INCUBO CROMO ESAVALENTE UN IMPONENTE BLITZ SEQUESTRA UN MEGASTORE CINESE A L'AQUILA

Ritirati circa 1200 prodotti made in Cina, al diffrattometro sono state evidenziate elevate dosi di cromo esavalente, soprattutto nei materiali e abbigliamento per neonati

di Cinzia Marchegiani

L'Aquila- Dal video di Abbruzzo Web si apprende di un altro sequestro tramite un blitz importante, di materiale tossico di provenienza cinese di un megastore aquilano, l’IPERCINA. Al microfono della giornalista Elisa Marulli, il dirigente della squadra mobile de L’Aquila Maurilio Grasso, spiega questo importante contributo di prevenzione sanitaria che ha permesso di non mettere in commercio merce contraffatta, non conforme alla normativa di sicurezza che risultava con marchio ingannevole CE. Erano destinati al mercato aquilano. La task-force composta da personale di diversi uffici della questura e dall'agenzia delle dogane e dei monopoli aveva fatto dei controlli amministrativi nel megastore riscontrando diverse irregolarità. Tra questi, svariati specchietti, tettarelle, confezioni di salviettine liofilizzate e altro.. Gli accertamenti sui campioni di prodotto con il diffrattometro a raggi X, strumento in dotazione all'Agenzia, è emerso che alcune merci, nella loro composizione basica delle materie prime contenevano il di cromo esavalente (un fissante per i colori molto cancerogeno), altamente nocivo per la salute pubblica. I livelli registrati del cromo esavalente, ha dichiarato Grasso, erano superiori alla norma ed è stato trovato soprattutto nella merce usata dai bambini, calzature, maglie e piccoli giochi.. Si apprende che per tale motivo è stato denunciato il proprietario di etnia cinese nell’ambito di questo maxi sequestro da parte della squadra Mobile della questura de L’Aquila. E’ un residente nel capoluogo, in possesso di permesso di lungo periodo rilasciato dalla questura di Pescara. Su di lui pesano i capi di imputazione di contraffazione e alterazione di prodotti industriali, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.
Il giornale locale riporta che gli oggetti sequestrati sono stati repertati e accumulati in scatoloni e accostati in un angolo del negozio e affidati in custodia giudiziale al titolare dell’esercizio commerciale, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente che ha convalidato il sequestro, di natura probatoria, su decisione del pm titolare dell’inchiesta, Fabio Picuti. Proprio nel 2010 l’attuale questore dell’Aquila, Vittorio Rizzi, e il dirigente della Mobile, Maurilio Grasso, avevano compiuto un’operazione simile a Roma, dove Rizzi guidava la Mobile e Grasso lavorava con lui.
Torna l’incubo dei materiali al cromo esavalente. Sono numerosi i sequestri di merce contraffatta e senza alcuna sicurezza per la salute se si pensa che molti di questi prodotti vanno a diretto contatto con la pelle dei neonati e bambini. Nel Lazio il maxi sequestro da parte della squadra mobile di Roma, ha permesso di arrestare quattro cinesi a giugno del 2010. La merce pronta ad essere immessa nel mercato, capi, jeans, scarpe e magliette alla moda per i giovani, in tutto 10 mila tonnellate, realizzati con una percentuale di cromo esavalente erano in un deposito nella zona di Casal Morena, in Luigi Arcella, gestito da due sorelle cinesi.
A Tivoli Terme in via Consolini, una quarantina di agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo di Roma diretti dal comandante Antonio Di Maggio nell’Agosto 2010 sequestrarono un grande quantitativo di merce, tra cui abbigliamento da uomo, donna, bambino (anche bavaglini), scarpe non idonee alla vendita, stoccata in un edificio di oltre 6mila mq. Nell’Esquilino nell’ottobre 2012, la Polizia di Roma Capitale ha sequestrato migliaia di scarpe cancerogene durante i controlli all'Esquilino.
Nel novembre del 2013 a Trento, la Guardia di Finanza sequestrava 140.000 pastelli destinati a ragazzi e bambini anche in età pre-scolare. Le analisi chimiche eseguite hanno conclamato la tossicità della quasi totalità dei pastelli a causa della presenza, sulla superficie esterna, di una sostanza per un valore anche 3 volte superiore al consentito ed in grado di causare deficit mentali e fisici nel bambino, in particolare per lo sviluppo dell'apparato riproduttivo, e provocare danni seri e permanenti agli organi interni ed alla salute dei più piccoli sino ad effetti anche cancerogeni. A settembre infatti la Guardia di Finanza sempre di Trento, in concomitanza dell'inizio del periodo scolastico, aveva avviato un piano di controlli a tutela del mercato e della sicurezza dei prodotti destinati in particolare alla scuola, che ha permesso di individuare, sugli scaffali di diversi supermercati, migliaia di pastelli di produzione cinese privi del marchio CE di sicurezza ex d.lgs. n. 54/2011, reclamizzati anche su un volantino promozionale di tre grandi catene distributive italiane.
Il prodotto veniva immediatamente sequestrato e, sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Reggio Nell'Emilia – Dott. Giorgio Grandinetti, le Fiamme Gialle Trentine risalivano l'intera filiera distributiva sino all'importatore e primo distributore, che li aveva acquistati da un fornitore cinese, per poi eseguire un'attività di sequestro su tutto il territorio nazionale, che ha interessato 800 punti vendita. Sono infinite le attività investigativa che hanno permesso di monitorare questo commercio della morte. Il 17 gennaio 2014 all’interno di un magazzino al Prenestino di Roma, tutta la merce è stata sequestrata; 45.000 paia di scarpe e di 15.000 capi d’abbigliamento con Cromo esavalente e piombo ben al disopra dei limiti consentiti. Denunciati anche qui due cittadini cinesi per violazione relativa alla tutela della salute e dell’incolumità pubblica e violazione concernenti la normativa sul transito e sull’importazioni delle merci. All’indagine degli agenti della Divisione Amministrativa della Questura, hanno collaborato anche gli uomini dell’Ufficio Immigrazione, dell’agenzia delle Dogane, della Direzione Centrale Antifrodi, della Direzione Territoriale del Lavoro e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

La presenza del cromo esavalente è considerata altamente tossica sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche è stato classificato dalla IARC come cancerogeno per l’uomo, classe I. Riguardo agli effetti sulla salute diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione a cromo esavalente “è una delle possibili cause di tumore al polmone e ai seni paranasali”. Infatti l’apparato respiratorio rappresenta il principale bersaglio dell’azione tossica e cancerogena.

Un sottobosco di criminalità che si approfitta della crisi globale e della povertà arrivata anche nei ceti medi, che costringe spesso, per una manciata di euro a preferire questi prodotti rispetto a quelli nazionali, ma anche un cane che si morde la coda… questo tipo di economia dello spendi meno ha generato nel corso degli anni una maggiore richiesta commerciale estera e relativa concorrenza sleale che ha portato alla chiusura molte attività. Mai nulla è per caso, se solo cominciassimo a rivalutare la nostra economia, ad apprezzare le sue eccellenze anche territoriali, si porterebbe ossigeno allo scheletro del commercio. Inutile far finta di nulla, se nel campo della merce cinese esiste questa patologia chimica che divora la salute soprattutto dei più piccoli, nel campo alimentare le truffe sono le insidie ancora più pericolose. Si sa, con il potere d’acquisto finito sotto le suole, gli italiani non hanno più la priorità della prevenzione alla salute e spesso nel concreto e nell’esigenza, si preferisce un uovo oggi, che una gallina domani, senza mettere nel carrello della spesa il benessere, un patrimonio ormai sequestrato a scelte opinabili.




CANCRO, TUTTO QUELLO CHE NON VIENE DETTO: PARTE L’INCHIESTA DE L’OSSERVATORE D’ITALIA – I PRIMA PUNTATA

di Cinzia Marchegiani

Parte l’inchiesta sul mondo della sanità, delle pubblicazioni scientifiche e delle sperimentazioni, del ruolo delle istituzioni nazionali nel complicato rapporto di informazione, nel monitoraggio e acquisizione di registri atti a valutare il rapporto  tra benefici e rischio sui protocolli in uso negli ospedali italiani, con l’unica alternativa ufficiale che è rappresentata dalla chemioterapia.

Al contempo cominceremo a pubblicare tutto ciò che ruota scientificamente sulla patologia del cancro, dall’alimentazione agli approcci sanitari con i relativi studi epidemiologici ambientali e alimentari che influenzano negativamente l’eziopatogenesi del tumore.

Valuteremo quanto il cittadino è consapevole delle terapie proposte per sconfiggere questa terribile malattia, il livello di informazione basilare/tecnica che il sistema sanitario, partendo dal ministro della salute, ai medici e oncologi, mette a disposizione degli utenti per poter attuare la strategia della prevenzione di questa patologia che ad oggi non ha cure definitive, ma solo protocolli clinici che vengono proposti ai malati stessi.
Il “cancro”, dopo le malattie cardiache rappresenta la maggior causa di morte, i dati aggiornati al 2000 sono 500 mila all’anno (negli USA). E’ una malattia delle cellule caratterizzata da una deviazione dei meccanismi di controllo che presiedono alla proliferazione e differenziazione cellulare. Le cellule che vanno incontro a proliferazione neoplastica proliferano in maniera eccessiva e formano tumori locali che possono comprimere e invadere le strutture normali adiacenti. I processi invasivi e metabolici, come una serie di alterazioni metaboliche causate dal tumore determinano i sintomi della malattia ed eventualmente la morte del paziente, a meno che il tumore non possa venire eradicato dal trattamento.

I sistemi terapeutici indicano che i migliori risultati si hanno con provvedimenti locali (interventi chirurgici o radioterapia), tecniche efficaci però quando l’affezione neoplastica non sia ancora disseminata al momento del trattamento. Questo indica che una diagnosi precoce potrebbe aumentare le possibilità di guarigione per mezzo di tali terapie locali.

Per i casi in cui il tumore è caratterizzato da precoci micro metastasi, la farmacologia insegnata alle università indica un trattamento per via sistemica ottenuto con la chemioterapia. Il dato sconcertante che viene pubblicato su questi tomi universitari è la percentuale di sopravvivenza, il 50% dei pazienti con cancro che potrebbero andare incontro a guarigione, la chemioterapia contribuisce a questo risultato nel 17% dei casi.

Altro dato ufficiale, si legge (sul Katzung, Farmacologia Generale e Clinica), riguarda l’efficacia della chemioterapia, che a differenza della chemioterapia antineoplastica che “può” portare a guarigione alcuni tumori come il carcinoma del testicolo, il morbo di Hodgkin e il linfoma istiocitico diffuso, il corionepitelioma, oltre ad alcune neoplasie infantili quali la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma di Burkitt e il tumore di Wilms, i carcinomi al polmone e del colon abitualmente osservati sono di regola refrattari ai trattamenti già in fase di disseminazione al momento della diagnosi.

E poi arriva la doccia gelata, la chemioterapia fornisce per molte forme di neoplasie disseminate una terapia palliativa più che capace di portare a guarigione definitiva, a un’eliminazione temporanea dei segni e dei sintomi di malattia ed un prolungamento di vita, senza però specificare la sua qualità.

La prevenzione rappresenta attualmente l’unica strada per poter ottenere strategie vittoriose contro questo male che ad oggi ha solo protocolli, più delle volte con gravi effetti collaterali (resistenza agli agenti terapeutici, effetti tossici, collaterali, ricordando che sugli animali vengono eseguiti test di cancerogenicità dei chemioterapici antiblastici a dimostrazione che sono essi stessi agenti cancerogeni e responsabili delle neoplasie secondarie). L’alimentazione rappresenta quindi un ruolo primario nella prevenzione della patogenesi del cancro, ma anche curativo.

Questo è un vaso di pandora che finalmente è stato aperto proprio dagli autorevoli scienziati che pubblicamente senza alcuna sorta di censura hanno finalmente asserito questa tesi. Per questo il PAE, Partito Animalista Europeo ha presentato il 17 aprile 2014 , tramite l'Avv. Alessio Cugini responsabile dell'ufficio legale del PAE, formale atto di diffida avverso il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ad adempiere una corretta informazione circa i danni, scientificamente e clinicamente accertati, derivanti dal consumo di carne alimentare al fine di tutelare l'incolumità dei cittadini italiani e ridurre sostanzialmente i costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Si eviterebbero 45 mila morti con un risparmio di 1,3 miliardi euro all'anno. 

Ciò è dovuto, come asserisce lo stesso PAE, alle recenti dichiarazioni diffuse dai media nazionali dell'ex ministro della Salute ed oncologo di fama mondiale Prof. Umberto Veronesi e dell'autorevole Prof. Franco Berrino, già direttore del Dipartimento medicina preventiva e predittiva dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano ed uno dei pochi ricercatori italiani chiamati a collaborare al World Cancer Research Fund, a conferma di quanto dichiarato dalla Dr.ssa Michela De Petris (a le Iene) specialista in nutrizione oncologica, che non lasciano interpretazioni di sorta: "Basate la vostra l'alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale non industrialmente raffinati, cereali integrali legumi verdure e frutta, non solo come prevenzione ma come aiuto alla cura." Ed ancora "La malattia è esplosa, un secolo fa una persona su 30 si ammalava di cancro nel corso della vita, oggi una su 3, l'alimentazione è la migliore medicina in modo primario, la prevenzione riduce i decessi più della medicina e comincia a tavola.

I dati sul cancro al colon dimostrano che è quasi inesistente nei paesi a dieta priva di carne". Le medesime raccomandazioni sono state pubblicate e divulgate dal volume del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro WCRF già dal 2007 e tutt' oggi numerosi studi confermano la medesima raccomandazione.

Il PAE diffonde anche i dati che confermano che il 30-40% dei tumori si potrebbero evitare se uomini e donne nei paesi ricchi si nutrissero in modo diverso.

Mette agli atti le riflessioni del Prof. Berrino “Questo modo di mangiare ha contribuito grandemente allo sviluppo di malattie quali l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’infarto, l’osteoporosi, e molti tipi di tumori tra cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata" dell’intervista intervista shock a le Iene, Italia Uno del 26 marzo c.a. che scardina definitivamente, davanti agli italiani una realtà troppo sottaciuta: "Mediamente quello che diamo da mangiare ai nostri malati negli ospedali è il peggio del peggio, io ritengo che non gli fa bene, ma sa, io dico sempre, noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi …… Mettiamola così, se noi ci ammaliamo aumenta il Pil, c'è crescita, diminuisce lo Spread. La Sanità è la più grande industria nazionale ricordava il Prof. Monti, non c'è interesse economico nei confronti della prevenzione; che parole si potrebbero usare per definirla: è una commistione di ignoranza, di stupidità e di interessi."

Il Presidente del PAE, Stefano Fuccelli ricorda che in precedenza il Ministero della Sanità, con apposito decreto, ha disposto che sui pacchetti di sigarette e confezioni di tabacco venga inserita la dicitura “il fumo uccide” come misura di prevenzione ed informazione del rischio di danno cancerogeno e mortale causato dal consumo del tabacco. Ora l'omissione dell' Autorità competente per non aver predisposto una analoga dicitura sulle confezioni di carne ovvero per non avere pubblicizzato correttamente ed adeguatamente tale informazione, costituisce una grave responsabilità sulla incolumità dei cittadini italiani, i quali restano disinformati del danno grave e mortale derivante dal consumo improprio di carne alimentare, e cita lo studio effettuato nel 2010 dalla Oxford University (Unità cardiologica della Cornell University) che pone imbarazzanti e inquietanti interrogativi non solo sulle istituzioni nazionali, ma anche il ruolo prioritario delle strutture sanitarie: "diminuendo il consumo di carne si eviterebbero, soltanto in Inghilterra, 31mila morti per malattie cardiovascolari, 9mila per cancro e 5mila per ictus ed il servizio sanitario risparmierebbe almeno 1,3 miliardi di euro; con l’eliminazione totale del consumo di carne le cifre aumenterebbero ancora di più".

Si potrebbe profilare un sistema complicato tra il business dei chemioterapici e altri farmaci e i danni alla salute non arginati (volutamente?) dei cittadini lasciati inconsapevolmente ignoranti sia in merito alle informazioni autorevoli ormai accertate sul ruolo della patogenesi del cancro e altre patologie legate all’alimentazione, che sulla capacità chemioterapica dei protocolli ufficiali.

Vi lascio con questa pubblicazione scientifica su Nature del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle: “La principale causa del fallimento della chemioterapia nel trattamento dei tumori in stadio avanzato è infatti il problema che la dose di farmaco necessaria a liberare definitivamente i pazienti dalla malattia è altamente tossica”. Peter Nelson, coordinatore dello studio ha anche spiegato che: "In laboratorio siamo potenzialmente capaci di curare ogni tipo di cancro, il problema è che in vivo non possiamo usare quelle stesse quantità di sostanze, poiché per gli esseri umani quei farmaci a quelle dosi sono letali, per questo di solito si usano dosi minori, intervallate da pause nel trattamento per far disintossicare l’organismo, che però non bastano a liberare il corpo dal tumore, che dunque diventa resistente”. Il prof Umberto Tirelli (oncologo italiano a capo del dipartimento di Oncologia Medica del Centro di di Aviano) risponde in merito a questa pubblicazione su un giornale per non fare falso allarmismo: “Sono perplesso da questo lavoro e penso che non abbiamo bisogno di studi di questo tipo. Sappiamo già benissimo quali sono gli effetti negativi della chemioterapia: in sé lo studio può anche essere interessante, ma non dice molto di nuovo. Su molti tumori solidi metastatici non abbiamo mai ottenuto risultati con la chemioterapia, e per questo si tentano altre terapie”.

Questo i malati devono sapere…che esiste una verità troppo spesso celata da proposte di protocolli che ancora stanno sperimentando clinicamente sui malati stessi, basta essere corretti e trasparenti. Ma in Italia serve una strategia seria sulla prevenzione, e una valutazione su tutti questi rapporti complicati tra sanità, politica e industrie farmaceutiche.




STAMINA L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA: SENTENZA SHOCK CHE SCUOTE POLITICA E SANITA'

Una sentenza che getta ombre inquietanti sull’operato di tutte le istituzioni politiche e sanitarie rimaste inerti, nonostante fossero evidenti i miglioramenti oggettivi dei malati

di Cinzia Marchegiani

Una lotta titanica, questa è la verità. Contro un sistema assurdo che vuole portare al Tribunale dei Genitori affinché sia tutelato un diritto sancito dalla carta costituzionale, il diritto a ricevere una terapia che ha salvato da morte certa il proprio bambino.

Giole è nato con una malattia genetica, la SMA (Atrofia Muscolare Spinale), una malattia che non lascia speranza, dove la letteratura medica non da alcuna alternativa e prospettiva di vita. Giole però è qualcosa di più, come i tanti bambini che per uno strano caso del destino ha voluto che seguissero una terapia ad uso compassionevole agli Spedali Civili di Brescia.

Questi malati, trascurati anche da Theleton (come il caso di Sofia Ponta) dalla medicina ufficiale, dai guru della scienza avventuristica ricca di proclami hanno scoperto un’alternativa, certo non miracolosa, perché non si cancella con un colpo di spugna una malattia degenerativa (questo l’hanno capito anche i sassi), ma assai più virtuosa, perché gli ha permesso di ottenere benefici fisiologici importanti tali da poter affrontare la quotidianità nel rispetto della dignità della vita concessagli.

La sentenza che arriva dal Tribunale di Marsala a firma del giudice Antonio Genna, custodisce in se un valore molto più grande di una semplice ordinanza. Molto spesso i detrattori di questa metodica hanno sempre puntato il dito contro i giudici che hanno dato sentenze favorevoli sostenendo che un magistrato deve valutare in base alle evidenze scientifiche…questa sentenza è l’atto con cui si vanifica questa leggenda metropolitana.

Un giudice si basa sui fatti, sui dati, al di là delle evidenze scientifiche. Se una terapia è fiorera di successi per un malato, la terapia è un ausilio che non si deve scartare, soprattutto quando c’è il pericolo di morte certa e assenza di altre terapie alternative.

Nella fattispecie la sospensione della prosecuzione delle infusioni ha fatto regredire i miglioramenti, dimostrando, con un’amara sorpresa per i benpensanti della medicina, che la sua validità è ancor più evidente. Una sentenza che farà infuriare quella scienza con atteggiamenti scientistici, che seduta dietro una cattedra inquisitrice ha cominciato a criticare, evitare il confronto, a depennare la curiosità e ha giudicato senza dimostrare l’assunto citato.

Il paradosso di questa controversa aggressione alle cure compassionevoli, forte delle mancate pubblicazioni, dei brevetti scaduti, dell’indagine dei Nas (opinabili dalla dichiarazione del documento n.173 dell’ISS) e delle ordinanze dell’Aifa alberga nelle prove tangibili fornite da questi bambini in cura agli Spedali Civili di Brescia.

La loro vita e la loro sopravvivenza inaspettata con i benefici reali smentiscono le dichiarazioni fuorvianti ormai al limite dell’accettazione umana. Queste evidenze che stranamente non sono state accertate e valutate da un Comitato Scientifico (mandato a casa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio) e tantomeno dalla Commissione Conoscitiva al Senato (che non ha messo in agenda l’ascolto delle famiglie), sono state acquisite e messe nero su bianco in questa sentenza che inevitabilmente getta un’ombra davvero inquietante sull’operato di tutti i preposti istituzionali. Il giudice Genna, da tutti acclamato umano, non ha fatto altro che mettere in pratica gli tabella di legge che tutelano il malato di fronte ad un abuso illecito del non rispetto dell’essere umano.
Anticipando il giudizio finale, il Dr Antonio Genna in una lunga scrittura spiega senza lasciare alcuna interpretazione la sua decisione, la riportiamo quasi nella sua interezza, auspicandoci possa essere un atto documentale per l’indagine dei magistrati da poco avviata:
Avuto riguardo alle peculiarità del caso, appare quindi confermata la sussistenza del quadro cautelare che legittima l’adozione del provvedimento d’urgenza a tutela del diritto alla vita del piccolo Gioele. Con riferimento al Fumus Boni Iuri è infatti innegabile che il piccolo vanta il fondamentale diritto di continuare ad essere curato con la stessa terapia che si è pacificamente rilevata satisfattiva delle aspettative di miglioramento delle condizioni di sofferenza sue proprie e dei suoi familiari. E’ giuridicamente arduo infatti non ravvisare un’atroce barbarie nel privare un malato anorché grave e senza speranza, di un sollievo ancora possibile e umanamente praticabile poiché ciò equivarrebbe a “ledere in modo delittuosamente illecito la dignità umana” e un migliore livello di benessere non solo del paziente ma anche dei familiari, i quanto assorbiti intrinsecamente nella sofferenza del proprio congiunto.
“Nel caso in esame, le evidenze storico fattuali e cliniche vissute in atti, dimostrano infatti, in maniera peraltro del tutto incontestata, che Gioele, sin dalla prima infusione con il metodo Stamina, ha manifestato sensibili miglioramenti che travalicano le ordinarie finalità e aspettative proprie di una qualunque cura compassionevole”. Partendo, infatti a causa della terribile malattia genetica che lo affligge, la SMA da un’aspettativa di vita di circa sei mesi, sta di fatto che, in seguito al trattamento con cellule mesenchimali provenienti dallo stroma osseo del padre, il piccolo è riuscito non solo a superare tale infausta previsione temporale ma ha, anzi, goduto di una sensibile e prolungata attenuazione dei terrificanti sintomi della malattia, giungendo nel giro di pochi mesi, contrariamente a quanto gli era assolutamente precluso, a respirare in modo autonomo, a sorridere ai genitori, a muovere gli arti e a crescere i proprio peso da 3,7 Kg a 11,8 Kg pienamente commisurati alla sua età di tre anni”.

Ma non solo, nel caso di specie è altresì documentata e incontestata l’assenza di qualsiasi effetto collaterale conseguente al trattamento di stamina.
Le pacifiche allegazioni attoree sul punto dimostrano, infatti che a seguito l’interruzione del trattamento, “le condizioni di Gioele hanno ripreso a regredire e sono da ultimo ritornate a livelli di alto allarme per la sua sopravvivenza” sul punto che il padre Rosario, ha, anzi, fornito precise indicazioni temporali avute dai medici che hanno attualmente in cura il piccolo, secondo cui, che non intervenga alcun fattore di sorpresa nel giro di poche settimane, le condizioni del piccolo potrebbero precipitare irreversibilmente verso un imminente decesso.

Appare dunque correlato il quadro fattuale sotteso all’invocato provvedimento e appare tanto più evidente la soluzione giuridica da adottare nel caso concreto nel potendosi apprestare la tutela cautelare negli specifici termini prospettati da parte ricorrente.

Gli interessi giuridici che verrebbero infatti, irrimedialmente conculcati in caso contrario sono, innanzitutto, il diritto alla salute e alla vita individuale, essendo evidente che il diniego del proseguimento della cura Stamina determinerebbe una vistosa e inammissibile perdita di chance di sopravvivenza e miglioramento della vita “ben potendosi, anzi, delle gravi forme di responsabilità penale a carico di soggetti che, essendo legalmente tenuti a dare seguito al presente provvedimento, abbiano contribuito ad integrare con le loro condotte omissive oltre che il delitto pp. dell' art. 388 cp, anche delle forme di contributo eziologicamente rilevante per il mancato imledimento del malaugurato evento morte, ove concretamente evitabile e rinviabile alla luce dei positivi risultati terapeutici pregressi.”

Verrebbe inoltre irrazionalmente compromesso il diritto al miglioramento della vita e della salute collettiva essendo evidente che l’immotivata interruzione del trattamento priverebbe la società umana e la comunità scientifica, della possibilità di apprezzare fino in fondo le caratteristiche, i limiti e le prospettive di un eventuale futuro sviluppo delle applicazioni terapeutiche delle cellule staminali mesenchimali, sottraendo eventuali spazi di avanzamento del progresso medico scientifico, a detrimento del miglioramento delle condizioni di vita generali.
Così il dispositivo emesso a favore di Giole, il giudice Genna ordina al legale rappresentante e al responsabile dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia di riprendere e comunque entro e non oltre il 5 maggio c.a. il trattamento terapeutico mediante la somministrazione di cellule stromali prodotte secondo la metodologia di stamina eventualmente con cellule già presenti nella struttura senza alcuna interruzione e fino all’avvenuto completamento della terapia da valutazioni ad opera del medico prescrittore.

Questa sentenza riporta negli alveoli della giustizia qualcosa che di innaturale si stava perpetrando. Ma i dubbi impietosi riguardano la funzione di una Commissione Conoscitiva che di fatto i suoi attori dovevano nei loro compiti conoscere in dettaglio i documenti ora venuti alla luce del sole, ma che erano stati sempre sotto gli occhi di tutti.

L’Osservatore d’Italia, invece di fare gossip, ha sempre cercato e pubblicato l’attendibilità dei documenti prodotti da un ministero della salute, dell’ISS, della azienda ospedaliera, e dell’Aifa stessa. Ora si è conclusa l’indagine ma è stato divorato un tempo troppo prezioso per questi malati per confutare documenti che gli stessi inquisitori dovevano conoscere.

E’ emerso la regolarità con cui le terapie compassionevoli sono state autorizzate dalla stessa Aifa. E allora il quesito fondamentale è un corale disappunto e amarezza infinita… Pietro Grasso, un illustre magistrato antimafia, non è stato visto sguainare la spada a favore degli indiscriminati, quelli che avendo un diritto acquisito da un’ordinanza non possono accedere alle terapie.

I malati ancora devono conoscere il primo tutore e garante dei diritti negati. La sua assenza denota scarsa attenzione, soprattutto perché i bambini lesi nel loro diritto sono diventati proprio tanti, e forse proprio per questo motivo non si comprende come mai, invece di essere dalla stessa parte dei malati, lo si vede impegnato all’evento con i più grandi detrattori di stamina a Palazzo Madama. Di certo ora è arrivato il momento delle riflessioni e delle risposte immediate.

Tutti a parlare di staminali ai senatori, la dr.ssa Cerbai, la ricercatrice che assieme a Elena Cattaneo fece ricorso al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato (persi entrambi) per poter opporsi al diniego dei finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Alcun dubbio ha imposto una verifica e monitoraggio su un grande conflitto d’interesse in questi personaggi.

Dr Gianvito Martino che assieme ad Elena Cattaneo hanno presentato una pubblicazione sulle cellule pluripotenti indotte, iPSC-derived neural precursors exert a neuroprote… [Nat Commun. 2013] – PubMed – NCBI , l’Associazione Luca Coscioni che condivide oltre che le cariche elettive con i ricercatori Michele De Luca (impegnato con la stessa senatrice in Eurostemcell, dove grazie a fondi milionari hanno sperimentato sulle cellule staminali embrionali, dichiarate dall’EMA pericolose e dalla sentenza della Corte Giustizia Europea non brevettabili), Gilberto Corbellini…anche le più grandi battaglie personali, legge 40 e uso degli embrioni, OGM, legge sull’eutanasia, e la sperimentazione animale (necessaria affinché si possano saggiare le embrionali improponibili agli esseri umani perché altamente cancerogene) oltre a pubblicare la raccolta fondi per pagare la fattura alla Cattaneo, Elisabbetta Cerbai assieme a Silvia Caragna per aver perso ai ricorsi suddetti.

Quello che agli occhi degli italiani sconcerta è nel constatare che né il Presidente del Senato, Pietro Grasso, né l’On. De Biasi, Presidente della Commissione della Sanità al Senato, non hanno messo in agenda i diritti negati dei bambini, eppure ci sono sentenze disattese, in Italia la legge dovrebbe essere uguale per tutti. Esiste ed è acclarato un processo anche dibattuto con la legge sui conflitti d’interesse la possibilità neanche tanto remota, che i ricercatori nel campo della scienza medica soprattutto, siano animati da forti conflittualità, sia nel mantenere prestigio accademico che di acquisire opportunità nell’assoggettarsi grandi finanziamenti, soprattutto perché in questo settore, tranne che il progetto sia fortemente probabile, le lobby farmaceutiche le lasciano al loro triste destino e quindi vivono solo grazie ai finanziamenti statali. Nell’editoriale su La Stampa di ieri, la stessa senatrice Cattaneo afferma che grazie all’Aifa è stata scoperta la truffa di Stamina…quale di sua grazia se i carteggi appena emersi mettono in una luce tutta da valutare l’operato dell’Aifa che sapeva dei documenti e nonostante questo ha emesso ordinanze su quei laboratori che lo stesso Tar di Brescia definisce di ottimo livello.

Ci sono documenti sconcertanti su tutta questa storia e molti cittadini auspicano che siano acquisiti al più presto, perché quando si chiede trasparenza, sempre nella stessa si deve respirare.

Dare più potere all’Aifa questo è quello che Elena Cattaneo si auspica, peccato che dalle indagini dell’Antitrust da poco concluse è emerso un potere troppo sbilanciato a favore del big pharma.

Il Giudice Genna ha valutato e un bambino è stato tutelato da un’udienza che fortunatamente i genitori si son potuti permettere, un altro colpo basso per chi non ne ha le possibilità, perché avere un avvocato che ti spiega i propri diritti è un lusso che molti malati non si possono permettere.

Questo è uno Stato di diritto? Il suo valore etico e civile non deve essere minacciato da ombre, ma essere nella pienezza della sua natura.

Gioele ha due garanti al di sopra dello Stato, di quell’onestà intellettuale messa troppo spesso in discussione e della scienza inquisitoria. Lui è vivo grazie all’amore e la tenacia dei suoi genitori. Giole è un monito per quei signori seduti su degli scranni d’oro.
In precedenza l’inchiesta de L'osservatore Italia era stata inviata al Presidente del Senato Pietro Grasso, questa sarà personalmente recapitata alla Procura che ha sentito il dovere di indagare su questo disastro senza colpevoli ma solo vittime del silenzio.

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 29/01/2014 STAMINA, SPEDALI DI BRESCIA: I MEDICI SI RIFIUTANO DI SOMMINISTRARE LA TERAPIA E PIOMBA UNA DIFFIDA

 26/01/2014 STAMINA: LE FAMIGLIE DEI PAZIENTI SI COSTITUISCONO IN MOVIMENTO
 
 14/01/2014 STAMINA: UNA CONFERENZA STAMPA CHE NESSUNO VUOLE RICORDARE. UN TABU’ TROPPO GRANDE DA SCONFESSARE
 
 12/01/2014 STAMINA: INTRIGO DA PREMIO NOBEL E OCCASIONI SFUMATE
 
 09/01/2014 STAMINA E CURE COMPASSIONEVOLI: AGLI ATTI IL COMUNICATO DEL MINISTERO DELLA SALUTE CHIARIFICATORE
 
 01/01/2014 STAMINA: GIU' NEL TEVERE PER DIRE SI' AL METODO DI VANNONI
 
 28/12/2013 STAMINA: STAMPA SOTTO ACCUSA… CONTINUA LA MACCHINA DEL FANGO
 
 27/12/2013 STAMINA E IL GRANDE BLUFF MEDIATICO
 
 17/12/2013 STAMINA: I MALATI SI DISSANGUANO
 
 17/12/2013 STAMINA, CURE COMPASSIONEVOLI: UN VERO BOLLETTINO DI GUERRA, SIAMO SICURI DI VIVERE IN ITALIA?
 
 17/12/2013 STAMINA, CURE COMPASSIONEVOLI: OGGI LA DISCUSSIONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI
 
 12/12/2013 STAMINA: NOEMI E FEDERICO E TANTI ALTRI BIMBI IN CORSA CONTRO IL TEMPO
 
 09/12/2013 STAMINA, MANIFESTAZIONE: SCOPPIA IL CASO DIPLOMATICO CON GLI USA
 
 06/12/2013 STAMINA IL TAR DEL LAZIO SCONFESSA LA LORENZIN
 
 05/12/2013 STAMINA, MINACCE DI MORTE A LORENZIN: "LA SPERIMENTAZIONE DEVE RISPETTARE DEI PARAMETRI, COL NUOVO COMITATO STAREMO A VEDERE"
 
 04/12/2013 STAMINA, IL TAR LAZIO ACCETTA IL RICORSO DI VANNONI
 
 03/12/2013 CASO STAMINA: VERITA' SOTTACIUTE
 
 01/12/2013 BRESCIA: FIACCOLATA PRO STAMINA
 
 27/11/2013 ROMA, MANIFESTAZIONE MONTECITORIO SU CASO STAMINA: UN POPOLO CHE LOTTA CONTRO ISTITUZIONI ALLA DERIVA
 
 25/11/2013 STAMINA: POPOLO CONTRO ISTITUZIONI 

 11/11/2013 STAMINA: APERTO IL VASO DI PANDORA 

 25/10/2013 CASO STAMINA – GIU’ LA MASCHERA 

 10/10/2013 STAMINA: UN GIALLO DALLA TINTA FORTE 

 22/09/2013 CASO STAMINA: SOFIA, CI DISPIACE! 

 15/09/2013 ROMA, CASO STAMINA: SEGNALI DALLA UE 

 08/09/2013 ROMA, CASO STAMINA: BATTAGLIA UNIVERSALE 

 31/07/2013 ROMA, SIT MONTECITORIO PRO METODO VANNONI: PER AGGRAPPARSI ALLA VITA CI VUOLE L'AIUTO DI TUTTE LE ISTITUZIONI




POMPEI, RESTAURATE TRE NUOVE DOMUS : MARCO LUCREZIO FRONTONE, ROMOLO E REMO, TRITTOLEMO.

di Christian Montagna

Pompei (NA) – Una bella notizia giunge dal fronte Pompei. Ebbene si, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha annunciato che da Pasqua si potranno ammirare tre nuove domus appena restaurate nel complesso più famoso al mondo. Le domus di Marco Lucrezio Frontone, Romolo e Remo e Trittolemo saranno aperte al pubblico e potranno essere visitate dalle migliaia di turisti che ogni giorno accorrono numerosi per vedere da vicino il patrimonio storico che l’eruzione del 79 ha lasciato all’umanità intera. Il ministro per l’occasione ha parlato di una normativa studiata ad hoc per restaurare i monumenti e in generale il patrimonio dell’umanità. In questi ultimi mesi, il sito archeologico è spesso finito sotto inchiesta. L’Osservatore d’Italia ha seguito alcune di queste: ricordiamo ad esempio il restauro della Domus del Criptoportico eseguito con ritardi. Così come anche il Grande Progetto Pompei finanziato con centocinque milioni di euro messi a disposizione dalla Comunità Europea che ancora non è stato completato. Il termine di scadenza sarà fissato per il 20015 ma si stenta a credere che potrà essere rispettato. Il ministro, ha specificato di non voler mettere in discussione l’organizzazione della Soprintendenza di Pompei Ercolano e Stabia ma ricorda a tutti che “su Pompei abbiamo i riflettori del mondo intero puntati addosso.”




NAPOLI, CASTELLAMMARE: ANZIANO 75ENNE PROTESTA CONTRO I DISSERVIZI DELL’UFFICIO POSTALE INFRANGENDO LE VETRINE CON UN PUNTERUOLO.

di Chr. Mon.

Napoli – Anche per andare alle poste oggi bisogna avere paura. Possono testimoniarlo le persone che questa mattina affollavano l’ufficio postale di via Plinio il Vecchio a Castellammare. Durante una normale giornata i routine, un uomo armato di punteruolo di ferro ha cercato di spaccare le vetrine dei locali. Non si trattava di una rapina confermeranno le forze dell’ordine in seguito all’interrogatorio. All’arrivo dei carabinieri, l’uomo in avanzato stato di agitazione, è stato arrestato. Già noto alle autorità, A.S. di anni 75, si era già fatto conoscere per atti vandalici, danneggiamenti e interruzioni di pubblico servizio. un habitué insomma. L’anziano , per protestare contro i disservizi dell’ufficio Postale, armato di punteruolo e chiave a pappagallo si è scagliato contro le vetrine infrangendole. Come potete immaginare, tra la folla momenti di caos e panico.
 




NAPOLI: POLIZIA MUNICIPALE MULTA DUE COMMERCIANTI CHE SVERSAVANO RIFIUTI IN STRADA.

di C.M.

Napoli – Solo pochi giorni fa abbiamo parlato dell’impiego dell’esercito per le strade campane per contrastare l’inquinamento ambientale. Oggi, la Polizia Municipale, ha multato due negozianti del corso Vittorio Emanuele perché responsabili di sversamento di rifiuti in strada. All’interno dell’operazione di controllo e repressione del fenomeno dell’abusivismo commerciale, l’Unità Operativa Tutela Aree Mercatali, ha sorpreso i negozianti in fragranza di reato. Da piazza Mazzini a Via tasso, le attività commerciali sono state poste sotto controllo tutte. Il risultato di questa operazione è di otto verbali per occupazione di suolo pubblico e contravvenzioni per un venditore ambulante sprovvisto di licenza amministrativa. Anche i parcheggiatori abusivi, che a Napoli esercitano liberamente e sotto gli occhi inermi di tutti l’attività, sono stati multati e segnalati alle autorità competenti. Sempre nell’ambito del controllo per la sicurezza generale, sono stati sequestrati due ciclomotori sprovvisti di polizza assicurativa ed un altro trovato abbandonato per strada è stato rimosso. Nei prossimi giorni, le autorità competenti continueranno a setacciare la zona affinché tutto possa essere fatto nel nome della legalità.




FARMACO PER BAMBINI BUCCOLAM: ALLARME CONTAMINAZIONE. BLOCCATA LA VENDITA

di Cinzia Marchegiani

Un altro farmaco sospeso per via precauzionale alla commercializzazione nelle farmacie. Si tratta del Buccolam, utilizzato per le crisi convulsive acute e prolungate in bambini adolescenti dai 3 mesi fino ai 18 anni. Con nota informativa concordata con le autorità regolatorie europee l’AIFA ha diramato proprio ieri il ritiro del farmaco in oggetto.

Immediate le lettere inviate ai dottori dalla Viropharma SPRL, gruppo Shire, che informano nel dettaglio la motivazione del ritiro del farmaco Buccolam (Midazolam soluzione oromucosale). Purtoppo durante un’ispezione routinaria effettuata presso il sito di produzione tra il 10 e il 14 marzo 2014, è stato identificato un potenziale rischio di contaminazione di Buccolam con un altro prodotto medicinale (amsacrina, un farmaco antineoplastico). Fino a che la fornitura di Buccolam non sarà ripristinata, devono essere utilizzati medicinali alternativi. Il ritiro è iniziato lo scorso 11 aprile e sarà effettuato fino a livello delle farmacie.

Le farmacie devono porre immediatamente in quarantena tutte le confezioni di Buccolam in attesa del ritiro.

I medici e gli altri operatori sanitari devono, a norma di legge, trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse di Buccolam tramite l'apposita scheda cartacea (reperibile sul sito AIFA all’indirizzo tempestivamente, al Responsabile di Farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza o, qualora operanti in strutture sanitarie private, tramite la Direzione sanitaria, al Responsabile di Farmacovigilanza della ASL competente per territorio.
L’importanza della segnalazione da parte dei medici e farmacisti delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego.

In caso di dubbi ci si può rivolgere al numero verde dell’Aifa “Farmaci-line” 800 571661 (dal lunedì al venerdì escluse le festività, 9-13 e 14-16; oppure alla mail:farmaciline@aifa.gov.it).

Il Buccolam ritirato sarà sostituito dal Micropam a base di diazepam.




AIFA ARRIVA IL RITIRO IN ITALIA DEL FARMACO BUCCOLAM CAUSA POSSIBILE CONTAMINAZIONE CON UN ANTINEOPLASTICO

di Cinzia Marchegiani

Un altro farmaco sospeso per via precauzionale alla commercializzazione nelle farmacie. Si tratta del Buccolam, utilizzato per le crisi convulsive acute e prolungate in bambini adolescenti dai 3 mesi fino ai 18 anni. Con nota informativa concordata con le autorità regolatorie europee l’AIFA ha diramato proprio ieri il ritiro del farmaco in oggetto.

Immediate le lettere inviate ai dottori dalla Viropharma SPRL, gruppo Shire, che informano nel dettaglio la motivazione del ritiro del farmaco Buccolam (Midazolam soluzione oromucosale). Purtoppo durante un’ispezione routinaria effettuata presso il sito di produzione tra il 10 e il 14 marzo 2014, è stato identificato un potenziale rischio di contaminazione di BUCCOLAM con un altro prodotto medicinale (amsacrina, un farmaco antineoplastico). Fino a che la fornitura di BUCCOLAM non sarà ripristinata, devono essere utilizzati medicinali alternativi. Il ritiro è iniziato lo scorso 11 aprile e sarà effettuato fino a livello delle farmacie. Le farmacie devono porre immediatamente in quarantena tutte le confezioni di BUCCOLAM in attesa del ritiro.
I medici e gli altri operatori sanitari devono, a norma di legge, trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse di BUCCOLAM tramite l'apposita scheda cartacea (reperibile sul sito AIFA all’indirizzo (scheda_aifa_operatore_sanitario16.07.2012.doc) tempestivamente, al Responsabile di Farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza o, qualora operanti in strutture sanitarie private, tramite la Direzione sanitaria, al Responsabile di Farmacovigilanza della ASL competente per territorio.
L’importanza della segnalazione da parte dei medici e farmacisti delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego.

In caso di dubbi ci si può rivolgere al numero verde dell’Aifa “Farmaci-line” 800 571661 (dal lunedì al venerdì escluse le festività, 9-13 e 14-16; oppure alla mail:farmaciline@aifa.gov.it).

Il Buccolam ritirato sarà sostituito dal Micropam a base di diazepam.




SIENA PROCESSO MPS: IL CODACONS AMMESSO COME PARTE CIVILE

di Cinzia Marchegiani

Siena – Grande soddisfazione per il CODACONS che proprio ieri ha ricevuto la conferma da parte del Tribunale di Siena della propria ammissione come parte civile nel processo contro gli imputati ex dirigenti della Monte Paschi di Siena, il direttore generale Antonio Vigni e il presidente Giuseppe Mussari e altri soggetti, accusati di reati di manipolazione del mercato, falso in prospetto e false comunicazioni sociali.

L’accusa per cui si procede è quella di aver posto in essere un disegno criminoso nell’ambito del programma di finanziamento per l’acquisizione della banca Antonveneta, attraverso la predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata FRESH 2008, diffondendo al mercato notizie false idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione BMPS ordinaria

Importante il ruolo attivo del Codacons in questo processo storico poiché il Tribunale ha riconosciuto la reale rappresentanza degli utenti italiani oltre alla attività svolta dalla stessa associazione a tutela degli azionisti e correntisti del sistema bancario.

Nel comunicato del Codacons con cui ieri ha ufficializzato la notizia, si può estrapolare la decisione del giudice, dott.ssa Monica Gaggelli che proprio ieri doveva decidere chi ammettere come parte civile, tra quelle presentate: Banca d’Italia, Consob, MPS (solo nei confronti delle persone fisiche) e diverse associazioni di consumatori (Adusbef, Codacons, Confconsumatori, Anadic, Movimento Consumatori, Unione Nazionale Consumatori, Sindacato Italiano per la Tutela del Risparmio e degli Investimenti, oltre ad altri soci e e azionisti della BMPS). Nell’ordinanza appena emessa si legge: “l’esplicita e specifica previsione della tutela degli interessi dei consumatori nel settore del credito e del risparmio e sia pure e soprattutto della verifica di riscontro consentita dalla documentazione prodotta in ordine alle rispettive attivazioni concrete, è dato ritenere che i beni/interessi giuridici collettivi la cui lesione identifica nel contempo l’evento giuridico dei reati per cui si procede ed in particolare i reati finanziari p. e p. dagli tabella 185 e 173 bis TUF, costituiscono scopo istituzionale se non esclusivo, in ogni caso prevalente e comunque specifico e concreto degli enti stessi”.

Nell’udienza di oggi il Gup potrebbe decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pm per otto imputati, oltre la Banca JP Morgan: Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Daniele Prondini, Raffaele Giovanni Rizzi, Tommaso Di Tanno, Pietro Fabrizi, Leonardo Pizzichi e Michele Cristomo.

Ad un anno dalla morte di David Rossi capo della comunicazione del Monte Paschi di Siena, definito uomo ombra di Giusppe Mussari, inquietante ricordare la mail con cui annunciava il suo gesto ormai diventato fatto di cronaca del 6 marzo scorso: “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!”, mentre due giorni prima scriveva all'amministratore delegato Fabrizio Viola "Vorrei garanzie di non essere travolto da questa cosa"

Il MPS e le sue immense ragnatele sono ora sotto l’occhio attento della magistratura…uno scandalo anticipato dalla morte di David Rossi gettatosi dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013.




CONSUMATORI TARTASSATI DAI DEBITI INFONDATI: L'ANTITRUST SOSPENDE I RECUPERI IN CAPO ALLE SOCIETA' GERI E ELLIOT

L’invio di solleciti e messaggi redatti con modalità potenzialmente ingannevoli e aggressive, appaiono idonei a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio cui sono diretti spingendolo, a prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, al pagamento dei crediti o ad effettuare le telefonate su un numero a pagamento.

di Cinzia Marchegiani

L’Antitrust nella riunione del 19 marzo 2014 ha disposto la sospensione di ogni attività diretta al recupero alla GE.RI S.r.l. e la ELLIOT S.r.l. a tutela dei consumatori bersagliati da solleciti di pagamento, effettuati con modalità aggressive e scorrette relativamente a presunti crediti, infondati o prescritti. Nel provvedimento del 9 aprile 2014 pubblicato sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si apprende che secondo le informazioni acquisite ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo e le segnalazioni della Guardia di Finanza, di varie associazioni di consumatori (Aduc, movimento consumatori, associazione consumatori, confconsumatori, ctcu, associazione tutela dei consumatori, federconsumatori, unione nazionale consumatori, adiconsum) e di numerosi consumatori, pervenute, in particolare, a gennaio 2014, e, da ultimo, a metà marzo, la GERI Gestione Rischi S.r.l. avrebbe sollecitato, a mezzo apposite comunicazioni via posta nonché attraverso mail, telefonate ed sms, il pagamento – su incarico di diversi committenti – di presunti crediti, non dettagliati o infondati o prescritti o comunque contestati, anche minacciando, in caso di mancato pagamento, azioni legali o specificando che “al fine di ritentare la composizione bonaria del Vostro debito, desideriamo informarvi che abbiamo predisposto la visita di un nostro funzionario che si recherà all’indirizzo su indicato o eventualmente presso il vostro posto di lavoro”. Inoltre veniva prospettato ai consumatori – attraverso solleciti di pagamento ed sms – di contattare una numerazione a pagamento. In particolare, avrebbe inviato solleciti di pagamento, a mezzo missiva o mail, spingendo a contattare, “per eventuali comunicazioni”, il numero “895. 895. 8915”, numerazione che risulta sottoposta, come ivi stesso specificato, ad una onerosa tariffazione (“il costo della chiamata da rete fissa è di 96 centesimi al minuto + 12 centesimi di scatto alla risposta. Iva inclusa. Il costo massimo da rete mobile è di 1,56 euro al minuto + 15 centesimi di scatto alla risposta. Iva inclusa.”). I destinatari venivano anche raggiunti da sms con l’invito a contattare una numerazione specifica per effettuare delle “verifiche amministrative”.

Nel documento si legge nello specifico, che la modalità perpetrata si innescava con un messaggio che riportiamo per i nostri lettori: "La preghiamo cortesemente di contattarci per urgenti verifiche amministrative che la riguardano al numero 895. 895. 8915. Nostro riferimento pratica xxx" e un altro "in relazione alla sua pratica dopo numerosi tentativi di contatto senza alcun riscontro avvisiamo della prossima azione legale. 895. 895. 8915. Nostro riferimento pratica xxx”. Dall’indagine emerge che in alcuni dei sopracitati e più recenti solleciti, inoltrati dalla fine del 2013, il recupero dei crediti sarebbe stato commissionato dalla ELLIOT S.r.l., società che ha acquistato la titolarità, dal marzo 2013, come indicato nei solleciti di pagamento inviati, del credito originariamente vantato nei confronti di consumatori da altri professionisti (e, nello specifico, da Vodafone Omnitel N.V., che dall’ottobre 2012 ha incorporato per fusione TeleTu S.p.A.). Nelle stesse comunicazioni, era previsto, altresì, che la stessa ELLIOT avrebbe valutato il ricorso all’azione giudiziaria più opportuna da intraprendersi per il recupero del credito vantato. Molti dei crediti riportati nei predetti solleciti di pagamento del 2013 riguardano posizioni debitorie risalenti e, quindi, prescritte o relative a crediti per attivazioni di servizi di telefonia che i consumatori evidenziano di non avere mai effettuato.

Così l’Antitrust, sulla base delle informazioni acquisite in atti, in data 17 febbraio 2014, ha avviato il procedimento istruttorio PS6549, ai sensi dell’art. 27, comma 3, del Codice del Consumo, nonché ai sensi dell’art. 6 del Regolamento, al fine di verificare l’esistenza di pratiche commerciali scorrette in violazione degli tabella 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo.

Nella comunicazione di avvio del procedimento è stato evidenziato che i comportamenti oggetto di contestazione come “pratiche commerciali” potrebbero integrare una violazione degli tabella 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo in quanto contrari alla diligenza professionale e idonei a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio cui sono diretti, nonché aggressivi in quanto – mediante indebito condizionamento – idonei a limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio e, pertanto, ad indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso. In particolare, nella citata comunicazione di avvio del procedimento istruttorio è stato contestato che i comportamenti descritti, rappresentati dall’invio di solleciti e messaggi redatti con le citate modalità
potenzialmente ingannevoli e aggressive, appaiono idonei a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio cui sono diretti spingendolo, a prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, al pagamento dei crediti o ad effettuare le telefonate su un numero a pagamento. I profili di ingannevolezza riguardano le informazioni che, nella loro presentazione complessiva, sono idonee ad indurre in errore il consumatore medio, soprattutto in relazione alla concreta portata ed efficacia dei solleciti di pagamento richiesti e delle prospettate verifiche amministrative o azioni legali. I profili di aggressività riguardano la possibilità, mediante il conseguente indebito condizionamento, di limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio.

Il provvedimento rientra in un settore di particolare attualità, in relazione al quale l’Autorità ha già adottato numerosi provvedimenti, irrogando sanzioni per oltre 600 mila euro, in particolar modo nei confronti di società di recupero crediti responsabili di pratiche aggressive per l’inoltro di finte citazione in giudizio. L’Antitrust ha disposto così che le società GE.RI. Gestione Rischi S.r.l. ed ELLIOT S.r.l. sospendano ogni attività di inoltro dei citati solleciti di pagamento con le predette modalità scorrette e richiesta la comunicazione all’Autorità dell’avvenuta esecuzione inviando una relazione dettagliata nella quale vengano illustrate le misure adottate.

Il provvedimento inoltre ricorda che in caso di inottemperanza alla delibera, l'Autorità applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 5.000.000 euro.

Un altro tassello importante a tutela del consumatore, dove le associazioni in questo caso contribuiscono in dettaglio all’ascolto del cliente, proponendo azioni concrete alla verifica del danno ricevuto.




NAPOLI TASSE ALLE STELLE: IL SINDACO DE MAGISTRIS CHIEDE UN DECRETO PER SALVARE LA CITTA'

dI Christian Montagna

In seguito alla legge sul pre- dissesto alla cui discussione presero parte sindaci, aspiranti tali e tutti coloro che nella Pubblica amministrazione hanno il compito di governare la città, le tasse a Napoli risultano essere altissime.

Luigi De Magistris come Ignazio Marino dunque: il sindaco di Napoli, come è accaduto a Roma, ha chiesto un decreto per salvare la città. Una spiegazione ad una così elevata tassazione è senza dubbio il mancato pagamento da parte della popolazione. Se non pagano tutti, nelle casse dei Comuni non entrano soldi e si va in deficit. Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, secondo la Corte dei Conti, la città è fallita.

L’evasione fiscale è senza paragoni e le amministrazioni che si sono succedute negli anni ne hanno la colpa. Nella città del Vesuvio regna l’incapacità di riscossione delle imposte dovute, a livelli record intorno al quaranta per cento. A pagare il funzionamento della città dunque sono poco più della metà dei suoi abitanti. A risentire maggiormente dell’evasione sono le multe per infrazioni al codice stradale e le imposte sulla Tarsu e sull’Imu. Negli ultimi cinque anni, il 30% delle multe è stato cancellato. Un disagio questo vissuto dal Comune di Napoli che non sarà mai in grado di autofinanziarsi . L’incapacità di controllare e gestire i pagamenti dei cittadini saranno la causa del fallimento. Basti pensare che il pre-dissesto ha obbligato l’aumento delle aliquote dal 5 al 6 X mille per la prima casa e dal 7.6 al 10.6 X mille per gli altri immobili. La situazione dei conti del Comune è drammatica: 650 mln di euro di debiti fuori bilancio e 783 mln di euro di disavanzo di amministrazione. Cifre astronomiche che nemmeno Paperon de’ Paperoni potrebbe sanare. Per favorire introiti nelle casse comunali ,inoltre, come nel resto d’Italia e d’Europa, a Napoli è stata istituita la tassa sul turismo.

Tasse ai massimi storici dunque nel capoluogo campano a causa di quei furbetti che non adempiono ai doveri da cittadini.