VIGEVANO: OPERAIO SPACCIA DROGA DURANTE GLI "STRAORDINARI"

Redazione

Vigevano – Altro colpo messo a segno nella lotta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti dai Carabinieri della Stazione di Mortara, i militari hanno scoperto un giro di spaccio di sostanze stupefacenti messo in campo da un operaio metalmeccanico, S. M., cl.76, residente a Gambolò, incensurato, all’uscita della ditta presso cui lavora.

Lo spaccio avveniva pertanto in modo sicuro, in quanto i clienti erano in maggior parte operai ed impiegati della stessa ditta, e soprattutto tranquillo in quanto il provetto spacciatore mai avrebbe pensato che anche lì sarebbero arrivati i Carabinieri.

Infatti a seguito di un controllo di un collega di lavoro, un 25 mortarese, i militari accertavano che questi aveva acquistato dallo STOPPA varia sostanza stupefacente, hashish e marijuana per circa 6 grammi. Le reticenze e le scuse del collega di lavoro dello STOPPA, sono durate poco quando lo stesso, quasi a liberarsi di un peso insopportabile, ha fatto il nome del suo spacciatore. Da lì un servizio di osservazione, nel corso del quale gli operanti sorprendevano il pusher cedere ad un altro giovane, nei pressi dello stabilimento in cui lavora, dietro compenso in denaro, n. 4 (quattro) involucri in cellophane contenenti complessivamente grammi 5 (cinque) lordi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e grammi 3 (tre) lordi di sostanza stupefacente di tipo hashish. La successiva perquisizione domiciliare, nonché sul posto di lavoro, consentiva di rinvenire n. 4 (quattro) involucri contenenti complessivamente grammi 60 (sessanta) lordi di sostanza stupefacente tipo hashish, n. 5 (cinque) involucri contenenti complessivamente grammi 50 (cinquanta) lordi di sostanza stupefacente tipo marijuana ed una somma contante ritenuta provento dell’attività illecita. L’arrestato, che si è giustificato dicendo che ha deciso di spacciare non riuscendo con il proprio stipendio a sostenere le spese di cui normalmente necessita, questa mattina è stato accompagnato dai Carabinieri di Mortara presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Pavia, che ha convalidato l’arresto e lo ha condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione e 1000 euro di multa con pena sospesa considerato lo stato di incensuratezza.




ANGUILLARA, CENTRO PROFUGHI: ALLARME SICUREZZA INASCOLTATO

di Simonetta D'Onofrio

Anguillara (RM) – Ci risiamo, eccoli nuovamente in quel posto,  ci dicono alcuni cittadini che abitano nelle vicinanze del centro “CARA”, in via di Tragliatella, a quasi tre chilometri dall’incrocio con via di Santo Stefano, punta estrema del servizio di trasporto pubblico gestito dall’Atac (con la linea periferica 030).

Nella struttura (ex- agriturismo “La Vignarella”), che già negli scorsi anni è stata destinata all’alloggio di profughi provenienti dalle zone di guerra, sono presenti da alcune settimane  diversi rifugiati. Sono molto preoccupati  i residenti del quartiere: “Ogni giorno queste persone percorrono via di Tragliatella e nelle specifico ogni mattina stazionano sulla suddetta via altezza via Albucceto in barba ad ogni norma di sicurezza.

"Qualcuno in attesa magari di mezzi di trasporto ne approfitta per fare i bisogni fisiologici all'aria aperta e sotto gli occhi increduli di noi cittadini, qualcun'altro invece cerca di prendere al volo un passaggio su mezzi privati stile autostop ma in modo a dir poco barbarico, gettandosi praticamente sui mezzi in transito…” . Noi siamo costretti tutti giorni a  transitare in quella strada di passaggio per recarci a Roma" ci riferiscono alcune persone del luogo.

Tutto questo accade in concomitanza con il passaggio dello scuolabus, che quotidianamente è addetto a prendere i ragazzi per portarli a scuola, nel centro di Anguillara. Inquietudine e sconforto per la situazione che si avverte ogni giorno per quanto concerne i problemi di sicurezza e di ordine pubblico. I residenti chiedono un’appropriata vigilanza, tutt’oggi assente, affinché si possa sopportare la convivenza con maggiore civiltà. 

Il centro di accoglienza, negli anni scorsi, ha visto una gestione non coordinata con l’Ente comunale, cosa che ha determinato una serie di incomprensioni tra il sindaco e l’associazione che gestiva il servizio di accoglienza per i profughi. Durante lo scorso mese di dicembre, durante un convegno organizzato con l’associazione “3 ottobre”, nata dopo il naufragio di Lampedusa che provocò quasi quattrocento morti, l’assessore ai Servizi Sociali di Anguillara, Pierluigi Mochi, dichiarò che l’amministrazione aveva fornito la disponibilità a ospitare alcuni profughi, e che l’unica struttura nel territorio comunale idonea era proprio il centro di via Tragliatella.

A parte il riconoscimento del Comune, però, nulla è cambiato rispetto agli anni passati. I rifugiati ospitati nel centro si trovano comunque in una condizione disagiata. Per poter arrivare a Roma (dove si devono recare per i permessi, per mettersi in contatto con le famiglie, per una serie di servizi) devono percorrere via di Tragliatella, che per oltre metà del percorso (da Ponton dell’Elce fino al CARA) non ha marciapiedi, mettendo a rischio la loro sicurezza e quella degli automobilisti che percorrono questa strada.

Probabilmente, per evitare di creare una situazione di possibile attrito tra profughi e cittadini, sarebbe opportuno però collocare i rifugiati in un luogo dove ci sono più servizi, oppure fare in modo di portare questi servizi nel posto dove queste persone sono ospitate.  "Non vorremo rivedere i riflettori puntati delle telecamere della televisione, – ci dicono i cittadini –  che come in passato, hanno riportato all’attenzione della cronaca italiana il centro “Cara” di Anguillara Sabazia".
 




CADAVERE VICINO CASA ELENA CESTE: VICINI ALL'ESITO DI ROMANAZZI

di Angelo Parca

Ore frenetiche di estenuante attesa per il riconoscimento del cadavere ritrovato nell’astigiano a circa due chilometri dall’abitazione di Elena Ceste òa mma di quattro figli scomparsa completamente nuda dalla sua casa la mattina del 24 gennaio scorso. Non si può escludere che il cadavere in avanzato stato di decomposizione trovato nelle campagne dell'Astigiano possa appartenere a Federica Farinella, la trentenne ex modella di Rivoli scomparsa nel nulla il 2 settembre 2001 dalla casa di campagna dei genitori a Chiusano d'Asti. Lo rende noto “Chi l’ha visto?”, che ha interpellato il padre Francesco, che non si è mai arreso, continuando a battersi con gli altri familiari dell’associazione Penelope, di cui è vicepresidente per il Piemonte. “Ho pensato subito a mia figlia”, ha detto al programma Francesco Farinella, che dunque chiederà che il confronto con il Dna del corpo ritrovato sia fatto anche con quello della sua Federica.

Sarà Francesco Romanazzi, direttore della medicina legale di Alba (Cuneo), ad effettuare l'autopsia del cadavere trovano sabato scorso in un canale di scolo nelle campagne dell'Astigiano, a pochi chilometri dall'abitazione di Elena Ceste. L'esame autoptico, che verrà eseguito nei prossimi giorni, servirà a stabilire se i resti appartengono o meno a Elena Ceste. Il medico legale, accompagnato dal comandante provinciale dei carabinieri di Asti, tenente colonnello Fabio Federici, ha effettuato nel pomeriggio di ieri 21 ottobre 2014 un accurato sopralluogo nell'area del ritrovamento. Erano presenti anche gli investigatori del Nucleo investigativo dell'Arma e la scientifica.

La storia 

Elena aveva rapporti d’amicizia anche con alte figure maschili. Viene accertato dagli inquirenti che riceva diversi messaggi sul suo cellulare personale e che aveva anche un proprio profilo personale su Facebook, all’insaputa dei familiari. Aveva riallacciato amicizie con molte persone legate al suo passato.

Gli investigatori hanno chiesto a Michele se fosse a conoscenza del contenuto dei messaggi ricevuti da Elena, che in alcuni casi sono riconducibili a legami amorosi intrattenuti dalla giovane donna. Michele si è sempre mostrato incredulo a tutto ciò e avrebbe messo le mani sul fuoco, a conferma dell’ottima reputazione che aveva per lui la sua consorte. Mai e poi mai si sarebbe comportata così, distraendosi con altri uomini, lontano dal focolare domestico. Insomma era per tutti una donna casa e chiesa.

Anche a luglio nella trasmissione “Chi l’ha visto?”, la giornalista Federica Sciarelli ha detto che in redazione era arrivata anche una lettera da un amico della vittima, il quale sarebbe a conoscenza di alcuni dettagli della vita coniugale di Elena Ceste e del marito. La conduttrice ha letto solo la parte iniziale del testo, evidenziando che l’autore avrebbe affermato di essere a conoscenza del fatto che Elena avesse intenzione di richiedere la separazione coniugale. La Sciarelli ha invitato l’artefice della missiva a farsi avanti, poiché come lui sostiene, non è alla ricerca di clamore e non è tanto meno un mitomane. La lettera rimane una pista valida, che potrebbe far cadere la maschera a chi ancora oggi, cade dalle nuvole. 

Tante sono le circostanze oscure in questo caso. Anche la mattina della scomparsa, il 24 gennaio, Michele si recò da un medico, proprio perché era turbato dal comportamento che avrebbe avuto sua moglie la sera prima della scomparsa. Proprio su questo episodio ci sono le telecamere che hanno ripreso i movimenti dell’uomo, che a tutt’oggi non è accusato di nulla. Ed è il marito a confermare che qualcosa di preoccupante doveva esserci nello stato d’animo della moglie: “Mi aveva detto delle cose molto strane, confidandomi di aver paura che qualcuno ci portasse via i nostri bambini. Anche al suo risveglio mi aveva detto che non si sentiva bene e per questo mi aveva chiesto se potessi accompagnare io i nostri figli a scuola. Poi però aveva cambiato idea e mi aveva detto di lasciarli a casa. Allora io l’avevo tranquillizzata e poi ero uscito. Rientrando a casa, dopo aver lasciato i bambini a scuola, mi ero fermato davanti allo studio del medico. Era ancora chiuso. Mi ero segnato Borano di ambulatorio perché volevo che visitasse mia moglie. Arrivato a casa, Elena non c’era più».

       




MALAVITA ORGANIZZATA E MEDICINALI FALSI: L'ALLARME ARRIVA DALLA SVIZZERA

Redazione
L'associazione svizzera "Stop alla pirateria" è tornata a denunciare il fenomeno delle contraffazioni, in modo particolare dei medicamenti, che minacciano la salute pubblica e sostengono le attività della malavita."Le imitazioni di prodotti terapeutici sono pericolose – ha insistito ieri a Berna la responsabile del controllo dei medicamenti illegali presso Swissmedic, Ruth Mosimann -. Vengono dosate male, non contengono sostanze attive o includono componenti pericolosi". Purtroppo anche preparati importanti, per esempio le medicine per combattere contro il cancro, non sfuggono alle attività illecite."Le falsificazioni – ha dichiarato Michel Rudin, segretario generale del Forum dei consumatori della Svizzera tedesca (KF) – permettono alle organizzazioni criminali di generare utili miliardari a livello mondiale, che superano quelli conseguiti dalla vendita di droga".E' evidente, quindi, che se anche dalla Svizzera viene lanciato un allarme di questo tipo dove esistono controlli più minuziosi e capillari di quelli italiani ed europei in generale, allora c'è da preoccuparsi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni continua a denunciare questo tipo di traffici illeciti facilitati dal commercio online. Solo attraverso un aumento dei controlli ed un inasprimento delle sanzioni si potrà combattere efficacemente questa forma di criminalità che trova sempre più terreno fertile anche in dipendenza del fatto del costo, quasi sempre eccessivo di alcuni farmaci indispensabili per la cura di determinate malattie e sui quali appare evidente il sovrabbondante profitto delle cause farmaceutiche.
 




FRASCATI SCHERMA, GAROZZO ORO E ERBA BRONZO A SQUADRE IN COPPA DEL MONDO

Redazione

Frascati (Rm) – Sono arrivate dalle gare a squadre le grandi soddisfazioni dell’ultimo week-end per il Frascati Scherma. Daniele Garozzo e Carolina Erba, autori di prove individuali non trascendentali, hanno conquistato rispettivamente un oro e un bronzo nelle prove a squadre del primo appuntamento stagionale di Coppa del Mondo. Garozzo, alla seconda presenza con l’Italia, è stato chiamato a San Francisco (Usa) nel quartetto comprendente anche Avola, Baldini e Cassarà per sostituire l’assente Valerio Aspromonte, impegnato nel programma Rai “Ballando con le stelle”. Il fiorettista tuscolano ha partecipato all’assalto col Brasile, poi ha visto i suoi compagni completare l’opera arrivando fino alla finale vinta sulla Russia. Tornava con il “Dream Team” anche Carolina Erba, chiamata a rimpiazzare l’infortunata Di Francisca nell’appuntamento di Cancun (Messico). Le ragazze del fioretto, stavolta, si sono dovute accontentare del terzo posto conclusivo, dopo aver perso in semifinale con la Francia e aver comodamente piegato gli Usa in finale. Rientrando in Italia, si è svolta a Salsomaggiore la prima prova nazionale Cadetti valida per le qualificazioni al campionato italiano di categoria. I migliori risultati sono stati quelli dello sciabolatore Emanuele Marronaro, sconfitto col punteggio di 15-8 dal bolognese Neri nei quarti di finale e piazzatosi al quinto posto, e della fiorettista Flavia Pasquali, sesta dopo essere stata eliminata (10-15) sempre ai quarti dalla pesarese Tempesta, poi vincitrice della prova. Dalla prova di Salsomaggiore, comunque, si sono qualificati alla prima prova Giovani sei sciabolatori e sei fiorettisti frascatani. Buone nuove, inoltre, anche dai piccolini del Gpg (Under 14) che al trofeo di Pisa "Granducato" sono tornati con il sesto posto di Angelica Conchiglia. Intanto, sabato prossimo proprio i due fiorettisti saranno protagonisti presso villa Piccolomini a Roma dove si terrà l’edizione 2014 dell’evento “Una stella per Marta”, gran galà di scherma che ogni anno raduna su una pedana alcuni dei più grandi protagonisti del panorama azzurro ovviamente per ricordare la figura di Marta Russo.
La “famiglia-polisportiva” del Frascati Scherma, infine, segue con grande attenzione l’esperienza di Alessandro Manfredi, impegnato agli Europei con la Nazionale italiana di kickboxing.
 




GIOC COCCIANO FRASCATI CALCIO, PRIMO SORRISO PER GLI ALLIEVI REG. B – MANDOLESI: «NOTO PROGRESSI»

Redazione

Frascati (Rm) – La Gioc Cocciano Frascati festeggia non solo il travolgente avvio di campionato della Seconda categoria (prima in classifica con tre vittorie su tre, l’ultima delle quali in rimonta per 4-1 sull’Acds grazie alle reti di Di Bartolomeis su rigore, Gallinelli, Marziale e Bono), ma anche la prima vittoria degli Allievi regionali fascia B che hanno piegato 1-0 l’Almas al termine di un match molto sofferto giocato tra le mura amiche. «I ragazzi di mister Massimo De Luca – dice il dirigente responsabile dell’agonistica Angelo Mandolesi – sono stati caparbi e aiutati anche da un pizzico di fortuna. Hanno fatto la gara che dovevano fare, cioè coprendosi e ripartendo appena possibile, e lo hanno fatto in maniera inappuntabile. E’ vero, alcuni episodi ci hanno sorriso come nel caso del calcio di rigore parato dal nostro Lawie abile a respingere pure la successiva ribattuta. Ma poi i ragazzi hanno conquistato il successo con un altro penalty realizzato a metà ripresa da Thaqi. Comunque si vede chiaramente la mano di mister De Luca su un gruppo che sta crescendo e sta cercando di capire le difficoltà della categoria regionale». Mandolesi non si scompone troppo per il successo ottenuto. «Diciamo che ora ci mancano quindici punti per salvarci» sorride il dirigente. «Nel prossimo turno avremo un’altra gara molto difficile sul campo del Tor Sapienza: ai ragazzi chiediamo di dare il massimo e di confermare i progressi visti nelle prime tre giornate, anche al di là del risultato finale».
I grandi sorrisi prodotti dal successo della prima squadra (che ora farà visita alla Vis Roma Nova terza della classe in un vero e proprio big match) e degli Allievi regionali B sono stati un po’ mitigati dalle due sconfitte delle altre due selezioni. La Juniores provinciale di mister Falciatore è stata battuta in casa dall’Empolitana, mentre gli Allievi provinciali guidati da Ciamberlano hanno ceduto (sempre tra le mura amiche) alla Garbatella per 3-1.

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ATLETICO MORENA CALCIO, PRIMA CAT. – AQUILANTI: «VALMONTONE AVVERSARIO BLASONATO»

Redazione

Roma – La Prima categoria dell’Atletico Morena ha completato tutti i risultati possibili nelle prime tre giornate di campionato: dopo il brutto k.o. dell’esordio a Colle di Fuori e la vittoria interna con la Nuova Castelli Romani, i ragazzi di mister Andrea Aquilanti hanno impattato 0-0 sul campo della Vivace Grottaferrata. «Mai risultato fu più giusto e specchio fedele dell’andamento del match» dice Aquilanti nel commentare il pareggio di domenica scorsa. «Sia noi che loro abbiamo fatto pochissimo per vincere la partita. Nel finale – aggiunge l’allenatore – siamo anche rimasti in superiorità numerica per l’espulsione di un giocatore locale, ma non siamo riusciti a cambiare ritmo e creare le condizioni per conquistare i tre punti. La prestazione complessiva della mia squadra non è stata molto brillante, ho visto qualche ombra in più rispetto alla gara della domenica precedente. Il pareggio, comunque, non va preso come risultato negativo: cogliere un punto in trasferta vuol dire rimanere in “media inglese”, no?» sorride Aquilanti. Domenica si torna al “Fabrizi” per ospitare il Valmontone. «Una squadra retrocessa dalla Promozione che ha un blasone notevole a questi livelli – ricorda Aquilanti – e sono certo che l’intenzione della società è tornare nelle massime categorie regionali. Hanno iniziato questo campionato con qualche difficoltà, ma verranno a Morena per vincere. D’altronde troveranno una squadra padrona di casa vogliosa di fare altrettanto, nonostante le tante assenze che ci hanno ridotto l’organico quasi all’osso». La capoclasse Frascati è già distante cinque punti, ma il tecnico non sembra allarmato. «Il campionato è ancora molto lungo, sia loro che il Real Tuscolano, che probabilmente avrà i tre punti della sfida di Grottaferrata a tavolino, hanno iniziato molto bene, ma è impensabile che reggeranno questi ritmi per tutta la stagione. L’obiettivo è cercare di accorciare le distanze dalla vetta il prima possibile».
 




PALERMO, DROGA: GIOVANI SICILIANI IN MANETTE

Redazione

Palermo – La Polizia di Stato a Palermo ha arrestato, questa mattina, 8 persone responsabili dei reati di importazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini della squadra mobile durate circa un anno e mezzo, hanno permesso di raccogliere prove a carico di un gruppo criminale composto da giovani siciliani che si riforniva di droga in Campania per poi smerciarla in diverse "piazze di spaccio" del capoluogo palermitano.

L'attività investigativa è iniziata tenendo sotto controllo un magazzino: grazie ad una telecamera piazzata all'interno, i poliziotti della narcotici sono riusciti a risalire alla famiglia Fascella che gestiva lo spaccio di cocaina ed eroina a Palermo nel mandamento di Santa Maria di Gesù.

A capo dell'organizzazione l'ex reggente del clan mafioso nel rione palermitano Francesco Fascella di 76 anni. In manette anche i figli e due suoi nipoti.

L'operazione, denominata "Vai e vieni" per quanto fossero continui i viaggi per rifornirsi della droga, ha consentito l'azzeramento dell'intero organigramma criminale individuato grazie all'arresto di più malviventi legati a Cosa nostra e il sequestro di circa 2 quintali di droga per un valore di oltre 5 milioni di euro.

 




MARE NOSTRUM E TRITON: ALFANO, "DUE MISSIONI DISTINTE"

Redazione

A ribadire le differenze tra Mare Nostrum e Triton è il nostro ministro dell'Interno: "Mare Nostrum e Triton sono due missioni completamente distinte". Lo ha ribadito il ministro dell'Interno Angelino Alfano durante un'audizione in comitato Schengen. "Sono circolati imprecisi accostamenti tra le due missioni, e sbaglia di grosso chi parla soltanto di un cambio di nome – ha spiegato Alfano – l'operazione Triton e' decisa, portata avanti e finanziata dall'Unione europea, con una governance completamente affidata all'agenzia Frontex mentre Mare Nostrum e' stata decisa, portata avanti e finanziata dall'Italia per fronteggiare un'emergenza. Le due missioni – ha ricordato il ministro dell'Interno – hanno anche compiti completamente differenti: Triton operera' al confine delle acque territoriali, Marte Nostrum arrivava in prossimita' delle coste libiche". "Anche le modalita' operative saranno completamente diverse – ha proseguito Alfano – anche perche' l'obiettivo di Frontex e' quello di contrastare l'immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani e questo impone l'obbligo di rispettare le norme e le procedure in tema di sorveglianza delle frontiere esterne. Sara' un'attivita' di vigilanza non passiva, ci saranno azioni dissuasive e si potra' procedere all'ispezione dei natanti, al sequestro dei mezzi e al fermo di persone a bordo. Naturalmente – ha concluso Alfano – la priorita' di Frontex, come ha ricordato anche il suo direttore nei giorni scorsi, resta la salvezza di vite umane".
  Alfano ha precisato che "Saranno mantenuti i tradizionali presidi di screening sanitario dei migranti al momento dello sbarco e prima dello smistamento verso i vari centri d'accoglienza". 




SCAJOLA: SI APRONO LE PORTE DEL PROCESSO

Redazione

Reggio Calabria –  Prima o poi doveva iniziareE' iniziato a Reggio Calabria il processo che vede imputato l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola, accusato di procurata inosservanza di pena a favore dell'ex deputato Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo la condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, pena ridotta recentemente dalla Cassazione a 3 anni. In aula e' presente lo stesso Scajola, ai domiciliari, che ha ottenuto il permesso di recarsi nella citta' calabrese per il processo. Il collegio e' presieduto da Natina Prattico'. Scajola, accompagnato dal legale Perroni, ha fatto il suo ingresso nel tribunale senza rilasciare dichiarazioni data la sua condizione di detenuto agli arresti domiciliari. Secondo le indagini della Dia, che nel maggio scorso lo hanno portato in carcere insieme alla moglie dell'ex deputato Amadeo Matacena, Chiara Rizzo, e ad altri, l'ex ministro si sarebbe attivato per favorire la latitanza di Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ai fini del trasferimento da Dubai, dov'e' latitante, in Libano. Per Scajola gli inquirenti avevano chiesto anche l'aggravante del concorso esterno in associazione mafiosa respinta dal gip.




CASTENASO: FURTO VIDEOGIOCHI, 23ENNE IN MANETTE

Redazione

Castenaso (BO) – I Carabinieri della Stazione di Castenaso hanno arrestato un ventitreenne pugliese, residente a Bologna, per furto aggravato in concorso ai danni dell’Ipercoop “Centronova” di Castenaso. Il giovane è stato fermato ieri pomeriggio dal personale addetto alla sicurezza del centro commerciale che lo ha visto mentre si appropriava di tre videogiochi del valore complessivo di 199 euro. Affidato ai Carabinieri intervenuti, il 23enne è stato perquisito e la refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario. Ulteriori accertamenti hanno rilevato che il furto è stato commesso unitamente a una seconda persona che non è ancora stata identificata. Già condannato per furto e ricettazione quando era minorenne, l’arrestato è stato accompagnato questa mattina in Tribunale per l’udienza di convalida.