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Assassin’s Creed Valhalla, l’epica avventura ai tempi dei vichinghi

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Assassin’s Creed Valhalla, il nuovissimo capitolo della celebre saga di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation, è un videogame che sin dall’annuncio ha saputo attrarre a sé parecchie attenzioni. Sarà per l’ambientazione inedita, sarà perché è disponibile anche su Xbox Series X/S e PS5, in ogni caso il titolo è fra i giochi più desiderati del momento. Assassin’s Creed Valhalla è un gioco sicuramente epico, degno delle migliori canzoni norrene: un concentrato di brutalità e potenza scenica, estremamente longevo e strabordante di contenuti.

Ma è anche un’avventura che punta più sulla quantità che sulla qualità, non permettendo così alla serie di scrollarsi di dosso alcune incertezze ereditate dal capitolo precedente, Ac Odyssey. Assassin’s Creed Valhalla si apre semplicemente nel migliore dei modi possibili, con uno spettacolare piano sequenza che ribadisce sin dai primi istanti i toni della produzione: teste mozzate, combattimenti feroci e linguaggio scurrile. La produzione Ubisoft ripropone fedelmente insomma le caratteristiche del periodo, e non solo.

Nei panni di un giovanissimo Eivor i giocatori potranno muovere i primi passi all’interno del gioco, tra cori vichinghi, banchetti e ubriaconi. Le cose si mettono male quando un clan rivale decide di assaltare il villaggio del protagonista, saccheggiando qualsiasi cosa e trucidando ogni civile. È proprio in questo modo che viene forgiato il carattere del protagonista, mentre assiste indifeso alla morte dei suoi genitori. Come spesso accade in questi casi, un flash forward trasporta chi gioca nei panni di una versione decisamente più adulta e brutale di Eivor, intento a salvare la sua ciurma.

Qui comincia ufficialmente l’avventura. Come già detto qualche riga più in alto, la struttura narrativa di questo nuovo Assassin’s Creed eredita esattamente tutte le caratteristiche dello scorso capitolo, apparendo dunque dispersiva e talvolta caotica. Chi si aspettava un ritorno al passato anche in questo ambito è costretto a dover fare marcia indietro. Più che un singolo main plot intimo e costruito attorno alle figure chiavi del racconto, come magari potrebbero lasciare intendere le prime quattro e bellissime ore ambientate in Norvegia, in Valhalla sono presenti tante corpose quest narrative legate da uno scopo unico, ossia conquistare l’intera Inghilterra stringendo alleanze, razziando e compiendo numerosi assedi nelle fortezze dei clan rivali. Valhalla possiamo dire che, in sostanza, eredita sì la struttura del precedente, ma ne aggiusta i toni e sceneggia eventi più trascinanti e convincenti.

E’ bene sottolineare che in Assassin’s Creed Valhalla, oltre alle romance, fanno il loro ritorno anche le scelte multiple, leggermente ridotte come numero ma sicuramente più rilevanti. Nella maggior parte dei casi bisognerà decidere il destino di qualche personaggio, ma è apprezzabile la loro introduzione e soprattutto sarà l’opportunità per i giocatori più curiosi, esplorare ogni variante nel corso di successive run. Per quanto riguarda la figura del protagonista, che potrà essere sia uomo che donna a seconda delle vostre preferenze, haun carattere molto forte, è il classico tipo che non si tira mai indietro, che tiene molto al suo onore e non tradisce mai la parola data. Una grande fetta della sua personalità potrà però essere plasmata a proprio piacimento, sfruttando le scelte multiple che il team di sviluppo mette a disposizione. In generale è un personaggio che fa bene quello che deve fare e che vi trascina verso la fine con piacere, ma che sta un po’ stretto alla serie se paragonato ad altri personaggi, Altair, Ezio ed Edward su tutti. A proposito di protagonista, in Valhalla c’è un tiepido ritorno. Nel 2017, con il lancio di Assassin’s Creed Origins, Ubisoft cominciò non solo un nuovo percorso ludico per la serie, ma anche una cornice ambientata ai giorni nostri del tutto inedita, da giocare nei panni di una donna di nome Layla Hassan. In questo nuovo capitolo, chiaramente, si tornerà ad impersonarla e non possiamo fare altro che sottolineare una certa pigrizia nella costruzione delle scene che la interessano più da vicino. Peccato, in quanto la relazione tra passato e presente è sempre stato uno degli elementi chiave della serie. In Assiassin’s Creed Valhalla fa però il suo ingresso un “Livello di Potenza” che indentifica il grado di rischio delle varie regioni inglesi: se nella prima metà dell’avventura la progressione scorre in maniera assai liscia, con un tasso di sfida che si muove di pari passo con l’upgrade del protagonista, in seguito l’avanzamento pone il giocatore dinanzi a territori da liberare di livello molto superiore a quello ottenuto proseguendo unicamente con la quest principale. Entrare nelle lande inglesi con un grado di potenza di 50 o 100 punti superiore al proprio, equivale a una morte quasi certa. Vi diciamo questo in quanto se è vero che negli scontri uno contro uno c’è ancora un minimo margine di sopravvivenza, quando si verrà accerchiati dai nemici, basteranno due frecce ad eliminare il protagonista, e le probabilità di farla franca sono parecchio ridotte. La libertà d’azione non è poi così estesa: il farming in Valhalla, benché sia meno pressante di quello di Odyssey, è ben mascherato, e le esigenze di accrescere il proprio potere si palesano solo più avanti nella campagna. Insomma, uno snellimento furbo e abbastanza efficace, ma ancora non del tutto esente da qualche incertezza.

A livello di combat system Assassin’s Creed Valhalla non deluderà i suoi fan, dimenticate però le eleganti uccisioni di Ezio: i vichinghi sono un popolo brutale e tali saranno le uccisioni. Gli scontri sono sanguinosi, violenti e sorprendentemente ricchi di mutilazioni. Vedrete teste volare e arti cadere, ma anche avversari trafitti dalle loro stesse armi in scene che poco hanno da invidiare al cinema pulp. Fidati compagni di chi gioca in questo bagno di sangue saranno: arco e frecce, un’arma primaria e lo scudo per parare i colpi degli avversari. La strategia da utilizzare è quella che abbiamo ormai imparato a conoscere negli ultimi episodi: si colpisce duro e si schiva molto. Anche ai livelli di difficoltà più bassi sarà vitale imparare ad eludere gli avversari, spostarsi rapidamente o usare lo scudo per bloccare tempestivamente gli attacchi peggiori, così da destabilizzare i nemici ed esporli ai propri attacchi. Bisognerà poi imparare a sfruttare le mosse speciali che non si otterranno salendo di livello ma che bisognerà trovare esplorando l’ambiente. La mappa di gioco infatti include anche i libri della conoscenza, da cui imparare tecniche nuove che possono tornare particolarmente utili in battaglia. Ovviamente sono tutte mosse legate in primis all’uso della forza bruta e delle abilità fisiche, niente magie o cose del genere. Da qui il loro legame con la barra dell’Adrenalina, che potrà essere riempita nel corso degli scontri o tramite speciali funghi distribuiti nei diversi ambienti di gioco. Eivor potrà inoltre contare su un solido equipaggiamento, che potrete potenziare trovando le giuste risorse e persino qualche runa che ne aumenti l’efficacia. Ritroviamo poi l’albero delle abilità che in Assassin’s Creed Valhalla risulta davvero ricco e stratificato, così da definire con precisione lo stile di combattimento del protagonista. Attenzione però, essendo un gioco estremamente esteso, qualche piccola pecca l’abbiamo trovata. Ad esempio il sistema di combattimento, magistrale nella gestione degli scontri 1 vs 1, perde qualcosina quando i nemici iniziano ad essere parecchi. A rendere difficili le battaglie ci pensa anche la lenta risposta dei comandi. Non sempre, sia chiaro, ma capiterà di tentare una parata e vedere Eivor che non muove un muscolo, soprattutto se lo si fa pochi istanti dopo un attacco. Nel dubbio il gioco privilegia sempre il comando legato all’arma principale rispetto alla parata e questo espone il giocatore a qualche ferita di troppo. Le battaglie caotiche, che normalmente sono Assalti ad avamposti avversari o Razzie nei monasteri, incidono anche sulla fluidità del gioco, con qualche lag occasionale che può influire sull’esito della battaglia. La situazione però è migliorata rispetto ai giorni precedenti il lancio quindi confidiamo in qualche aggiornamento software definitivo. Rimane poi da considerare la piattaforma di gioco: su PC, PlayStation 5 o Xbox Series X|S le prestazioni sono assolutamente migliori. Qualche piccolo problema infine l’abbiamo riscontrato nei movimenti. Eivor tende ad arrampicarsi su tutto, anche quando non si vuole, a non centrare piccole botole quando si cerca di calarsi al piano inferiore o ad essere troppo irruento nella distruzione di elementi che sono ad un passo da lui, mancando di fatto l’obiettivo. In generale quindi Assassin’s Creed Valhalla avrebbe avuto bisogno di un po’ più di pulizia generale, che avrebbero reso l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente.

Assassin’s Creed Valhalla offre al giocatore svariate opzioni che permettono di personalizzare al meglio l’esperienza utente. La difficoltà è suddivisa in tre differenti parametri: esplorazione, stealth e combattimento. Questi elementi possono essere regolati in maniera indipendente, al fine di cucirsi addosso l’esperienza migliore. Combattimento e stealth subiscono modifiche piuttosto intuibili, dal minor tempo di individuazione a danni maggiori; esplorazione, invece, come già visto in Odyssey, riduce le informazioni a schermo, rendendo le traversate molto più immersive e intricate. A sorpresa segnaliamo anche l’aggiunta del supporto per mouse e tastiera, sicuramente abbastanza futile considerando la tipologia di gioco, ma sempre ben accetto. La versione da noi testata, su Xbox One X, è afflitta da alcuni leggeri fenomeni di tearing, cali di frame e da una modellazione poligonale di personaggi e strutture non eccelsa. Il colpo d’occhio rimane sicuramente notevole, ma l’impressione di star giocando la versione old gen è stata molto forte per tutta l’esperienza, siamo certi che su PC e console di nuova generazione, Assassin’s Creed Valhalla riuscirà a dare il meglio di sé, soprattutto grazie ai 60 fps. Eccezionale, infine, il comparto audio e il supporto HDR, forse parzialmente rivedibile nella gestione dei toni più scuri; per il resto, soprattutto in pieno giorno, regala scorci notevoli. Tirando le somme, Assassin’s Creed Valhalla, nonostante la discreta varietà di attività da compiere, provoca qualche singhiozzo di ripetitività che comincia a farsi più invasivo dopo le prime 30 ore, quando la fine della storia è ancora abbastanza distante. A tratti troppo prolisso, Valhalla punta di nuovo sull’accumulo, rendendo i regni inglesi un grosso parco giochi nel quale cimentarsi in razzie, gare di bevute e scorribande in puro stile vichingo. L’insieme è incorniciato da una trama ben scritta ma troppo diluita, che ci mette molto tempo prima di entrare nel vivo della lore della saga degli Assassini. A fare da supporto alle peripezie di Eivor ci pensa un’esplorazione sempre stimolante e un combat system denso di buone idee, non tutte ben implementate, eppure brutale a sufficienza da iniettarci un’appagante dose di adrenalina. L’ultimo capitolo è quindi un ottimo mix fra vecchio e nuovo in un periodo storico del tutto inedito. Ovviamente il balzo in avanti sulle piattaforme Next-Gen migliorerà diversi aspetti di quanto abbiamo potuto vedere, in ogni caso Assassin’s Creed Valhalla è un gioco che merita di essere giocato e spolpato fino all’osso. Se avete molto tempo a vostra disposizione e state cercando un videogame appassionante, bello da vedere e con tante cose da fare, bene, l’ultima fatica di Ubisoft saprà senza ombra di dubbio darvi grandi soddisfazioni.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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