ARICCIA ELEZIONI, IL TAR ACCERTA IRREGOLARITA' NELLE OPERAZIONI ELETTORALI

Chiara Rai

Il centrodestra di Ariccia si prende la rivincita sulle scorse elezioni amministrative perse per uno scarto di soli 32 voti: il Tar Lazio ha accertato diverse irregolarità nelle operazioni elettorali che hanno portato il centrosinistra alla vittoria. Infatti a seguito dei ricorsi proposti da Roberto Di Felice ed Enrico Indiati, rappresentati dal legale Massimiliano Brugnoletti, e da Giorgio Fabi, rappresentato dal legale Giovanni Corbyons, sono stati emessi i dispositivi di sentenza dal Tar che di fatto annulla le operazioni elettorali che hanno portato all'elezione a sindaco Emilio Cianfanelli col 50,1 per cento di voti. In attesa della pubblicazione delle sentenze per conoscere nei particolari le motivazioni della decisione del TAR, è innegabile la reazione inaspettata dell’attuale sindaco in carica Cianfanelli: “Stiamo aspettando di leggere le motivazioni della sentenza – dice il sindaco – certamente, letta la sentenza, ricorreremo al Consiglio di Stato. E’ chiaro che è una notizia del tutto inaspettata, anche se rimaniamo sereni perché non siamo certamente noi che abbiamo fatto presunti brogli; adesso qualcun altro dovrà rispondere al magistrato penale. Noi non abbiamo fatto nulla, questa vicenda non ci tocca, d'altronde Di Felice e i suoi hanno fatto tanti ricorsi, perché mossi da grandi interessi, mi auguro solo politici”. Soddisfatto Di Felice che non si sbilancia in attesa del deposito delle motivazioni: “Ribadisco la totale fiducia nella magistratura – dice il leader di Patto sociale per Ariaccia –  che almeno per ora ha accertato diverse irregolarità nello svolgimento delle operazioni elettorali, irregolarità che hanno danneggiato la mia parte politica. Nel caso ci sarà il ricorso al Consiglio di Stato da parte del fronte politico opposto, ribadiremo tutte le nostre ragioni che riteniamo valide e fondate. D’altronde si tratta di tutti atti che abbiamo depositato e che ci ha fornito il Comune, nonostante purtroppo qualcuno sia andato perso e a tal proposito formulo una domanda: la segretaria comunale, che da statuto comunale ha il compito di presiedere l’ufficio elettorale durante le elezioni, ha vigilato a sufficienza o in modo da non farsi oggetto di censure?”.  Di Felice ribadisce che in sede di verificazione, avvenuta il 31 gennaio scorso, si è dimostrato che le presunte irregolarità documentate erano fondate: “Non potevamo non ricorrere – conclude Di Felice –  quando ci siamo resi conto della mancanza di schede elettorali o del fatto che dei fac simile fossero stati considerati scheda valida”.