luce sugli affari che riguardavano la banca di Sindona, Ambrosoli muore nel 79 ucciso. Il secondo episodio è un finto rapimento avvenuto nell’agosto del 1979 quando Michele Sindona, messo alle strette dalla magistratura italiana e americana, finge un rapimento e si rifugia dai suoi amici di Cosa Nostra. Il suo ritorno a New York avviene due mesi dopo e si presenta con una ferita da arma da fuoco alla gamba, ma nessuno crede al rapimento. I sostituti procuratori però si imbattono spesso in Licio Gelli, imprenditore di Arezzo. Sindona per farsi credere si fa scrivere delle lettere di fiducia da amici e una di queste la scrive proprio Gelli, ma un altro dettaglio importante è che a sparare a Sindona è stato un medico, Joseph Miceli Crimi. Gli inquirenti trovano un biglietto Palermo-Arezzo che risale proprio ai giorni del “rapimento”.
 
Il dottore giustifica il viaggio dicendo che ci sta il suo dentista, ma non crede nessuno a questa giustificazione. In realtà ad Arezzo ci sta Licio Gelli. I sostituti procuratori si sono rivolti alla Finanza dando delle disposizioni precise, ovvero che non dovevano prendere contatto con nessuno e dovevano apparire improvvisamente sui luoghi da perquisire. L’operazione è coordinata dal colonnello Vincenzo Bianchi. L’operazione da esito negativo, non viene trovato niente da nessuna parte tranne alla ditta di abbigliamento di Castiglion Fibocchi. Fu trovata una valigia, una cassaforte che non si riesce ad aprire e la segretaria di Gelli dice di non avere le chiavi. Mentre è in corso la perquisizione Gelli chiama la segretaria, dice di fingere che sia suo padre e di darle del tu e chiede notizie della perquisizione. Chiede di uscire e di poter parlare ma non sa che sono sotto intercettazione così quando la signorina chiede di uscire i Finanzieri la bloccano, aprono la borsa e trovano le chiavi. Cosa viene rinvenuto all’interno della cassaforte? Un elenco di nomi. Sono tanti anche i documenti all’interno della valigia. Gli elenchi riguardano una loggia massonica segreta. E’ stato rinvenuto l’organigramma della loggia e la suddivisione in 17 sottogruppi, pagamenti delle quote, elenco degli iscritti, e le richieste di iscrizione. La loggia si chiama “Propaganda due” (P2).  I documenti sono scottanti e contengono elementi che riguardano la vita politica ed economica del nostro paese, ma anche criminale tutt’ora avvolta dal mistero. Ma ciò che rende quei documenti importanti sono i nomi che sono 962, tra essi vi sono 3 ministri, 67 politici di cui 44 parlamentari, 52 dirigenti ministeriali, 208 ufficiali delle forze armate, 18 alti magistrati, 49 banchieri, 120 imprenditori, 27 giornalisti. Molti soggetti presenti nella lista di Gelli hanno negato e tutt’ora negano la loro partecipazione alla loggia massonica o dicono che l’iscrizione sia avvenuta senza il loro consenso. Nell’elenco trovato dai Finanzieri è specificato che 49 affiliati si erano dimessi dalla massoneria e 22 invece erano passati ad altre logge. E’ stata inoltre avanzata l’ipotesi che l’elenco degli iscritti alla loggia non sia completo e a dare conferma di ciò sarebbe lo stesso Gelli in un’intervista rilasciata a “L’Espresso” il 10 luglio 1976 dove parla di 2400 iscritti, stranieri compresi. In un’altra intervista invece dice che quello rinvenuto è un “brogliaccio” e che il resto lo ha distrutto. 
 
In un doppiofondo della valigia della figlia di Gelli, nel 1982 fu sequestrato il “programma di rinascita nazionale o il Piano”. Il testo comprende modifiche di riforme costituzionali, ecco un estratto del testo:
 
1) L' aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema
2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori.
3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti – anche alternativi – di attuazione ed infine nell'elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine.
4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle istituzioni fondamentali.