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Roma

Atac, i bus a nolo di Tel Aviv al capolinea. Non possono essere immatricolati

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Tempo di lettura 2 minuti Si chiude nei peggiore dei modi il noleggio dei bus israeliani

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Quello che, fino a due mesi fa appariva come un rischio, serio, oggi è diventato incredibilmente una certezza. Di quelle che pesano. I settanta bus presi a noleggio da Atac SpA, annunciati in pompa magna dall’Amministrazione Comunale, sono già al capolinea, non entreranno mai in servizio nella strade della Capitale. Con buona pace degli utenti e del personale. La notizia, battuta qualche istante fa dall’Agenzia Dire, è eclatante.

Secondo quanto si apprende, queste vetture, con oltre dieci anni di onorato servizio a Tel Aviv, in Israele e parcheggiate tra Salerno e Guidonia, non possono essere reimmatricolate in Europa in quanto Euro 5 anziché Euro 6, come previsto dalle rigide direttive comunitarie. L’Azienda Capitolina ha quindi deciso di rescindere il contratto, dopo aver comunque già versato ai fornitori il 16% di anticipo dell’importo complessivo del nolo (500mila euro al mese, compresa la manutenzione).

“Apprendiamo che Atac – tuona la consigliera comunale del PD Ilaria Piccolo – ha deciso di rescindere il contratto. L’unica soluzione imbastita doveva consistere nell’omologazione in Germania e poi il cambio targa in Italia [operazione dal costo elevato, circa 6mila euro a bus per un totale stimato di 420mila ndr], dal risultato incerto. Oltre mancato arrivo dei bus potrebbe comportare altri possibili danni ad Atac, come il pagamento di una penale”.

L’esponente del PD annuncia una nuova interrogazione urgente alla Sindaca Raggi e all’assessore Meleo, come ha fatto qualche giorno insieme alla collega Svetlana Celli in merito alle 60 vetture targate Consip ferme – inspiegabilmente – a Bologna. “Chiederemo ad Atac l’accesso agli atti sulla recessione del contratto – prosegue – capire chi pagherà gli eventuali danni. Inoltre chiederemo una convocazione della commissione Trasparenza per venire a capo di una questione che ha dell’incredibile e per capire se l’impreparazione dell’amministrazione grillina è l’unica causa di questo assurdo disastro, soprattutto alla luce dell’attuale situazione del tpl romano che che vede una segnalazione di guasti per 700 bus al giorno mentre ancora non sappiamo nulla dei 227 nuovi mezzi che dovrebbero arrivare, di cui 60 sono fermi a Bologna a causa della lentezza e incompetenza dell’amministrazione a 5 Stelle”.

Il noleggio dei bus finisce nel peggiore dei modi. “Mi chiedo – conclude ironica la consigliera Dem – se la Sindaca posterà il video dell’imbarco sulla nave del ritorno di questi bus, come fece il 13 marzo per il loro fantomatico arrivo”.

Atac, nessun danno da stop a contratto per bus a noleggio

In relazione a notizie di stampa, che riportano della decisione di Atac di risolvere un contratto con un fornitore che non ha adempiuto alla prevista consegna di 70 bus a noleggio, Atac sottolinea che l’azienda ha adottato per tempo tutte le misure idonee necessarieper garantirsi da eventuali danni. Dall’Azienda fanno inoltre sapere che sugli anticipi versati al fornitore è stata accesa una polizza fideiussoria che tutela l’azienda da ogni inadempienza

Cronaca

Contrasto alla droga tra i minori: due adolescenti denunciati a Palombara Sabina e Montelibretti

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Una nuova operazione di contrasto allo spaccio di droga tra i minori ha portato a una svolta significativa nei comuni di Palombara Sabina e Montelibretti, dove i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno intensificato i controlli all’esterno degli istituti scolastici per combattere il dilagante fenomeno dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i più giovani.

Nel corso delle attività di monitoraggio, i Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno fermato un ragazzo di 16 anni davanti a un istituto superiore di Palombara Sabina. Il giovane, sorpreso mentre si aggirava nei pressi della scuola, è stato trovato in possesso di circa 70 grammi di hashish, già suddivisi in diversi pezzi e accompagnati da materiale per il confezionamento delle dosi. Alla vista dei militari, il ragazzo ha manifestato un mix di sorpresa e rassegnazione.

Di fronte agli investigatori, il sedicenne ha espresso dispiacere per quanto accaduto, spiegando che la decisione di entrare nel mondo dello spaccio era stata dettata dalle difficoltà economiche che la sua famiglia stava affrontando dopo che il padre aveva perso il lavoro. Una scelta disperata, portata avanti all’insaputa dei genitori, nella speranza di contribuire al sostentamento familiare.

Poco dopo, a Montelibretti, una nuova scoperta ha portato alla denuncia di un altro minore, un ragazzo di 15 anni. Fermato nei pressi di un altro istituto scolastico, il giovane nascondeva nello zaino 25 grammi di hashish, anch’essi già suddivisi in dosi pronte per lo smercio. Anche in questo caso, i Carabinieri hanno rinvenuto materiale utilizzato per il confezionamento, confermando la diffusione di un sistema ben organizzato, anche tra i giovanissimi.

Entrambi i ragazzi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica dei Minori di Roma e riaffidati alle famiglie. L’intervento dei Carabinieri rappresenta un segnale forte per il territorio: l’attenzione delle forze dell’ordine rimane alta, determinata a porre un argine a un fenomeno sempre più preoccupante che coinvolge adolescenti in età scolastica.

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Castelli Romani

Sconvolgente aggressione scolastica a Marino: una 12enne accoltella un compagno

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Ieri mattina, nel cortile della Scuola Secondaria di I Grado “A. Vivaldi” a Marino, un comune dei Castelli Romani, si è consumato un drammatico episodio che ha lasciato sotto shock l’intera comunità. Una ragazzina di 12 anni ha accoltellato un compagno di classe poco prima delle 8:00. La lite, scaturita da screzi recenti legati a un’accusa di copiatura in un compito, ha portato la giovane a compiere un gesto estremo. Il ragazzo ferito, soccorso prontamente dal preside e dal personale scolastico, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale pediatrico Bambin Gesù; le sue condizioni, per fortuna, non sono gravi.

Una Tensione Crescente Finita in Dramma

Secondo le prime ricostruzioni, la tensione fra i due era nata nei giorni scorsi quando la ragazza accusava il coetaneo di aver fatto la spia raccontando all’insegnante che lei aveva copiato. Questa mattina, la disputa verbale si è trasformata in un’aggressione fisica: la dodicenne ha colpito il compagno con un coltello da cucina per poi fuggire. In un atto di disperazione e forse di pentimento, è stata proprio lei a chiamare i Carabinieri, in lacrime, per confessare quanto avvenuto e consegnare l’arma.

Il Racconto dei Testimoni e la Reazione delle Istituzioni

Gli studenti presenti hanno descritto un momento di confusione e incredulità. “C’era del sangue per terra e la maglietta era insanguinata. Prima non ci eravamo accorti di nulla”, ha riferito un gruppo di compagni. La scena ha scosso tutti, sollevando interrogativi profondi sulla sicurezza e sul clima sociale all’interno delle scuole.

Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Il sindacato dei presidi, DirigentiScuola, ha espresso la sua preoccupazione: “L’episodio di accoltellamento è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto dopo la proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Siamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni e sulla direzione verso cui stiamo andando”. La dichiarazione evidenzia una crisi di valori che sta minacciando la capacità della scuola di promuovere un modello educativo positivo e non violento.

Anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto, esprimendo la sua preoccupazione per la crescente violenza giovanile. “Questa mattina una ragazzina ha portato un coltello a scuola e ha ferito un compagno. Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta, e quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi e proteggere i nostri giovani”.

Una Crisi da Affrontare: Violenza e Educazione

L’episodio di Marino non è solo un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme di una società in difficoltà nel gestire l’emotività dei giovani e il loro rapporto con la disciplina. Si discute sempre più della necessità di interventi strutturali che vadano oltre la sola introduzione di norme. Serve un dialogo aperto tra scuole, famiglie e istituzioni per comprendere e prevenire comportamenti violenti, restituendo alla scuola il suo ruolo fondamentale di luogo sicuro, di crescita e di rispetto reciproco.

Questa aggressione ci obbliga a guardare in faccia una realtà scomoda e a interrogarci su come ristabilire una cultura del rispetto e della responsabilità, facendo della scuola non solo un luogo di apprendimento, ma un vero baluardo contro la violenza.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Tekneko accoglie le rivendicazioni dei Cobas: 7 lavoratori ottengono il contratto FISE, ma restano ombre sulle esclusioni

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Il sindacato denuncia la mancata inclusione di altri operatori e il livello contrattuale insufficiente, mentre il sindaco Ferri rivendica il risultato tra le polemiche e l’assenza di dialogo

Cobas Igiene Ambientale, con un comunicato diffuso oggi, accoglie con soddisfazione la notizia che, a partire dal primo novembre, la Tekneko ha deciso di inquadrare almeno sette lavoratori con il contratto collettivo FISE Assoambiente, una vittoria importante per il sindacato e per i lavoratori coinvolti.
Tuttavia, rimangono diverse problematiche non affrontate, a partire dall’esclusione inspiegabile di altri quattro operatori da questo passaggio contrattuale.

La decisione di trasformare i contratti di questi operatori ecologici da “Multiservizi” a “FISE“, scrive il sindacato, rappresenta una conferma delle rivendicazioni da loro stessi avanzate negli ultimi mesi, anche in collaborazione con Marco Cianti, il lavoratore licenziato a giugno.

Marco Cianti il lavoratore “vittima” di un infortunio sul lavoro licenziato da Tekneko durante la manifestazione in cui il sindacato Cobas chiedeva un incontro con l’amministrazione comunale e la società Tekneko.

Le segnalazioni inviate all’Ispettorato del Lavoro di Roma, relative a carenze igieniche e di sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno portato a un’ispezione che ha evidenziato le criticità nella gestione del magazzino di Via Fontana delle Cannetacce, poi trasferito presso l’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte.

Eppure, nonostante questa svolta, il sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri, ha rivendicato il risultato come un traguardo dell’amministrazione, parlando di un “lavoro meticoloso e fruttuoso” e di “importanti interlocuzioni“.
Cobas smentisce questo resoconto, evidenziando come il primo cittadino non abbia mai preso posizione in merito alle problematiche denunciate dal sindacato né abbia accolto le richieste di incontro avanzate dai rappresentanti Cobas.

Come testata abbiamo più volte richiesto sia all’amministrazione comunale di Monte Compatri che alla società Tekneko la propria posizione sui fatti accaduti nell’ultimo anno senza ricevere alcuna risposta in merito.

Il sindacato non manca di segnalare come la mancanza di dialogo e la scelta di licenziare Marco Cianti siano state azioni mirate a soffocare le rivendicazioni di questo operatore, che chiedeva maggiore sicurezza, il rispetto dei diritti contrattuali e un trattamento corretto per i lavoratori del settore.

Sebbene l’inquadramento FISE rappresenti un progresso, Cobas denuncia che ai lavoratori sia stato assegnato solo il livello J, che prevede esclusivamente mansioni di spazzamento manuale, mentre è probabile che saranno impiegati in attività più complesse, senza il dovuto riconoscimento economico.

Anche il consigliere Marco De Carolis, promotore di una mozione per l’inquadramento contrattuale FISE per tutti i lavoratori Tekneko del cantiere di Monte Compatri bocciata dal Consiglio Comunale e dalla maggioranza che sostiene il sindaco Ferri, che ha parlato di “maggiore sensibilità” da parte di Tekneko, viene criticato dai Cobas: il capitolato d’appalto prevedeva già l’inquadramento FISE per gli addetti ai servizi, quindi si tratta semplicemente del rispetto delle clausole contrattuali.

Nel frattempo, sui social cresce il sostegno dei cittadini verso Marco Cianti, con molti messaggi che auspicano un suo reintegro ed in un quadro in cui le criticità sul fronte della sicurezza continuano a manifestarsi, stamattina un nuovo incidente stradale ha coinvolto un mezzo Tekneko in Via dell’Acqua Felice, sollevando ulteriori preoccupazioni.

alcuni tra i messaggi inviati a Marco Cianti sulle pagine social

Cobas Igiene Ambientale conclude il comunicato ribadendo il proprio impegno a proseguire le battaglie per la sicurezza e i diritti dei lavoratori e dei cittadini, nonostante le difficoltà incontrate fino a oggi.

Ribadiamo, per l’ennesima volta, la piena disponibilità di accogliere dichiarazioni da parte del Comune di Monte Compatri e dell’azienda Tekneko.

Nelle ultime ore abbiamo ufficialmente richiesto al sindacato Cobas di poter avere una intervista a Marco Cianti al fine di comprendere al meglio le motivazioni del suo licenziamento.

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