ANGUILLARA: POSTE AFFOLLATE, SERVIZIO IN TILT

di Silvio Rossi

Anguillara Sabazia (RM) – Sono anni che i cittadini di Anguillara si lamentano, ma nonostante reclami, raccolte di firme, lettere mandate dalle amministrazioni che si sono succedute ad Anguillara, l’ufficio postale non riesce a soddisfare i bisogni della città che, con una popolazione che sfiora i ventimila abitanti, chiede un’attenzione maggiore.

L’unico ufficio postale è quasi costantemente congestionato, nonostante l’ampliamento che ha avuto ormai sette anni fa, e i cittadini reclamano l’apertura di un secondo ufficio, o perlomeno l’estensione dell’orario, che attualmente è limitato alla fascia antimeridiana.

La necessità di apertura di un secondo ufficio non è nuova. Già dal 2008, subito dopo l’apertura dell’attuale locale, che ha aumentato solo parzialmente l’offerta al pubblico, disponendo di alcuni sportelli in più rispetto al precedente ufficio di Via San Francesco, si era compreso come l’orario ridotto fosse comunque una penalizzazione che non consentiva una fruizione adeguata.

Da allora sono state numerose le segnalazioni di disservizi, nel maggio 2010 l’allora Capogruppo UDC, Sergio Manciuria, presentò un’interrogazione al sindaco Pizzigallo per sollecitare l’intervento della Giunta nei confronti di Poste Italiane per estendere l’orario di apertura anche nelle ore pomeridiane.

Nel dicembre dello stesso anno è stato il consigliere Silvio Bianchini, oggi vicesindaco, a chiedere che il Comune potesse aprire un tavolo di mediazione con Poste e col Ministero dell’Economia, in quanto ente proprietario.

Nel 2012 fu Immagina Anguillara a lanciare una petizione per chiedere il raddoppio della posta, che in pochi giorni raccolse oltre settecento firme, segno evidente che il problema è sentito dalla cittadinanza.

Siamo arrivati alla fine del 2014, gli amministratori anguillarini che si sono avvicendati hanno provato a chiedere una maggiore presenza delle Poste, senza ottenere grandi risultati per via dell’incomprensibile mancanza di buona volontà della controparte. Se può risultare difficile, o perlomeno di non immediata soluzione l’istituzione di un secondo ufficio, che comporta la divisione del territorio interessato alle singole realtà, prolungare l’orario di apertura comporta solamente un aumento di personale che, giudicando dal flusso di clienti che usufruiscono dell’ufficio, è ampiamente ripagato.

 

Sono le stesse Poste a certificarlo. In ogni ufficio postale c’è un cartello che indica l’afflusso medio agli sportelli, rappresentando con i colori verde, giallo e rosso l’affluenza, e alle poste anguillarine il colore prevalente è quello più congestionato. Non è giustificabile perciò non accogliere le richieste di tutta la cittadinanza.




FORESTE MOLISANE: ARRESTATO GIUSEPPE GRAVANTE

Redazione

Napoli –  Personale del Comando Provinciale di Caserta del Corpo Forestale dello Stato ha eseguito un ordine di custodia cautelare, con il beneficio dei domiciliari, nei confronti di Giuseppe Gravante, 75 anni, storico patron di societa' casertane operanti nel settore zootecnico e agroalimentare per la produzione, trasformazione ed imbottigliamento del latte a marchio "Foreste Molisane". Secondo quanto si e' appreso, l'arresto e' legato allo smaltimento rifiuti nell'azienda.




GIORGIO NAPOLITANO: OGGI TESTIMONIANZA IN QUIRINALE PROCESSO TRATTATIVA STATO – MAFIA

Redazione

Sta per iniziare l'udienza al Quirinale per la testimonianza del Capo dello Stato nel processo sullatrattativa Stato-Mafia. Le parti potranno accedere al palazzo tra le 9.15 e le 9.40. Vietata l'introduzione, all'interno della sala in cui verra' raccolta la deposizione, di telefoni cellulari, computer, tablet e di "qualunque altro strumento di registrazione". Ieri, al termine di un vertice del pool che sostiene l'accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia, e' stato definito l'elenco di domande che verra' sottoposto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'incontro si e' protratto per l'intera mattinata in procura. Nel corso della riunione i pm – l'aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene – avrebbero messo in iscritto i quesiti che domani porranno al Capo dello Stato. Sara' comunque il presidente della Corte d'Assise, Alfredo Montalto, a giudicare sull'ammissibilita' di ogni singola domanda. A porre i quesiti al Capo dello Stato sara' il coordinatore del pool, l'aggiunto Vittorio Teresi, ed eventualmente il sostituto Nino Di Matteo. Oggi al Colle sara' presente anche il capo facente funzioni della Procura Leonardo Agueci. La Corte d'assise nell'udienza di giovedi' scorso ha inoltre ribadito che l'esame del presidente della Repubblica avviene in seguito alla disponibilita' dallo stesso manifestata e che "detta disponibilita'" potrebbe essere revocata in qualunque momento, "nel qual caso la Corte non potrebbe che prenderne atto"




MAFIA MAZARA DEL VALLO: SEQUESTRATO VILLAGGIO TURISTICO E SOCIETA' IMMOBILIARI

Redazione

Un patrimonio del valore stimato di 450 milioni di euro, comprendente un villaggio turistico e diverse societa' immobiliari, e' stato sequestrato dalla Dia all'imprenditore Calcedonio Di Giovanni, 76 anni, di Monreale (Palermo). Il provvedimento e' stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Pietro Grillo. Secondo gli inquirenti, l'attivita' di Di Giovanni sarebbe stata "indissolubilmente intrecciata con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo", e l'imprenditore sarebbe stato in contatto con Vito Roberto Palizzolo, il finanziere che si e' costruito una fortuna in Sudafrica e che viene considerato uno dei piu' abili riciclatori dei guadgani illeciti di Cosa Nostra. Cointeressenze tra i due vengono riferite in particolar modo al villaggio turistico "Kartibubbo" di Campobello di Mazara, dove si trovano 100 villette adesso sequestrate. Il resort era riconducibile a Palazzolo ma fu poi acquisito da Di Di Giovanni, che pero' in quel momento secondo l'accusa non disponeva di capitali leciti tali da giustificare quell'operazione. Inoltre, sono emersi legami tra l'imprenditore e Filippo Guttadauro, cognato del boss latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, e con il commercialista Pino Mandalari, legato al capomafia corleonese Toto' Riina. Secondo la Dia, Di Giovanni avrebbe cercato di mettere i suoi beni al riparo da provvedimenti patrimoniali antimafia e percio' avrebbe creato a giugno in Inghilterra la societa' "Titano real estate limited" che gestisce villaggi turistici e ha domicilio fiscale proprio a "Kartibubbo". Anche questa societa' e' stata sequestrata assieme a varie altre, tra quai "Compagnia immobiliare del Titano", Il Cormorano, Fimmco, "Campobello park corporation, "Immobiliare La Mantide", "Associazione orchidea club, "Selinunte country beach, alcune quote del "Selene residence" di Campobello di Mazara, della "Parco di Cusa vita e vacanze", e della "Dental house, Numidia srl". Di Giovanni nei mesi scorsi aveva patteggiato una condanna per truffa. L'imputazione si riferiva all'uso di finanziamenti pubblici erogati per la costruzione di villaggi turistici.




NDRANGHETA COLPISCE EXPO: ARRESTI IN LOMBARDIA E CALABRIA

Redazione

Le mani della 'ndrangheta sull'Expo. Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri stanno eseguendo, nelle province di Milano, Como, Monza – Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Milano, nei confronti di 13 indagati per associazione di tipo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso d'ufficio, favoreggiamento, minacce e danneggiamento mediante incendio. Gli arrestati avevano contatti con politici del milanese. Al centro delle indagini del Ros due sodalizi della 'ndrangheta radicati nel comasco, con diffuse infiltrazioni nel tessuto economico lombardo. Accertati, tra l'altro, gli interessi delle cosche in speculazioni immobiliari e in subappalti di grandi opere connesse ad expo 2015.




CACCIA ALL'UNTORE DI PRAGA: "SCOPPIA UN EPIDEMIA DI EBOLA SE NON PAGATE UN MILIONE"

Redazione

Praga – Non si doveva arrivare a questo punto e invece gli untori che minacciano iniziano a farsi sentire.  “Siamo pronti a far scoppiare una epidemia di Ebola a Praga, se non ci consegnerete un milione di euro”. E’ questa la minaccia, giunto attraverso un messaggio email anonimo, che da qualche giorno – come solo oggi è stato annunciato – impegna la polizia ceca in difficili indagini. Per il momento ogni tentativo di dare un volto all’autore, o agli autori, è risultato vano.

“Sappiate che siamo in possesso di materiale biologico, infettato dal virus dell’Ebola, recapitatoci direttamente dalla Liberia. Se non volete che queste sostanze siano cosparse in una serie di luoghi pubblici, dateci la somma richiesta” si legge nel messaggio. Segue la precisazione che la somma dovrà essere consegnata in forma di bitcoin, la moneta elettronica che consente il trasferimento anonimo dei soldi.

Con ogni probabilità il vero intento è quello di suscitare panico nella popolazione e di incassare la cifra richiesta, ha precisato poco fa Zdenek Laube, vicecapo della polizia ceca. Egli stesso ha però sottolineato il modo molto sofisticato con il quale il ricatto è stato annunciato, attraverso una comunicazione elettronica inviata in modo tale da rendere impossibile, sinora, risalire al mittente.




EBOLA: UN GENERALE E 10 SOLDATI USAIN QUARANTENA NELLA BASE MILITARE DI VICENZA

Redazione

Usa –  Una malattia sulla quale nessuno Stato può permettersi errori perché in gioco c'è la vita delle persone. Un generale e almeno 10 soldati americani sono stati messi in quarantena nella base militare Usa di Vicenza, al rientro da una missione Liberia, nell'Africa occidentale. Lo riferisce il sito della Cnn. Quando l'aereo con a bordo il generale Darryl Williams e' atterrato, i soldati sono stati accolti da militari italiani che "indossavano tute anti-contaminazione". Al momento nessuno dei soldati Usa ha mostrato sintomi del virus.

 Per far fronte all'epidemia di ebola "devono essere mobilitati 40.000 esperti" nel piu' breve tempo possibile. E' l'appello lanciato da Christos Stylianides, neo-designato coordinatore Ue per la lotta all'ebola, parlando durante la sua prima conferenza stampa dopo la nomina della settimana scorsa.
  Stylianides ha sottolineato che gli esperti che si recheranno nella regione "devono ottenere garanzia che saranno evacuati in caso di necessita'." Il coordinatore ha insistito che "lavorera' con gli Stati membri per organizzare le operazioni di evacuazione" del personale europeo potenzialmente affetto dalla malattia. Stylianides ha ribadito che i rischi di ebola "sono stati sottostimati" dalla comunita' internazionale, e che l'epidemia "rischia di estendersi ben oltre l'Africa Occidentale" se non si agisce presto e in modo efficace e coordinato. Funzionari della Commissione europea spiegano che "non tutti i 40.000 nuovi lavoratori devono essere necessariamente internazionali". Se riuscissimo a raggiungere la cifra di 5.000 esperti europei sarebbe un gran risultato," spiega un funzionario. Tuttavia, vista la carenza di personale addestrato nei paesi colpiti dall'epidemia, gli esperti sanitari locali "dovranno essere formati molto rapidamente," spiega l'alto funzionario Ue. La cifra di 40.000 esperti addizionali deriva dalla necessita' di mettere a disposizione in Liberia, Guinea e Sierra Leone un numero di "5.000 letti in piu'" nei prossimi due mesi. "Per ogni letto servono 8 esperti," spiega il funzionario.

Un bimbo di 5 anni e' stato messo in osservazione al Bellevue Hospital di New York per sintomi che ricordano quelli dell'ebola. Secondo l'emittente Abc, il piccolo – che e' tornato dalla Guinea sabato e aveva 39 di febbre – e' stato messo in isolamento ma non e' ancora stato sottoposto ai test e non e' in quarantena. Secondo il New York Post il bimbo vomitava ed e' stato trasportato dalla sua casa nel Bronx in ospedale dai servizi di emergenza. Il piccolo, sbarcato in Usa sabato notte insieme alla famiglia, e' stato ricoverato domenica.
  L'ospedale di Manhattan e' lo stesso dove e' gia' internato in isolamento il medico Craig Spencer, quarto caso di ebola in Usa e primo a New York. Il medico sembrerebbe migliorato lievemente, ma continua ad avere problemi gastrointestinali, che le autorita' sanitarie si aspettavano; e secondo i media americani e' cosciente e vigile. Dopo la diagnosi di ebola per il medico, anche lui appena rientrato dalla Guinea, sono stati messi in quarantena anche la fidanzata e due suoi amici, ma nessuno ha ancora manifestato sintomi sospetti. Potra' invece completare la quarantena a casa Kaci Hickox, l'infermiera americana messa in isolamento nel New Jersey dopo il suo arrivo' all'aeroporto di Newark dall'Africa occidentale.
  Lo ha annunciato il governatore Chris Christie sul suo profilo twitter. La donna ha accusato le autorita' aeroportuali di averla tenuta chiusa in una stanza per sette ore senza nulla da mangiare, se non una barretta di cereali, e aveva preannunciato una denuncia per violazione dei diritti civili e costituzionali.
  Una quarantena di 21 giorni e' stata imposta dai governatori di New York, New Jersey e Illinois per il personale medico di ritorno da Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre Paesi africani piu' colpiti da Ebola. La Florida ha imposto controlli giornalieri per tutto il periodo di possibile incubazione. Queste misura sono state criticate dalle autorita' sanitarie e la Casa Bianca sarebbe intervenuta per chiedere un ripensamento. Il governatore della Grande Mela, Andy Cuomo, ha gia' fatto sapere che quanti hanno avuto contatti con malati di ebola, ma non mostrano sintomi, potranno fare la quarantena in casa e verranno anche indennizzati per i mancati guadagni.
  Kaci Hickox aveva attaccato la quarantena obbligatoria in aeroporto, affermando che gli operatori sanitari non devono essere trattati come "criminali e prigionieri". La donna e' risultata per due volte negativa ai test ma dovra' comunque rimanere in isolamento per 21 giorni. "Ho visto bambini morire da soli, mentre il mondo si girava dall'altra parte e ho cercato di aiutarli", ha raccontato, "qui sono stata tenuta chiusa in una stanza per ore, al freddo, senza nessuno che mi dicesse nulla". 




COTRAL CDA: AMALIA COLACECI NUOVO PRESIDENTE, “NON METTERÒ TAILLEUR”

di Chiara Rai

Cotral – Il vecchio Cda nominato dalla Polverini leva le tende. Con la nomina a presidente di Amalia Colaceci, Nicola Zingaretti sembra voler dare un forte segnale di rinnovamento. Amalia Colaceci è avvocato, conosce l’argomento trasporti e Cotral in particolare perché per quattro anni ha rivestito il ruolo di assessore provinciale ai Trasporti nell’amministrazione Zingaretti. Insieme a lei, viene nominato come Ad un manager, Arrigo Giana, di 48 anni. Economista e di lunga esperienza come dirigente all’Atm di Milano (l’Atac di Roma per capirci), con forte conoscenza del mondo degli appalti.

E poi del Cda Cotral uscente viene confermato il solo Paolo Toppi. Toppi che sembrerebbe l’unico che si sia impegnato in prima persona per risolvere i problemi cruciali come ad esempio la verifica titoli di viaggio che, dei mali di Cotral, era quel servizio che sotto il dirigente Blasucci versava più di tutti in condizioni pietose. Grazie all’impegno di Toppi, in quel settore si è creata una inversione di tendenza.Completano il nuovo Cda i dirigenti regionali Marco Marafini e Rosalba Bellotti.

Il lavoro che il nuovo Cda Cotral ha davanti è davvero immane: occorre restituire credibilità a questa azienda in termini di regolarità del servizio e di legalità interna. Non sappiamo quali saranno le intenzioni che la Regione lazio, unico socio proprietario di Cotral, indicherà agli amministratori: auspichiamo però il mantenimento pubblico della società, anche in un eventuale futuro contesto di ottimizzazione e integrazione con la società Fs regionale.

Occorre ripristinare contatto con tutti i comitati degli utenti e insieme a loro stabilire un numero di corse necessarie.

Occorre rimotivare gli autisti e gli operai dimostrando loro tutto il rispetto che meritano e che in questi anni non hanno avuto, rendendoli edotti che loro rappresentano il vero cuore della società. Si deve risparmiare, si può dimostrare che anche pubblico è bello.

Noi de L’Osservatore d’Italia andiamo avanti nelle proposte e sempre con occhio critico e vigile. Tanto, tutto ciò che a nostro avviso rappresenta il marcio nell’azienda lo abbiamo evidenziato nei nostri tabella inchiesta del vaso di pandora raccolti in un nutrito dossier.  

Intendiamo sottolineare ancora una volta però il bisogno di ripristinare la legalità e la professionalità. Bisognerebbe, al proposito, reinserire i tre dirigenti che Surace licenziò e allontanati al contrario quei dirigenti che si trovano ancora in Cotral per aver scodinzolato al proprio padrone e che continuano a scaldare la poltrona pur senza requisiti.

E’ questa la precondizione per iniziare con il piede giusto e rilanciare la società.

In bocca al lupo ad Amalia Colaceci per l’arduo compito che ha di capitanare la Cotral.

 

Nota del comitato pendolari reatini

Il Comitato Pendolari Reatini non può che augurarsi, viste le pessime passate gestioni, che quella che sta per vedere la luce possa essere la gestione della svolta. C'è bisogno di professionalità e di oculatezza per gestire al meglio le risorse aziendali e di determinazione e risolutezza per far fronte alle oramai croniche problematiche, divenute di urgentissima e improcrastinabile necessità di intervento, ritornando a mettere al centro del proprio operato l'utente, l'efficienza del servizio offerto e ridare dignità professionale ai lavoratori . Per questo auguriamo al nuovo C.d.A Cotra.L buon lavoro e ci rendiamo disponibili ad ogni costruttivo confronto.




ROMA: DONNA UCCIDE DUE FIGLI E POI S'IMPICCA

Redazione

Roma –  Tragedia nel primo pomeriggio a Roma dove una madre ha ucciso due figli, e ferito gravemente un terzo, e poi si e' tolta la vita impiccandosi. E' avvenuto in un appartamento di via Carlo Felice al civico 69, nel quartiere San Giovanni. La scoperta e' stata fatta dal personale del 118 che poi ha avvisato la polizia. L'appartamento e' sporco di sangue e sono ancora da chiarire le modalita' con le quali sono stati uccisi i piccoli.




MSC CROCIERE: FINANZA SEQUESTRA 33 MILIONI DI EURO

Redazione

Napoli –  Il gip del tribunale di Napoli ha emesso due decreti di sequestro preventivo per equivalente, per un totale di circa 33,3 milioni di euro fra partecipazioni societarie, beni immobili e disponibilita' finanziarie nei confronti dell'ad di Msc crociere Sa di Ginevra, Pierfrancesco Silvio Vago, indagato per omessa dichiarazione dei redditi, e Francesco Andrea Zuccarino, presidente del consiglio di amministrazione di Msc crociere Spa di Napoli, indagato per dichiarazione infedele. Il sequestro nei confronti del top manager della societa' ginevrina e' legato all'accertamento dell'esistenza, presso la sede Msc crociere spa di Napoli, di quella che la Procura definisce in una nota "una stabile organizzazione occulta che non ha dichiarato redditi realizzati nel territorio nazionale per circa 38 milioni di euro, cui corrispondono imposte evase per oltre 10,7 milioni di euro". Le indagini hanno accertato che nell'ottobre 2006, Msc crociere Spa con sede a Napoli ha modificato il proprio oggetto sociale da tour operator a intermediario dei trasporti, trasferendo l'attivita' di organizzazione e vendita di pacchetti di crociere alla societa' ginevrina Msc crociere Sa, pur mantenendo le stesse funzioni sul territorio italiano. Ed infatti nella sede napoletana la struttura organizzativa esistente prima della ristrutturazione del 2006 e' rimasta invariata e la societa' ha continuato ad operare, attraverso contratti stipulati con Msc ginevrina, con gli stessi compiti gestionali e amministrativi. E questo che per i pm napoletani fa si' che la sede napoletana sia una "stabile organizzazione occulta nella societa' svizzera". Per quanto concerne la posizione del presidente del cda della societa' napoletana, Zuccarino, la Procura di Napoli sottolinea che scaturisce da una verifica fiscale che ha accertato che la societa', per ridurre indebitamente l'imponibile in Italia, ha sottofatturato le prestazioni rese alla societa' ginevrina, dalla quale di fatto e' controllata.




CATANIA: RUBANO UNA SALMA E CHIEDONO IL RISCATTO

Redazione

Catania – E' veramente un episodio squallido e immorale. Sequestro di un defunto per chiedere un riscatto. Il macabro ricatto, di cui in passato sono state vittime le spoglie di celebrita', e' stato comesso sabato scorso nel cimitero di Aci Catena in provincia di Catania, dove ignoti hanno rubato dalla cappella di famiglia di un imprenditore in pensione la salma della sorella, deceduta nel 1997. Per restituire il feretro, e' stato chiesto all'uomo un riscatto di 50.000 euro. La vittima ha denunciato il tentativo di estorsione ai carabinieri della compagnia di Acireale, che hanno avviato indagati.