ISIS: CENTO BAMBINI IN OSTAGGIO A MOSUL

Redazione

Iraq – L'Isis semina ancora terrore. Un centinaio di bambini sono tenuti in ostaggio dai miliziani dello Stato Islamico in un orfanotrofio di Mosul. Lo hanno riferito fonti curde,spiegando che si tratta di 45 bambini della minoranza degli yazidi e una cinquantina di sciiti. I bambini sono trattenuti nell' istituto di Dal al-Baraim nel quartiere Zuhir, che prima dell'arrivo dell'Isis era gestito da cinque donne. Secondo la fonte, "il luogo viene sorvegliato attentamente da sei miliziani dell'Isis.




ROMA: DISTURBA IL DECOLLO DI AEREI CON RAGGI LASER

Redazione

Roma – L'allarme alla sala operativa della Questura di Roma è stato lanciato ieri sera dalla torre di controllo dell'aeroporto di Fiumicino.

Numerose segnalazioni da parte dei comandanti degli aeromobili hanno denunciato il puntamento di un laser in fase di decollo direttamente verso la cabina di pilotaggio, proveniente da una strada di Focene che affaccia su una delle piste.

Gli agenti del commissariato di Fiumicino, diretto dal dott. Fabio Abis, si sono appostati in prossimità di alcune abitazioni da cui presumibilmente partivano le segnalazioni luminose. La stessa zona era già stata oggetto in passato di attenzione da parte delle forze dell'ordine per segnalazioni analoghe.

È bastato poco agli agenti per individuare con precisione l'abitazione da cui partiva il fascio di luce in direzione della pista di decollo, e quindi cogliere sul fatto il responsabile del pericoloso gesto.

L'uomo, che si è giustificato dicendo che a parer suo gli aerei volavano troppo bassi, è stato trovato in possesso di ben 3 apparecchi laser ed è stato denunciato in stato di libertà per attentato alla sicurezza dei trasporti.




FERRARA, PEDOPORNOGRAFIA: ARRESTATO PERCHE' AVEVA FOTO E VIDEO DI MINORENNI SUL COMPUTER

Redazione

Ferrara – Arrestato di A.C., 36enne della provincia di Arezzo, colto nella flagranza di reato di cui all'Art. 600 quater c.p. (Detenzione di materiale pornografico con l'utilizzo di minori degli anni 18). ed indagato in stato di libertà per il reato di cui all'art. 600 Ter (Pornografia Minorile)

L'indagine che ha portato all'arresto del soggetto, ha avuto origine da una segnalazione effettuata da personale dei Servizi Sociali Territoriale, relativamente ad una minore, infraquattordicenne, che aveva loro confidato di aver avuto rapporti telefonici con un ragazzo della zona di Firenze, amico della madre che aveva conosciuto tramite chat per incontri. Questi, nonostante avesse saputo della sua giovane età, le aveva fatto esplicite richieste a sfondo sessuale, compresa la richiesta d'invio di fotografie che la ritraevano nuda. E' possibile che ad aderire a tale richiesta sia stata la madre che avrebbe provveduto ad inviarle all'uomo. Se ciò sia realmente acceduto sarà oggetto di ulteriore approfondimento investigativo.

Quest'Ufficio ha quindi avviato un'attività di indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale di Bologna tesa a verificare la genuinità delle dichiarazioni della minore.

Tale attività è stata effettuata, come legge vuole, anche mediante l'ausilio di psicologi infantili ed altri specialisti del settore, che già seguivano la minore che in passato aveva subito abusi sessuali da parte del padre.

Nell'occasione la ragazza, sentita, ha confermato alla polizia le "confidenze" esternate inizialmente all'Assistenze Sociale di riferimento.

L'ulteriore attività d'indagine esperita da Questo Ufficio, ha portato ad ottenere importati riscontri alle dichiarazioni della minore, all'acquisizione delle fonti di prova, nonché all'identificazione del soggetto dalla stessa indicato, un insospettabile uomo di 36 anni, incensurato, residente nella provincia di Arezzo.

A seguito di tali riscontri la Procura bolognese ha emesso decreto di perquisizione presso l'abitazione dell'uomo tesa ad ottenere riscontri su quanto dichiarato dalla minore. Le operazioni sono state eseguite lo scorso 3 settembre in collaborazione con la Squadra Mobile di Arezzo e della Polizia Postale di Arezzo e di Ferrara. L'attività ha permesso di rinvenire in casa sua più di 100 video a contenuto pedopornografico, nonché immagini dello stesso tenore, quantità talmente rilevante da determinarne l'arresto in flagranza di reato.




VENDEMMIA LAZIO 2014: QUANTITA' E QUALITA' A FORTE RISCHIO

 

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo.

 

Redazione

Vendemmia Lazio – Da Tarquinia a Terracina, passando per Castiglione in Teverina, Montefiascone, i Castelli romani e per finire al Piglio nel Frusinate, tra i produttori laziali a seconda degli areali di produzione i giudizi critici si alternano a quelli ottimistici, tutti indistintamente si interrogano sull’andamento climatico del mese appena iniziato.
Annunciata sul finire della primavera come una campagna fortemente anticipata, in linea con quanto avvenuto nelle ultime annate, la vendemmia 2014 si prospetta alquanto problematica. Azzerato nell’arco di 2 mesi il forte anticipo di maturazione registrato in precedenza, l’andamento climatico avverso caratterizzato da frequenti precipitazioni, alto tasso di umidità e temperature largamente al di sotto della media stagionale rischia di compromettere seriamente quantità e qualità della produzione.

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo. In diversi casi, nonostante l’assidua copertura assicurata dai viticoltori che mediamente sono intervenuti con il doppio dei trattamenti rispetto agli anni scorsi, le perdite di prodotto sono state notevoli; per non parlare di quanto avvenuto nelle zone colpite duramente dalle violente grandinate. Del resto, la spinta impressa dalla grande disponibilità idrica all’apparato radicale ha favorito uno sviluppo prepotente della vegetazione e una crescita abnorme della superficie fogliare, rendendo difficile la copertura del grappolo durante gli interventi di irrorazione, mentre quest’ultimo, formato da acini rigonfi, ha raggiunto rapidamente l’ingrossamento lasciando liberi ridotti interstizi per la penetrazione del prodotto.

Una vendemmia senza dubbio difficile quella che si prospetta nel Lazio per l’annata in corso, con un aumento tendenziale delle produzioni poi in molti casi falcidiate dagli attacchi parassitari e dalle avversità atmosferiche.

Più articolate, nei giudizi dei produttori, le valutazioni sulla qualità attesa. Al pessimismo marcato di alcuni, si contrappongono spesso posizioni più ottimistiche di altri che evidenziano, in particolare, gli effetti positivi degli sbalzi termici sulle caratteristiche organolettiche delle uve, con una decisa esaltazione delle proprietà aromatiche. Tutti, comunque, indistintamente sono in attesa di vedere quale sarà l’andamento climatico dell’ultimo mese. La vera incognita, che tuttavia risulterà determinante.

Quanto ai prezzi, il giudizio rimane sospeso anche se i massicci flussi di importazione di vini sfusi dalla Spagna, registrati negli ultimi mesi, così come i consistenti stock di invenduto giacenti presso le cantine, frutto della precedente campagna di raccolta, fanno intravvedere notevoli difficoltà di mercato e quindi prezzi tendenzialmente in flessione.

Più nel dettaglio, il nostro viaggio tra i produttori laziali che ha inizio dal sud pontino, tra i vigneti della doc Circeo e del Moscato di Terracina, mette in risalto sfumature particolarmente interessanti per capire le differenze che si presentano nei divesi areali di produzione.




ORTE: VA A TROVARE LA CUGINA E LA VIOLENTA

Redazione

Orte (VT) – I Carabinieri della Stazione di Orte hanno tratto in arresto un cittadino Ivoriano per violenza sessuale. L’uomo era giunto nella cittadina viterbese e dopo anni aveva incontrato la cugina. Dopo i convenevoli erano giunti nell’appartamento della donna. All’improvviso, secondo il racconto della vittima, sarebbe entrato nella sua camera e dopo averle strappato gli abiti avrebbe abusato di lei.
Al termine, la donna,  approfittando della distrazione dell’aggressore sarebbe riuscita a chiudersi in una stanza e ad allertare i militari dell’Arma. Immediatamente giunti sul posto, i Carabinieri riuscivano ad entrare nell’appartamento nonostante le resistenze dell’uomo. A questo punto la donna usciva dalla stanza chiarendo gli accadimenti ai Carabinieri. L’uomo è stato quindi tratto in arresto per violenza sessuale e trasferito presso il carcere di Viterbo, mentre la donna accompagnata presso il Pronto soccorso veniva sottoposta ad accertamenti che confermavano la violenza subita.




CHIARA POGGI, DELITTO GARLASCO: TRACCE DI UN UOMO SOTTO LE UNGHIE DI CHIARA

Redazione

Garlasco – Quando si pensava ad una calma piatta ecco un nuovo colpo di scena nelle indagini per l'omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco (Pavia) nel 2007. Su due margini delle unghie della ragazza sono state trovate tracce del cromosoma maschile Y. La scoperta, secondo quanto anticipato dall'agenzia Ansa, è stata fatta dopo gli esami disposti nel processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi. Ora si dovrà stabilire se le tracce sono leggibili per poi confrontarle con il Dna di Stasi. Sarebbe invece rimasto senza esito l'esame per ricavare il Dna mitocondriale dal bulbo e dal fusto di un capello corto castano chiaro trovato nel palmo della mano sinistra della ragazza. La svolta potrebbe arrivare quindi dai risultati, ritenuti dagli inquirenti molto significativi, delle prime analisi dei margini delle unghie. Gli esperti, dopo aver estratto da quei piccoli pezzi di materiale sufficiente per le analisi, sono riusciti a individuare tracce di cromosoma Y (la procedura è stata effettuata tre volte e ha dato lo stesso esito). 

Ora, come prevede il protocollo, i periti dei giudici e i consulenti di parte dovranno valutare nel contraddittorio se quelle tracce sono leggibili distintamente. E se così fosse, dovranno procedere per il confronto con il cromosoma Y del Dna di Stasi. Comunque sia, questi accertamenti dovrebbero restringere il campo stabilendo che a uccidere Chiara, che si sarebbe anche difesa, è stato un uomo.

Potrebbe invece essere chiesto di posticipare, rispetto ai tempi fissati dalla Corte, la consegna dei risultati del cosiddetto esame della camminata con il quale si sta riproducendo, nei limiti del possibile, quella che fece Stasi quando scoprì il cadavere della fidanzata. Esame che ha lo scopo di capire come mai sulle suole delle scarpe indossate quel giorno dall'ex studente bocconiano, e consegnate agli inquirenti la mattina dopo il delitto, non è stata trovata alcuna traccia di sangue.

 Intanto il sostituto pg di Milano Laura Barbaini, il rappresentante dell'accusa, a luglio ha delegato i carabinieri di Vigevano e il Gico della Gdf, per svolgere indagini supplementari. Convocati una serie di testimoni, tra cui l'amico fraterno di Stasi, Alberto Panzarasa (avrebbe risposto con parecchi non ricordo spiegando che sono trascorsi sette anni). Effettuati accertamenti anche sulla bici nera da donna degli Stasi, mai sequestrata durante l'inchiesta della Procura di Vigevano, e ora acquisita dalla Corte d'Assise d'Appello.

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CASTEL GANDOLFO: FERVONO I PREPARATIVI PER L'EVENTO IN ONORE DI PAPA FRANCESCO

Redazione
Castel Gandolfo (RM)
–  “Santa Teresa D’Avila” è il titolo del VII Evento Culturale in onore del Sommo Pontefice Sua Santità Papa Francesco del M° Francesco Guadagnuolo che si svolgerà nei suggestivi spazi della Cripta della Chiesa Pontificia San Tommaso da Villanova di Castel Gandolfo sabato 13 settembre 2014 alle ore 17,30 alla presenza del Cardinale Angelo Comastri, in occasione dei 500 anni dell’anniversario dalla nascita della Santa.

Le opere su “Santa Teresa D’Avila” del Maestro Guadagnuolo raggruppano un ampio arco della vita della Santa, la conversione, la mistica, l’estasi. É stata appositamente voluta anche per ricordare l'opera, l'eredità, la dottrina e il pensiero della fondatrice dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. É da qui che si sviluppa il progetto-mostra che ha tipologia itinerante e che, dopo l’Evento a Castel Gandolfo, si sposterà a Roma, in Spagna ed in altre Nazioni. Si inserisce nei territori in cui visse la Santa con la sua immagine creata da Guadagnuolo nella nuova veste iconografica capace di dialogare con l’arte del nostro tempo.

La Mostra quindi, per il suo particolare carattere, si presenta come un evento mondiale, con diversi codici di lettura, che permette di osservare Santa Teresa D’Avila attraverso l’espressione artistica del Maestro Guadagnuolo che porta avanti da molti anni la sua esperienza di ricerca all’interno dell’arte sacra contemporanea e al suo richiamo storico.
Arte e fede si fondono nell’opera di Guadagnuolo verso una sublime poliedrica estetica che caratterizza l’ingegno artistico. La mostra internazionale di Guadagnuolo avrà modo di far conoscere e vivere l’esperienza di questa grande mistica nel V centenario della nascita e avvicinare credenti e non credenti alla figura di Santa Teresa di Gesù.

L’Evento a Castel Gandolfo, è organizzato dall’Associazione dei Nuovi Castelli Romani in collaborazione con la Chiesa Pontificia San Tommaso da Villanova e con il Patrocinio dei Comuni dei Castelli Romani, degli Enti Sovracomunali e della Presidenza della Giunta della Regione Lazio, si presenta di particolare interesse, per la sua tipologia divulgativa e culturale, poiché consente di leggere in modo attuale Santa Teresa D’Avila.
 




GROTTAFERRATA: OTTIMO DECOLLO PER "CE STEVA 'NA VOTA"

Redazione

Grottaferrata (RM) – L’edizione 2014 di “Ce Steva ‘Na Vota” è ufficialmente partita nella mattinata di Sabato 6 settembre con una lunga cerimonia d’inaugurazione sentita e partecipata che ha coinvolto le strade del centro storico della città. Nella serata di venerdì ottimo successo per la degustazione della “Fagiolata con vino”, svoltasi sotto le mura abbaziali e che ha rappresentato l’evento “apripista” della manifestazione.
Alle 10.30 in punto il lungo corteo ha mosso i primi passi dal cortile dell’Abbazia e si è immesso lungo Corso del Popolo: uomini, donne, ragazzi e bambini perfettamente vestiti con gli antichi costumi tipici della tradizione grottaferratese, accompagnati dalla musica e dalle scenografie degli Sbandieratori del “Leone Rampante” di Cori e dell’Associazione “Lo Storico Cantiere” di Marino
apre i battenti del Settembre Grottaferratese. La suggestiva sfilata, oggetto di numerose fotografie e riprese video da una moltitudine di cittadini incuriositi e divertiti ai bordi della strada, ha percorso avanti e indietro la principale via cittadina per poi tornare nel cortile dell’Abbazia dove si è svolto l’applaudito spettacolo finale degli sbandieratori.
E’ stata quindi la volta dei saluti istituzionali da parte del presidente dell’Associazione “Ce Steva ‘Na Vota” Roberto D’Eramo e del Sindaco Giampiero Fontana, il quale ha sottolineato l’importanza della fiera rievocativa della storia di Grottaferrata ed ha ringraziato gli organizzatori per lo sforzo impiegato per far sì che lo svolgimento di questa edizione si prolungasse per due fine settimana consecutivi. Erano presenti anche i componenti della Giunta e del Consiglio Comunale di Grottaferrata, nonché il Comandante dei Carabinieri di Grottaferrata Nicola Ferrante e la Comandante della Polizia Locale di Grottaferrata Maria Letizia Scuderini. A seguire la benedizione religiosa all’ingresso del fossato dell’Abbazia officiata dal monaco basiliano Padre Luca, quindi l’apertura ufficiale del mercato rievocativo sotto le mura del grande complesso abbaziale. Lo spettacolo vero e proprio è cominciato con l’apertura degli stand dei prodotti tipici dell’artigianato, dell’agricoltura, della gastronomia e dell’arte tessile.
Come sempre accade in occasione di “Ce Steva ‘Na Vota, i visitatori vengono avvolti in un’atmosfera d’altri tempi, fatta di profumi, oggetti, costumi, folclore, delizie da mangiare, musica e balli che affascinano ogni volta e che richiamano ad una tradizione che vuol essere tramandata e non dimenticata.
Il programma del weekend sotto le mura criptensi prevede l’animazione dei gruppi musicali folk: “Aria di Casa Nostra” di Alatri nel pomeriggio di sabato 6 e “Minturno” dell’omonima città pontina domenica 7 settembre.




BAGNAIA, EQUINOZIO D'AUTUNNO: SI PREPARA LA PASSEGGIATA NEI LUOGHI DELLE STREGHE DI MONTECCHIO

Redazione

Bagnaia (VT) – Domenica 21 settembre a Bagnia si festeggia l'arrivo dell'Equinozio d'Autunno con una passeggiata esoterica sui luoghi delle Streghe di Montecchio. L'itinerario partirà alle 9,15. Sarà guidato da Pier Isa della Rupe, che con il marito Franco da vent'anni va portando alla luce tradizioni e documenti sulle Streghe di Montecchio, e da Caterina de Caro, docente ed esperta di cose esoteriche, che ha scritto anche del Montecchio.

Leonardo de Sanctis (Fefè Editore, che sul tema ha pubblicato vari libri) leggerà brani dal classico Le Streghe di Montecchio di Pier Isa della Rupe (pref. Piero Badaloni) e da Il Masso della Fertilità, novità di Pier Isa della Rupe e Caterina de Caro.

Al termine del percorso esoterico, intorno alle 13.30, ci sarà il pranzo tipico che il Ristorante Il Borgo di Bagnaia prepara tradizionalmente per gli escursionisti.
– Percorso Esoterico: gratuito, prenotazione obbligatoria.
– Pranzo: € 25, prenotazione obbligatoria.
– Prenotazioni entro il 15 settembre a: fefe.editore@tiscali.it e 338.3733845.
 

PROGRAMMA PERCORSO ESOTERICO
> 9,15 Ritrovo a Bagnaia sotto la Torre della Pucciarella, in Piazza XX Settembre: introduzione alle streghe di Montecchio – spostamento con auto propria alle falde del Montecchio (5 min.)
> 9,45 Inizio del percorso esoterico guidato da Pier Isa della Rupe, con Caterina de Caro: Stele della Strega Bruciata, Capanna di Bianca e Andrea, Masso della Fertilità (con rito della fertilità), Braciere dei Filtri dell’Amore, Piana Sacra e Trono della Regina. Discesa e ritorno al parcheggio delle auto.
> 13,15 Pranzo facoltativo al ristorante Il Borgo: menù tipico Tra erbe, filtri e pozioni (€ 25,00).
 




VITERBO, FIERA SANTA ROSA: SEQUESTRATI OLTRE 2 MILA tabella POSTI IN VENDITA ABUSIVAMENTE

Redazione
Viterbo
– Sequestrati 2.010 tabella posti in vendita abusivamente. Questo il bilancio dell'attività di controllo portata avanti dagli agenti della Polizia Locale in occasione della consueta fiera di Santa Rosa, lo scorso 4 settembre, per le vie del centro cittadino. Degli oltre duemila tabella oggetto di sequestro amministrativo nessuno recava marchi contraffatti. Tra gli oggetti ritirati, la maggior parte sono custodie per cellulari e tablet, borse, orecchini, capi di abbigliamento, bigiotteria. Il Comando operativo di Polizia Locale ha provveduto inoltre ad assegnare le aree della fiera non occupate dai titolari a 28 commercianti, cosiddetti spuntisti.
 




LUIGI BONAVENTURA: DALLA 'NDRANGHETA CROTONESE PASSA DALLA PARTE DELLA GIUSTIZIA

di Simonetta D’Onofrio

La mafia è un fenomeno complesso, le cui dinamiche si sono trasformate nel tempo. Le associazioni criminali hanno modificato il loro modo di operare, e hanno esteso il loro bacino d’influenza, tanto da non poter più identificare la singola organizzazione con la regione di appartenenza. Il raggio d’azione di mafia, ’ndrangheta o della camorra ha raggiunto e superato le regioni dell’Italia settentrionale, arrivando a colpire con azioni clamorose anche all’estero.
Ma non si può circoscrivere il pensiero sulle mafie solamente alle azioni malavitose, non dobbiamo limitarci a pensare il mafioso come appare in film come “Il Padrino”, o nella serie “La Piovra”. Oggi la mafia ha esteso il suo controllo nelle operazioni finanziarie, nella politica e negli ambienti societari che sembrano apparentemente meno legati al modus operandi degli “uomini d’onore”.

Anche il pentitismo ha dovuto evolversi, perché la società è cambiata rispetto ai tempi di Tommaso Buscetta, che tra i primi, negli anni Ottanta, ha svelato al giudice Falcone molte attività delle famiglie della “cupola”. Oggi i mass-media hanno azzerato le distanze, hanno creato una piazza virtuale su cui anche chi vuole far comprendere i motivi di una scelta certamente difficile, perché ritenuta infamante da quanti fino al giorno prima erano più vicini al pentito, cerca di far sentire la propria “voce”.
È questo il caso di Luigi Bonaventura, una volta esponente di spicco di una delle famiglie più note della ‘ndrangheta crotonese, che ha deciso di tagliare i ponti col passato, dissociandosi da una rete di amicizie, parentele e legami appartenenti alla ‘ndrangheta.
A suo favore è stata lanciata in Rete una petizione https://www.change.org/p/protezione-per-il-collaboratore-di-giustizia-luigi-bonaventura, che ha raccolto in poco tempo oltre 18.000 firme, adesioni a testimonianza del ruolo importante che ha avuto per la lotta alla mafia. Bonaventura ha deciso definitivamente di “cambiare vita” e con le sue confessioni e dichiarazioni ha permesso alle Procure d’Italia di stanare diversi intrecci presenti all’interno di una piaga come la mafia.
Con la raccolta delle firme si vuole sensibilizzare la società civile, la politica e le figure decisionali di questo Paese che un pentito e collaboratore di giustizia attivo deve avere alcune garanzie fondamentali per l’incolumità della sua vita. Infatti, per un pentito di primo piano come Bonaventura ci sono delle accortezze che dovrebbero essere sostenute e garantite in qualsiasi momento, perché è sempre suscettibile ad attacchi e vendette trasversali. Proprio per questo abbiamo intervistato il collaboratore di Giustizia, Luigi Bonaventura, per raccontarci la sua storia di pentito.

Com’è nata la petizione? Perché questa decisione?

La petizione è nata per dare voci a quanti sono nella mia stessa condizione e che non hanno trovato o avuto la possibilità di esternare i propri problemi, anche gestionali, che purtroppo subentrano durante un programma di protezione. Un’evoluzione che, passo dopo passo, si è trasformata, un'idea verso la ricerca di un cambiamento politico che può avvenire anche tramite una domanda semplice rivolta alla comunità digitale.
Anche in quest’ambito, purtroppo c’è il rovescio della medaglia, se così si può dire. Infatti, sono diverse le personalità e le peculiarità che intervengono all’interno di un programma di protezione. Anche in un’organizzazione criminale, troviamo i rubagalline, quelle stesse persone che all’interno della malavita, lavorando con la mafia e che con gli affari sporchi fatti con loro non avrebbero mai raggiunto uno” stato di benessere”, come quello che oggi lo Stato gli riconosce, con i diritti di legge, anche per la famiglia. Non è una cosa marginale questa differenza. Anche tra i pentiti ci sono quelli che giocano in serie A, in B e nelle divisioni regionali…C’è una bella differenza se un pentito aveva avuto nel suo passato un ruolo primario nell’’ndrangheta. Purtroppo, in questo caso raccoglie gente che ha fatto arrestare solo ladri di gallina, non c’è un giusto rapporto di equiparazione. La società questo lo deve capire…Oltretutto si va avanti su questa strada, anche se per combattere veramente la lotta alla mafia.
Diciamolo chiaramente, ancora oggi ci sono ancora tante, forse troppe che non vogliono estirpare la mafia. Non sono solo i mafiosi e i collusi a farla rimanere attiva. La mafia, come la intendo io, è una società per azioni, “La mafia S.p.A.”. Ognuno ci naviga dentro, in quest’azienda, grande e redditizia e, secondo delle azioni che si posseggono, c i si arricchisce abbastanza.

Quindi la mafia non si sconfiggerà mai? E’ solo un’utopia?

Non disco questo. Le parole di Falcone bisogna ripeterle sempre, in ogni momento. Lui lo diceva chiaramente: “ogni fenomeno umano è destinato a nascere e a morire”. L’utopia, poi, come parola la considero deleteria, penso che ogni volta che si pronunci non si desideri intenzionalmente far nulla. Per la specie umana nulla è impossibile, quindi anche la mafia può essere sconfitta. Siamo arrivati oggi, nel 2014 a un punto di non ritorno, paradossalmente se stiamo così ora, è ancora per questo motivo. Per sconfiggerla in Italia si dovrebbe raggiungere un picco massimo, considerare un’emergenza esponenziale, allora sì che qualcuno sarà costretto veramente a intervenire.


Parlare di mafia circoscritta al sud è ormai una definizione anacronistica. Tutte le mafie sono così diffuse nel territorio italiano?

In linea di massima sì, non si tratta di un fenomeno di questi ultimi anni. Se vogliamo fare una distinzione, possiamo considerare solo “Cosa nostra” diversa dalle altre, di tipo federalista, presente nella Sicilia occidentale…
Oggi la politica, in particolare, si stupisce se si afferma che la mafia nel Nord sia molto fluida, ma sono quarant’anni che esiste là, non è un anno, sono tanti anni che è radicata nel Settentrione. Anzi si è internazionalizzata. Come non ricordare la strage di Duisburg, quelli che venivano dalla faida di S. Luca. La strage di Ferragosto in Germania avvenuta il 15 agosto 2007, è un fatto unico, non solo perché è avvenuto davanti a un ristorante italiano “Da Bruno”, ma è stato un atto che di legittimazione della ‘ndrangheta europea. Anche se c’è stata una risposta mediatica da parte dei media, anche allora alcuni apparati deviati preferirono ridimensionare l’accaduto.
 

Ritorniamo alla petizione in suo favore. In questo momento in Italia c’è tanta crisi, il lavoro che non c’è, le famiglie indebitate, le aziende che chiudono giornalmente. Una piaga diffusa. Che senso ha mobilitarsi a favore di un pentito?

La gente si dovrebbe mobilitare per quello in cui crede realmente, ognuno deve lottare per il proprio settore. Io non chiedo soldi, aumento di stipendio, cose in più. Proteggere un ex-mafioso, significa anche agire sull’economia, un “valore aggiunto” al sistema paese. Intervenire direttamente in alcuni campi “comprometterebbe” positivamente il sistema-paese. Io attualmente prendo dallo Stato circa 1.500 euro al mese, ma sono tutti giustificati questi soldi. Consideri che collaboro con undici Procure in tutta Italia e una straniera, compresa la Direzione Antimafia. Ripeto non sto attaccando lo Stato. Forse per qualcuno non sono motivati, per quello che ho fatto in passato, ma adesso ho intrapreso un altro cammino. Collaborare per sconfiggere la mafia significa anche attenuare il livello di crisi che stiamo vivendo, se poi vogliamo entrare nel merito della mia storia personale, sono un collaboratore volontario; se per qualcuno siamo troppo onerosi al Paese, allora non vi servite dei collaboratori di giustizia.
 

Le 18.000 mila firme stanno a significare che c’è qualcosa che non va nel sistema in generale, il punto da scardinare è l’apparato che circonda lo Stato. Una parte della politica collusa, uomini a essa legati come Cosentino, Dell’Utri, Scaiola, non vogliono che la mafia sia debellata. Ci chiediamo il perché?

Questa petizione serve anche a questo, cioè andare contro questa parte oscura che tutt’oggi “lavora” in Italia.
Anche sotto l’aspetto organizzativo, i programmi di protezione sono da rivedere. Mi spiego meglio. Appena sono entrato nel programma, mi hanno trasferito a Termoli, vicino ad altri appartenenti alla Sacra Corona Unita e ho trovato anche alcuni miei compaesani crotonesi. Poi stavo a due passi dalla camorra. Questa è la situazione, io sono costretto a certe restrizioni e sarebbe meglio osservarle bene queste cose. Se mi chiede se ero felice quando ero mafioso, come posso risponderle? Sono nato in una famiglia mafiosa e ne sono uscito, sono felice di essere così. L’ho fatto soprattutto per i miei figli e non me ne pento.
 

I figli cosa ne pensano?

I miei due figli, due suoceri, una moglie, due cognati tutti sotto protezione. Ho spezzato una catena, sono orgogliosi di ciò, anche se il loro destino è segnato dal passato così particolare che ha avuto il loro papà. Quando si nasce sotto mamma ‘ndrangheta, ci si affilia, vivi in un ambiente così blindato che non puoi andare da un’altra parte. Dove vai quando nella tua famiglia sei figlio di un ‘ndranghetista. I miei figli appartengono a questa nuova vita, una stella differente, non importa se oggi anche gli altri che mi sono vicino non mi credono. Io ho lottato per nuovi valori.
Cos’è un valore importante per la mafia? Ad esempio l’onore è avere prestigio tra la gente, nelle processioni religiose ci ferma qualche volta sotto la casa del mafioso importante di turno.
Sì, accade anche questo. Non tutta la chiesa è così, una parte, però legittima la mafia, o meglio l’atteggiamento mafioso, una parte della chiesa ripeto. Le posso dire che una parte della Chiesa non andrà mai a prendere il caffè a casa di un pentito.

Perché?

Loro, i mafiosi fanno benevolenza, danno le offerte, somme di denaro consistenti per far camminare la macchina religiosa. Apparentemente vanno anche da un mafioso che ha tre gradi di giudizio, solo perché devono redimire le anime del peccato. Anche nel mio paese molti mi avevano detto di non collaborare. Non importa se non sono più venuti a casa mia e se non verranno più, la mia coscienza mi dice che sto facendo la cosa giusta.